giovedì 27 febbraio 2014

San Giorgio #1

La prossima volta che sarò a Gerusalemme voglio comprare una piccola icona di San Giorgio e una di San Michele, so già dove, in un negozio di icone sulla via Dolorosa, andando verso la porta di Santo Stefano, appena oltre il collegio austriaco. Mi piacciono questi santi sauroctoni, forti e invincibili, e mi piacciono perché ricollego San Giorgio alla collina omonima nel paese dove abitano i miei genitori e dove ho vissuto fino a qualche anno fa, mentre San Michele è il patrono di Cuneo, la città dove abito ora.
Ieri non sono andata in università e in mattinata sono salita sulla collina di San Giorgio fino alla chiesetta, progettavo una lieve camminata primaverile e le prime fotografie ai fiori e alle gemme di salice, magari l'avvistamento delle primissime erbe spontanee, invece ieri mattina nevicava, dopo alcuni giorni azzurri e soleggiati.
Una nevicata a fiocchi grandi e larghi, quelli che qui da noi si chiamano pataras ed mars per indicare quelle nevicate marzoline improvvise e abbondanti che con altrettanta repentinità sciolgono e spariscono.


 Ho trovato le mie amatissime gocce e mentre fotografavo pensavo "basta, hai decine e decine di fotografie come queste, di gocce sui fili" ma non potevo fermarmi, perché le gocce sui fili e sugli steli sono una delle manifestazioni più alte della grazia e mai potrò smettere di cercarle e serbarle nei miei scatti. Sul sentiero non c'erano altre persone, tutto muto, solo la neve che via via cadeva e i muretti a secco che si facevano bianchi. Bianco l'angolo dove di solito crescono i luvertin, bianche di neve pure le prime violette già sbocciate. Le piatte foglie di edera lungo i muretti trattenevano la neve come su vassoi, una dopo l'altra.





Poi sono arrivata al bosco, sulla sommità della collina, sul versante nord dove non ci sono orti o terrazzamenti. Lì tutto era immobile e ho pregato di incrociare qualche capriolo, ma ho trovato solo ovattato silenzio. Ho avuto un poco paura ad addentrarmi nel bosco, da sola e sotto quella forte nevicata, il mio istinto mi diceva di guardarmi alle spalle e così ho fatto, ma ho proseguito fino alla chiesetta ed è stato bello camminare nel bosco bianco, sulla strada che nessuno aveva ancora percorso quella mattina.



La chiesetta era lì, piccola e suggestiva, con le sue fondamenta sulla grande roccia (dove da piccoli papà ci mostrava sempre le incisioni e le coppelle rituali) e con l'affresco di San Giorgio scrostato e rovinato, ma ancora suggestivo. Non si vedevano le montagne perché tutto era bianco, neppure il paese ai piedi della collina, solo i fiocchi fitti e grandi. Amo molto questa collina perché la vista che regala sulla montagna è spettacolare e perché ci sono venuta infinite volte da bambina e ancora ci torno spesso, è legata a tanti ricordi, ma non ci ero mai venuta sotto una nevicata.
Mi piacerebbe nelle prossime settimane tornarci altre volte, documentare il succedersi delle stagioni e magari organizzarci qualche bel pic-nic o merenda con il primo sole.

La passeggiata di ieri è stata veramente rigenerante, dopo tanti giorni passati a studiare in casa, in mezzo a questa settimana di lezioni all'università, stare un poco in collina mi ha fatto un gran bene e ha spazzato via i pensieri, rendendomi indietro una mente più tranquilla e uno spirito più attento.

martedì 25 febbraio 2014

Riflettendo #2



connecting -  con due care amiche per una cena a base di polenta e birra davanti al caminetto
nourishing -  carote e cavolfiore crudi, frutta secca e the per un pranzo all'università; per oggi coste in agrodolce e focaccia allo zaa'tar, per cena mele al curry e cus cus
reading -  Besame Mucho di Carlos Gonzales, il suo approccio pedagogico è molto radicale ma mi trova d'accordo ed entusiasta
playing -  guardare questa puntata di un documentario sulla mia amata Gerusalemme
creating -  regali a costo zero ma con tanta creatività per il compleanno di un'amica, creandole una piccola scatola di tesori per momenti di relax con una candelina, tisane, incensi, biscottini...
nurturing -  praticare yoga, bere molta acqua e leggere parole buone che mi regalano pace e ispirazione, coccolare la gatta quando fa le fusa
 growing -  passare bene l'esame di geografia e essere contattata da una mamma per aiutare la sua bambina nei compiti
listening -  quanto questa frase risuona in me (dalle meditazioni online di Deepak Chopra, grazie a Chandana: "Ricordati di un’occasione in cui hai deciso di lasciare che la vita si svolgesse
senza cercare di controllare il risultato. Cosa hai imparato semplicemente dal
“lasciar andare”?

