Per arrivare a Taizè si passa attraverso le splendide colline della Borgogna, dolci e ondulate, dove pecore, mucche e cavalli nei pascoli si alternano a campi di grano sconfinati e bruniti dal sole e a vigneti che hanno una pianta di rose all'inizio di ogni filare come allarme pre-fungino.
Il cielo è vasto, sembra un cielo diverso, pare che le nuvole sfiorino la terra e che si possano raggiungere con un balzo. Le case hanno spesse mura di pietra, giardini rigogliosi e selvaggi, staccionate di legno. I tetti sono ripidi e a punta, i comignoli lasciano immaginare cucine con stufe e camini.
C'é silenzio ed una grande pace, la stessa pace che cerca (e trova) chi sceglie di passare qualche giorno a Taizè.
Taizè è una comunità ecumenica, fondata in queste terre di confine durante la seconda guerra mondiale, da frère Roger, allora di 25 anni: cercava un luogo in cui poter dare ospitalità a chi aveva bisogno di rifugio, comprò una casa abbandonata da anni e gli edifici adiacenti, che divennero un piccolo centro di accoglienza per molti rifugiati. Dopo la guerra, quella piccola casa diventò un centro di accoglienza per ragazzi orfani e la comunità pian piano si allargò grazie a frère Roger e ai primi altri fratelli (
frères appunto, che lo seguirono).
Il giorno di Pasqua del 1949 sette uomini si impegnarono insieme per tutta l’esistenza nel celibato, nella vita comune e nella semplicità di vita.
Oggi la comunità di Taizé conta un centinaio di
fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche, provenienti da quasi trenta nazioni. La comunità è una “parabola di comunione”, un segno concreto di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati.
I fratelli vivono unicamente del loro lavoro. Non accettano nessun regalo. Non accettano per se stessi nemmeno le proprie eredità personali, la comunità ne fa dono ai più poveri!
Negli anni molti giovani hanno iniziato ad andare a Taizè e ora quotidianamente la piccola comunità ospita centinaia di giovani da tutto il mondo.
Taizè è innanzitutto questo, un ritrovarsi e un fare comunità. Dal primo istante in cui si arriva, si è circondati da una babele di lingue e le targhe delle automobili nel parcheggio rivelano l'eterogeneità di chi si trova lì in quel momento: Estonia, Danimarca, Irlanda, Svizzera, Portogallo, Polonia, Svezia, Spagna...
Taizè è riconciliazione, proprio sul confine dove cento anni fa si combatteva la prima guerra mondiale, tedeschi, francesi, inglesi, italiani, mangiano, giocano, dormono e pregano insieme e i confini di colpo sembrano sparire dalla carta.
Se volete vedere l'Europa, venite a Taizè.
Se pensate che l'Unione Europea non esista, venite a Taizè.
Se volete sperare che la pace sia possibile, anche laddove sembra impossibile, venite a Taizè, e troverete l'Europa e la pace, dove il secolo scorso c'erano macerie e trincee.
A Taizè tutto ruota attorno ad una grande chiesa, dove ci si ritrova tre volte al giorno per la preghiera comune: alle 8:15, alle 12:20, alle 20:30.
Essendo un centro ecumenico, la preghiera proposta a Taizè è molto semplice, accessibile e attenta a non urtare la sensibilità dei diversi partecipanti. Si tratta di una preghiera cantata, strutturata in molti canti brevi, lungamente ripetuti. Ogni frase, di poche parole, viene ripetuta come un mantra. Dopo i canti viene letta la Bibbia, in diverse lingue, quindi segue un lungo tempo di silenzio e altri canti. La chiesa è molto semplice, con uno spazio centrale in cui i
frères siedono in silenzio e meditazione circondati dai giovani. Di fronte a tutti, un altare spoglio, dei grandi e bellissimi drappi arancioni appesi a creare come delle vele protese verso l'alto e molti lumini.
Il buio, l'ambiente essenziale, il silenzio, invitano alla riflessione e alla pausa.
Si siede e si canta, tutti insieme, come una sola voce, una sola gente.
Si siede per terra, fianco a fianco, gambe incrociate e respiri vicini.
