Prosegue la mia strada verso l’espressione, giorno dopo giorno. Inizio a vedere i primi timidi frutti, mi sento più forte e decisa. A volte mi sorprendo di come sia facile questo "gioco", di quanto poco ci voglia a scacciare la paura, a chiedere, parlare, dire, emergere. Cerco di vivere le situazioni che so già in anticipo essere potenzialmente faticose come "un esercizio di espressione, un'occasione per dire chi sono" e noto che seppure lentamente, via via si smussano gli angoli e qualche volta riesco davvero a dire ciò che penso senza esitazione, a mostrarmi così come sono senza eccessivo timore. Continuo a sentirmi estremamente in espansione in questi giorni, in movimento interiore. Non cresce solo il mio grembo, che si fa sempre più tondo e grande, ma ogni giorno mi insegna qualcosa di me, di noi. Sono in ascolto e la vita è una buona insegnante ultimamente: severa e inflessibile, mi fa imparare aspetti di me che non conoscevo, mi fa scoprire riflessioni inedite, apre scenari nuovi nella mia mente. Penso e rifletto tantissimo, incessantemente, come se stessi rimuginando tutti gli anni passati in un sol colpo. Ad ogni curva quotidiana della discesa nella caverna, la vita mi dice "ecco, oggi puoi imparare questo" e mi regala una ulteriore consapevolezza. Ovviamente un viaggio di questo tipo non è sempre lieve, si tratta di scavare, portare alla luce storie dimenticate, si tratta di fare i conti con se stessi senza alcuno sconto e di guardare con occhi diversi anche alle storie di chi ci è vicino, accogliendole, ascoltandole, cercando di dare anche ad esse un posto e un nome.Si tratta di perdonare, di guarire. Sono grata per queste lezioni, per questa lenta dissoluzione e ricostruzione del mio ego, per la consapevolezza di me e del mio percorso che si fa sempre più netta e chiara.
Oggi ho finito gli esami all'università per questo semestre,mi resta da finire di scrivere il diario di tirocinio questa settimana e poi finalmente sarò veramente in pausa. I mesi passati sono stati, come ho raccontato, di raccoglimento e silenzio, in sintonia con la terra accanto a me, ed è stato bello ancora una volta osservare come non ci siano divisioni, come siamo tutto un Uno, una sola essenza. Come gli alberi in autunno hanno perso le foglie e si sono raggomitolati in quiete su se stessi, naturalmente, senza sforzo ma soltanto seguendo la normale inclinazione del bosco di fronte all'inverno, così anche io ho seguito la voce di Creatura e ho chiuso, piegato il capo, lasciato fuori il resto. L'albero sa di avere bisogno della pausa invernale, di quel tempo che pare vuoto e muto, per ricaricare le forze, fare il punto della situazione, come il grano seminato che sa di dover aspettare sotto terra che la neve lo copra e lo nasconda. Allo stesso modo so che verrà l'apertura, e anche questa sarà meravigliosamenete in sincrono con gli alberi e la terra acccanto a me. Sarà l'apertura del parto, della nuova voce che ci sarà in casa, l'apertura al mondo per me e Creatura, che ancora mi spaventa un poco, perchè è così bello essere la nostra forza speciale di due in uno, ma inizio molto lentamente come gli alberi a guardare avanti, a scrollarmi di dosso la polvere di questi mesi passati in raccoglimento. Ci sarà la lotta col il fuoco della caverna e so che sarà straordinaria e dura, poi ci saranno le gemme, proprio come un albero, ci sarà il bosco verde e l'energia pulita e fresca delle foglie.Mi preparo, penso alle sfumature che desidero abbia il mio albero verde, il nostro albero.Se ho paura, penso al bosco, che lascia scorrere i ruscelli attorno alle sue radici, che si fa bagnare dalla pioggia, che non chiede e non protesta, perchè sa che il cerchio gira sempre, che lo scavo di questi mesi è stato inevitabile e necessario, e sa che quando le gemme verranno, tutto sarà pronto perchè è così che deve essere. Simone mi ha regalato una rosa di Gerico, piccola piantina del deserto che si avvolge su se stessa per la siccità e il calore ma che si apre e torna verde appena bagnata con un poco di acqua. Quello è il suo movimneto perenne, dalla chiusura all'apertura, è anche il mio, ma forse non ci avevo mai riflettuto. Questo è stato il mio altalenare negli ultimi mesi: da una grande apertura a un nido fermo e stretto, una chiusura che mi ha inizialmente sorpreso, io così abituata ad incontrare persone, frequentare corsi, organizzare incontri, non ho più avuto voglia o esigenza di tutto questo. Nel silenzio, però, ho strutturato progetti e idee, ho un quadernetto zeppo di cose che vorrei fare, di Tende Rosse da organizzare, di libri da scrivere e leggere, di un'associazione che vorrei creare...diventeranno reali, ma non ancora. Adesso è ancora tempo di inverno, la neve qui non è ancora arrivata, la aspetto, come aspetto gli ultimi tempi di pausa, come il bosco, che brama ancora l'isolamento e la bellezza dei suoi pendii senza foglie e non ha fretta alcuna.