Lo scorso anno vi ho presentato uno dei miei amici boschi, stamattina invece io e Simone siamo andati in un altro bosco, che mi è ancora più caro. In questo bosco, che appartiene alla mia famiglia, non andavo da qualche anno. Da bambini venivamo qui spesso, soprattutto per accompagnare mio papà a fare legna. Quando c'era ancora mia nonna Rita, veniva anche lei e mi ricordo benissimo che solo per quest'occasione, si metteva una lunga gonna di jeans. Lei indossava sempre gonne lunghe, e anche per venire nel bosco non vi rinunciava, ma preferiva questo tessuto più resistente contro le spine delle runsule (rovi).
Andavamo nel bosco con l'Ape verde oliva di papà (noi seduti sul cassone del retro, il vento nei capelli) oppure sul trattore e a volte, ci sedevamo sulla pala del trattore tenuta bassa e ci facevamo portare così.
Oggigiorno il bosco è poco sfruttato, perché è molto scomodo farci legna e portarla a valle.
Per entrarci abbiamo dovuto superare una selva di felci e rovi, tanto che per un attimo ho temuto di essermi sbagliata e di aver scelto il sentiero errato. Ma no, il bosco era quello, come potrei non ricordare?
Una bellissima ragnatela illuminata dal sole retrostante ci ha salutati, e abbiamo proseguito fino ad una piccola radura, dove mi ricordo che parcheggiavamo sempre l'Ape o il trattore.
Lì c'è della legna già tagliata, ma per portarla a valle bisognerebbe pulire e mettere in ordine tutta la strada, tagliare i rovi...spero che lo faremo.
Nel bosco, mi piace scoprire ciò che regala il sottobosco: muschio fiorito, piume soffici e leggere impigliate tra le felci.
Per terra, funghi, sfortunatamente nessuno commestibile, ma molti pet ed luv ("petti di lupo"), funghi rotondeggianti che maturi, se schiacciati con il piede, producono un leggero sbuffo di fumo nerastro. La gara, da bambini, era sempre quella di trovare i pet ed luv più grandi e di schiacciarli con un solo salto fragoroso.
Bacche rosse ornano il muschio, come tesori per le fate che vivono tra le radici dei castagni.
Praterie di fiori bianchi e viola simili ad orchidee si allungano e si stiracchiano nelle pozze di sole che filtra tra i rami.
Certo da bambina mi sembrava che questo bosco fosse molto più grande e misterioso, inaccessibile e vasto, oggi l'ho trovato ridimensionato, quasi di dimensione domestica.
Eppure rimane il fascino di questi alberi, e soprattutto di tutti i giorni che ho passato qui, con mio fratello, correndo su e giù per i sentieri, raccogliendo i funghi buoni quando c'erano e sperando di incrociare lo sguardo dei caprioli.
Questi sono giorni un po' di limbo, in cui aspetto di essere contattata dalle graduatorie scolastiche per insegnare, spero molto che sia così, se no dovrò cercare un'altra occupazione.
Si generano in me emozioni contrastanti, che cerco di cogliere e vivere: vedrò cosa riserva il futuro.
Camminando nel bosco, stamattina ho avvertito però la felicità di questa vita, nonostante tutto, una felicità anzi così grande che mi coglie impreparata come se non avessi mani abbastanza grandi per contenerla tutta.
Mi sento quasi in colpa (in modo incomprensibile, ma è così...) per queste giornate belle, quando invece dovrei imparare ad apprezzarle solamente, ad abbassare la guardia, perché in fondo me le merito, sono piuttosto in credito con la vita.
Allora metto su un sorrido, apprezzo quello che ho e vado avanti.
Andavamo nel bosco con l'Ape verde oliva di papà (noi seduti sul cassone del retro, il vento nei capelli) oppure sul trattore e a volte, ci sedevamo sulla pala del trattore tenuta bassa e ci facevamo portare così.
Oggigiorno il bosco è poco sfruttato, perché è molto scomodo farci legna e portarla a valle.
Per entrarci abbiamo dovuto superare una selva di felci e rovi, tanto che per un attimo ho temuto di essermi sbagliata e di aver scelto il sentiero errato. Ma no, il bosco era quello, come potrei non ricordare?
