domenica 21 giugno 2015

La forza invincibile del solstizio

 Oggi festeggiamo il Solstizio d'Estate e la vita di Maddalena, che proprio un anno fa in questi giorni ha scelto di venire da noi, ci ha scelti come sua famiglia e ha inziaito il suo viaggio piano piano. Nove mesi (41 settimane e due giorni) dentro di me in vita d'acqua e quasi tre mesi fuori, nella vita di terra e aria.
Oggi ho trovato grande ispirazione in quattro citazioni, che ho riscritto qui, e rielaborato in un mandala che ho dipinto ad acquerelli questa sera. Il sole con il suo calore e la sua forza ci ricorda oggi più che mai che possiamo raggiungere qualsiasi cosa vogliamo, che abbiamo in noi il coraggio e la luce per essere chi vogliamo, chi siamo destinati ad essere. Penso con gratitudine a Maddalena, che ha deciso di venire da noi proprio seguendo la forza di luce e di amore nei giorni del solstizio. Con il suo parto in casa, magnifico e intenso, mi ha mostrato come effettivamente siamo capaci di andare oltre ogni limite, ogni dolore, ogni fatica, ogni paura...mi ha mostrato la potenza, la grazia invincibile e per questo, oltre che per la sua presenza, sarò sempre riconoscente.

 "Leggevo stamani di quando nell'autunno del 1703 Johann Sebastian Bach intraprese, a piedi, un viaggio di 400 km per andare ad ascoltare l'organista Dietrich Buxtehude di cui si dicevano meraviglie. 
Disse prima di partire: "Miei cari, starò via quattro settimane". 
Tornò dopo quattro mesi.
Non devono averla presa benissimo coloro che gli stavano attorno, ma tutti dovettero riconoscere che le nuove melodie composte e suonate dopo questa avventura erano diverse, stupefacenti e meravigliose, riempite e variate da quello che in questi quattro mesi aveva visto e sentito.
Mi è piaciuto così tanto questo racconto, mi ha fatto pensare a quanto potremmo permetterci un simile gesto pieno di passione e follia, e quanto questo potrebbe influire nella vita di ognuno di noi."

(Parole di Tiziana)


Lately a thick handful of folk have reached out to me, virtually nodding and saying, 
My god! The things you've done, with only 22 years beneath you! 
I feel that I don't have anything to offer the world. 
I feel as if I'll never make an impact."
And my love, that simply isn't true. We tend to extend our fingers toward the grandiose, toward the spectacular, toward the wild. The things that gain attention and popularity and followers stacked like cards atop our instagram account. And yet, impacting the world around us doesn't have to be so extroverted.
The most simple thing we can do is to be a light to the ones we love - starting with ourselves. Cultivate our own magnificence, make sure that we are tending to our spirit, to our story, to our bones. Kindle the flame within our own ribs with writing and sweetness and movement and nature, and just like that, we'll spill light from our faces and ignite those around us, only by being alive. 
That which is exposed to light, becomes light.
 It's simple. It's always been this simple.
Offer little things. Offer a cup of water, a fresh picked berry, an ear, a shoulder, a smile, fingers to lace, a palm to a cheek. Offer little things with light, and love (with only love), and gently warm those closest to you until they offer things with light and love, too. 
That, my love, is how we'll change the world.
(Parole di Kristen Hedges)



If you love beauty, it’s because beauty lives within you. 
If you love art, it’s because you are creative. 
If it wakes up your heart, a receptor for it already exists within you. 
Your soul is drawn to the things that will help you unfold your most glorious expression. 
Give in.
Cynthia Occelli



Detesto il rispetto della tradizione per la tradizione, il vivo a metà, quello che non è reale.
Non provo astio per gli individui, ma per le consuetudini e le tradizioni, superstizioni che vanno contro la vita, contro la verità, contro la realtà dell'esperienza, contro la spontanea sopravvivenza del senso del  fantastico - dell'esperienza fresca, vista e comunicata in modo fresco.
Alfred Stieglitz


