venerdì 27 febbraio 2015

La mia blessingway

Domenica scorsa le mie sorelle doule sono venute qui da me ed hanno organizzato in onore mio e di Creatura una bellissima cerimonia, una blessing way. Ho scoperto questa meravigliosa ritualità proprio al corso doula: è un momento in cui altre le donne si riuniscono attorno alla mamma in attesa, per celebrare la prossima venuta del bambino, scambiare confidenze, coccolare la mamma, benedire la nascita.
Come ogni rituale presuppone delle regole, che si possono anche mutare di volta in volta, ma sono il cardine di questo momento fortemente simbolico e sacro. 
Innanzitutto si costruisce per la mamma l'altare della blessingway, attorno al quale si farà cerchio.
Non devono mancare candele, fiori freschi e altri piccoli oggetti beneaugurali. 
In questo caso io ho sistemato un mandala dipinto il giorno prima, una statuetta di Ganesh presa in India (Ganesh rimuove gli ostacoli), un mazzetto di mimosa, una candela di pura cera d'api, una roccia sinuosa raccolta nel parco naturale del Garagano lo scorso anno e l'omamori ricevuto da Stefania, dal Giappone. 
Le mie doule hanno aggiunto delle primule e delle candele rosse, alcune stupende a forma di rosa.
Sistemate delle stoffe colorate sotto l'altare e attorno al mio posto (la mamma festeggiata ha un posto speciale, con stoffe o cuscini particolari), ci siamo sedute in cerchio e abbiamo iniziato purificandoci le mani lavandole brevemente in una bacinella con acqua tiepida in cui abbiamo infuso delle erbe aromatiche e degli olii aromatici rilassanti. Facendolo oguna ha richiamato in sè alla memoria le donne della sua famiglia, le sue antenate. Ci siamo poi presentate dicendo ognuna la propria genealogia femminile...Sono Daniela, figlia di Marina, nipote di Evelina e Margherita...
Una delle doule ha letto un brano molto commovente sul parto "[...] Sono viva, sono qui, sono con te. Sei tra le mie braccia e mi guardi...sei arrivato, ti ho sentito...e sei il fiore più bello di questa nostra primavera..." e abbiamo iniziato la nostra mattinata di scambio e di incoraggiamento.
Un momento molto importante della blessing way riguarda il bruciare le paure, quelle della mamma in attesa, ma anche di tutte le altre donne presenti al cerchio, per scacciare le preoccupazioni, affrontandole e chiamandole per nome. Ognuna di noi ha scritto su un foglio la sua paura, riguardo al parto che sarà o riguardo all'idea del parto in generale, oppure una forte paura di questo momento specifico della vita.
Le abbiamo lette e poi bruciate, mandandole via. Le paure sono normali, tanto più in questo momento, ma è bene unire le forze tra donne e fare scudo: riconoscere l'ombra e poi lasciarla andare via. 
Per contrastare le paure poi ognuna delle altre mi ha raccontato alcuni momenti dei suoi parti, ricordi belli, toccanti e forti, commoventi.

Ho raccontato le mie emozioni, i miei dubbi di questi ultimi giorni.
Sono stata ascoltata e rincuorata.
Come sempre, quando incontro le mie amiche doule, mi sono sentita pienamente a mio agio nell'aprirmi, senza maschere. Un dono di cui ognuno di noi ha bisogno.
Ognuna delle altre donne ha letto la lettera che ha scritto per Creatura, che conserverò con immensa cura, parole dolci e magiche che hanno intessuto attorno a questa piccola anima una rete di benvenuto e hanno fatto sorgere ai miei occhi lacrime di gioia.
Durante la blessingway c'è poi un momento in cui la mamma in attesa viene coccolata e accudita dalle altre donne, le modalità possono essere diverse: farle un massaggio con olio di mandorle, intrecciarle i capelli con fiori freschi...nel mio caso io ho chiesto che il mio bellissimo pancione fosse dipinto con l'hennè, così ognuna delle mie sorelle l'ha disegnato, lasciandomi un tatuaggio che ancora oggi orna la mia pelle, e anche io ho aggiunto un disegno. Per onorare il Tempio in cui ha vissuto Creatura, la forza straordinaria del mio corpo che l'ha cresciuta e accolta, le fibre che hanno formato la sua pelle, i suoi muscoli, i suoi occhi, i suoi piedini...la placenta che ha nutrito Creatura, le pareti che l'hanno abbracciata...