loving: ricevere pacchetti colmi di cose bellissime da "sconosciuti" che leggono questo blog (grazie Daniela!!)




 

giovedì 20 febbraio 2014

Studiando


 

Domani sosterrò l'ultimo esame di questa sessione invernale, fondamenti e didattica della geografia, spero vada bene come sono andati quello di musica e di chimica che ho sostenuto a gennaio.
Studiare mi piace moltissimo, sono curiosa di imparare nuove cose e tranne la matematica, studio con piacere tutte le materie. Per fortuna ho un'ottima memoria e non ho difficoltà a studiare anzi, se dovessi elencare attività nelle quali sono brava, non avrei dubbi nel dire che sono brava a studiare.
Lo studio però è molto faticoso e stasera io sono veramente esausta, perché lo studio non finisce mai, passo molto tempo sui libri ogni giorno e lo passo con piacere, ma alla lunga questa immobilità mi pesa, così come il passare da un esame all'altro con pochi giorni di pausa mentale.
Lunedì ricominciano le lezioni, il prossimo semestre sarà molto denso di materie, ci sono ben nove esami che dovrei dare e come spesso accade, le lezioni non sono organizzate molto bene così che alcuni laboratori obbligatori si sovrappongono e non so ancora come farò a seguirli.
Dovrò andare praticamente ogni giorno all'università, che dista da casa circa 40 minuti di automobile sia all'andata che al ritorno, e le lezioni saranno soprattutto pomeridiane, proprio ora che le giornate si fanno più serene per stare all'aria aperta.
Con queste premesse è facile che mi affanni e mi preoccupi, perché mi chiedo come farò a fare tutto, mi dico che sicuramente non riuscirò a dare tutti gli esami e mi vedo rinchiusa per ore in aula mentre fuori si diffonde la primavera.
Voglio però cercare di prendere un giorno alla volta e mi ripeto che farò quello che riuscirò e per il resto non importa, andrò come sempre a piccoli passi.
Mi è venuta in mente una piccola idea, visto che al mercoledì forse avrò solo due ore di lezione, di dedicare quel giorno ogni settimana allo stare all'aria aperta, concentrando maggiormente lo studio negli altri giorni e dedicando il mercoledì alla natura e alla creatività.
Non so se gli orari delle lezioni cambieranno ulteriormente, né se riuscirò effettivamente ad organizzarmi così, sicuramente so che ho bisogno di una struttura più fissa per le mie giornate, perché tendo a voler fare tutto insieme e così alla fine non concludo niente, invece dovrei forse concentrarmi di più sullo studio in alcuni giorni e dedicare del tempo specifico ad altre attività come lo sport o la scrittura in altri momenti.
Io mi perdo molto piacevolmente nelle attività quotidiane, mi piace cucinare e occuparmi della casa, e svolgere tutte le altre miriadi di attività giornaliere, ma i giorni sono spesso troppo densi di attività non approfonditi e questa è insieme una mia profonda caratteristica e un mio cruccio.
Da domani, passato l'esame e diradata la nebbia di dati geografici in testa, voglio concentrarmi di più per vivere meglio le giornate, renderle più produttive, nel senso di spese con attenzione per realizzare i progetti che ho in testa e  che spesso restano solo lì, saldamente in mente, ma mancano di concretezza.

mercoledì 19 febbraio 2014

Riflettendo



 
 
 
Connecting:  preparare un pacchetto da spedire ad un'amica con i timbrini ricevuti in regalo da un'altra, in un passaparola di bellezza.
Ricevere a sorpresa un libretto in regalo, da Trento fino a qui, con affetto.
Leggere la testimonianza commovente di incontro sincero  e di una fascia porta bambini;
leggere il resoconto del viaggio di Anna con suo fratello Kuba.
Iscriverci a questo sito che permette di offrire gratuitamente la preparazione e consumazione di un pasto ad ospiti provenienti da altre città e di poter ricevere la stessa ospitalità in giro per il mondo.