lunedì 15 giugno 2015

Cosa amo in questi giorni

 Cosa amo in questi giorni:
* camminare con Simone e Maddalena, in questa fotografia siamo al Lago di San Bernolfo
* i primi mirtilli e lamponi della stagione dall'orto dei miei genitori, cucinare la mia torta di fragole preferita
* costruire mandala di fiori e foglie ogni volta che ne ho l'occasione
* mia cugina Marta che mi manda le fotografie dei mandala di fiori che ha realizzato lei
 * riuscire piano piano, dopo queste prime settimane di maternità in cui molto ho ricevuto, a ridare, con piccoli gesti di affetto e cura per amiche che hanno partorito da pochi giorni
* progettare il viaggio che vorremmo fare quest'estate
* leggere fino a tarda ora (anche se avrei fatto bene a dormire visto le poppate notturne) l'ultimo romanzo di Grossman e lasciarmi ammaliare ancora una volta dalla sua grande, inimitabile maestria nel costruire mondi
 * raccogliere papaveri in boccio e costruire le bamboline di papaveri con Maddalena, sognavo di farlo da sempre
* fare la spesa al mercato e incontrare piccoli produttori, come una giovane coppia che produce dell'ottimo miele biologico

                                

* conservare il braccialetto di lana rossa di Loving the Mother, che si è staccato dopo gloriosi mesi di compagnia al mio polso durante la gravidanza, il parto e il post parto
* andare con Maddalena a vedere due spettacoli di teatro dei miei compagni dell'associazione teatrale in cui ho recitato lo scorso anno
* un nuovo paio di sandali per l'estate
* il corso di massaggio con Maddalena e le ostetriche


 * il profumo dei fiori selvatici raccolti al fiume
* camminare con Maddalena nella fascia anche sotto la pioggia
* i piedi nell'acqua fredda del fiume

* mettere a seccare i noccioli di ciliegia
* la gatta che dopo settimane di indifferenza viene a farsi coccolare in braccio
* questa canzone, soprattutto se ascoltata e ballata con Maddalena
* ordinare la nuova agenda de Il primo passo
* allattare: dopo le difficoltà delle prime settimane, ora è davvero piacevole, una coccola che rigenera

giovedì 11 giugno 2015

Imparare a stare nelle domande

La scorsa settimana, una sera tardi, dopo aver allattato e fatto addormentare Maddalena, ho sentito l'urgenza di prendere un foglio di carta e di scrivere una lista, la mia "bucket list", dei sogni e degli obiettivi che voglio realizzare nella mia vita. Ho scritto di getto quello che mi veniva in mente e da questo semplice esercizio è partito un lungo lavoro di riflessione su di me, un lavoro di scavo e conoscenza, che durarà a lungo e che ogni giorno sta aprendo in me spunti nuovi, domande, non sempre facili da affrontare, ma necessarie per andare a fondo.
Avete mai fatto un esercizio del genere?
Già solo il semplice scrivere i sogni uno ad uno è stato molto strano, un'esperienza particolare.
Senza ancora scendere nel dettaglio ad analizzarli uno per uno, la loro scrittura mi ha insegnato molto, innanzitutto perchè mi ha mostrato aspetti di me che non credevo di avere. Ad esempio, mi sono molto stupita di avere scritto solo 60 punti nella lista, mi immaginavo, quando ho iniziato a scrivere quella sera, che ne avrei desiderati molti di più e che avrei impiegato qualche giorno a scrivere la lista. Invece, in pochi minuti avevo scritto tutto, appena due facciate di un foglio di carta.

....fare il giro del Monviso
....vivere almeno un mese a Gerusalemme
....creare un asilo/scuola nel bosco (anche solo per qualche settimana estiva)
....andare a Machu Picchu
....fare un corso in una scuola/associazione steineriana
....fare il Cammino de Santiago
....pubblicare il libro di racconti...


