domenica 26 settembre 2010

E tutto va come deve andare

Ovvero l'arte di 3 lavori in uno!
Si la bella notizia é che ho iniziato da quasi due settimane a lavorare come educatrice in due scuole, che diventeranno 4 dalla prossima settimana.
In queste due scuole lavoro come assistente al sostegno a 3 ragazzini disabili, soprattutto uno é disabile grave con molti problemi (non parla, non cammina...).
Questo lavoro mi piace tantissimo!
Ve ne parlerò in modo più approfondito, adesso sto ancora "prendendo il giro" con i vari orari, conoscendo le classi ed i colleghi di lavoro oltre ai bambini stessi ed alle loro problematiche.
Avevo seguito un corso di neuropsichiatria infantile qualche anno fa ed ho molta esperienza con l'handicap anche in famiglia, a parte un iniziale momento di disagio mi trovo bene anche con questo bimbo molto grave e anzi mi sto appassionando tantissimo a questo lavoro, a cercare attività adatte a questi bambini, punti di approccio, a scrivere le attività giornalieri che compiamo insieme, la vedo come una sfida, in cui il tornare a casa dopo 5 ore con lui e vedere che dopo tanto lavoro ha finalmente detto la parola "acqua" (o meglio per lui é quaqua) quando voleva bere,é una gioia ed una soddisfazione incredibile.
Una delle due scuole poi é in montagna, una scuola piccola con pochi alunni (nella classe che seguo sono in 9!), nelle ore buche posso andare nei boschi a passeggiare, ne sono entusiasta.
Il secondo lavoro che sto svolgendo é quello matematico/finanziario:mi piace di meno, ma staccare dalla pedagogia e dall'handicap al pomeriggio é anche divertente.
E il terzo lavoro?
Bhe questa settimana ho vinto una borsa di studio per un ciclo di conferenze che ho seguito a Cuneo:
interessanti, anche se molto teoriche, la cosa positiva é stata ripiombare in mezzo a discussioni politiche/filosofiche a cui non ero più abituata.
Molte cose non le condivido più ed il parlare politichese a cui ero abituata all'università ora mi risulta alieno e inutile, ma alcune conferenze sono state interessanti (una sulla visione del martirio nel terrorismo, una sugli Amish) e se non altro ho potuto chiacchierare con gente stranissima che studia filosofia teoretica piuttosto che giurisprudenza ecologia, ed avere esperienze culturali di questo tipo é sempre utile,anche solo per capire che ora quegli argomenti non mi interessano più così tanto.
Intanto, continuo anche con le ripetizioni e con della piacevolissime letture.
E giovedì ho iniziato con la mia amica il corso di yoga!
Insomma a farla breve, sono stravolta e felicissima.
A volte ci sono così troppa gioia e così poche ore di sonno che la lucidità va a farsi un po' benedire, ma che belli questi giorni.
Le foto di questo post sono della cena araba a cui siamo andati io e Simone venerdì sera, a casa dei miei insegnanti di archeologia egizia, una coppia di amici fantastica, ecclettica.
La cena era composta da cibo del vicino oriente:
cus cus con vari condimenti e salse, riso all'iraniana con pollo indiano al curry, tutto cucinato in casa.
L'atmosfera era bellissia con tante lanterne accese in casa, una casa zeppa di libri fino al soffitto, di reperti e foto archeologiche degli scavi che loro hanno fatto in Egitto, come essere in un museo.
Mentre si finiva di preparare la cena, abbiamo analizzato e letto le ultime foto di geroglifici:una lezione di egittologia soprendente.
La cena é poi proseguita fino ad ore tarde tra discussioni di storia e dibattiti su "é stata peggio Canne o Teutoburgo come sconfitta secondo te?", racconti di avventure varie, cibo buono, risate, scambio di libri e dimostrazioni di combattimento di scherma medioevale con spade del 14oo (che emozione provare a tenerne una in mano!).
Insomma, in una parola, wonderful.
E la loro ospitalità, la cura con cui avevano preparato la tavola e dei piccoli sacchettini di incenso di acacia per ognuno, con il nostro nome scritto in geroglifici?
Una coppia stupenda, con il loro bimbo neonato che dormiva nell'altra stanza, appassionati, curiosi, vivaci.
Ecco, da grande voglio essere come loro!