Io lo trovo sempre estremamente commovente, c'è un'energia potente ed emozionante in quel canto comune prolungato.
I ritornelli sono frasi in tutte le lingue, semplicissime, con alla base temi come la fiducia, la speranza, la pace, il perdono, la gioia condivisa:
"L'ajuda em vindrà del Senyor, del Senyor, el nostre Deu, que ha fet el cel i la terra, que ha fet el cel i la terra"
"Frieden, Frieden hinterlasse ich euch.
Meinen Frieden geben ich euch, euer Herz verzage nicht"
"The Kingdom of God is justice and peace, and joy in the Holy Spirit, come Lord and open in us the gates of your Kingdom"
"Laudate, omnes gentes, laudate Dominum.
Laudate omnes gentes, laudate Dominum"
"Nada te turbe, nada te espante. Quien a Dios tienes nada le falte.
Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta"
"Jusus le Christe, lumière intèrieure, ne laisse pas me ténèbres me parler.
Jusus le Christe, lumière intèrieure, donne moi d'accueillir ton amour"
"Magnificat, Magnificat, magnificata anima mea, Dominum , magnificat, magnificat, magnificata anima mea"
Il resto della giornata è strutturato sempre secondo un modello comunitario, per cui tutti insieme si fa la coda per i pasti nel grande cortile e già solo questo momento è un esercizio bellissimo di apertura mentale, perché a Taizè si è liberi di essere davvero se stessi, a partire dal modo di presentarsi.
A Taizè ci si veste come si vuole, ci si pettina come si vuole, si va in giro scalzi...a Taizè c'è gente con i capelli viola, verdi, azzurri, rosa, viola...ci sono probabilmente gli ultimi punk europei, dark, gothic...
C'è gente (come me) che sembra uscita da un ashram indiano cinque minuti prima, e vicino ragazze moldave in abito da sera, ragazzi tatuati con il giubbotto di pelle e gli anfibi e nonnine inglesi vestite di azzurrino, francesi vestiti da trekking e ragazzine irlandesi in minigonna con una chitarra in mano.
Tutto questo contrasto di stili e colori è bellissimo e vivificante, come essere ad un concerto rock permanente, già solo per questo mi piace moltissimo, a Taizè nessuno ti guarderà mai per come sei vestito, nessuno giudicherà, nessuno metterà limiti alla tua voglia di esprimerti ma anzi sarai incoraggiato ad essere veramente così come sei.
I pasti sono gestiti da ragazzi e ragazze volontari che si offrono per questa corvèe, così come altri si occupano di lavare piatti e pentole, di pulire i bagni, di spazzare le aree comuni, di distribuire i libretti dei canti. I cibi sono molto semplici, si passa in fila di fronte alla distribuzione e si ricevono un vassoio, un piatto e un cucchiaio, una ciotola con cui prendersi l'acqua alla fontana.
Per il soggiorno a Taizè è richiesta un'offerta libera per i pasti (per la quale si riceve un tagliandino da presentare alla coda) , per il resto di solito si dorme in tenda, la propria o delle grandi tende comuni messe a disposizione dalla comunità.
Si mangia tutti insieme, all'aperto sulle panchette di legno nel grande cortile.
Le tazze rosse sono uno dei simboli di Taizè, di quelli che rimangono fissi in mente: ognuno ha la sua ciotola, semplice, usurata dal tempo. In quella ciotola si può prendere l'acqua a pranzo e a cena e a colazione accoglie il tea di Taizè, già zuccherato e al limone, con la pagnotta di pane e una piccola marmellatina o un pezzo di cioccolato. Anche la colazione è all'aperto nel cortile (d'inverno si può mangiare in un refettorio) ed è molto bello mangiare fuori, osservare la gente che passa, chiacchierare, essere di nuovo, anche in questo caso, una grande comunità che mangia le stesse cose dalle stesse tazze, nello stesso momento, non importa la lingua, la nazionalità, lo stile di vita.
I pasti a Taizè, in questa atmosfera di incontro e scambio, sono tra i più buoni mai mangiati!
Il lavaggio dei piatti è sempre un momento di scherzi, risate e canti. La musica a Taizè è ovunque.
