mercoledì 27 febbraio 2013
Quaresima
Ho sempre preferito il Natale alla Pasqua, per varie ragioni: ci sono più giorni di vacanza, i regali, più luci.
A Pasqua invece sempre pochi festeggiamenti, nessun regalo, molto silenzio.
Io sono sostanzialmente una persona di contrasti, mi piacciono le opposizioni: il freddo e la neve di dicembre contrapposti al fuoco di caminetto, all'albero e allo scintillio dentro le case a Natale, che sicuramente fa più clamore che non Pasqua, dove anche gli addobbi e le preparazioni sono molte meno.
C'é la Quaresima, certo, ma anche questa non mi é mai piaciuta, per il suo insito significato di rinuncia e sacrifico, due parole che vedo sempre in senso negativo.
E poi i fioretti, il dover mettere da parte questo e quello, la veglia triste e muta del Giovedì, il Venerdì Santo con le sue campane spente...la Pasqua ha sempre avuto meno impatto su di me, mi é sempre parsa una festa malinconica.
Ora invece capisco appieno il significato del silenzio, dell'immobilità, così diverso dalle altre feste.
Capisco la delicatezza della Pasqua, il suo essere mite senza sfarzo di decorazioni e regali.
Mi piace anche la Quaresima (anche se continuo ad essere allergica ai fioretti e alle rinunce che per me fanno così poco senso di fede - per me, ovviamente!).
Ho scritto questo post, tutto centrato su ordine e pulizia per poi rendermi conto che siamo effettivamente in Quaresima, che é tempo di ricentrarsi, di rifocalizzarsi.
Senza rendermene conto ho sentito fortemente il bisogno di leggerezza, di togliere strati, come attorno a me sta facendo la natura tutta e penso di non sconvolgere nessuno dicendo che la Pasqua mi piace anche perché é la rinascita della natura, che si risveglia e riesplode e i parellelismi sono tanti, senza voler scendere in discorsi antropologici, ma Pasqua comunque la si veda é innanzitutto una rinascita della Natura tutta, che mi emoziona: vedo ora le primissime gemme sui rami e aspetto con impazienza i fiori, il verde e le foglie.
Mi piace quando mi accorgo di essere così in sintonia con quello che mi circonda, tanto da assorbire il ritmo della natura e anche quello ad esempio, del significato della Quaresima, senza che me lo imponga, ma anzi perché sento bisogno di calma, di spazio, di meno.
Ho avuto la febbre negli scorsi giorni, molto alta, e intanto fuori ha nevicato e nevicato e il cielo é stato grigio.
Ma siamo ormai a marzo e va bene che l'invenro tiri fuori gli ultimi tocchi, va bene che la febbre porti via tutte le tossine e non perché io veda sempre il positivo in tutto, ma perché é veramente il ritmo delle stagioni che spurga e ricrea e quando si riesce a viverci dentro, tutto appare più lineare e semplice.
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sabato 23 febbraio 2013
Transizione
Questa settimana é stata di transizione, per riprendere di nuovo il ritmo giusto dopo il viaggio.
Sono due aspetti di vita ai quali non so rinunciare, il movimento della scoperta e la calma della quotidianità semplice, ho bisogno di questo bilanciamento durante l'anno.
Ho bisogno di partire, girare, visitare, tanto che appena torno da un viaggio già immagino e pregusto quello successivo.
Nello stesso tempo mi piace stare in casa, vivere il vicinato e la famiglia.
Per stare bene so che ho bisogno di entrambi questi momenti.
Eppure a volte le settimane di transizione sono dure, perché vedo di fronte a me tante cose da fare o da finire e mi preoccupo di non riuscirci, anche se mentre mi lamento penso che tutte queste attività da fare le scelgo io e sono molto belle, quindi in fondo non ho proprio nulla di cui lamentarmi o preoccuparmi.
Questa settimana allora é stata una di piccoli aggiustamenti, prima di iniziare lavori più grossi per l'università e per dei progetti creativi (due mostre fotografiche) che devo preparare.