Ho ricevuto dei doni da parte delle doule: una tisana rilassante, un quaderno che sarà il diario dei primi giorni di Creatura, un libro, due ciondoli...segni tangibili dell'amore scambiato quella mattina.
Mi ritengo molto fortunata ad aver conosciuto e ad avere nella mia vita le mie sorelle doule, che sono sempre un grande sostegno ma che sopratutto ora sono una benedizione per me e Creatura, una fonte di gioia e di cura.
Ogni donna ha bisogno di questa tribù, ogni donna lo merita.
Avremmo tutte bisogno di momenti come quello vissuto domenica, di scambio e accudimento, di sorellanza, quando siamo in attesa di una nuova vita: coccole, incoraggiamenti, tranquillità, meditazione...
La nascita spesso ha perso la sua sacralità, il suo tempo speciale, abbiamo perso l'abitudine di celebrarla come dovrebbe: un immenso mistero,un tempo particolare, un incontro spirituale.
In fondo ne avremmo bisogno sempre, in qualsiasi momento della vita, come con le tende rosse. Abbiamo bisogno di incontrarci, di narrarci, di parlare delle nostre emozioni più profonde e nascoste, per creare comunità.

 Per terminare la blessing way abbiamo creato una rete vera e propria tra noi, annodandoci al polso un filo,  "...sorella io ti vedo, sorella io ti sento, da donna a donna... ". Terremo tutte questo bracciale annodato  fino al giorno del mio parto, come un patto, siamo insieme ora e saremo insieme quel giorno in quel momento. Abbiamo terminato pranzando insieme, perchè dopo una blessingway c'è bisogno di cibo buono, che curi i corpi, che ristori, nel nostro caso ho preparato una torta salata, mia mamma ha cucinato per noi gnocchi alla romana, abbiamo mangiato chiacchierando di progetti, ritrovandoci attorno ad una tavola come una famiglia.



Ogni blessingway è diversa, ma è un momento incredibile di rassicurazione e incoraggiamento tra donne, una delle ritualità che sarebbe bello e necessario riportare nell'oggi.
Siamo donne, siamo creatrici, siamo sorelle.
Insieme siamo più forti, più ricche.
Un bel video su una blessingway può essere visto qui
Qui alcune idee per organizzare una cerimonia di blessingway: spesso si può chiedere a chi partecipa di portare dei cibi pronti per la mamma in attesa o organizzare la preparazione di pasti per lei durante il puerperio; durante la cerimonia si possono dipingere delle bandierine di buon auspicio o dei sassi con mantra/brevi meditazioni da regalare alla mamma; si può creare una collana o un braccialetto; dipingere una maglietta per la mamma o una tutina per il piccolo/a...
Una riflessione su questa cerimonia qui sul sito di Mystic Mamma.

martedì 24 febbraio 2015

MIllimetri di fine febbraio


"I cannot pretend I am without fear.
But my predominant feeling is one of gratitude.
I have loved and been loved; I have been given much and I have given in return;
I have read and traveled and thought and written . [...]
Above all I have been a sentient being, a thinking animal, on this beautiful planet,and that in itself has been an enormous privilege and adventure."
Oliver Sacks


Gratitudine, in questi giorni, per tutte le profonde e particolari connessioni che ho grazie a Creatura, con altre donne, in luoghi in cui forse non sarei mai andata.
Ho conosciuto altre ragazze al corso di yoga in gravidanza, sono andata da una bravissima terapeuta shiatsu e da un'altra per due massaggi ayurvedici con olio di sesamo, molto rilassanti.
Sono grata a Creatura per tutto quello che mi permette di imparare e di conoscere, anche quando mi spinge fuori dalla mia zona di sicurezza e ciò che viviamo insieme è molto incerto.
Mi sento proprio avvolta e circondata in una rete che mi sostiene, a volte senza che queste altre donne nemmeno lo sappiano...una sensazione di tribù molto bella, magari a distanza, ma sento che non cammino mai da sola.