Un altro aspetto particolare è stata la sensazione che ho provato scrivendo, di pienezza, come se in fondo non fosse così importante realizzare quegli obiettivi, non fossero così fondamentali ma anzi, la sensazione persistente era che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Anche se non li avessi raggiunti, sarei stata lo stesso felice. Questa sensazione è stata ed è al contempo confortante e disorientante. Confortante perchè è come se la nascita di Maddalena avesse calmierato la mia sete, la mia irrequietezza, la mia insoddisfazione. So che la sua nascita e la sua crescita sono il mio progetto più grande, che se anche il crescere Maddalena ( e i suoi fratelli o sorelle, se ci saranno) con amore e cura fosse l'unica cosa che realizzerò, sarà comunque qualcosa di grande e sarà certamente abbastanza. Di fronte a questo affettivamente molti se non tutti i punti della lista diventano irrilevanti, non mi importa così molto se non andrò a Bali, non realizzerò una mostra di fotografie, non scriverò una tesi di ricerca, non metterò su uno spettacolo di teatro su Il principe d'Egitto...
Questa sensazione di appagamento è indubbiamente molto bella, mi calma e mi nutre, di fronte al prodigio della nostra bambina tutto mi pare meno degno di nota e il tempo e le attenzioni più rilevanti quelle dedicate a lei. Al confonto, qualsiasi lavoro mi sembra meno importante, qualsiasi viaggio esotico irrilevante, se comporta il non essere con Maddalena.
Nello stesso tempo questa è una sensazione disorientante perchè non avrei mai pensato di poterla provare, anzi, avevo sempre guardato con sufficienza le mamme che affermavano questo concetto, giudicandole come donne che rinunciavano ai loro interessi e alle loro passioni per chiudersi nella maternità. La nascita di Maddalena, di nuovo e ancora, fa cadere le mie barriere mentali e mi rende umile e attenta.
Però, mi dico,la maternità, non dovrebbe essere apertura? Apertura alla vita, al cambiamento, agli altri? Un mettersi al servizio non di uno ma di tutti?
Lo scrivere la lista mi ha lasciato queste domande, queste due sensazioni particolari, a cui sto cercando di trovare risposta. In realtà, sento e so che questo dilemma è comune a tutte le mamme e che non ci sarà risposta, ma sarà un quesito che mi accompagnerà in sottofondo per molti anni a venire: come mediare tra il tempo dedicato ai nostri figli e quello dedicato al lavoro? Come portare avanti le nostre passioni senza sottrarre tempo ed attenzioni alla nostra famiglia?


Riflettendo ancora mi dico che il tempo dedicato al mio lavoro non sarà tempo tolto a Maddalena, se visto nell'ottica di un'occasione per migliorare il mondo ottorno a lei, di una occupazione che mi permetterà di avere impatto sul contesto che ci circonda e di renderlo più bello e più giusto, anche per lei.
La scrittura della lista ha fatto maturare in me altre domande, sento che ha aperto, nella sua banalità di esercizio, come una voragine di idee e sensazioni, che fatico a decifrare.
Ne mastico un pezzetto ogni giorno, mi appunto cosa riesco a tirare fuori dai pensieri.
Se mi ascolto con attenzione sento che in questo momento non avrei le forze fisiche e mentali per iniziare o portare avanti altri progetti oltre all'università e va bene così, perchè le mie energie sono tutte concentrate alla cura di Maddalena.
Il segreto per affrontare queste domande forse è proprio qui, nell'ascoltarmi e seguire con onestà il mio sentire del momento, senza giudizio, seguendo quello che mi fa stare bene, avendo cura di me. 
E il comprendere che non devo necessariamente avere subito tutte le risposte, ma anzi, posso imparare a stare in questi interrogativi e che troverò col tempo, nel tempo giusto, le risposte e le strategie di cui necessito.
Intanto, come scrive il pediatra Gonzales in quel libro straordinario che è Besame Mucho:
"Tempo fa ho letto il commento di una madre che, stanca di ascoltare critiche, aveva deciso di sostituire "adesso non lavoro" con "sto lavorando ad un progetto pilota di psicologia applicata; stiamo studiando l'effetto dell'attenzione continua personalizzata sullo sviluppo psico-affettivo del lattante".