Ho rimesso a posto dei piccoli angoli di casa, sistemato un nuovo (di recupero) tavolino in cucina per liberare spazio sul piano di lavoro.
Ho messo in ordine i cassetti del comodino, lo scatolone di vimini, le buste con gli articoli e i ritagli di giornali.
Ho finalmente attaccato in un album delle fotografie, messo in una scatola ordinata tutto il materiale per diari e acquerelli, diviso i ritagli di ricette dal resto (dovranno essere incollati in un quaderno a parte).
Ho aggiornato il journal con grande gioia, riscoprendo francobolli dei miei vecchi album da collezione e ordinando nuovi ritagli.
Ho finito di leggere un libro bellissimo e appassionante che mi ha fatto fare le ore piccole.
Ho cercato di cucinare meglio: di solito non abbiamo un piano settimanale per i pasti, ma voglio cercare di comprare meno e meglio e di sprecare o avanzare poco, oltre che mangiare in modo più sano e bilanciato.
Abbiamo deciso cosa cucinare, ho fatto il pane in casa, la spesa al mercato, testato con successo la minestra di Sonia, i muffin, gli oatcakes.
Con mia mamma ho preparato le raviole in casa con ripieno di riso e cavolo, per la cena che ospiteremo stasera qui da noi con due coppie di amici.
Certo, abbiamo anche cenato con pizza e sushi d'asporto in una sera in cui abbiamo finito di lavorare molto tardi, ma ogni tanto ce lo concediamo.
Ora penserò a cosa cucinare la prossima settimana, in attesa del libro del Pasto Nudo che ho ordinato.
Sono andata dai miei cugini e ho passato con loro un bel pomeriggio aiutandoli nei compiti mentre in cambio mia zia mi cuciva l'orlo ai jeans nuovi:baratto in famiglia!
Ho incontrato due amiche, una che attualmente vive e lavora in Norvegia, con cui abbiamo parlato di viaggi e film, l'altra con cui ho condiviso un aperitivo nella nostra pasticceria preferita e che mi ha regalato un cappello di feltro:é bello avere conversazioni che aprono scenari.
Ho cercato di fare una camminata al giorno, senza troppo successo visto il tempo brutto, ho saltato un paio di giorni ma ci riproverò questa settimana.
Quando ho troppe cose da fare, sto cercando di partire a fare le cose piccole invece che spaventarmi per i compiti grandi, di agire un pezzetto alla volta.
So che non posso fare tutto ma so anche che posso fare di più, quindi cerco di fare buon uso del mio tempo, un giorno alla volta.
E voi cosa fate per ricentrarvi?
domenica 17 febbraio 2013
7/52
A portrait of my husband, of me and our cat Melira, every week in 2013.
This week:
Simone and I- walking in the snow in a wood near my parent's home
Melira- cuddling on my legs while I browse the net
This a project from Jody.wwwcheandfidel.blogspot.com/
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sabato 16 febbraio 2013
It's blowing in the wind
Fuori fa ancora molto freddo: non si va in bicicletta senza guanti e cappello di lana e i marciapiedi sono ancora lastricati di neve.Forse ne cadrà altra nei prossimi giorni.
Eppure nell'aria, nel colore del cielo che ha un azzurro di una sfumatura diversa, nell'inclinazione della luce e nel cinguettio sparuto degli uccelli c'é già un sentore nuovo.
Lontanissimo, perché é ancora molto presto, solo lo sbocciare di un'idea: una stagione nuova che é ancora in bozzolo ma che nel profumo dell'aria si avverte già.
Allora in questi giorni per anticipare la primavera che fuori é appena appena accennata, la nostra casa si riempie di fiori e di colori: rose, crocus, primule, giacinti,narcisi.
Dalle pareti spariscono le cartoline invernali e natalizie e compaiono altre immagini: alberi, fiori, animali.Colori che ancora non troviamo fuori ma che aspettiamo con ansia.