mercoledì 22 settembre 2010

Bonjour l'automme

Buongiorno autunno!
Per festeggiare l'equinozio vi propongo un piatto etnico che racchiude le verdure di stagione ed i colori dell'autunno:
sega wot, piatto etiope formato da un pane spugnoso servito con una salsa di carne piccante. Vi servono pomodori, carote, patate, cipolle e peperoni, ma potete anche utilizzare zucchine, melanzane..quello che avete in casa.
Fate rosolare patate, carote e cipolle con curcuma, sommacco, curry e abbondante zenzero grattugiato e peperoncino.
Aggiungete quindi 600 gr di carne mista tritata, i pomodori e coprite la carne di acqua,
cuocete a fuoco medio/basso per un'ora finchè l'acqua non é assorbita.
Questa sarà la salsa.
Per preparare il pane injera, molto spugnoso, che utilizzerete come "piatto" per la carne, occorrono 400 gr di farina di miglio, un cubetto di lievito di birra e dell'acqua.
Sciogliete lo lievito in 100 ml di acqua tiepida e aggiungete 100 gr di farina, formate un panetto impastando bene e fate lievitare almeno 3 ore in un recipiente capiente.
Dopo 3 ore aggiungete la restante farina e tanta acqua quanta ve ne occorre per creare una pastella, che farete lievitare ancora 3 ore.
Quindi scaldate un po' di olio in una padella, versate la pastella un mestolo alla volta e coprite subito la padella con un coperchio.
Il pane deve cuocere a fuoco bassissimo ed il vapore creato dal coperchio deve renderlo spugnoso e leggero, senza tostare o scurirsi.
Ogni pane cuoce circa 3/5 minuti, la superficie appare bucherellata con molte bollicine.
Con questa pastella ho ottenuto 8 pani piccoli, volendo avrei potuto farli più alti e spugnosi ed ottenerne 4 o 5.
Servire ad ogni commensale 1 pane e ricoprire con la salsa di carne bella calda:
si mangia con le mani spezzando il pane spugnoso!
Ho rielaborato la ricetta dal numero di Starbene di maggio.
Buon autunno, io utilizzerò finalmente questa borsa di lana che ho preso in Armenia, é fatta a mano, e ricamate in fondo sono le prime 4 lettere dell'alfabeto armeno, oltre alla pecorella, sorella delle molte viste in giro per tutto il paese e nei campi.


Buongiorno al profumo di biscotti al limone appena sfornati, alle coperte aggiunte sul letto prima di dormire, alle passeggiate con Simo e Obelix prima di cena, a cercare e fotografare i ragni tigre tra i rovi lungo il sentiero.Piccoli attimi di autunno, vi auguro che la vostra settimana ne sia colma.

domenica 19 settembre 2010

Domenica quasi d'autunno

Questo fine settimana non mi ha portata in montagna come quelli precedenti, ma vista la settimana frenetica che ho (abbiamo) avuto, é stato molto più tranquillo ed anche decisamente autunnale.

Io e Simo abbiamo fatto due belle passeggiate ieri ed oggi pomeriggio, e ad osservare bene come sempre si trovano in terra i piccoli cambiamenti di stagione:
le prime foglie che cambiano colore, le mele che maturano, la pioggia che é caduta ieri e si é fermata in gocce di diamanti sull'erba.
Un mondo minuscolo ma nel quale mi sono persa per due ore buone oggi pomeriggio, chinandomi a fotografare.
Ho trovato anche questa piuma coloratissima, sapete di che uccello potrebbe essere?
Ho pensato ad una ghiandaia ma non ne sono sicura!


