Siamo tornati ieri dal nostro viaggio in Israele, il tempo sembra essere volato e siamo già praticamente a luglio.
Tutto é andato bene e non ci sono stati intoppi di alcun genere: questo viaggio immginato da anni e programmato da mesi per e con i miei genitori e mio fratello Andrea, é stato finalmente realizzato.
Mi è piaciuto poter tornare, vedere questo paese per la mia quarta volta, e saperci girare come a casa mia.
Arrivare al Santo Sepolcro non dalla piazza davanti, ma dalla scalinata dietro, quella un po' più nascosta, che passa sul tetto e scende da una scaletta che passa tra buie cappelle copte e maronite.
Ritrovare la panetteria vicina ad Hurva Square nel quartiere ebraico della città vecchia, quella dove abbiamo mangiato le focaccine con za'atar.
Salire di straforo sul tetto dell'ostello austrico per osservare il panorama dei tetti della città.
Ad Akko, ritrovare i bambini che si tuffano in mare dai bastioni crociati e sul monte Bental al confine con la Siria rivedere le stesse sculture di metallo fotografate anni fa.
Andare a bere il "chai latte" a Mamilla come tre anni fa, nello stesso posto.
Mi é piaciuto anche incontrare due persone nuove, che da anni fanno parte delle "amicizie virtuali": grazie Francesca e Gaia per il tempo trascorso insieme e per le belle chiacchierate finalmente faccia a faccia.
Qualche anno fa, i viaggi erano tempo di cesura:dover tornare a casa mi sembrava terribile e sarei sempre rimasta in viaggio.
Questa volta no:sono molto, molto felice di essere di nuovo a casa.
Il viaggio é stato impegnativo, e faticoso, ma anche profondamente arricchente.
Penso già al prossimo paese da visitare, alle prossime città in cui camminerò.
Eppure sento anche che la vita qui ha una gran bella completezza, tornare non é difficile ma anzi essere di nuovo qui a casa mi dona una grande quiete, un gran sorriso.
Sono contenta di osservare che questa vita strana e precaria che io e Simone stiamo creando insieme mi piace, moltissimo, che qui mi realizzo completamente e vivo una vita bella, la vita che voglio vivere.
I viaggi allora non sono più una fuga, ma una pausa.
Da cui é bello anche tornare, perché che soddisfazione grande é essere nella propria casa, con chi si ama, pronti a vivere bene ogni giorno e non solo, come in passato, i giorni di vacanza all'estero.
La pace del cuore é vedere che non ho bisogno di essere via per essere felice: lo sono anche qui, pienamente, e questa era una scommessa che anni fa non avrei previsto di vincere.
Tra tutto quello che mi ha insegnato questo viaggio, c'é anche questo: riconoscere che non devo più scappare, e che mi sto divertendo un mondo a mettere radici.
Non avrei mai detto che mi sarebbe piaciuto così tanto!
[Fotografie del mercato di Mahane Yehuda a Gerusalemme:pavimento di ceramiche colorate della cooperativa artistica "Pri Ha'Adama"]
Qui qualche fotografia del viaggio, in attesa dei prossimi racconti, buon fine settimana!