Stamattina facendo colazione ho scritto una piccola lista con gli acquerelli, una lista assai precoce, ma necessaria per anticipare almeno nel pensiero la bella stagione che é ancora lontanissima, perché qui può nevicare anche ad aprile e fino a maggio ci vogliono le coperte di lana sul letto.
Ho scritto le cose che immaginiamo di fare nei prossimi mesi, quelle che attendiamo con impazienza: pic-nic, gite in montagna senza sentieri innevati, ritrovi all'aperto.
Mi piacerebbe ritornare in un agriturismo dove eravamo stati qualche anno fa in un bosco, vorrei andare a cavallo, provare a cucirmi un vestito con le stoffe africane.
E voi avete voglia di primavera?
Cosa aspettate nella vostra lista?
Eppure nell'aria, nel colore del cielo che ha un azzurro di una sfumatura diversa, nell'inclinazione della luce e nel cinguettio sparuto degli uccelli c'é già un sentore nuovo.
Lontanissimo, perché é ancora molto presto, solo lo sbocciare di un'idea: una stagione nuova che é ancora in bozzolo ma che nel profumo dell'aria si avverte già.
Allora in questi giorni per anticipare la primavera che fuori é appena appena accennata, la nostra casa si riempie di fiori e di colori: rose, crocus, primule, giacinti,narcisi.
Dalle pareti spariscono le cartoline invernali e natalizie e compaiono altre immagini: alberi, fiori, animali.Colori che ancora non troviamo fuori ma che aspettiamo con ansia.
Stamattina facendo colazione ho scritto una piccola lista con gli acquerelli, una lista assai precoce, ma necessaria per anticipare almeno nel pensiero la bella stagione che é ancora lontanissima, perché qui può nevicare anche ad aprile e fino a maggio ci vogliono le coperte di lana sul letto.
Ho scritto le cose che immaginiamo di fare nei prossimi mesi, quelle che attendiamo con impazienza: pic-nic, gite in montagna senza sentieri innevati, ritrovi all'aperto.
Mi piacerebbe ritornare in un agriturismo dove eravamo stati qualche anno fa in un bosco, vorrei andare a cavallo, provare a cucirmi un vestito con le stoffe africane.
E voi avete voglia di primavera?
Cosa aspettate nella vostra lista?
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giovedì 14 febbraio 2013
Lista praghese in ordine sparso (top-ten+1)
Visto che quest'anno le vacanze di carnevale, il mio compleanno e le ferie di Simone coincidevano, ne abbiamo aprofittato per un viaggetto a Praga.
Da Londra non facevamo un viaggetto a due in una città europea e ci mancava molto gironzolare zaino in spalla per ostelli e metropolitane da soli.
Così abbiamo messo in piedi 5 giorni praghesi, che riassumo in poche righe e molte fotografie.
1)Innanzitutto: un buon libro é necessario quotidianamente, ma ancora di più quando si viaggia, é compagnia indispensabile.Non sempre il libro/i che scelgo di portarmi si rivela azzeccato per la meta, ma questa volta era perfetto: un resoconto di viaggio in Europa da Nord a Sud secondo linee e frontiere inusuali, ricco di incontri e riflessioni.Che siate in partenza o no ve lo consiglio vivamente, é stato un ottimo compagno di viaggio e mi ha permesso di aprire maggiormente gli occhi, di osservare e captare molto di più.
2) Il Ponte Carlo:iper turistico, affollato di italiani tamarri che si autofotografano con i telefonini, di grupponi di russi e giapponesi, di belle ragazze che camminano imperterrite sui tacchi alti, ma anche di ritrattisti, pittori ad acquerelli, giovani creatrici di orecchini e collane con pezzi di vetro e metallo di recupero, magneti coloratissimi con disegni per bambini.E poi, la luce: nonostante la folla il ponte é bellissimo da fotografare in qualsiasi giornata e condizione atmosferica.