Mi sono fermata a raccogliere delle piccole ghiande sotto un albero, c'era il sole e din quel momento l'aria era piacevolmente calda.
Ho pensato:
vorrei inscatolare la perfezione di questo momento per poterlo riassaporare d'inverno.
Stamattina sono andata ad una lezione prova di yoga con una mai amica, di un corso a cui credo parteciperò:
fermarsi ed ascoltarsi respirare, in una domenica mattina sonnolenta e pigra per il tempo nuvoloso, é stata una pausa piacevole per me che non sto mai ferma.
Gli ambienti erano molto accoglienti, le pareti dipinte di arancio e giallo, con piccole nicchie e fotografie scattate in India.
Dopo aver visto ieri sera Mangia Prega Ama (film mediocre, banale e prevedibile però belli i paesaggi) mi é venuta voglia di indossare i vestiti indiani della protagonista, e ritrovando stamattina un po' della stessa atmosfera meditativa e insieme colorata al corso di yoga é stato piacevole.
In questi giorni mi frullano in mente un po' di riflessioni, nutrite da una frase che mi é rimasta in mente dopo aver visto il film Un sogno per domani, di cui ha parlato Claudia.
Il film in sè non mi é piaciuto, ma quella frase "cosa si aspetta il mondo da te?" non me la sono più tolta di testa.
E l'ho subito ricollegata ad unìaltra frase, che avevo letto e sottolineato nel libro Ballata per la figlia del macellaio:
"Dio considera la vita di ogni creatura come una domanda, come un se che respira e che cammina".
Come posso fare il meglio ogni giorno?
Cosa mi viene chiesto di donare ogni giorno/oggi al mondo?
Cosa c'é intorno a me da osservare in questo momento?
Che piccola cosa posso vivere ora?
A chi posso e devo regalare il mio sorriso e la mia gentilezza oggi?
A chi posso augurare buona giornata?
Che gesto di amore posso fare per qualcun altro in questo momento?
Non sono giunta ad una conclusione, ovviamente, né l'ho cercata, semplicemente sto cercando di mettermi più in sintonia con quello che c'é attorno, accorgendomi sempre di più che tutto quello che uno chiede/dona all'universo, poi ritorna indietro, in tempi e situazioni diversi da quelli voluti, ma torna sempre.
Me ne sono accorta in questi ultimi giorni in cui ho ricevuto delle belle notizie, di cui vi racconterò quando sarò più certa del loro sviluppo.
Bisogna solo avere pazienza e fiducia nel futuro, speranza che devo continuare a nutrire e far crescere in me.
Una piccola ricetta semplice per degli scones perfetti per questi giorni di inizio autunno:
Scones all'uvetta (per 2 teglie circa):
400 gr di farina
120 gr zucchero
2 uova
100 gr burro
uvetta
levito per dolci
Mescolare farina, zucchero e lievito.Aggiungere il burro fuso, le due uova e infine l'uvetta.Stendete la pasta e tagliatela a tondi con un bicchiere dal diametro stretto, infarinato.Infornare per 15 minuti circa o finchè sono dorati, in forno caldo a 18 gradi.
Buon inizio settimana e un abbraccio forte a tutti, che cerchiamo ogni giorno risposta alla domanda celata in noi :-)

giovedì 16 settembre 2010

Orient love

In questi gionri, oltre ad altri lavori di cui vi racconterò presto, sto cercando di finire di scrivere una raccolta di racconti che ho lì a metà da un pezzo, ma su cui non avevo più lavorato.
Sto cercando di mettere in ordine i racconti già scritti e di dar loro un ordine più preciso:
ad esempio mi sono accorta che per l'idea finale del libro (!) che ho in testa, molti racconti che avevo già scritto non andavano bene, perché li avevo scritti di getto senza tenere conto della scansione temporare precisa che vorrei ci fosse.
Ho quindi dovuto "eliminarli" e ho stilato una piccola lista di idee per nuovi racconti da scrivere.
Tra questi, uno che sto ambientando in Giappone, la storia di una bambina di circa 8/9 anni, una bambina piuttosto buffa ed originale.
Per cercare un po' di materiale sono andata a farmi un giretto in internet:
cosa potrebbe mangiare a colazione quella bambina un po' stramba?
Mi sono ricordata del blog di Ladybug-zen, che ora vive in Australia, ma ha marito e bimbi giapponesi.I suoi bimbi a colazione amano mangiare spinaci e fragole..,proprio il cibo ideale anche per il mio personaggio bambina!
Scrivere questo racconto (anche se a rilento) sta diventando una piacevole avventura, tenendo conto che non scrivevo da mesi, sta venendo fuori bene e senza difficoltà, anzi trovo che le parole sgorgano facilmente e che anche la trama si sta srotolando bene.
Il blog di Ladybug mi piace molto, fa delle foto particolari, molte in bianco e nero, o con solo un piccolissimo particolare messo a fuoco, e anche le sue riflessioni sullo yoga (lei ne é maestra), i racconti dei giochi all'aperto con i suoi figli, sono affascinanti.
In realtà questa piccola ispirazione orientale mi viene anche dall'aver visto ed amato terribilmente questo film, che é piaciuto moltissimo sia a me che a Simone:
la storia di un giovane violoncellista che licenziato dall'orchestra, diventa tanatoesteta come nuovo lavoro.
Si dedica cioè a preparare le salme dei defunti, a rivestirli e acconciarli per i parenti:
il film non é per niente macabro o tragico, anzi molto poetico, delicato, così come il lavoro che il protagonista svolge con passione e dolcezza.
Spero di vedere presto anche Mangiare Bere Uomo Donna, che ha suggerito MammaC e che non conoscevo, ma vedendo le scene iniziali su youtube ne sono già rimasta catturata!
Per un tocco di abbigliamento un po' estroso come quello della moglie del tanatoesteta nel film, un bel giretto sul catalogo di Toast:non sono bellissimi i nuovi articoli?
Buon weekend, cerchiamo spazio per qualcosa di creativo:scrivere due righe, cucinare un piatto nuovo, scattare una foto ai primi colori autunnali,ascoltare una canzone...
un abbraccio