Nourishing: preparare pancakes di pasta madre (e leggere la storia della yiddishe mame dietro alla ricetta),invece in questo momento sta cuocendo in cucina la zucca per farcire queste crespelle

Reading: Nemico, amico, amante di Alice Munro e segnare qui i libri che vorrei leggere prossimamente;
moltissimi articoli e blogs sul lavoro delle doule

Playing: a calcetto ogni mattina, con uno dei bimbi che seguo, o con aerei, portaerei, shuttles con un altro bambino

Creating: candele di pura cera e ghirlande di rami di betulla con pigne e bacche di rosa canina, ad un laboratorio al Parco Fluviale;
storie da raccontare ad un bimbo per farlo addormentare che hanno come protagonista il personaggio che ho inventato dell'aereo flottiglia.

Nurturing: svegliarmi presto la mattina, ma una volta tornata a casa dal lavoro accendere un incenso, arieggiare le stanze per fare pulizia e poi concedermi spesso una seconda colazione

Growing: imparare tane nozioni nuove, studiando per l'esame di didattica della geografia (e scoprendo ad esempio questo sito che permette di vedere online una carta medievale britannica) e per il corso sull'allattamento che ho seguito nel weekend e che mi ha permesso di diventare consulente alla pari in allattamento secondo il modulo UNICEF/OMS

Listening: la colonna sonora di Inside Llewyn Davis dopo aver visto il film domenica sera

Loving: i fiori per casa, ricevuti da Simone o da mia mamma, e le giornate che via via si fanno più lunghe e luminose

**** Ylenia ha estratto a sorte la vincitrice del giveway per il suo post, invece io ho estratto tra i commenti al mio post Gratitudine in semi sparsi, ha vinto Elisa che ha commentato:
Giallo è un colore che da bambina amavo molto. Mi ricordo ancora di una gonna gialla che avevo e ruotando su me stessa come una ballerina facevo svolazzare leggera nel vento con una sensazione di leggerezza felicità e di ottimismo verso il futuro che mi si proiettava davanti. Poi crecendo ho dimenticato questo colore privilengiandone altri, a volte il rosso a volte il nero , forse perchè ho dovuto imparare presto a guerreggiare per far valere la mia presenza e questi colori mi si addicevano di più . E' ora di ricominciare a tingere di giallo la mia vita per recuperare quella leggerezza e felicità a volte dimenticata. Grazie per avermelo ricordato.
Elisa mandami il tuo indirizzo di casa a banjasdesign@libero.it  ****





 

domenica 9 febbraio 2014

Passeggiando

 
Ultimamente sto passando molto tempo in casa, soprattutto perché sto studiando molto per la sessione esami e quindi buona parte del tempo quotidiano è spesa nella lettura e nello studio, il che mi piace e mi appassiona, ma a volte perdo l'abitudine di uscire all'aria aperta in modo continuativo che non siano le commissioni necessarie.
Si sta bene in casa, con una bella tazza di the o tisana, spesso le giornate sono umide e piovose e a parte per lavoro mattutino non ho molta voglia di uscire.
Da quando ho ripreso a praticare yoga in casa ogni giorno, quella è la mia attività "fisica" e le passeggiate si sono diradate. Non ho tempo per svolgere entrambe le attività ogni pomeriggio.
Quando esco fuori e mi prendo il tempo per una bella passeggiata però è meraviglioso.
Venerdì pomeriggio stava piovendo e anzi iniziava a nevischiare ma ho deciso di uscire lo stesso e ho goduto di una bellissima passeggiata al fiume. Non c'era nessuno, soltanto io, sotto la pioggia con la macchina fotografica. La città dove abitiamo è piccola e per fortuna, pur abitando proprio in centro, ci vuole poco per raggiugere il viale alberato e il verde.
Gli alberi erano uno scintillio di gocce, che li abbellivano nonostante si trattasse sempre dei soliti alberi del viale, dei soliti cespugli, delle solite siepi...
Le gocce sono il mio soggetto fotografico preferito, così piccole e dense di luce, spariscono in un attimo ma nello stesso tempo la loro perfetta rotondità le rende speciali. Adoro osservarle da diverse angolature, capire come restano impigliate ai rami, alle foglie, alle ragnatele.
Semplici molecole d'acqua che però trasformano tutto ciò che toccano.
Ho passeggiato fino al fiume e via via mi sono fermata a fotografare le gocce.
Intanto il cielo si schiariva e la nebbia si diradava. Alla fine della camminata il cielo ero azzurrissimo e non solo riluceva ogni ramo spoglio nella luce del pomeriggio che declinava, ma riluceva anche la terra bagnata da un velo di pozzanghera.
Ho immaginato i pittori impressionisti andare in visibilio di fronte ad una luce così bella, così decisa.
 