Come spesso accade, anche nelle incertezze ci sono i millimetri buoni ogni giorno, spesso mi incrociano quando più ne ho bisogno e riportano tutto in pace, pur nella loro piccolezza.
Ad esempio stamattina ho incontrato questa storia su Instagram:
"Una dolce donna anziana che vive nel nostro paese, che è stata così accudente per la nostra famiglia, mi ha sorpreso con un "garden flash mob" nel nostro cortile mentre eravamo via in Canada questo fine settimana.
Mio marito lo sapeva, ma io no e sono tornata a casa con tutto il cortile liberato dalle erbacce e con alcuni nuovi fiori qua e là. Sei donne e due uomini che non ho mai incontrato.
Ho pianto tra le sue braccia quando sono tornata a casa e lei ha fatto lo stesso.
Così tanta gratitudine e gioia.
Lei e il suo gruppo di giardinaggio sono davvero dei guaritori del cuore facendo questo per la gente. Ha visto il mio affaticamento ultimamente nella mia vita e questo è stato il suo modo di sollevarci.
Anime come la sua mi infondono speranza"

Abbiamo tutti bisogno di storie, quotidianamente: storie come questa, che mostrano gentilezza, che permettono una piccola pausa dagli affanni.
La scorsa settimana ne ho trovata un'altra, un video colmo di pace e lentezza di una giovane ragazza lettone, ceramista, poetico e rasserenante. Mi ha riportata a terra e radicata in una mattinata in cui i pensieri fluttuavano lontani e irrequieti.
Dello stesso autore, ho visto poi un altro video, di due ragazze che hanno scelto di vivere in camper, in modo sostenibile e alternativo.
Quando trovo brevi storie come queste me le appunto, le metto da parte come risorsa per quelle giornate in cui ho bisogno di allargare la gratitudine e la luce.
Come leggere del nonnino australiano che lavora a maglia dei piccoli maglioni per aiutare i pinguini in caso di fuoriuscita di petrolio.
Queste storie riportano tutto in pari, aggiustano i mali del mondo?
No, però ci fanno sorridere per un attimo, rinnovano la nostra fiducia, ci mostrano che un modo di vivere diverso è possibile.
Sono quello di cui abbiamo bisogno ogni giorno: fissare per un attimo gli occhi su qualcosa di bello, emozionarci.


martedì 17 febbraio 2015

Lascia andare


Un'altra delle immagini che mi hanno accompagnata in questi mesi, che mi sono venute spontanee per raffigurarmi e spiegarmi meglio quello che stavo (sto) vivendo, è quella di un uovo.
Le similitudini sono ovvie: rotonda è la forma che il mio corpo ha assunto mese dopo mese, ma c'è di più.
L'uovo contiene, ma dal di fuori non si vede, il guscio ripara dagli sguardi.
L'uovo custodisce e difende qualcosa di molto morbido e liquido con uno scudo resistente.
L'uovo ha in sè una nuova vita, che a sua volta ne porterà altra.
L'uovo è un tutt'uno, cellula primigenia e perfetta.
L'uovo è soprattutto in potenza: nulla in lui è ancora successo, ma tutto può essere.
L'uovo come un concentrato di possibilità, come ricordo da Aristotele.
Non ancora compiuto, non ancora realizzato, ma già tutto lì, tutto pronto, come il tuffatore sull'orlo di un'immensa cascata, ancora immobile, ma che già ha nei muscoli e nel respiro la facoltà di lanciarsi nel vuoto e ne sente il brivido, pur essendo perfettamente statico.
Io mi sento sempre un uovo, mi sento di essere così da anni, in potenza ma non ancora del tutto in atto.
Perfortuna, forse, perchè così continuo a cercare e sperimentare, non mi considero ancora arrivata ma anzi sempre in cammino...
In questi mesi di attesa però mi sono proprio sentita completamente uovo: perchè mi sono ritagliata uno spazio calmo e fermo in cui crescere Creatura, perchè ho tolto tante distrazioni esterne, perchè ho lasciato molte attività che compivo solitamente e sono scesa a terra, radicandomi nel piccolo e nell'oggi.
Sono diventata accudente, crosticina di guscio che chiude e delimita.
L'uovo sente questa barriera che divide dal resto ma nello stesso tempo si riempie, si colma, di energia, di idee, di progetti.
Questa è la sua essenza: nell'essere fermo e ricevente, costruisce potenzialità, nella pausa del suo essere non c'è il vuoto ma la pienezza futura.