lunedì 1 giugno 2015

Giorni selvaggi



Stare all'aria aperta, nel verde, è per me condizione essenziale di equilibrio. Se mi piaceva farlo prima e cercavo di dedicare spesso del tempo a passeggiate ed escursioni nella natura, ora è ancora più arricchente poterlo fare con Maddalena, condividere con lei momenti di connessione con la Terra.
Sono contenta di aver trascorso molto tempo nel verde questa scorsa settimana, anche se ci sono stati diversi temporali. Non abbiamo fatto molti chilometri, anzi, per fortuna ci bastano pochi minuti per trovarci in luoghi splendidi pur abitando in centro città. Siamo stati al fiume per due pic-nic, abbiamo fatto una passeggiata in montagna in una magnifica faggeta, abbiamo raccolto erbe spontanee in campagna e un'altra volta abbiamo raccolto fragole. Sarà sempre più bello e importante apprendere con Maddalena come vivere in armonia con ciò che ci circonda, come conoscere gli alberi, le piante, le erbe che vediamo quotidianamente, i nomi dei fiori e delle montagne, le tracce degli animali. Mi piacerebbe moltissimo poter abitare in montagna, o in campagna, per ora siamo felici di poter usufruire di questo appartamento in città e di cogliere ogni occasione possibile per uscire, la bimba nella fascia e lo zaino in spalle, che sia per scendere al fiume o spostarci a fare trekking in montagna. Per caso ho scoperto l'iniziativa 30 Days Wild promossa dal Wildlife Trust britannico: ogni giorno di giugno, realizzare un random act of wilderness, un atto selvaggio, nel verde. Tra le varie attività proposte, molto semplici ma non per questo meno divertenti, ci sono camminare a piedi scalzi, abbracciare un albero, salvare un insetto, creare un'opera d'arte con materiali come pigne o foglie, seguire il volo di un'ape o imparare il richiamo di un uccello...questa iniziativa invita a passare maggior tempo all'aperto e a trovare spazio quotidiano per una semplice attività rigenerante nel verde.
Ho deciso di partecipare, ci siamo iscritti, non so se riusciremo a prendere parte a questa scommessa ogni giorno, ma sarà divertente prenderci questo piccolo e piacevole impegno e condividerlo nei nostri racconti.


Sabato sera invece siamo stati tutti e tre al cinema a vedere un documentario molto interessante, su tre bambini, Braida, Marchet e Jon di otto, sei e tre anni che d'estate vivono in alpeggio con i genitori, ingegneri forestali, che si occupano di una cinquantina di mucche per ricavarne del formaggio. Qui il trailer italiano del film.La storia di questi tre bambini ci ha emozionati e fatti sorridere, soprattutto osservandoli muoversi a loro agio in montagna, condividendo la vita con le mucche e gli altri animali, senza paura ma anzi spaccando legna, aiutando i genitori a fare il burro e il formaggio, giocando a cavalcare i maiali e a raccogliere le uova...
Speriamo di poter offrire a Maddalena e anche a noi stessi, una vita il più possibile così, attenta alle stagioni, immersa e consapevole. Come in altre occasioni, anche in questo caso Maddalena ci aiuta e ci fa da maestra, lei che segue tranquillamente i suoi ritmi naturali, biologici, e ci invita a fare altrettanto, lei che segue con infinita meraviglia la luce che filtra dalle tapparelle ondeggiare sul soffitto e ci chiede di guardare, di fermarci e assaporare.




Sul questionario di partecipazione al Wildlife Trust, tra le varie domande, ce n'è una che chiede di scegliere tra diversi diagrammi quello che meglio rappresenta la nostra relazione con la natura in questo momento. Due cerchi rappresentano rispettivamente noi stessi e la natura e i diagrammi variano nel raffigurare i due cerchi divisi oppure intersecati in modo più o meno marcato o ancora coincidenti. Io ho scelto quest'ultimo diagramma, dei due cerchi coincidenti: mi sento non solo parte della natura, ma io stessa pienamente natura, creativa e partecipe, ogni volta che guardo Maddalena con consapevolezza e ricordo il suo viaggio dentro e attraverso di me, ogni volta che la allatto e poi la guardo dormire saziata dal mio corpo. Due cerchi coincidenti, io e la natura, in cui mi nutro delle suggestioni del verde, del suo potere rilassante, dell'energia di sole e terra, e nello stesso tempo passo a Maddalena questo stesso nutrimento, non solo fisico, ma di emozioni, armonia, creatività nella natura, con la natura.


Sono grata di questi giorni selvaggi e dei prossimi che verrano, grata delle scelte di vita che ci hanno portati qui e che continuano a guidarci verso una quotidianità sempre più semplice, in cui cerchiamo di creare e accudire con le nostre mani e di meravigliarci delle foglie che si muovono con la brezza, degli insetti al lavoro sui tronchi, della verdura che cresce, riconoscendoci uniti e partecipi con il tutto, giorno dopo giorno.