martedì 28 maggio 2013

Avventure selvagge, montagna e isole canadesi


Tra i blog che seguo, mi piace moltissimo quello di Emma Bradshaw, sempre ricco di idee per giornate e avventure all'aria aperta, pic-nic, escursioni nei boschi.Cerco di passare più tempo possibile all'aperto, ma gli orari strani che faccio al lavoro e il nostro vivere in città lo rendono un po' più difficoltoso rispetto agli scorsi anni.Le idee di Emma mi riportano sempre radicalmente all'amore per la natura, per gli alberi, per il contatto con gli animali.Ad esempio in uno dei suoi ultimi post ha descritto 25 avventure selvagge che intende realizzare con i suoi tre figli in questa prossima estate.
Io lo trovo molto originale e interessante.Mi piacerebbe realizzare alcuni questi mini-progetti, come dormire all'aria aperta, andare in canoa, provare a cuocere il damper bread (anche se é estremamente raro che accendiamo dei fuochi in montagna), preparare la hedgerow jam con mele, more e bacche di sambuco.
Domenica abbiamo organizzato io e Simone un piccolo pic-nic/escursione in un posto che amo molto, una vecchia casa di montagna abbandonata ai piedi della Bisalta, a cui si arriva con mezz'oretta di facile camminata in un bosco di castagni, faggi e betulle affollato di mirtilli nel sottobosco.
Una volta arrivati alla radura, é stato bello toglierci le scarpe, camminare a lungo nell'erba e ritrovare un contatto con la terra, esplorare il terreno "rumato" (smosso) dai cinghiali e le loro impronte.Attorno a noi la montagna era maestosa, così verde per tutta la pioggia caduta negli ultimi mesi da fare quasi male agli occhi.
Stamattina invece, prima di andare in università, ho acceso per qualche minuto la televisione e ho trovato per caso (ma il caso non esiste, e le mie giornate sono ricche di coincidenze stupende come questa!) una trasmissione su Rai5, un documentario girato nelle Isole Haida Gwaii.La popolazione di quest'isola ha un rapporto strettissimo sia con il mare che con le foreste, che era stato logorato dalla dominazione coloniale.Ora il popolo Haida sta riallacciando il legame con gli alberi, con gli spiriti del mare, sta ricominciando ad intagliare i totem e le canoe tipiche, a parlare la sua lingua.Alcune scene del documentario sono state girate in una rigogliosa foresta, che é tutelata come "foresta culturalmete modificata" vista la presenza amorevole dell'uomo che ne usa i cedri sopratutto per costruire le canoe, ma con rispetto, attenzione, riverenza.La visione di questo documentario é stata una benedizione, mi ha trasmesso un grande sentimento di armonia, ve lo consiglio di cuore.Ha illuminato la mia giornata!
Buona continuazione di settimana ad oguno di noi, cercando di passare almeno qualche minuto delle nostre giornate all'aria aperta, nel verde.


1 commento:

  1. Ma quello che vedo dietro Simone è cielo, cielo azzurro???? Mio Dio, non lo vedo da tantissimo tempo!!!!!!!!
    Me ne ragalte un pochino?
    Bellissimo pic-nic e bellissime montagne.
    Vi abbraccio
    Francesca

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