A fine novembre sono stata ad un seminario di due giorni molto arricchente e interessante, sul tema degli archetipi femminili e di Venere.
Maria Iole, la donna straordinaria e saggia che ha tenuto questo seminario (e che avevo già incontrato a doule in cammino), ha proposto una lettura dei nostri temi natali, in base alla posizione sulla carta del cielo dei diversi pianeti nel momento e luogo esatto della nostra nascita.
Abbiamo approfondito molte tematiche, quella che più mi è risuonata in questi mesi è che noi siamo il nostro ascendente (nel mio caso toro) e dobbiamo diventare, come progetto di vita, il nostro segno solare (nel mio caso acquario).
Io ho appena una conoscenza superficiale di astrologia, ma è evidente la contrapposizione tra questi due segni.
Il toro, segno tutto di terra, concreto, accudente, spesso collegato alla casa, alla famiglia, alla cucina.
L' acquario segno di aria, uraniano,con la testa tra le nuvole, collegato alla socialità, alla creatività, al movimento.
Le caratteristiche del nostro ascendente sono quelle con cui ci presentiamo "al mondo", quelle che gli altri vedono in noi automaticamente.Il nostro scopo però è raggiungere e realizzare le caratteristiche del nostro segno.
Io sento molto in me questo doppio binario, questa contraddizione vivente.
Il bisogno che mi è molto naturale di rintanamento, di casa, di piccoli piaceri, di terra.
Nello stesso momento la spinta verso il cambiamento, la ribellione, la socialità.
Non sono pienamente nè l'uno nè l'altro, quanto una somma di questi opposti.
Ho riflettuto molto su questo, sul fatto che per ora io ho bisogno di vedere e riconoscere entrambi gli estremi in me, di dare ad entrambi attenzione. Quanto amo le relazioni, l'incontrare persone, il partecipare ad eventi di ogni tipo,tanto amo ed ho bisogno di nutrire la mia parte introversa, che ama molto stare da sola, in silenzio, al riparo.
L'albero ancora una volta mi spiega visivamente questa contraddizione, che è vita: l'albero ha bisogno delle radici terrene, di stare fermo e quieto, ma nello stesso tempo per vivere si deve innalzare vero l'alto, vero l'esterno, verso il cielo.
Le due polarità non sono contrapposizione, ma spinta vitale, se riconosciute ed ascoltate.
Se seguissi solo uno di questi due estremi starei male, mi mancherebbe una parte fondamentale di me.


E l'uovo?
L'uovo è la parte che asseconda il mio ascendente: la protezione, la concretezza, la terra, il senso di famiglia...é tutto ciò che ho seguito istintivamente durante l'attesa di Creatura.
Allo stesso modo so bene che questo uovo prezioso e curato si deve rompere, si romperà tra poco.
Non è la morte dell'uovo, è la vita, che esploderà oltre quel guscio.
Tutto ciò che è in atto diventerà potenza, andrà verso l'acquario: la socialità, il mondo, la novità, la creatività. Come il tuffatore sull'orlo della grande cascata, ho molta voglia del salto che sprigiona, della travolgente spinta che tutto spazza via, dell'esplodere in mille pezzi del guscio.
Lo stesso tuffatore teme però quel passo e così mi accorgo di essere io, temo l'impegno e le responsabilità, la frenesia e il mettersi in gioco che porta la socialità. A volte, è molto più facile e bello rimanere nel guscio al riparo da tutto.
Mi accorgo di aver bisogno di lasciar andare, in generale nella mia vita, ma soprattutto ora.
Lasciar andare, in special modo lasciar andare Creatura, che sarà molto difficile. Ma sento che si, così deve essere.
Perciò oggi l'ho dipinto e lo scrivo qui, per me, per chi leggerà, ma soprattutto per Creatura, perchè sappia che va bene, che il salto può avvenire, che la cascata è splendida.
Perchè senta che può lasciare il nido, che il tempo del guscio sta per finire.
Perchè senta che la lascio andare, così come vuole, quando vorrà.
Da terra ad aria. Da immobilità a movimento.
Respiro.
Mi immagino acqua che scorre e non trattiene, acqua che trasforma.
Respiro ancora.
Preparo i muscoli per il salto, verso il sole.
Lascia andare.
Lascia andare.
Lascia andare.

