Questo autunno è tutto di pensieri, che si mescolano e si rimescolano in me.
Mi sento profondamente messa in discussione, in un modo buono, che però è scavo denso di fatica e di momenti difficili.
Mi fa bene, questo scavo, anche nei giorni scuri, quando molto vacilla attorno e dentro me.
Mi sento a volte una matassa di domande, a cui non ho ancora risposta, ma è bene che ci siano queste domande, perché capisco che questo è il momento giusto per farmele, per crescere e capire meglio chi sono, chi sono stata.
Sembra quasi il lavoro del contadino, che ara e risvolta il terreno, lo vanga, lo sposta, porta in superficie le pietre da togliere e sminuzzare, prima dell'aratura. La sua fatica è grande, ma è necessaria per quello che sarà dopo.
Ecco, mi sento così: svuotata e piena insieme, forte e debole, decisa e interrogata, contemporaneamente.
Mi interroga l'università, sia con i dubbi su questo percorso (ne varrà la pena, di prendere una seconda laurea?), sia con gli esami che preparo (psicologia dello sviluppo porta alla luce tante conoscenze su come sono cresciuta, che prima con sapevo e non pensavo), sia nel confrontarmi con il primo tirocinio, con compagne di corso molto più piccole di me.
Mi interroga il corso per doula che sto seguendo a Chieri, che porta fuori molto lavoro emotivo, di quello che scuote le fondamenta e insieme le rafforza e le rinnova.
Ci si confronta fra donne, ci si fa forza a vicenda, si superano scogli che avevamo lasciato lì nel nostro passato, ognuna il suo e tutte insieme, in cerchio.
Questo corso mette in fila pian piano tanti pezzetti spersi di me, dà loro senso e direzione, è una bella sensazione.
Ieri ho iniziato un nuovo corso di scrittura creativa e intanto proseguo a scrivere ed esercitarmi.
Intanto, attorno si diffonde l'autunno.
Quando posso vado dai nonni a lavorare, a raccogliere verdure con mia nonna o con gli altri a raccogliere mele, e stamattina era così freddo da aver la punta delle dita in fiamme.
Sul davanzale ho le mele cotogne che profumano, regalo dei miei genitori per il mio onomastico, insieme ad una borsa colma di dolci e biscotti. Abbiamo festeggiato con una cena tutti insieme qui da noi, ho cucinato una ricetta di Izn e poi siamo andati tutti al cinema a vedere Vado a scuola.
Passeggiando al fiume, si trovano le prime foglie colorate, anche se la pioggia persistente della scorsa settimana non ha ancora dato l'esplosione di magnifici gialli e arancio autunnali sugli alberi.
Ho tirato fuori i primi maglioni e messo via dopo un bel lavorio tutti gli scatoloni di abiti estivi, e tirato giù dall'armadio le scatole con i vestiti pesanti. Ho un nuovo (usato, ma nuovo per me) cappottino di lana di un colore molto morbido, marrone quasi viola, che tiene caldo.
Ho ricevuto a sorpresa una lettera scritta a matita e un acquerello da Mary Lou, maestra ultra ottantenne che vive in Oregon, amica di Taryn , che aveva chiesto di mandarle lettere da tutto il mondo per aiutare Mary Lou a superare il lutto per la morte del marito. Non pensavo che mi avrebbe risposto, è stato magico trovare nella buca delle lettere la sua busta.
Mi sento circondata da persone speciali, alcune nemmeno le conosco di persona, ma il dialogo è continuo e ricco. Ho ripreso a praticare yoga con costanza e gioia, molti sono i benefici di quei momenti passati ferma e in silenzio.
Prendo spunto da queste donne forti della storia, che sono state innovative e coraggiose, e da una donna forte che vive oggi e cambia il mondo con dolcezza un bambino alla volta.
Cucino bene e con cura, con quello che dà l'orto in questi giorni: zucche, porri. Spesso mangio dai nonni a pranzo, con semplicità. Nonna improvvisa sempre i suoi pranzi e ogni giorno sembra che non ci sia nulla di pronto, invece la sua abitudine a cucinare per 9, fa si che le pietanze in tavola siano sempre molte, sempre diverse.
A Chieri ho scoperto una pizzeria da asporto che prepara una pizza al tegamino strepitosa, e lì accanto una pasticceria che è deliziosa nei suoi dolci e nei croissant.
Mi sento profondamente messa in discussione, in un modo buono, che però è scavo denso di fatica e di momenti difficili.