martedì 14 settembre 2010

Osserva

Ho finito di leggere in questi giorni il libro Wesley il gufo:una storia che mi ha davvero commossa.Racconta di una giovane biologa che lavora come ricercatrice in un centro universitario sui rapaci, e che trova un gufetto dei granai nato da 4 giorni, ferito ad un'ala ed abbandonato.
Decide allora di curarlo e in accordo con il suo direttore decide anche di adottarlo
(la lesione all'ala non gli avrebbe permesso di sopravvivere in natura perchè non gli permetteva di volare a lungo) e di studiarne l'imprinting e la crescita.
Quel che segue é la storia vera ed emozionante di Stacey e dei suoi 19 anni di vita con Wensley, di cui non si separa mai se non per poche ore o pochi giorni.
Il gufetto diventerà il suo migliore amico (impareranno a comunicare l'un l'altro con vocalizzi)
ma anche io suo "compagno" perché pur di poterlo accudire costantemente Stacey non si sposerà mai né avrà una famiglia sua.
Perché mi é piaciuto questo libro?
Perché pur essendo scritto da lei stessa, una biologa, riesce a spiegare molto concetti e teorie scientifiche sui rapaci in modo molto semplice (il libro é infatti proposto come lettura per ragazzi, anche se secondo me é decisamente più da adulti):
ad esempio la definizione di predatore apicale, lo studio della telepatia nel linguaggio animale etc, tutte nozioni che non conoscevo.
Inoltre la passione di Stacey per questo piccolo gufo é davvero totalizzante:
sebbene non condivida la sua scelta di rinunciare ad una vita di coppia pur di accudire Wensley, nello stesso tempo mi fa tenerezza la sua storia, la sua descrizione delle coccole giornaliere con il gufetto prima di addormentarsi, qaundo lei gli puliva le penne.
Una passione sincera, come quella che potrebbe avere un bambino per il suo animaletto preferito.
Potete leggere la storia del gufetto qui
Ieri facendo una passeggiata non ho potuto tralasciare di raccogliere queste piume:
non so se siano di gufo, ma molto probabilmente sono di un rapace che sta mudando le penne in vista del freddo.
Quanti animali grandi e piccoli ci sono vicino a noi, di cui neanche ci accorgiamo.
A volte li troviamo per caso..altre bisogna aguzzare la vista ed osservare...



Questo ragno l'ho visto ieri sulle foglie dei fagiolini che stavo raccogliendo per cena, non é davvero elegantissimo con le sue lunghe zampe?

Un modo molto semplice per mangiare i fagiolini é con la salsa piccante all'harissa che prepara mia mamma, dalla ricetta di una zia provenzale.
Si lessano i fagiolini in acqua bollente salata, la maionese si prepara invece in casa.
Ieri eravamo in 5 a cena perché Simone é venuto da noi, quindi la dose:
3 tuorli d'uovo freschissimi (dalle galline di mia zia),
sale e pepe,
un cucchiaino di pasta d'harissa piccante,
olio d'oliva buono.
Si gira in senso orario sempre allo stesso ritmo, aggiungendo l'olio a filo via via finchè non si ha la consistenza giusta per la maionese.
Ieri l'abbiamo mangiata con fagiolini e patate bollite e pomodorini:credetemi, é una vera delizia!

