sabato 29 settembre 2012
San Michele
Buon San Michele!
Questo é proprio il tempo dei cambiamenti, delle evoluzioni: la scorsa settiman l'equinozio d'autunno, oggi San Michele, che qui é anche il santo patrono della città.
Per non smentirsi, anche la mia vita ha di nuovo cambiato direzione: ho trovato un altro lavoro in una scuola in cui insegno diritto ed economia a tre classi delle superiori, mi piace molto, é impegnativo ma un'opportunità decisamente valida di insegnamento.Spero che mi tengano a lvaorare lì!
Intanto sto cercando di studiare per il test di ammissione all'università, ma é piuttosto difficile e di molte materie ricordo poco, vedremo come va.
Nei ritagli di tempo, assaporo la luce speciale dell'autunno e mi infilo in brevi passeggiate nel verde: sul viale, tra le colline attorno a casa dei miei genitori, oppure dai nonni, cercando funghi porcini sotto i grandi castagni.
Non ne ho trovati, ma ho raccolto mele e ammirato la natura che muta pelle, sentito i tonfi delle castagne che cadono a terra, scorto decine di funghetti tra l'erba ancora verde (nessuno commestibile però).
Sono tornata a casa con una cassetta di frutta e verdura bellissima dell'orto dei nonni: gli ultimi pomodori, fagiolini, melanzane e zucchine, qualche peperone e fagiolo rosso, i primi cavolfiori, le mele multicolori.
Ho anche fatto una bella scorta di vecchi gomitoli di lana, una volta scartati quelli con le tarme: ne ho trovata di colori molto autunnali e voglio usarla per un progetto creativo.
Per il resto, rimango come sempre ammirata dalla vita: per mia mamma che mi manda barattoli di sugo,
per l'amicizia con due care amiche e la cena giapponese condivisa con loro questa settimana,
per mia zia Polly che mi passa un caldo e morbidissimo giaccone di lana irlandese,
per una messa condivisa tutti insieme,
per la festa di pensionamento di mio papà,
per le merende e le cene con gli amici ora che torna il tempo della pioggia.
Buon San Michele di rinnovamento e di nuova crescita a tutti voi che passate a leggermi qui!
**
Ps: qui un articolo che racconta dello Spazio Creativo ed un video in cui compare anche la mia intervista in cui racconto della mia mostra fotografia, andate a sbirciare se vi va...grazie!
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mercoledì 26 settembre 2012
Gli altri creatori
Allo Spazio Creativo organizzato a Caraglio lo scorso finse settimana dal Marcovaldo per giovani artigiani e artisti del cuneese, oltre alle mie fotografie, c'erano altre opere e manufatti molto belli, curati, realizzati in vario materiale.
C'era ad esempio Lara, con le sue ceramiche, di cui vi avevo già parlato, ed una sua amica che ha realizzato queste lampade-gatto e altre lanterne di gres che proiettano luci ed ombre di gatti e topi.
Alcune opere erano solamente in esposizione, come questi giganteschi ritratti realizzati da Moira, molto intensi e verosimili
Altre ceramiche erano quelle di Gianluca con i suoi mini animaletti curiosi, proseguendo lungo il giro dei banchetti del mercatino, altri gioielli erano realizzati invece con perle di vetro di Murano o con piastrine di metallo o con il fimo: stili molto diversi gli uni dagli altri, ma tutti molto originali.
Il terzo espositore di ceramiche era Gianmario, il vasetto di ceramica raku ripieno di erica di montagna é ora qui alle mie spalle su uno scaffale della libreria.
C'era ad esempio Lara, con le sue ceramiche, di cui vi avevo già parlato, ed una sua amica che ha realizzato queste lampade-gatto e altre lanterne di gres che proiettano luci ed ombre di gatti e topi.
C'erano alcuni banchetti di borse, sciarpe, vestiti artigianali, che mi han fatto venir voglia di riprendere le nozioni imparate al corso di cucito, e di trovare un po' di spazio in questa mini-casa per la macchina da cucire, per provare a mettere sulla stoffa qualche punto.
Alcune opere erano solamente in esposizione, come questi giganteschi ritratti realizzati da Moira, molto intensi e verosimili
Molti i banchetti di giovani creatrici di gioielli, a me piacevano soprattutto questi realizzati con ritagli di vecchi comics di Snoopy montati in monachelle in metallo o argento, questi sono creazione di Guendi come gli anelli costruiti con mini modellini Lego o miniature.