 
 

 



Solitamente nel fine settimana riusciamo ad andare a fare una camminata in montagna, immergendoci ancora i più nel verde che non lungo la nostra beneamata sponda di fiume.
Sono ore di ricarica, di una sensazione fisica di rilassatezza e di respiro che si fa lento e profondo. Fosse per me, come ho già raccontato molte volte, starei tutto il giorno nel bosco.
Mi piace la luce schermata dagli alberi, il silenzio, l'odore della terra e delle foglie e l'intimità che creano gli alberi, che abbracciano e circoscrivono lo sguardo.
Ieri abbiamo fatto una camminata nel bosco con le ciastre, la neve lì non era moltissima, ma aveva lasciato, come lungo il fiume, gocce e ghiaccioli sui rami e sul muschio.
Non abbiamo visto caprioli, ma le loro impronte erano ovunque e camminavano fianco e fianco con le nostre, noi un poco intrusi e loro ad osservarci da qualche parte più in alto.
 




 Stamattina invece ci hanno accolti un cielo azzurro e un vento forte benché freddo, che ha spazzato via le nuvole e subito colmato l'aria di un profumo di primavera (che però è ancora lontanissima).
I ruscelli oggi erano in piena attività, tenendo fede al proverbio che "a Sant'Aghetta a cur la bialeretta" (a Sant'Agata scorre il ruscello).
Siamo andati a piedi lungo la sponda dell'altro fiume, su su fino a casa dei miei cugini.
Nel prato ancora innevato c'erano già dei fiori di girasole e forte è stata la voglia di improvvisare un piccolo mandala con rametti, sassi, erba secca, foglie di edera e metà guscio di noce a contenere il piccolo fiore giallo.
Intanto attorno le cime delle montagne erano spazzate dal vento
che sollevava nuvole di neve visibili anche dalla città.
Il sole era così caldo che avrei avuto voglia di sdraiarmi in un prato e rimanere lì per ore ad abbeverarmi di sole e dell'azzurro limpido del cielo.
Stare all'aria aperta è una delle gioie più grandi della mia vita, starci con qualsiasi tempo, in ogni stagione, senza avere paura di sporcarsi o bagnarsi.
Per fortuna non ho queste paure, fin da piccola sono abituata ad uscire sempre, nonostante fango o pioggia ed ogni volta torno a casa carica di energia e felice di aver mosso muscoli e gambe, un passo dopo l'altro.



 

giovedì 6 febbraio 2014

Parole condivise

In questi giorni, ma in realtà negli ultimi mesi, mi accorgo di come io sia la custode di tante storie, che ricevo, che incontro, che mi sono consegnate.
Sono le storie delle famiglie che incontro, dei bambini che seguo o che aiuto nei compiti: Elvis, Alessandro, Ludovico...
Sono privilegiata, sebbene questi siano lavori molto semplici e molto distanti dai miei studi "accademici". Sono privilegiata perché posso incontrare queste storie, posso con il mio poco essere tanto per ciascuno di loro. Soprattutto ho la possibilità di uno scambio sincero con altre persone, estranee ma così vicine, ho la facoltà di creare dei legami profondi dove prima c'era distanza e riserbo.
Poi ci sono le storie che ricevo, che mi sono raccontate, da persone che ho conosciuto ma che vivono lontano da me, come una delle mie ex coinquiline del tempo dell'università oppure la ragazza che abbiamo incontrato in India la scorsa estate e che mi raccontano i loro sogni o la splendida realizzazione dei loro desideri.
Ci sono le storie di persone che ho visto una volta sola, come la mia amica Simona, ma che sento molto vicine  e che conservo nel cuore.  Le storie come la sua mi commuovono quando si fanno improvvisamente tangibili, con il pacchetto spedito e ricevuto a sorpresa da lei, preparato con cura amorevole...