"A writer's job is to make the ordinary come alive, to awaken ourselves to the specialnes of simply being...a writer is a wisitor from the Midwest to New York City for the first time, only she never leaves the midwest:she sees her own town with the eyes of a tourist in New York City. And she begins to see his life this way too." Natalie Goldberg

lunedì 13 settembre 2010

Nella cattedrale di Dio

Abbiamo passato due giorni in montagna, io e Simone, questo fine settimana.
Noi non siamo molto "gente da weekend":di solito Simone lavora in ospedale o é comunque difficile che abbia due giorni di riposo consecutivi, a parte due o tre sabati e domeniche in cui siamo andati nella sua casa in montagna, in questi anni non siamo mai partiti un weekend per andare via.
Preferiamo di solito risparmiare per fare un viaggio più lungo, e questo sommandosi alle difficoltà logistiche legate al lavoro, di solito ci fa preferire delle gite in giornata.
Ma questa settiman per miracolo Simone aveva ben 2 giorni liberi, sabato e domenica...e allora perché non partire per la montagna, per un passare del tempo insieme in queste cime che sono la vera cattedrale di Dio?

Come cantava qualcuno ho perso le parole:per descrivere la bellezza di queste montagne, la quiete ed il silenzio di un lago blu dove non c'era nessun altro tranne noi, la semplicità di dormire in un rifugio sotto tante coperte di lana per il freddo, l'allegria di cucinare insieme la cena nella cucina, fuori il buio assoluto della notte di montagna.
Ma ho perso le parole anche per descrivere quanto sia bello trascorrere del tempo solo noi insieme, per una notte dormire insieme, senza parenti-amici-lavoro-pensieri di mezzo.
Preparare gli zaini, camminare fianco a fianco chiacchierando delle nostre passioni, approfondendo discorsi.
Arrivati al rigufio Migliorero abbiamo fatto un giro al laghetto, erano circa le 6 e mezza di sera ed il sole stava calando lentamente dietro le cime.
Abbiamo scoperto per caso che nell'acqua limpidissima e immobile del laghetto si riflettevano le montagne, e ci siamo messi insieme a fare foto.
C'era una pace crescente in quell'ora calma del tramonto, silenzio, giochi di luce sull'acqua e sui picchi di roccia.
Un'armonia speciale tra di noi, quell'armonia che si trova dedicandosi ad un'attività comune, scattando foto insieme, cercando gli spunti più originali per ogni inquadratura.
Un weekend davvero magico, delicato, finalmente in montagna insieme, ad esplorare,a faticare nelle salite, a bere insieme le nostre tisane la sera, vicini vicini.
Una ricarica per gli occhi che hanno assaporato tanti paesaggi meravigliosi, una ricarica per il cuore che é tornato a valle sereno, scoppiettante di gioia e gratitudine per questa complicità.

venerdì 10 settembre 2010

Buon inizio

"Se mai avrete l'occasione di trovare un uomo veramente felice, lo troverete intento a costruire una nave, a scrivere una sinfonia, ad educare suo figlio, a coltivare dalie nel suo giardino e a cercare uova di dinosauro nel Gobi.
Certo, non lo troverete mai a cercare la felicità come si cerca il bottone di una camicia rotolato sotto il mobile.
Per trovare la felicità bisogna cercarla in una passione al di fuori di se stessi." W.Berane Wolfe

In questi giorni si festeggia il capodanno ebraico, vi lascio gli auguri per un anno che sia buono e dolce come nella formula tradizionale ebraica Shana Tovà veUmetuka.
Buon inizio a tutti noi, che sia il ritorno a scuola, il ritorno al lavoro, il semplice ritorno al ritmo stagionale dell'autunno, ai nostri nuovi progetti, alle scelte di vita.
Buon inizio anche a chi prova ad iniziare un nuovo lavoro e vi chiede di incrociare le dita :-)
Pian piano vedrò come andrà, dopo il primo pomeriggio di lavoro sono andata a fare una passeggiata al fiume e ho trovato questi piccoli tesori, soprattutto mi piace il piccolo sasso screziato che mi sembrava un piccolo guscio d'uovo quando l'ho trovato.
Grazie per il vostro sostegno, vi spiegherò via via con calma, per ora incrociate le dita per me e se vi va inviate i vostri pensieri positivi..sono sicura che mi raggiungeranno!
Ancora buon anno, sia a chi lo festeggia con mele e miele (cibo tradizionale ebraico per questa ricorrenza), sia a chi semplicemente vede ogni giorno come una nuova occasione per migliorarsi e crescere.

lunedì 6 settembre 2010

Vette di semplicità


Ancora una volta mi sono alzata alle 6 di mattina e scarponi ai piedi sono salita in montagna.
L'aria era gelida, già autunnale, e la nebbia avvolgeva i contorni della valle, regalando chiaroscuri spettacolari, svelando e celando quella cima o quell'altra.

