mercoledì 5 dicembre 2012
In cerca di lentezza
Questa sembra essere la settimana del mal di testa: prima mio papà che sta male camminando in montagna, poi io che mi trascino per tre giorni le tempie a pezzi, oggi Simone che é andato in pronto soccorso.
Tutto risolto bene, per fortuna, ma in momenti come questi, di spavento, di attesa dei referti, il mondo sembra ancora più fragile del solito.
Ci sono momenti in cui il nostro corpo ci obbliga a stare fermi, a rallentare, per me questo é molto difficile.
Sono sempre lì con liste di cose da fare in mente e scritte in agenda, lì a incastrare impegni, a progettare, quando invece bisognerebbe lasciar andare.
Ci provo, ad essere come Melira che dorme sul divano in piena rilassatezza, ma se mi fermo poi sembra che gli impegni rimasti siano ancora più gravosi.
Devi mettere in ordine i registri.
Devi finire di correggere le verifiche.
Devi leggere quel libro.
Devi stirare quella montagna di vestiti.
Devi rispondere alle emails.
Devi andare a fare una passeggiata.
Stasera devi insegnare al serale e domani ci sono i consigli di classe.
Poche volte so fermarmi veramente, non sono ancora giunta a quella saggezza bella che fa smettere lo sfarfallio inutile delle ali.
Però so essere una collezionista, e quando é tanta la stanchezza, tanto il mal di testa che quasi non si riesce a pensare, allora raccolgo le minuzie belle: le spezie che ci hanno portato direttamente da Katmandu due nostri amici che hanno fatto un trekking li.
Sono spezie di ogni tipo, colore, profumo.
Ieri ho provato il "soup masala" per preparare questa zuppa qui con cocco e cavolfiore che é risultata sublime.
Ricevo lettere e cartoline, come queste da Mary Beth, e impacchetto con lana e washi tape dei pensierini da spedire in giro per l'Italia e per il mondo, per far girare un po' di bellezza durante l'Avvento.
Mi obbligo a dormire un'ora di pomeriggio, a camminare più lentamente.
Impasto piano dei biscotti.Immagino un prossimo viaggio.
Ammiro il nido che mio papà ha trovato e che riempito per me di "puciu" come se fossero uova.
Osservo il bulbo di giacinto che tutto d'un colpo ha messo fuori in un giorno un grappolo di fiori bianchi, scarto uno alla volta a turno i cioccolatini dal calendario dell'Avvento.
Sperando che nei prossimi giorni possiamo stare tutti meglio.
Cosa fate voi per ricaricarvi quando non state bene?
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Io cerco di distendermi per qualche minuto senza pensare a niente, respiro, mi ascolto respirare... e poi, se il malessere me lo permette, vado a fare una passeggiata nei vigneti e nel bosco.
RispondiEliminaTi abbraccio forte
Francesca
Ti abbraccio, Dani. Sono felice che sia stato solo un grosso spavento e nulla più... e che, tutto sommato, quando ci si trova "dall'altra parte" in corsia si senta di far parte, nel bene e nel male, di una famiglia allargata, in ospedale. Pesa insegnare, il lavoro sommerso che è tanto. Io cerco di eliminare i "devo", li trasformo in "faccio": pensare è più duro che fare, il più delle volte... e continua a collezionare bellezza :-)!
RispondiEliminaIo non sono una grande fan del dovere. Lo ammetto, il mio senso del dovere fa pena. Infatti casa mia è un discreto schifo, finisce sempre in fondo alle priorità.
RispondiEliminaIn generale, il mio modo di vivere è prefissarmi pochi obiettivi indispensabili e mantenerli, lasciando che il resto vada come vada. Tanto non posso moltiplicare il mio tempo o ammazzarmi di straordinari. E non trovo neanche produttivo rimanere alzata fino alla una per riordinare casa o stirare (giammai!) o pulire la cucina.
Il mio corpo mi ha già spiegato chiaro e tondo che, se esagero, vado a ramengo. E poi rischio di perdermi anche le cose che voglio davvero fare.
Come ti dicevo, anche Luca è stato male questa settimana, proprio perché ha esagerato e si è stancato molto.
Dobbiamo imparare a rallentare, anche quando ci sembra impossibile!
PS: ti ho mandato un messaggio privato su FB :-)
La "saggezza bella" scatta per istinto di sopravvivenza dopo i 40 anni e almeno un figlio.
RispondiEliminaE' una questione di vita o di morte.
Quando si è ancora giovani e liberi (nella fattispecie, senza figli) è bellissimo stancarsi tanto, ma proprio tanto. Il conto, al massimo, lo chiedono il fisico e il sonno.
In bocca al lupo per Simone e per tuo papà, spero che si siano ripresi bene.
Sappi che ti invidio molto le spezie...
Di solito quando il corpo mi chiede il conto lo fa via sonno... dormo e volente o no, devo lasciar perdere il mio non saper star ferma senza far nulla!
RispondiEliminaAuguri che ritroviate la serenità dopo queste ansie e problemi!