 [la figurina del super eroe che mi ha regalato uno dei bimbi che seguo]
[il biglietto ricevuto da Simona]
Ci sono anche le storie che incrocio grazie a questo blog,  che mi permettono il dono di conversazioni con donne che non ho mai visto ma che originano reciproche simpatie attraverso le parole condivise, come il progetto che abbiamo inaugurato io e Il tempo della crisalide, per camminare a piccoli passi verso la gratitudine.
Come la chiacchierata di ieri sera con Chiara via Skype (ciao!) o come le email ricevute da Giulia dalla Liguria (ciao!) che mi hanno regalato momenti preziosi delle loro vite, li hanno consegnati a me, emozionandomi.
Oppure la conversazione con Daniela, che sta scrivendo una tesi sulla scrittrice spagnola Rosa Chacel (ciao!) e che ha recentemente acquistato alcuni dei miei biglietti fotografici.
Mi stupisce sempre quanto queste connessioni siano reali, vere e importanti.
Sono virtuali, eppure io sento una sorellanza forte, sento di far parte di un gruppo vasto che crede nella stessa forza e bellezza della vita e queste connessioni per me sono necessarie. Non vanno a cancellare quelle reali e concrete con le mie amiche, ma anzi le rafforzano in un continuo gioco di rimandi, di incastri e di condivisioni, in cui ciò che vivo quotidianamente arricchisce le mie interazioni sul blog e ciò che vivo tramite il blog passa anche nella vita concreta, creando un circolo di belle idee e di conoscenze reciproche che si rinsalda e mi nutre giorno dopo giorno come diversi filati dello stesso tessuto.
Così succede mi succede di incontrare molte storie che mi regalano qualcosa di importante, un insegnamento, anche quando i loro autori sono lontani.
...è il caso di questo video di una ragazza che soffre di una grave patologia ma che ha saputo rinnovarsi con forza inaudita, fare della sua disabilità fisica uno strumento per diventare motivational speaker e con il suo esempio spingere alla riflessione personale e alla crescita le persone che la ascoltano.
Oppure il video di questo ragazzo di Torino che ha compiuto un viaggio in bicicletta in Islanda e  ci restituisce il racconto di un'esperienza di pura libertà e di vita semplice.
E altri incontri, ancora più casuali e per questo preziosi, come quando qualche giorno fa, passando da link in link, sono arrivata non so come al blog di questa ragazza russa, di cui non ho capito niente, ma ha fotografie che mi hanno emozionato molto e i pupazzetti che crea mi hanno ispirata e fatto sorridere. Non so nulla di lei, non ho nemmeno capito come fare per contattarla, eppure è un'altra storia che ha incontrato la mia e l'ha resa più felice e  più ricca.
Mi piace molto questo essere la custode delle storie ricevute da altri e mi piace molto, moltissimo, sapere che con quello che scrivo qui posso regalare a chi legge anche un pezzettino della mia, di storia, un pezzettino che magari può servire, può ispirare, può rasserenare...
Come scrive Heather nel suo articolo ai suoi figli,
 I want them to be storytellers and poets, letting their emotions be their guides.
I want them to know that even if one person comes along
 and is changed by their words, that will be enough.
I want them to know that their greatest gifts can come from what they are willing to give of themselves, and how they can help another by simply sharing their own experiences.
 I want them to remember that their story is a beautiful one.
(Voglio che loro siano narratori e poeti, lasciando che le loro emozioni siano le loro guide. Voglio che sappiano che anche se una sola persona arriva e cambia grazie alle loro parole, questo sarà abbastanza. Voglio che sappiano che i loro doni più grandi possono provenire da quello che sono disposti a dare di se stessi, e come possono aiutare un altro, semplicemente condividendo le proprie esperienze. Voglio ricordino che la loro è una bella storia.)
 
Sono felice di scrivere qui le mie parole e felice degli incontri con anime preziose che queste mi permettono, quindi grazie a chi mi legge e a chi commenta, grazie a chi a sua volta scrive perché anche io rimanga cambiata dalle sue parole.

[a casa, appena prima di scrivere un racconto]

[ad un reading letterario per la Giornata della Memoria]