In questi giorni un piccolo gruppo di monaci tibetani é stato ospite qui in Valle Pesio, e ieri ho avuto l'opportunità di partecipare ad alcuni eventi legati alla manifestazione "Tibet in Valle Pesio".Al mattino era organizzato un mercatino equo-solidale dove ho incontrato due sorelline marocchine ed il loro fratello maggiore a cui ho fatto da maestra al doposcuola per bambini stranieri tutto l'anno scolastico, ieri vendevano dei dolci marocchini preparati dalla loro madre.Nella piazza era allestita una mostra di fotografie sul Ladakh scattate da una coppia di nostri amici durante un viaggio lì dello scorso anno, come mi piacerebbe poterci andare, L'India é nella lista dei viaggi già da tempo.
I monaci tibetani stessi vendevano ieri delle borse e dell'incenso per finanziarsi, io ho portato a casa questa borsa blu con il nome della loro area di monastero nel sud dell'India.
E poi, centro della manifestazione era la costruzione di un mandala di sabbia colorata, realizzato dai monaci, rappresenta la casa del Buddha della Compassione, una delle qualità più importanti per un seguace buddhista.Il monaco più anziano ha spiegato che questa é anche la rappresentazione di come potrebbe essere la nostra "casa" interiore se ci lasciassimo "contagiare" dalla compassione vicendevole.
I monaci si possono vestire solo di porpora o giallo, perché anticamente erano ancora più poveri e si vestivano utilizzando i vestiti presi ai defunti, che per sterilizzare bollivano e tingevano con tinture naturali, ed il porpora ed il giallo ocra sono tra le tinture vegetali più comuni ed economiche in India ed in oriente.
Dopo la fine della costruzione del mandala, era organizzato un pranzo tibetano presso il BeB
Creatività Natura Salute.
Non ero mai entrata in questo agriturismo, ma ci passo spesso davanti in bicicletta nei mie vari giri verso la montagna, ed é esattamente davanti all'altro agriturismo dove andremo a mangiare per il nostro matrimonio.
L'ho trovato un posto incantevole,curato, traboccante di armonia, di positività, di natura.
I tavoli per il pranzo erano allestiti sotto il portico, arredato con bandiere tibetane e ritratti in bianco e nero.
Come decorazioni, appesi a dei fili attrezzi da lavoro di un tempo, in questo che era un antico mulino.
I monaci hanno cucinato loro il pranzo,con grande umiltà ed abilità, in cortile in una piccola cucina.
Che bello poter assaggiore del cibo tipico, diverso dal solito, che ci porta sapori e consistenze di un altro angolo di mondo.
I tavoli poi erano allestiti con brocche di acqua fresca e menta, fiori appena raccolti, e vicino ad ogni piatto un sasso ed una parola scritta su di un cartoncino,tutte diverse, come "saggezza", "perdono", "amore", "calma interiore", un'idea originale e soprattutto un segno di tenerezza, di affetto, che mi é molto piaciuto.
Ecco il menù: "dal" riso e lenticchie rosse, "shoghobale" fagottini fritti di patate e verdura, "momo" ravioloni al vapore con carne o verdure serviti con salsa di yogurth o salsa piccante, e per finire dolce di ricotta con uvetta, cocco, cannella e banane.