domenica 30 ottobre 2011

Le Sambucane

Fin da piccola, il fine settimana prima dei Santi sono sempre andata a Vinadio alla mostra delle pecore Sambucane, quest'anno siamo tornati tutti insieme e come sempre é stato bello ritrovarmi in un posto che conosco bene, in cui sono andata così tante volte, e che in questo periodo dell'anno é sempre illuminato dai colori autunnali più vividi.

Al mercato, ho comprato ricotta fresca, della cera d'api e delle calze di lana, per prepararci bene al'inverno e alle giornate ora più corte e buie.


Abbiamo visitato la mostra ovina vera e propria, allestita nel forte di Vinadio, suggestivo con i suoi alti bastioni e la corte interna, dove erano oggi riunite le pecore esposte e dove avveniva la premiazione dei capi migliori e dei loro allevatori, alcuni molto giovani.


Tra i vari recinti, uno con un agnellino appena nato, tanto da avere ancora il cordone ombelicale attaccato e sanguinante, ma già agile sulle gambette e indaffarato a bersi il late della mamma.


Donne e uomini in costume occitano tradizionale, che con gesti abili e precisi ridavano vita agli antichi mestieri, come filare la lana grezza o intrecciare sedie di paglia.



E attorno a tutto questo, i colori dell'autunno che esplodevano con forza, vivaci, abbaglianti nel sole oggi ancora caldo nonostante martedì scorsa sia già caduta un po' di neve e se ora in città si é sciolta più su le montagne sono già tutte belle bianche.


Abbiamo guardato il paesaggio dall'alto e siamo saliti fino ad un altro forte, il Neghino, anche qui quanti ricordi di gite domenicali e di un'altra mostra delle Sambucane dove da piccoli io e mio fratello trovammo un agnellino ed il pastore avrebbe voluto regalarcelo perché la bestiola era orfana, e giocammo con quel piccolo animale tutto il pomeriggio, fantasticando di aggiungere un posto per lui nella nostra stalletta dove già vivevano conigli e galline,poi a malincuore dovemmo lasciarlo lì, ma a volte ancora songo di averlo con noi.Oggi abbiamo mangiato all'aperto sull'erba al sole, condividendo tutto con la banda di cuginetti venita su con noi alla mostra, i miei genitori, mio fratello.



Gli alberi attorno tutti arancioni, verdi, anche i larici, gialli, rossi, marroni, pennellate del pittore autunno sulle montagne.





Passeggiare sul sentiero era un continuo "ooh" per il cuore e per gli occhi immersi nei colori dei boschi di Vinadio.

Per concludere in bellezza, una coppia di amici sposi invitati da noi per il the pomeridiano, ci racconta dell'arrivo di due gemellini che nasceranno a marzo nella loro famiglia, e mentre parliamo con loro cuoce in forno il pane preparato da Simone e sul fuoco si scalda la zuppa preparata già in anticipo stamattina prima della gita in montagna, con cipolla, patata e un bel cavolfiore raccolto nell'orto.


E voi cosa avete fatto in questa domenica di autunno?

mercoledì 26 ottobre 2011

Madagascar:i villaggi dei pescatori

In Madagascar, a Manakara, sull'Oceano Indiano, la vita é semplice come nel resto del paese.Si dice Oceano Indiano e subito si pensa a lunghe spiagge cristalline e a hotel, ma a Manakara noi invece abbiamo visto una costa con onde impetuose e tanti, tanti pescatori, poveri, fieri, che vivono di quello che il mare porta loro, con semplici barchette di legno, o piroghe.
A Manakara c'é un canale di acqua salmastra,canale di Pangalanes, via d'acqua artificiale che scorre parallela alla costa, progettata e realizzata dai francesi durante la colonizzazione per collegare meglio le piantagioni interne alla costa.Durante il nostro soggiorno lì, abbiamo fatto un'escursione in piroga sul canale, durata un intero giorno, per andare a vedere come vivono i pescatori e la gente del posto.Per spostarsi sul canale, tutti usano le piroghe, anche i bambini, o si va a piedi, non ci sono altre vie di collegamento, come in gran parte del paese.