Mi fa bene, questo scavo, anche nei giorni scuri, quando molto vacilla attorno e dentro me.
Mi sento a volte una matassa di domande, a cui non ho ancora risposta, ma è bene che ci siano queste domande, perché capisco che questo è il momento giusto per farmele, per crescere e capire meglio chi sono, chi sono stata.
Sembra quasi il lavoro del contadino, che ara e risvolta il terreno, lo vanga, lo sposta, porta in superficie le pietre da togliere e sminuzzare, prima dell'aratura. La sua fatica è grande, ma è necessaria per quello che sarà dopo.
Ecco, mi sento così: svuotata e piena insieme, forte e debole, decisa e interrogata, contemporaneamente.
Mi interroga l'università, sia con i dubbi su questo percorso (ne varrà la pena, di prendere una seconda laurea?), sia con gli esami che preparo (psicologia dello sviluppo porta alla luce tante conoscenze su come sono cresciuta, che prima con sapevo e non pensavo), sia nel confrontarmi con il primo tirocinio, con compagne di corso molto più piccole di me.
Mi interroga il corso per doula che sto seguendo a Chieri, che porta fuori molto lavoro emotivo, di quello che scuote le fondamenta e insieme le rafforza e le rinnova.
Ci si confronta fra donne, ci si fa forza a vicenda, si superano scogli che avevamo lasciato lì nel nostro passato, ognuna il suo e tutte insieme, in cerchio.
Questo corso mette in fila pian piano tanti pezzetti spersi di me, dà loro senso e direzione, è una bella sensazione.
Ieri ho iniziato un nuovo corso di scrittura creativa e intanto proseguo a scrivere ed esercitarmi.
Intanto, attorno si diffonde l'autunno.
Quando posso vado dai nonni a lavorare, a raccogliere verdure con mia nonna o con gli altri a raccogliere mele, e stamattina era così freddo da aver la punta delle dita in fiamme.
Sul davanzale ho le mele cotogne che profumano, regalo dei miei genitori per il mio onomastico, insieme ad una borsa colma di dolci e biscotti. Abbiamo festeggiato con una cena tutti insieme qui da noi, ho cucinato una ricetta di Izn e poi siamo andati tutti al cinema a vedere Vado a scuola.
Passeggiando al fiume, si trovano le prime foglie colorate, anche se la pioggia persistente della scorsa settimana non ha ancora dato l'esplosione di magnifici gialli e arancio autunnali sugli alberi.
Ho tirato fuori i primi maglioni e messo via dopo un bel lavorio tutti gli scatoloni di abiti estivi, e tirato giù dall'armadio le scatole con i vestiti pesanti. Ho un nuovo (usato, ma nuovo per me) cappottino di lana di un colore molto morbido, marrone quasi viola, che tiene caldo.
Mi sento circondata da persone speciali, alcune nemmeno le conosco di persona, ma il dialogo è continuo e ricco. Ho ripreso a praticare yoga con costanza e gioia, molti sono i benefici di quei momenti passati ferma e in silenzio.
Prendo spunto da queste donne forti della storia, che sono state innovative e coraggiose, e da una donna forte che vive oggi e cambia il mondo con dolcezza un bambino alla volta.
Cucino bene e con cura, con quello che dà l'orto in questi giorni: zucche, porri. Spesso mangio dai nonni a pranzo, con semplicità. Nonna improvvisa sempre i suoi pranzi e ogni giorno sembra che non ci sia nulla di pronto, invece la sua abitudine a cucinare per 9, fa si che le pietanze in tavola siano sempre molte, sempre diverse.
A Chieri ho scoperto una pizzeria da asporto che prepara una pizza al tegamino strepitosa, e lì accanto una pasticceria che è deliziosa nei suoi dolci e nei croissant.
Ho tante idee e tanti progetti, moltissimo da studiare e leggere. Sto imparando che questo è il tempo autunnale dell'aratura e del rimescolamento, che crescere è accettare tutto di sé, anche le parti che non piacciono, quelle non positive.
Nell'avanzare di questo autunno mi rimescolo e mi conosco.
Ho fatto i tuoi stessi, identici pensieri quando ho iniziato l'Università. Ed ero una delle più "vecchie" (!), anche se qui a Genova le mamme studentesse erano numerose. Anche mentre studiavo, prima da incinta e poi da mamma, ho dovuto scavare molto a fondo. Riconnettermi col passato. Perdonare molte cose.
