Il mantra che cerco di seguire in questi giorni: va a favore di corrente, non combatterla.
Me lo ripeto, mentre vorrei fare fare fare e invece sono chiamata ad avere pazienza, a rimanere anche proprio fisicamente nel qui ed ora, ferma, ad esempio durante le lunghe poppate di Maddalena.
Me lo ripeto, mentre mi oppongo al cambiamento e vorrei poter vivere come prima, patendo a volte gli inevitabili mutamenti del mio ruolo di ora, con una piccolina totalmente dipendente da me e a me sempre vicina giorno e notte.
Me lo ripeto, mentre i giorni passano insieme lenti e velocissimi e il disordine in casa si diffonde, le giornate sono radiose e le montagne chiamano senza che io possa (ancora) rispondere alla voce dei sentieri.
Me lo ripeto, quando Maddalena piange e vorrei darle un ritmo, senza ricordare che è lei a sapere il ritmo giusto dei suoi pasti e delle sue nanne.
Me lo ripeto ancora mentre mi contorco nei pensieri notturni e sembo quasi ghiaccio che si rifiuta di diventare acqua sotto il sole o seme che rifiuta la sua evoluzione, con la paura di perdere forma.
Me lo ripeto quando penso al futuro, all'università, al tirocinio, e mi chiedo come farò, giocoliere con tante palline in mano.
Sarà un lungo, lunghissimo percorso, questo accettare di perdere il controllo, iniziato con il parto, che prosegue ora e durerà anni, in cui tutto ciò che posso fare è seguire la corrente e saper essere presente nel momento, non prima nè dopo, solo nell'adesso, in questo respiro di ora.
Lasciare andare gli ormeggi, ancora una volta.
Fidarmi che tutto va e che io sono chiamata solo a cavalcare l'onda.
E voi, come vivete l'abbandonarvi alla corrente? Anche per voi è difficile delegare il controllo?
Me lo ripeto, mentre vorrei fare fare fare e invece sono chiamata ad avere pazienza, a rimanere anche proprio fisicamente nel qui ed ora, ferma, ad esempio durante le lunghe poppate di Maddalena.
Me lo ripeto, mentre mi oppongo al cambiamento e vorrei poter vivere come prima, patendo a volte gli inevitabili mutamenti del mio ruolo di ora, con una piccolina totalmente dipendente da me e a me sempre vicina giorno e notte.
Me lo ripeto, mentre i giorni passano insieme lenti e velocissimi e il disordine in casa si diffonde, le giornate sono radiose e le montagne chiamano senza che io possa (ancora) rispondere alla voce dei sentieri.
Me lo ripeto, quando Maddalena piange e vorrei darle un ritmo, senza ricordare che è lei a sapere il ritmo giusto dei suoi pasti e delle sue nanne.
Me lo ripeto ancora mentre mi contorco nei pensieri notturni e sembo quasi ghiaccio che si rifiuta di diventare acqua sotto il sole o seme che rifiuta la sua evoluzione, con la paura di perdere forma.
Me lo ripeto quando penso al futuro, all'università, al tirocinio, e mi chiedo come farò, giocoliere con tante palline in mano.
Sarà un lungo, lunghissimo percorso, questo accettare di perdere il controllo, iniziato con il parto, che prosegue ora e durerà anni, in cui tutto ciò che posso fare è seguire la corrente e saper essere presente nel momento, non prima nè dopo, solo nell'adesso, in questo respiro di ora.
Lasciare andare gli ormeggi, ancora una volta.
Fidarmi che tutto va e che io sono chiamata solo a cavalcare l'onda.
E voi, come vivete l'abbandonarvi alla corrente? Anche per voi è difficile delegare il controllo?
Cara Daniela, vivi questo momento per il resto ci sarà tempo!
RispondiEliminaIl sole torna a splendere quotidianamente, le montagne ti aspettano ogni mattina.
Maddalena invece crescerà e presto avrai nostalgia di questa "pausa dal resto del mondo".
Io ho impiegato qualche mese per capirlo e per combattere la frustrazione di non poter fare quello che facevo prima, ma una volta presa coscienza del mio nuovo ruolo è stata luce, e gioia e pienezza.
E' un percorso inevitabile ma da quello che scrivi ne sei consapevole e sono certa che sei sulla strada giusta =)
Buon cammino cara Daniela, a te Simone e alla piccola Maddalena
Alessandra
Cara Daniela,
RispondiEliminacapisco molto bene quello che dici e in certo senso hai espresso bene quello che io ho vissuto due anni fa con il mio primo bimbo e che sto vivendo ora con il mio secondo che ha quattro mesi.
La sensazione di cui parli tu è normale, non è facile, credo sia la consapevolezza più dura, anche rispetto alla stanchezza fisica. Ci si sente un po' rapite e prima che si riacquisti un po' la propria dimensione devono passare almeno i primi mesi. Ci vuole pazienza, giorno per giorno le cose diventano più semplici e si riesce a organizzarsi di nuovo. Tieni duro, per me il post parto è stato il periodo più tosto da affrontare, l'unica cosa è cercare la tranquillità e godersi questi momenti unici con la bimba. Ah dimenticavo: farsi aiutare questo serve molto, mai come in questo momento bisogna appoggiarsi agli altri! Un abbraccio, Michela
Daniela, questo periodo è duro ma lo rimpiangerai. Adesso, che Marta ha 16 anni e Gio 14, e da anni ormai sono indipendenti su tantissime cose e si arrangiano in tutto, sono ritornata libera di fare ed essere non solo una mamma ma anche una donna! Quando erano piccoli avevo spesso la sensazione di essere "agli arresti domiciliari" e quando la stanchezza prendeva il sopravvento, mi sentivo davvero frustrata e anche un po' infelice. Ma se ripenso a quegli anni e rivedo me più giovane distesa con loro sul tappetone circondata di giochi e libri, ad insegnare nuove parole, a preparare gustosi pranzetti, mentre faccio loro il bagnetto o li vesto accompagnando gli arti attraverso i vestitini o leggo le favole prima della Buonanotte... mi viene una immensa nostalgia!!! Goditi questi mesi, che sono molto faticosi ma passano in fretta, e i prossimi anni facendo trsoro di ogni momento. Quando fra una quindicina di anni ciripenserai, li amerai immensamente!!!
RispondiEliminaUn bacio
Francesca
Ciao, anche per me il primo periodo è stato impegnativo perchè non è semplice diventare una mamma soprattutto perché non si può più smettere di esserlo e non si può mai fare una pausa mentale. La vita cambia ma poi ti riorganizzi, almeno per me è stato così.
RispondiEliminaUn abbraccio, Viviana
Ciao.
RispondiEliminaMi sono goduta ogni momento. Tutti i momenti. Facendo mio il motto *le brave mamme hanno pavimenti sporchi e figli felici*.
Delega ad altri la pulizia dei pavimenti e tieni per te la felicità di tua figlia.
Un abbraccio,
Monica