Uno spazio shabby-chic era quello delle casette di legno decorato di White&Co.
Mi é piaciuto moltissimo conoscere Franco Giolitti, illustratore, che realizza splendidi lavoro per e con i bambini e laboratori educativi creativi: il suo tratto é molto semplice ed essenziale, poetico.
Altre ceramiche erano quelle di Gianluca con i suoi mini animaletti curiosi, proseguendo lungo il giro dei banchetti del mercatino, altri gioielli erano realizzati invece con perle di vetro di Murano o con piastrine di metallo o con il fimo: stili molto diversi gli uni dagli altri, ma tutti molto originali.
Il terzo espositore di ceramiche era Gianmario, il vasetto di ceramica raku ripieno di erica di montagna é ora qui alle mie spalle su uno scaffale della libreria.
Condividere lo spazio creativo con questi artisti così diversi da me (ad esempio l'altra fotografa Cristina Pedratscher di cui non ho immagini ma che potete vedere qui) é stato estremamente curioso: vedere che tutti cercavamo (cerchiamo) vie alternative, che ci piace creare, inventare, ognuno con il proprio stile, é stato coninvolgente e arricchente.
La creatività e la fantasia sono il vero sale della vita!
Lasciamoci ispirare, lasciamo trasportare dalle nostre idee nuove.
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lunedì 24 settembre 2012
Spazio Creativo
Bisogna mettersi in movimento, per trovare nuove strade, per provare nuovi percorsi.
Bisogna avere il coraggio di uscire dal guscio e di andare a testa alta in giro, con in mano un blocchetto di fotografie appena stampate, un sorriso un po' timido e la paura di non farcela.
Si tira fuori la creatività più profonda, si trovano idee per allestire un tavolino dal sapore autunnale, si trova un angolo in mezzo ad un viale di alberi, si tirano fili di spago tra tronco e tronco, e si usano decine di pinzette di legno per appendervi le fotografie.
Il vento imperterrito staccherà tutte le fotografie facendole volare attraverso il giardino per tre, quattro, dieci volte di fila in pochi minuti.
Bisogna avere pazienza, riattaccarle tutte, risistemarle, e farlo di nuovo per ore e ore, durante una serata ventosa.
Bisogna perseverare e saper rimanere anche quando al mercatino c'é poca gente, quando fa molto freddo e sei lì da più di 12 ore, quasi immobile seduto vicino al tuo tavolino.
Poi però guardi le tue fotografie lì appese, tutte in fila, scampoli di momenti belli, di piccole cose, "Il mondo tra le mani: riscoprire la bellezza delle piccole cose", e sei felice di vedere la loro macchia di colore sotto le foglie degli alberi, di sentire i commenti curiosi dei bambini che vengono a vedere e l'entusiasmo di altri fotografi e degli organizzatori per la tua mostra, per la tua installazione, che li colpisce, che interessa e che riceve i loro complimenti più calorosi.
Bello vedere come può emozionare anche una mostra così semplice,spontanea, tutta realizzata con quello che avevo sottomano: le foglie secche di inizio autunno a decorare, le zinnie dell'orto dei miei genitori sul tavolino, con le mele raccolte con mio nonno Lorenzo, il nido dove viveva Zeno, le zucche ornamentali color arancio vivo.
Mi ci é voluto molto coraggio e molta, molta pazienza per organizzare questa mostra/mercatino, é stato molto impegnativo, ero esausta dopo questi due giorni, ma sono profondamente fiera di me per aver provato questa nuova strada, per essermi messa in movimento.
Mi piacerebbe provare a fare altri mercatini, certo all'inizio si sarà sempre di rodaggio, ma ho delle belle idee e voglio mettermi d'impegno per realizzarle.
Spesso le nostre idee sono fragili e volatili come queste fotografie, che il vento continuava a staccare a far rotolare, ma so che con molta pazienza arriveranno anche dei risultati, già osare e mettersi in gioco esponendo pubblicamente le mie fotografie, parlando e raccontandomi con chi é venuto a vederle, é stato un bel traguardo.
Domani vi racconto degli altri partecipanti allo Spazio Creativo organizzato dall'Associazione culturale Marcovaldo, intanto il mio ringraziamento va a mio marito che mi ha sostenuto in questi due giorni di mercatini con dosi abbondanti di gnocchi al castelmagno, bomboloni con Nute*la, gelati e per finire crepes da lui preparate con crescenza tiepida.