I villaggi dei pescatori si trovano principalmente sulla stretta fascia di terreno tra l'oceano e il canale di Pangalanes, così da poter pescare in entrambi.Le casette dei villaggi sono realizzate con tronchi e foglie dell' "albero del viaggiatore", pianta erbacea ad alto fusto diffusa in tutto il Madagascar






Siamo scesi in alcuni di questi villaggi a visitare e, come già in quello di Soatanana, anche in questo si respirava un'aria di grande pace, di calma immensa.I bambini, tantissimi come sempre, correvano a salutarci ma poi si mettevano a giocare da soli, con niente, seduti sulla sabbia o su e giù dalla riva nel canale, o con le loro piccole piroghe, sereni, allegri,a loro agio con ogni elemento naturale.









In questi villaggi, forse perché ancora più isolati, in mezzo all'oceano, con le palme grandissime a fare da sfondo a tutto, sembrava di essere anni luce lontani da tutto, nello spazio ma anche nel tempo, sospesi in un luogo irreale,dove tutto era "base", senza lussi ma anche senza fronzoli, solo uomini terra e mare e nient'altro.






In questi villaggi avrei voluto fermarmi, per stare ferma, in silenzio, con attorno i bambini che pescavano nel canale con archi e frecce.






Chi ci vive si occupa soprattutto di pesca di squali e di altri pesci, tra cui negli ultimi tempi le aragoste, ma nel canale si trovano pesci più piccoli pescati con le reti a nassa.









Non avevo mai mangiato prima le aragoste, mai, invece a Manakara costavano pochissimo, prezzi ridicoli per noi europei ( tipo 15 euro in tutto un pranzo per tre persone a base di pesce!) e così abbiamo mangiato aragoste ogni giorno lì, buonissime, mangiate fresche dai pescatori stessi, un gusto strabiliante, nuovo per me.



Nei villaggi poi la terra é molto fertile e allora i pescatori coltivano anche, soprattuto manioca, cipolle, patate dolci.Nel viaggio in piroga che dura circa 2 ore all'andata e 2 al ritorno, scivoliamo in mezzo a distese di ninfee e piante acquatiche, e sulla riva si spinge la giungla tropicale con i suoi grandi e folti alberi, noi navighiamo e i rematori cantano a voce alta per darsi il tempo.Li potete vedere ed ascoltare qui su Vimeo.






Arriviamo poi al Trou Du Commissaire, piccola insenatura sull'Oceano dove le onde dovrebbero essere meno forti, ma neanche lì riusciamo a nuotare.I bambini malgasci invece non hanno paura delle onde alte e si buttano in acqua per giocare con piccole piroghe che si sono costruti con foglie di banano.



Nei villaggi dei pescatori i rematori hanno comprato delle aragoste che ci cucinano sul momento, sia in umido con salsa al pomodoro che grigliate, insieme ad achards de legumes (verdure con curry), riso rosa bollito ed una zuppa di verdure (tipo spinaci) e gamberetti, il tutto servito con punch coco (punch al rhum con zucchero di canna e cocco), sulla spiaggia, non vi dico che sapore quei crostacei, un sogno.



Al ritorno, di nuovo in piroga,a viaggiare sul canale in mezzo ai giunchi, una breve sosta in un ultimo villaggio a vedere una piantagione di vaniglia (che é un'orchidea parassita), e poi per altre due orette c'é solo il rumore dei remi che solcano l'acqua ed il lieve sciabordio della piroga.






Attorno a noi, sul canale, tanti altri passano, carichi di merci che portano a vendere in città o che hanno comprato, ci si saluta, le traiettorie delle piroghe si sfiorano appena.



Sopra di noi un cielo infinito di nuvole, riflesse in acqua come in un doppio specchio.






E così sucede che al tramonto non si sa più con certezza dov é il cielo e dove il canale, tutto cambia colore, si fonde nel liquido.



Sopra e sotto si confondono e il Madagascar ci regala un tramonto lunghissimo ed incredibile, sfumature su sfumature, e non abbiamo altro da fare che osservarlo e navigare.









Poi diventa buio, tenebre assolute d'africa dove i rematori navigano a memoria, senza luci sulle nostre piroghe, niente luci sulla costa, e si chiamano l'un l'altro a voce altra per localizzarsi nel buio assoluto.



La notte il cielo di Manakara é un'infinità di stelle, nessuna illuminazione a disturbare, stavamo con la testa all'indietro ad osservare quella trapunta di stelle, minuscole e grandi, luminose, tante, tantissime come non ne avevamo mai viste in tutta la nostra vita.