domenica 15 febbraio 2015

Come ogni donna prima di te



Martedì scorso ho festeggiato il mio compleanno, 30 anni tondi, dal 10 febbraio 1985 ad adesso.
Ho passato un po' di tempo a casa dei miei genitori a riguardare gli album di fotografie di me da neonata, di me nei primi anni: conosco quegli album a memoria, li ho guardati decine di volte e mi piace farlo attorno alla data del mio compleanno.
Quest'anno ovviamente questa ricorrenza è stata particolare, diversa, sia per la cifra "tonda" sia perchè pensare, ricordare e festeggiare la propria nascita preparandosi a dare a propria volta la vita ad un altro piccolo essere è decisamente surreale!
Il parallelismo poi si fa ancora più forte, perchè le tempistiche sono praticamente le stesse: uno scarto di una settimana esatta, tra le mie date (di concepimento, di termine...) e quelle di Creatura, anche se io sono nata un mese prima del previsto.
In poche parole, tra me e Creatura passano esattamente 30 anni, la mia data di termine era una settimana prima di quella che ha lei ora...allora è ancora più particolare ripensare a mia mamma in attesa di me, perchè è rivivere le settimane nello stesso periodo dell'anno, anzi negli stessi giorni.
Mi fa davvero effetto pensare alla piccola anima di Creatura che arriverà con un parallelismo così forte.
Già l'avventura che sto vivendo, questa di crescere un altro essere umano, di farmi strumento, è fortissima e densa di sensazioni, ma queste tempistiche particolari mi affascinano e mi interrogano ancora di più.



Quest'anno ho guardato le fotografie di me da neonata con particolare affetto, sia verso quella piccolina sia verso la giovane mamma che la accudisce: inizio a capire, ad intravedere meglio dietro il legame che lega me e mia mamma, per questa consapevolezza é stato fondamentale il corso come doula che ho seguito lo scorso anno, che ha aperto tante porte di empatia e di riconoscimento in me e nella mia emotività.
Se mi è sempre stato facile rivedermi e riconoscermi in quella neonata, quest'anno mi è un po' più facile rivedermi e riconoscermi anche in quella mamma.
Sfogliare e rileggere il diario che mia mamma tenne nei giorni della mia nascita è stato molto intenso quest'anno, quasi se a scriverlo fossi io...
Uno dei temi a cui ho pensato molto negli scorsi mesi, una delle immagini che si sono formate naturalmente nella mia mente, è quello di una porta, un grande portale.
Me la sono immaginata tante volte, una grande e massiccia porta di legno intagliato, aperta, decorata alla maniera indiana con il legno cesellato finemente in ghirigori e arabeschi di diverso spessore.
La porta tra il prima e il dopo.
Tra una generazione e l'altra.
Tra questa vita e le altre vite, di prima e di dopo.
Tra questo mondo terreno e il mondo dello spirito.
Tra la vita e la morte.
Tra le donne prima di me e le donne dopo di me.
Tante volte, soprattutto qualche mese fa, mi è venuta in mente questa immagine, di una grande porta aperta,che mi ha sempre commossa, colpita, intrigata in modo molto forte.
La vedo molto bene, di legno chiaro, come sospesa nell'aria, attraversata da una corrente continua, che non so descrivere: di aria, di acqua, di spirito, di energia.
Una porta sospesa, che sono io, sospesa tra due mondi e attraversata da una forza immensamente più grande, in flusso e movimento continuo, inarrestabile, fluida.
Questo flusso è blu, azzurro, sono onde a volte quasi trasparenti che passano attraverso il grande portone intarsiato, creando una corrente veloce ma non violenta.
Essere la porta è una sensazione estremamente speciale, inenarrabile perchè troppo coinvolgente e grandiosa.
Sapere di essere un tramite, farsi strumento e contenitore di quella forza, di quella corrente azzurra che non ha inizio nè fine, lasciarsi attraversare.
Ricevere senza fare, come ho già ripetuto molte volte.
La porta non fa nulla, solo si offre: la vita accade attorno a lei, prima e dopo, la vita la attraversa.
Le donne di prima e quelle di dopo passano attraverso la porta, le si fanno attorno.
Sono state porte a loro volta, o lo saranno.