Al mattino dopo la preghiera e la colazione, si può partecipare ad alcune catechesi, gestite dai frères e diverse per lingua o per età dei partecipanti, su diversi temi a partire da un brano della Bibbia, a seguire c'è un tempo di silenzio personale e se si desidera, uno scambio a piccoli gruppi.
Un altro aspetto positivo di Taizè è che ognuno porta e dà ciò che vuole, ciò che va bene per lui in quel momento, senza obblighi. Si può andare alla catechesi come restare in tenda, ascoltare solo la riflessione ma scegliere di non partecipare ai gruppi e così via...nessuna costrizione, nessuna domanda insistente.
Ognuno sceglie e segue i propri tempi.
Il pomeriggio solitamente sono proposti degli atelier, sia pratici che di approfondimento spirituale: prove dei canti, conferenze sul significato di alcune icone, dibattiti su temi di attualità...
Noi siamo andati ad una conferenza tenuta da frère Stephen su come diversi quadri famosi possano parlarci dell'amore, inteso in quattro varianti: amore mamma-figlio, amore/scontro tra fratello e sorella, amore tra amici e amore tra amanti.
Abbiamo osservato diversi quadri, che sono stati riprodotti in 3D da una coppia di volontari e analizzato le caratteristiche di ogni tipo di amore.
Alla fine, Stephen ha invitato ognuno di noi ad alzarsi in piedi, a occhi chiusi, ed esprimere con un gesto le quattro tipologie di amore, così come ognuno le vive/immagina come figlio, fratello, amico, partner, sul modello di
movimento corporeo gaga elaborato dal coreografo Ohad Naharin.
Tutti insieme ci siamo alzati e abbiamo espresso con i nostro movimenti le emozioni che provavamo, è stato molto, molto emozionante. Per concludere ognuno doveva immaginare a quale tipologia di amore si avvicinasse di più la sua relazione con Dio e ripetere lo stesso gesto già usato in precedenza: un amore filiale, una lotta, un'amicizia, una passione?
Un esercizio molto molto bello, estremamente originale, concluso leggendo alcune citazioni del filosofo Bonhoeffer sul Cantico dei Cantici.
Oltre agli atelier, il pomeriggio si può scegliere di stare in silenzio, camminare sulla collina, o semplicemente stare insieme e costruire torri altissime con barattolini di yogurth vuoti, cantare, chiacchierare.
Fare un giro al negozietto di ceramiche e icone realizzate dai frères o leggere, prendersi dei tempi di silenzio e di calma assoluta.
Con un cielo così bello, si può anche scegliere di scattare fotografie nel grande cortile, aiutati da una simpatica coppia di Manchester.
Taizè è un incontro con la speranza, perché è un incontro con giovani e famiglie che vivono cercando nuove forme di solidarietà, di collaborazione, di ricerca interiore, di semplicità di vita.
Taizè mostra che anche con poco si può vivere bene, condividendo spazi, tempi e lavori tra tutti, sorridendo
Taizè sbiadisce le divisioni tra popoli, tra lingue, tra culture, tra fedi e riunisce ciò che è importante: il dialogo, l'aiuto reciproco, la ricerca di un senso spirituale alla vita.
Taizè riabitua alla lentezza, al silenzio, al vuoto (non c'è internet né wifi, i telefoni funzionano poco e male, si è da soli con se stessi e con il proprio silenzio)
Dalla lettera di Taizè:
"venire a Taizè vuol dire essere invitato a una ricerca di comunione con Dio mediante la preghiera comune, il canto, il silenzio, la meditazione personale, la condivisione.
Ognuno è qui per scoprire o riscoprire un senso alla proprio vita, per riprendere slancio.
Essere a Taizè significa anche prepararsi ad assumere delle responsabilità a casa per essere portatori di pace e di fiducia.
Chi viene a Taizè è accolto da una comunità di uomini impegnati con un sì per tutta l'esistenza al seguito di cristo, nella vita comune, nel celibato e una grande semplicità nello stile di vita."
Qui il sito di Taizè dove potete trovare più informazioni sulla storia di questa comunità e sui diversi appuntamenti annuali
Qui alcuni podcast ad alcuni canti di taizè (moltissimi altri si trovano facilmente in rete)