* voglio ricordare che il nostro viaggio in Madagascar é stato possibile attraverso l'agenzia di viaggi solidali Viaggi e Miraggi*

lunedì 24 ottobre 2011

Ispirare, creare

Il cammino sta andando avanti, con sempre maggiore chiarezza.
Creatività, natura, salute sono alla base di tutto.
Ma per poter creare, devo anche saper attingere ad altre fonti artistiche, mettermi in gioco, vedere come altri creano, inventano, come si appassionano.
Questo il motivo principale per cui leggo molti altri blog ogni giorno, per cui mi lascio attirare dalle loro fotografie, dalle loro ricette, dai racconti dei loro viaggi, dalle loro riflessioni, dai giochi che fanno con i loro figli.
Ho bisogno di leggere e vedere come di una benzina che alimenti il mio serbatoio di arte, si per fotografare, per scrivere, per raccontare, devo saper guardare in me ma anche fuori, attorno, saper cogliere l'ispirazione per generare arte a mia volta.
Sempre più mi accorgo di come mi piaccia questo:fotografare, scrivere, raccontare.
Sempre di più mi sento a mio agio nel farlo, e mi sento entusiata quando riesco ad ottenere un buon risultato, magari dopo decine di fotografie allo stesso paesaggio o soggetto.
In questo weekend, complice un tempo atmosferico piuttosto grigio ed autunnale, che ha precluso una lunga gita in montagna, mi sono messa al lavoro per rendere tangibili due progetti, due progetti di due libri che vorrei pubblicare nei prossimi mesi.
Il lavoro da fare é molto lungo, ma mi piace, mi piace tantissimo, é un'attività nella quale potrei passare delle ore,ho molto da imparare ma finalmente sento che un'energia nuova, un nuovo spazio, si sta liberando proprio per questo scopo, per permettermi di creare di nuovo, di creare cose nuove, di sfidarmi di più.
Questi due libri mi esaltano, nel senso buono del termine, non esaltazione fatua, ma voglia di creare, liberazione di fantasia.
Una grande ricarica di energia creatrice l'ho avuta sabato visitando la mostra l'Egitto dei Quattro Elementi, organizzata ed allestita con grande competenza dai nostri amici Livio e Silvana, esperti di egittologia, con i quali avevo seguito il corso di archeologia egizia.
Hanno fondato un Gruppo Egittologico Studi e Ricerche tramite il quale hanno ideato la mostra fotografica sull'Egitto.
Un video di presentazione della mostra é qui.
L'installazione della mostra é suddivisa in quattro sale espositive, una per ogni elemento:terra, acqua, aria e fuoco, con fotografie scattate in Egitto e che fanno riferimento a reperti archeologici in cui é possibile ritrovare questi elementi base della vita.
[terra]

[acqua]

La mostra é molto interessante, ben curata, particolari le fotografie scelte, e soprattuto noi abbiamo avuto la fortuna di avere come guida durante la visita proprio Silvana, appassionata come non mai del suo Egitto, degli scavi archeologici che ha fatto là a Karnak, dei vari riferimenti artistici e storici presenti in ogni fotografia esposta.

Ad esempio, la fotografia delle mura esterne di un tempio, mura non dritte ma bensì ondulate, non perché sul punto di crollare ma perché raffigurazione concreta delle onde del Nun oceano primordiale: i fedeli entrando nel tempio si sarebbero figurativamente bagnati nell'oceano, simbolo di purezza, rinascita. Interessante vero?

La ricarica é stata poter osservare le bellissime fotografie, poter ascoltarne le spiegazioni, ma soprattutto vedere ancora una volta la passione totale di Silvana e Livio per l'Egitto, sentirli parlare così emozionati come se quell'antico Egitto fosse ancora vivo e tangibile, vedere i loro occhi brillare di ammirazione per le costruzioni antiche, vederli infervorarsi nelle descrizioni dei vari templi o monumenti.C'é tanto da prendere, da imparare dalla loro passione, che li ha portati ad organizzare questa prima ed unica mostra sull'Egitto a Cuneo, con tanto impegno e dedizione, segno che se si é veramente appassionati si possono realizzare grandi cose.

Lasciarsi ispirare dalle passioni altrui, dai loro lavori creativi, lo stesso con questo video girato in Israele da Matthew Brown e che ho scoperto per caso su Vimeo, che gran lavoro ha fatto unendo così video, musiche, fotografie, guardo e cerco di imparare.

Cosa vi ispira ultimamente?Da dove prendete la vostra energia?