3) Le opere di Mucha, nel minuscolo museo a lui dedicato, scoperto grazie al consiglio di un'amica: pure linee aggraziate e sinuose da Art Nouveau e fotografie d'epoca del suo studio parigino.Nel museo c'é anche la sua poltrona originale, la stessa sulla quale é seduto Gauguin una fotografia: é bello immaginarli amici e pensare che la poltroncina é al stessa che si vede lì, a due palmi dal naso.Una delle sue opere più imponenti sono le vetrate colorate nella cattedrale di San Vito, vivide e delicate.
4) Il cimitero ebraico vicino alla sinagoga Pinkas: centinaia e centinaia di tombe sovrapposte, invase da muschio, foglie e alberi.Un luogo molto suggestivo, anche se ricordavo che si potesse girare maggiormente tra le tombe, mentre ora si deve seguire un percorso laterale prestabilito.La cosa che preferisco é osservare i rilievi sulle tombe:grappoli d'uva, pesci, mani...questa volta c'erano su alcune tombe minuscole pietre e semi, non so se messe lì da qualcuno o dal vento, ma erano un ulteriore segno di compresenza tra la città, gli alberi, e le vecchissime tombe. (sulle tombe ebraiche non fiori, ma pietre per renderle più pesanti perché quelle più in profondità saranno le prime a essere giudicate e salvate)
5) I negozi di antiquariato e di cimeli sovietici o cecoslovacchi: ci si può trovare di tutto.
Io ho fatto bottino di vecchie etichette, cartoline vintage e di un album di fotografie in bianco e nero di una famiglia cecoslovacca degli anni '30, con immagini di bambini, feste, vacanze.
6) I ristoranti: quando viaggiamo, a me e Simone piace sperimentare nuove cucine o anche solo semplicemente mangiare fuori, invece di ritornare in ostello (tranne se in ostello c'é la cucina comune, ma comunque molto raramente).Questa volta abbiamo mangiato di tutto: nel ristorantino di uno chef irlandese, poi in due ristoranti indiani, in uno afghano, in uno ebraico,in due ristoranti vegetariani,in uno ceco, in una caffetteria-panetteria).
I cibi migliori?
I ravioli di porri e menta afghani, il curry di verdure e il dhal di Beas Vegetarian Dhaba, la cucina del cuoco irlandese (Simone ha preso le meringhe con fragole speziate che erano spettacolari), la zuppa e la pumpkin pie del ristorante vegetariano.
7) Fotografare, cercando scorci e immagini, divertendomi con luci e inquadrature per lunghi minuti:
8) La neve: in alcuni momenti il freddo praghese era difficile da tollerare, ma siamo sopravvissuti e la neve dell'ultimo giorno ha reso la città ancora più magica:
9) Il centro di Praga, squisitamente barocco e asburgico con stucchi e colori pastello, un gioiello (diversamente dalla periferia grigia e sovietica)
10) L'ostello: di solito lo scegliamo proprio in centro della città vecchia, anche stavolta abbiamo fatto così ed eravamo a 5 minuti a piedi dalla piazza, il modo ideale per girare molto a piedi e vivere la città.
11) Quello che portiamo a casa: gli oggetti ( un vestito a fiori molto orientaleggiante, una camicia a quadri; una statuina di legno; the e tisane di ogni genere; creme e saponi biologici; orecchini; barattoli e calamite; miele e marmellate...) che prolungheranno il ricordo e il piacere del viaggio nel tempo, con i loro sapori e profumi, ma anche gli incontri, come quello con Milan, un signore disabile di Sarajevo che sotto la torre dell'orologio astronomico vendeva giocattolini fatti di fil di ferro, sdentato, impacciato, ma che poi ci salutava con la mano ogni volta che ci vedeva.
Viaggiare per aprire cuori e mente, per vedere cose nuove, per scoprire e curiosare.
C'é così tanto da vedere qui intorno!
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