La semplicità di una giornata in montagna non ha uguali per me:quando torno giù, i pantaloni incrostati di fango, i piedi stanchi, le ginocchia doloranti, il viso cotto dal sole, mi sento bene, mi sento viva, attraversata dalla vita e dalla fatica.
Sento ogni muscolo stanco eppure attivo, smanioso di riposare ma carico di adrenalina e di vitalità.
Tornare a casa stanca dà il senso alla giornata, mi indica che l'ho vissuta pienamente e totalmente:che mi sono alzata quando avrei potuto dormire ancora varie ore, che ho preferito sporcarmi che vestirmi bene, che ho assaporato un panino vorace come una tigre, seduta insieme alla mia famiglia, che mi sono fermata a fotografare un piccolo fiore o una lumaca, che ho alzato gli occhi verso l'azzurro invece che rimanere chiusa in casa.
Che ho vissuto la giornata e tutte le sue ore pienamente, senza sprecarle in inutili pigrizie, le ho vissute una ad una sulla mia pelle e sullo sforzo dei miei polpacci nella salita, ieri per 6 ore di camminata.
Siamo anche saliti su una cima 3000 m, cima tre vescovi, una salita ardua ed esposta ma ne é valsa la pena!


[arrampicata alla vetta]
Il paesaggio da lassù spaziava a 360 gradi e ci si sentiva così piccoli ed impauriti di fronte agli strapiombi da ogni lato.
Spesso ultimamente seguendo un po' le vicende di conoscenti e vecchi compagni di università, confrontandole con la mia vita attuale mi sento un po' stranita:io laureata con 110 e lode, che raccolgo pesche e lamponi, loro che seguono master negli USA, seminari di economia internazionale, stages in banche prestigiose.
In certi momenti mi sento un po' deficiente rispetto a loro (nel senso di mancante, mancante di ambizione).
In altri, sento che però sono contenta così e che non avrei barattato un'estate ben retribuita a Milano con la mia parca estate in campagna, perché sarei impazzita.
In certi momenti lo ammetto, vorrei avere la loro forte ambizione.
Sono molto altalenante in queste sensazioni.

Poi ho letto per caso questo pezzo e mi sono sentita così in sintonia con quello che scrive l'autore:
"Se vuoi rubare il fuoco agli dei, se vuoi partire dalla Grecia e conquistare la Persia e poi l'India, se vuoi sconfiggere il drago e salvare la principessa, se vuoi inventare una macchina per volare, se vuoi avventurarti dove ci sono frontiere inesplorate, se vuoi cavalcare l'onda più alta, se vuoi mettere a punto la mappa del genoma umano, se vuoi vincere la partita decisiva all'ultimo tiro, se vuoi fare come Steve Jobs, come Gengis Khan, come Michael Jordan, allora si può stare tranquilli:non sei immune da un certo senso dell'impresa.
Naturalmente l'impresa non é per forza un gesto memorabile, ma innanzitutto un'attitudine complessiva che si compie in tutte le nostre scelte vitali.
Crescere un bambino forte e allegro e responsabile, questa é una grande impresa.
Creare una relazione sentimentale capace di reinventarsi e rilanciarsi, questa é una grande impresa, così come diventare gli autori di se stessi al di là di tutti i modelli esterni.
In questa nostra epoca stiamo ridefinendo ciò che é umano, valorizzandone ed espandendone le potenzialità, e ditemi voi se questa non é la più appassionante impresa antropologica."
Franco BolelliLe mie imprese non saranno memorabili come quelle dei miei illustri colleghi:non vincerò premi Nobel, né diventerò premier o un rinomato scienziato politico, non si conoscerà il mio nome.
Ma essere semplice mi rende felice più di queste grandi imprese, se abdico alla carriera (come se potessi averne una!) é per coltivare queste altre imprese cosiddette minori, come godersi la vita, fare passeggiate in montagna, innamorarsi, giocare e leggere, cucinare una torta, coltivare tempo.
Le grandi cose che voglio fare, sono piccole cose, ma non per questo hanno meno valore.
E poi que serà, serà.Magari un Nobel lo vinco lo stesso :-)
Per ora so di essere sulla strada giusta e di voler continuare in semplicità e fantasia.