RispondiEliminaAnch'io, poi, quando vivo certi periodi diciamo "complessi", mi ritrovo a cucinare lentamente, con cura. Mentre cucino ho nella mente l'immagine dei miei nonni, che erano bravissimi in cucina. Persone semplici, che hanno affrontato molte difficoltà, ma che avevano una saggezza interiore che ho sempre ammirato (e persino un po' "invidiato", nel senso buono). Cucinare mi fa ricordare il profumo della loro cucina, in quella casa piccolina e un po' vecchia, col basilico sul balcone; e mi fa rammentare la loro gioia semplice, ma profonda, coinvolgente. Allora tutto ciò fa bene al mio cuore. Mi cura.
Mi rimescolo e mi riconosco anch'io, cara Daniela, in questi colori accesi, allegri e malinconici insieme. So che quando vengo qui posso sempre trovare le parole che descrivono un po' anche me. Per questo ti sento vicina ed è una bella sensazione. Grazie.
Si, proprio così, si tratta di scavare molto e perdonare molto...mi fa piacere sapere che anche altri hanno vissuto/vivono quest'aratura profonda :-)
EliminaQuesto post è una coccola per l'anima... la metafora con l'aratura squisitamente poetica ed azzeccatissima :) Grazie
RispondiEliminaTrovo anche io che l'immagine dell'arare renda bene l'idea :-)
Eliminagrazie Daniela,
RispondiEliminaleggerti aiuta molto...soprattutto perché anche io sto ricominciando con lo studio e con un nuovo lavoro.
a presto
Danila
Grazie, a me serve scrivere per capirmi meglio, per fare luce in modo più completo che non solo con voce e pensiero. In bocca al lupo!
EliminaCiao Daniela,
RispondiEliminacome sempre è un piacere leggere i tuoi post, perchè sono motivo di riflessione anche per me.
Mi piace molto la metafora del contadino che ara la terra, alla fine di tutto questo gran lavoro vedrai che riuscirai a trovare l'equilibrio e il filo di te stessa.
Il tuo post m'ispira a riprendere i miei su ciò che c'è di bello e di riflettere sulla direzione da dare alla propria vita, grazie. Davvero.
un abbraccio,
Amalia
Grazie a te, Amalia, sto cercando equilibrio e pian piano lo trovo, a partire dai gesti quotidiani da svolgere con cura e calma :-)
EliminaI tuoi post sono sempre meravigliosi, ricchi di profondità, gioia di vivere e gratitudine, anche nella fatica quotidiana... Daniela, scusa se mi impiccio, ma per caso stai studiando formazione primaria? Perchè anche io sto prendendo una seconda laurea, questa... il dubbio mi sorge perchè hai nominato psicologia dello sviluppo, esame che ho dato lo scorso anno. Condivido i tuoi dubbi verso questo percorso, ma proprio come contadini stiamo seminando il nostro terreno, sperando che i nostri sforzi vengano poi ricompensati con i frutti migliori per il nostro futuro, anche se per ora non abbiamo certezze... ma in fondo ogni atto di semina si fa sulla fiducia, no? Un abbraccio
RispondiEliminaSi, scienze della formazione primaria, sono al secondo anno. Oggi sono andata alla riunione di tirocinio, tra poco si inizierà con qualche ora nella scuola primaria o dell'infanzia come tirocinanti...
EliminaAllora siamo "compagne di corso"! Io sono al terzo anno, a Bologna :-) Il tirocinio lo scorso anno l'ho fatto alla scuola d'infanzia, un'esperienza davvero bella! E quest'anno invece mi aspetta la primaria, non vedo l'ora! Un abbraccione e in bocca al lupo per il tuo secondo anno!
EliminaChe bella immagine, Daniela, quella dell'aratura. Come sai è lo stesso per me, con meno sicurezza, perchè io in questi rimescolamenti ho paura di perdermi nella stanchezza dei pensieri che girano intorno, infruttuosamente. Ma, saranno i colori fuori, sarà il ritorno dell'azzurro, sento che c'è stata una svolta in questo arare, ritrovo il bisogno di scrivere, di consegnare, di progettare, di guardare avanti. Cerco un corso di yoga e, chissà, spero di incontrarti presto, non solo su questi schermi :-)
RispondiEliminaSpero di vederti anche io di persona, avremmo molto da dirci :-) un abbraccio!
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