Per festeggiarmi ho fatto una lunga e bella passeggiata nei campi attorno a casa dei miei genitori.
Il cielo era azzurro intenso, i prati bianchi, la montagna splendida bianca di neve e nera di alberi.
Il sole caldo.
Una meraviglia!
Con stupore e piacere ho notato che i salici sono già in gemmazione, l'anno scorso era successo molto più tardi. Sui rami ancora spogli sono già spuntati i primi ciuffetti pelosi, quelli che sembrano minuscoli pulcini, che adoro, perchè sono segno della primavera, sono bellissimi.
Una delle visuali più attese e cercate dell'anno, ad ogni stagione che ritorna, che non mi stanco mai di notare.
Sullo sfondo azzurro e bianco le gemme erano un vero spettacolo da fotografare, commovente e così colmo di vita e di promesse.
Non potevo cercare e sperare nulla di più bello, per festeggiare il mio compleanno, la mia gratitudine per tutto ciò che ho vissuto e sperimentato in questi primi 30 anni, la mia gioia grande per tutto quello che verrà, per le altre gemme che saranno, per la primavera che si sta preparando respiro dopo respiro dentro e fuori di me.










"Io crebbi in un silenzio arabescato,
in un'ariosa stanza del nuovo secolo.
Non mi era cara la voce dell'uomo
ma comprendevo quella del vento.
Amavo la lappola e l'ortica,
e più di ogni altro un salice d'argento"

Anna Achmatova



"Un grembo che è casa per il Divino
un cuore che accoglie e nutre
un corpo che conosce, perchè pieno di ogni sapienza femminile antica [...]
E' nato nelle tue mani che benediranno
nei tuoi occhi che ringrazieranno
nelle tue parole che porteranno bellezza
nel tuo ventre benedetto, che accoglierà figli e progetti
che sa
come ogni donna prima di te
il tuo ventre sa come mettere al mondo la Luce"
da qui.

domenica 8 febbraio 2015

Laghi d'infanzia in fondo al cuore




"Mi son rimasti vari laghi d'infanzia, in fondo al cuore: azzurre conche di stupita meraviglia che lo spinoso cespugliare della maturità non è riuscito a ricoprire" Adriana Zarri, da Con quella luna negli occhi

Voglio scriverle qui, alcune di quelle pozze, oggi che invece il cespugliare è particolarmente spinoso, per ricacciare indietro i mugugni e i pensieri grigi, che come a volte capita, affollano la mia mente e il mio cuore.
Non è sempre tutto facile, nemmeno qui nel regno de Il coltello di Banjas, anzi: non vorrei dare con ciò che scrivo solitamente l'impressione semplicistica che tutto sia sempre roseo.
Ci sono le incomprensioni, i malintesi e le giornate storte. Ci sono le preoccupazioni, c'è la stanchezza.
Però cerco sempre di dare spazio anche al resto, a quei momenti azzurri e stupiti, a volte cercandoli con il lanternino, a volte essendone gioiosamente circondata.
Ecco quelli che ho trovato in queste immagini.


* Dipingere un mandala ascoltando un canto meraviglioso, suggeritomi da un'amica molto cara, commuovendomi e ringraziando per la grazia di questi incontri "virtuali" ma così vicini e importanti
* Ricevere un dono prezioso e benedetto, libri che saranno letti e riletti, una sorpresa dolce e gentile da un'altra amica che mi conosce bene
* Cucinare biscotti per la merenda del sabato, in un giorno nevoso
* La strada principale della nostra città, resa pedonale da poco e ora sommersa dalla neve e dai pupazzi di neve costruiti grazie alla tormenta che abbiamo avuto, quattro giorni ininterrotti di bellissima nevicata



* Regalarmi delle piccole coccole da un'erboristeria: un ciondolo di ametista, dell'olio essenziale di incenso (frankincense) e dei bastoncini di incenso collegati al quinto chakra, quello dell'espressione. Sceglierli dopo essere andata alla conferenza di presentazione di un progetto al quale probabilmente non riuscirò a partecipare, ma che mi ha fatto riflettere molto su di me, su cosa voglio ottenere e fare.
* Cercare del tempo per leggere riflessioni costruttive, al mattino, facendo colazione, poi trovare per caso questo breve video che mi ha riempita di ispirazione
* Camminare nelle neve e sotto la neve ogni giorno, in particolare giovedì mattina fare una lunga passeggiata da sola mentre la neve cadeva copiosa, in mezzo agli alberi pur essendo vicina al centro città, in una strada immacolata e silenziosa in cui non era ancora passato nessuno
* Ascoltare il Gayatri Mantra e dipingere un altro mandala, poi leggere questo post che parla di condividere gesti di gentilezza, di dare e scambiare,il migliore antidoto che potessi trovare contro il mugugno