Si sa, quando si sta fermi per ore e ore al freddo, raccontando di sè e delle proprie fotografie, c'é bisogno di piatti coccolosi, di amici (siete stati molti, grazie!!) che passano a trovarti e di un gattino che ti si scaraventa addosso appena torni a casa stanco e mezzo congelato.
Stay tuned, che la mia mente é in fermento già pensando ai prossimi mercatini da organizzare.
Bisogna avere il coraggio di uscire dal guscio e di andare a testa alta in giro, con in mano un blocchetto di fotografie appena stampate, un sorriso un po' timido e la paura di non farcela.
Si tira fuori la creatività più profonda, si trovano idee per allestire un tavolino dal sapore autunnale, si trova un angolo in mezzo ad un viale di alberi, si tirano fili di spago tra tronco e tronco, e si usano decine di pinzette di legno per appendervi le fotografie.
Il vento imperterrito staccherà tutte le fotografie facendole volare attraverso il giardino per tre, quattro, dieci volte di fila in pochi minuti.
Bisogna avere pazienza, riattaccarle tutte, risistemarle, e farlo di nuovo per ore e ore, durante una serata ventosa.
Bisogna perseverare e saper rimanere anche quando al mercatino c'é poca gente, quando fa molto freddo e sei lì da più di 12 ore, quasi immobile seduto vicino al tuo tavolino.
Poi però guardi le tue fotografie lì appese, tutte in fila, scampoli di momenti belli, di piccole cose, "Il mondo tra le mani: riscoprire la bellezza delle piccole cose", e sei felice di vedere la loro macchia di colore sotto le foglie degli alberi, di sentire i commenti curiosi dei bambini che vengono a vedere e l'entusiasmo di altri fotografi e degli organizzatori per la tua mostra, per la tua installazione, che li colpisce, che interessa e che riceve i loro complimenti più calorosi.
Bello vedere come può emozionare anche una mostra così semplice,spontanea, tutta realizzata con quello che avevo sottomano: le foglie secche di inizio autunno a decorare, le zinnie dell'orto dei miei genitori sul tavolino, con le mele raccolte con mio nonno Lorenzo, il nido dove viveva Zeno, le zucche ornamentali color arancio vivo.
Mi ci é voluto molto coraggio e molta, molta pazienza per organizzare questa mostra/mercatino, é stato molto impegnativo, ero esausta dopo questi due giorni, ma sono profondamente fiera di me per aver provato questa nuova strada, per essermi messa in movimento.
Mi piacerebbe provare a fare altri mercatini, certo all'inizio si sarà sempre di rodaggio, ma ho delle belle idee e voglio mettermi d'impegno per realizzarle.
Spesso le nostre idee sono fragili e volatili come queste fotografie, che il vento continuava a staccare a far rotolare, ma so che con molta pazienza arriveranno anche dei risultati, già osare e mettersi in gioco esponendo pubblicamente le mie fotografie, parlando e raccontandomi con chi é venuto a vederle, é stato un bel traguardo.
Domani vi racconto degli altri partecipanti allo Spazio Creativo organizzato dall'Associazione culturale Marcovaldo, intanto il mio ringraziamento va a mio marito che mi ha sostenuto in questi due giorni di mercatini con dosi abbondanti di gnocchi al castelmagno, bomboloni con Nute*la, gelati e per finire crepes da lui preparate con crescenza tiepida.
Si sa, quando si sta fermi per ore e ore al freddo, raccontando di sè e delle proprie fotografie, c'é bisogno di piatti coccolosi, di amici (siete stati molti, grazie!!) che passano a trovarti e di un gattino che ti si scaraventa addosso appena torni a casa stanco e mezzo congelato.
Stay tuned, che la mia mente é in fermento già pensando ai prossimi mercatini da organizzare.
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venerdì 21 settembre 2012
Autunno
Buon equinozio d'autunno!
Qualche giorno fa ho potuto gustare un paio di ore di calma assoluta, necessarie e benvenute in queste settimane frenetiche, nel frutteto dei miei genitori ai piedi delle montagne.
I fiori dell'orto erano una macchia di colore vivida e brillante sotto ad un cielo invece già cupo ed autunnale.
Gli alberi, carichi di pere e mele, contorti, vecchi, eppure ogni anno si caricano di frutti senza essere mai curati da alcuna sostanza chimica umana.
Sui tralci, uva che abbiamo mangiato direttamente a manciate, tra i lamponi gli ultimi dolcissimi frutti, poco più in là ancora pomodori maturi, trombette, fagiolini.
Abbiamo già raccolto anche le prime zucche, arancioni e verdi, già immagino cosa potremo cucinare con la loro polpa.
