Il nostro Natale è stato molto tranquillo e così i giorni successivi, proprio come speravo.
Mi sono accorta, quest'anno più che mai, con un misto di disorientamento e di sollievo, di non aver bisogno del Natale: quando si è piccoli, si aspetta questo giorno speciale tutto l'anno, un giorno di pura magia e bellezza. Il Natale è ancora per me un giorno atteso e vissuto con cura, ma non è così differente dagli altri giorni ordinari...è bello accorgersene perché dimostra che nella mia, nostra, vita quotidiana, non manca la ricerca del tempo speso bene insieme, del tempo trascorso in famiglia, delle piccole attenzioni, del cibo pensato, cucinato ( e spesso coltivato) con cura. Non ho bisogno di attendere il Natale per vivere e notare queste benedizioni che sono sempre presenti, e che ho impiegato anni a costruire e apprezzare appieno, scelta dopo scelta. Soprattutto quest'anno, in cui le benedizioni sono in me ora dopo ora, non ho avuto bisogno di un giorno apposito per ricordarmene.
Nello stesso tempo, la sensazione di non avere più così tanto bisogno del Natale è spiazzante, segna proprio uno spartiacque tra età diverse della vita.
Ci siamo scambiati i nostri doni, con gratitudine, soprattutto libri, fotografie e cose buone da mangiare, ricevute anche da parte dei nostri amici. Ho ricevuto uno splendido paio di orecchini da Simone, a sorpresa, con due piccole rondini.
Abbiamo pranzato a casa nostra il giorno di Natale, insieme ai miei genitori e a mio fratello. Come centrotavola poche cose, ma con significati precisi: un piccolo alberello di sughero realizzato da un'associazione pro handicap di Cuneo, dei fiori in boccio, alcune immagini di Phoebe Wahl, una candelina rossa trovata a casa di mia nonna Evelina durante il suo ricovero in ospedale, un tovagliolo di carta piegato in forma di scarpina di elfo da Simone.
Abbiamo preparato hummus di ceci, focaccia, insalata speziata di carote, insalata di polipo e patate.
Mia mamma ha portato dei cannelloni fatti in casa con zucca e salciccia, poi abbiamo gustato un gelato con i biscotti speziati che avevo preparato il giorno prima.
Dopo pranzo, una passeggiata al fiume insieme ai miei cuginetti e poi a casa dei parenti di Simone.
I giorni successivi al Natale sono stati di totale riposo, di lunghe ore passate a leggere senza interruzione, di dormite, di passeggiate al fiume più o meno lunghe, di un pranzo condiviso con i miei cugini e di un pomeriggio passato con loro a guardare Il Signore degli Anelli.
Da tanto tempo non dormivo e leggevo così tanto, da mesi e mesi, non so più nemmeno ricordare da quanto. Ne avevo profondamente bisogno dopo gli ultimi mesi trafficatissimi in università e al lavoro, è stato bello poter ascoltare il mio corpo e rallentare totalmente, essere in una bolla di immobilità e silenzio. Passare molto tempo a parlare con Simone, dei nostri sogni, del nostro futuro, delle paure che abbiamo, di ciò che vorremmo costruire. Passare del tempo insieme, semplicemente, come in un vero e proprio ritiro dal mondo.
Ieri mattina sono andata a fare la spesa al mercato, che è sempre un'esplosione di colori.
Ho fatto colazione in uno dei caffè più antichi e famosi della mia città, con cappuccino e un delizioso croissant. Sono tornata a casa carica di frutta e verdura fresca, con in mente nuovi piatti da preparare. Come ogni volta in cui riesco ad andare al mercato, ho comprato qualcosina da una vecchietta che vende a seconda della stagione fiori o rametti che probabilmente raccoglie qua e là e che espone su alcune cassette di legno rovesciate. Questa volta vendeva dei rametti di sempreverde con delle bacche rosse. A casa ho trovato Simone e la gatta che ascoltavano questa canzone e avevano preso in edicola l'ultimo numero di National Geographic con un inserto su alcune donne fotografe molto interessante.
Sono rimasta seduta sul divano, immersa nella beatitudine, volevo imprimermi bene in mente quel momento.
" Self-Healing is the gift you offer to the world.
All that you accept for, do for, and offer to yourself,
you pass on to all with whom you come into contact."
~ Iyanla Vanzant
(L'auto-guarigione è il dono che offri al mondo. Tutto ciò che accetti, fai e offri a te stesso, lo passi a tuti quelli con cui entri in contatto)
Questo anno appena trascorso è stato un anno di grandissimo cambiamento per me, che magari non è visibile esteriormente, ma quanta strada è stata fatta, mi sembra di essere una persona totalmente diversa, molto più matura, soprattutto molto più consapevole.
Ho scavato, imparato, guarito.
Ho incontrato maestri e amiche che mi hanno aperto nuove strade di conoscenza.
Il 2014 è stato un anno di profonda ricerca che ha fatto affiorare grandi bellezze.
Non so ancora bene quale sarà la mia parola guida per il 2015, forse espressione: vorrei fosse un anno di espressione di me, della mia vera essenza, delle mie capacità, delle mie convinzioni.
Ora che ho ben chiaro chi sono, chi posso essere, non vedo l'ora di esprimerlo.
Passo passo, come sempre, partendo dalla gratitudine per questi giorni calmi e per l'antica piccola anima che verrà nuovamente qui, arrivando da mondi lontanissimi, la prossima primavera.