Una bellissima ragnatela illuminata dal sole retrostante ci ha salutati, e abbiamo proseguito fino ad una piccola radura, dove mi ricordo che parcheggiavamo sempre l'Ape o il trattore.
Lì c'è della legna già tagliata, ma per portarla a valle bisognerebbe pulire e mettere in ordine tutta la strada, tagliare i rovi...spero che lo faremo.
Nel bosco, mi piace scoprire ciò che regala il sottobosco: muschio fiorito, piume soffici e leggere impigliate tra le felci.
Per terra, funghi, sfortunatamente nessuno commestibile, ma molti pet ed luv ("petti di lupo"), funghi rotondeggianti che maturi, se schiacciati con il piede, producono un leggero sbuffo di fumo nerastro. La gara, da bambini, era sempre quella di trovare i pet ed luv più grandi e di schiacciarli con un solo salto fragoroso.
Bacche rosse ornano il muschio, come tesori per le fate che vivono tra le radici dei castagni.
Praterie di fiori bianchi e viola simili ad orchidee si allungano e si stiracchiano nelle pozze di sole che filtra tra i rami.
Ho raccolto dei rametti a forma di fionda, per intrecciarli magari con della lana, per creare qualcosa così, come ho già fatto lo scorso autunno.
Ho raccolto delle piume bellissime, non so a che uccello appartengano, chiederò ai miei cugini, credo siano di poiana.Certo da bambina mi sembrava che questo bosco fosse molto più grande e misterioso, inaccessibile e vasto, oggi l'ho trovato ridimensionato, quasi di dimensione domestica.
Eppure rimane il fascino di questi alberi, e soprattutto di tutti i giorni che ho passato qui, con mio fratello, correndo su e giù per i sentieri, raccogliendo i funghi buoni quando c'erano e sperando di incrociare lo sguardo dei caprioli.
Questi sono giorni un po' di limbo, in cui aspetto di essere contattata dalle graduatorie scolastiche per insegnare, spero molto che sia così, se no dovrò cercare un'altra occupazione.
Si generano in me emozioni contrastanti, che cerco di cogliere e vivere: vedrò cosa riserva il futuro.
Camminando nel bosco, stamattina ho avvertito però la felicità di questa vita, nonostante tutto, una felicità anzi così grande che mi coglie impreparata come se non avessi mani abbastanza grandi per contenerla tutta.
Mi sento quasi in colpa (in modo incomprensibile, ma è così...) per queste giornate belle, quando invece dovrei imparare ad apprezzarle solamente, ad abbassare la guardia, perché in fondo me le merito, sono piuttosto in credito con la vita.
Allora metto su un sorrido, apprezzo quello che ho e vado avanti.
Il bosco è sempre magico, e ognuno ha il "suo" bosco. Sei bellissima in questo tuo spazio sacro, serena, si vede. Grazie per aver condiviso con noi queste splendide foto!
RispondiEliminaSi, la magia del bosco era troppo bella per non essere condivisa!
EliminaI tuoi post sono uno più bello dell'altro,ti abbraccio e...lunedì spedisco :)
RispondiEliminaGrazie, sono impaziente :-)
EliminaOh Daniela tu vivi in Paradiso! Quanto vorrei trasferirmici all'istante!
RispondiEliminaIl bosco è un luogo incantevole, la natura ha in sè l'essenza della serenità, la magia ad ogni passo.
Grazie per i tuoi post.
Un abbraccio affettuoso
Lena
Hai ragione, spesso non mi rendo pienamente conto di quanto sia bello il posto dove vivo...chissà un giorno verrai qui e vedrai questi boschi e queste montagne :-)
EliminaLeggendo e guardando le foto del post pensavo la stessa cosa di Lena.
RispondiEliminaGrazie della condivisione... di questo ti ringrazio spesso ma non sarà mai abbastanza!
Buona domenica : )
Oh come sono contenta di condividere con voi queste immagini e questi momenti!! :-)
EliminaQuesto tuo post mi ha fatto ricordare il bosco dove trascorrevo molti pomeriggi da bambina. Bellissimo, grazie :-)
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