Queste settimane racchiudono in sè ancora la vitalità dell'estate, ne sono testimoni questi fiori, ancora freschi e profumati, nello stesso tempo il freddo si avvicina e orami giunge l'epoca dei cavoli, dei cavolfiori, gli ortaggi estivi pian piano finiscono.
Insieme a Charlie ho raccolto nel campo una bella quantità di fiori di trifoglio selvatico (trifolium pratense), su suggerimento di Ella.
Dopo aver letto il suo post, credevo fosse ormai tardi per raccoglierli quest'anno, invece con mia sorpresa ne ho trovato l'erba piena, é stata una bella scoperta di serendipità, molte volte quando vogliamo qualcosa questo ci arriva, senza che lo cerchiamo espressamente.
Raccogliere in silenzio questi fiori, il sole che tramontava alle mie spalle, pienamente nel verde, mi ha riconnessa in modo profondo con il mio essere, é stato un momento di pura presenza, radicata nell'attimo, ne avevo enormemente bisogno.
Su suggerimento di Edera, una volta seccati i fiori messi ora al buio in sacchetti di carta, li mescolerò con fiori di elicriso, melissa e tiglio per creare una tisana invernale espettorante e lenitiva della tosse.
Qualche giorno fa ho potuto gustare un paio di ore di calma assoluta, necessarie e benvenute in queste settimane frenetiche, nel frutteto dei miei genitori ai piedi delle montagne.
I fiori dell'orto erano una macchia di colore vivida e brillante sotto ad un cielo invece già cupo ed autunnale.
Gli alberi, carichi di pere e mele, contorti, vecchi, eppure ogni anno si caricano di frutti senza essere mai curati da alcuna sostanza chimica umana.
Sui tralci, uva che abbiamo mangiato direttamente a manciate, tra i lamponi gli ultimi dolcissimi frutti, poco più in là ancora pomodori maturi, trombette, fagiolini.
Abbiamo già raccolto anche le prime zucche, arancioni e verdi, già immagino cosa potremo cucinare con la loro polpa.
Queste settimane racchiudono in sè ancora la vitalità dell'estate, ne sono testimoni questi fiori, ancora freschi e profumati, nello stesso tempo il freddo si avvicina e orami giunge l'epoca dei cavoli, dei cavolfiori, gli ortaggi estivi pian piano finiscono.
Insieme a Charlie ho raccolto nel campo una bella quantità di fiori di trifoglio selvatico (trifolium pratense), su suggerimento di Ella.
Dopo aver letto il suo post, credevo fosse ormai tardi per raccoglierli quest'anno, invece con mia sorpresa ne ho trovato l'erba piena, é stata una bella scoperta di serendipità, molte volte quando vogliamo qualcosa questo ci arriva, senza che lo cerchiamo espressamente.
Raccogliere in silenzio questi fiori, il sole che tramontava alle mie spalle, pienamente nel verde, mi ha riconnessa in modo profondo con il mio essere, é stato un momento di pura presenza, radicata nell'attimo, ne avevo enormemente bisogno.
Su suggerimento di Edera, una volta seccati i fiori messi ora al buio in sacchetti di carta, li mescolerò con fiori di elicriso, melissa e tiglio per creare una tisana invernale espettorante e lenitiva della tosse.
Vi lascio intanto questa ricetta per dei muffins autunnali, con pere e semi di papavero:
Mescolare 300 gr di farina con 120 gr di zucchero (io ho usato zucchero di canna), un cucchiaio di semi di papavero, un cucchiaino di spezie per dolci (ho usato una miscela di cannella, cardamomo e chiodi di garofano).
A parte mescolare un uovo, mezzo bicchiere di latte, 1/3 bicchiere di olio e 1 vasetto piccolo di yogurt bianco (circa 100 gr).
Versare il composto con il latte nella farina (io ho aggiunto ancora un cucchiaio di succo di pera perchè mi sembrava troppo asciutto), quindi aggiungere 5 pere piccole tagliate a pezzettini.
Mettere negli stampini, decorare con mandorle sfilettate e far cuocere circa 25 minuti a 180 gradi (avendo molte pere preferivo fossero ben cotti).
* Per i cuneesi: se domani e domenica siete in giro, mi trovate alla fiera d'autunno di Caraglio (CN), presso lo spazio artistico del Convento dei Cappuccini con la mia mostra fotografica
"Il mondo tra le mani: riscoprire la bellezza delle piccole cose" *
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