martedì 25 agosto 2015

Out there on the sea


Mi affascina e mi sorprende sempre il notare come quando ne abbiamo più bisogno, ci arrivano risposte capaci di darci ciò a cui aneliamo in quel momento. La notte è stata agitata e l'inizio di giornata faticoso, con la piccolina che faticava a dormire e non voleva mangiare, inconsolabile. La stanchezza e la tensione si facevano sentire per entrambe, quando per caso tramite la mia amica Paola ho scoperto un canto meraviglioso, che immediatamente mi ha commossa ed emozionata. L'ho ascoltato con in braccio Maddalena, ammaliate dal suono del tamburo e dall'armonia delle voci che hanno ammorbidito la nostra inquietudine, ci hanno portate in un regno magico di donne, sorelle, di forza imperitura che si rinnova. Esattamente il suono di cui avevamo bisogno stamattina più che mai. Se sappiamo aspettare e guardare, le risposte arrivano sempre, magari sono piccole e nascoste, ma ci sono. Certo questa musica non ha fatto passare il mal di denti alla piccola, o cancellato il mio sonno, ma ci ha permesso per qualche momento di cambiare prospettiva e di riconnetterci in dolcezza e calma. 
Sto scoprendo pian piano come nei momenti di maggiore caos la cosa migliore che io possa fare è fermarmi, invece di affaccendarmi. Così quando Maddalena si è per un attimo addormentata, ho dedicato il mio tempo, prezioso, a costruire un piccolo mandala con petali di fiori attorno a un cuore di cermica. Quando si è svegliata, mi ha vista impegnata in silenzio a mettere in ordine i petali per creare una forma armonica, mi ha osservata a lungo, incuriosita, prima di richiedermi di essere presa in braccio. I mandala stanno diventando una mia strategia, una risorsa, veloce ed efficace per portare chiarezza nel quotidiano e poi ripartire, più leggera e concentrata.

Pur nella fatica di stamattina, mi piace rispondere con amore ai bisogni di Maddalena, soprattutto perchè so che così come io rispondo a lei, lei risponderà ai bisogni di chi incontrerà nella sua vita. Mostrandole amore e pazienza, lei sta imparando amore e pazienza. Un bambino impara a trattare gli altri così come viene trattato. Mi piace mostrarle che quando stiamo male abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia vicino, ci abbracci, ci coccoli, ci ascolti e che questa è l'unica reazione possibile. Allora sono grata di poterle mostrare e insegnare questo, a prendersi cura, e sono grata perchè la sua vita, che oggi festeggia cinque mesi dalla sua nascita, mi sta mostrando la via dell'amore incondizionato.Allora anche queste giornate che iniziano in fatica diventano un dono, per me, per Maddalena e, mi auguro, per il suo futuro e per tutte le persone che ne faranno parte.

domenica 23 agosto 2015

Mantra per la partenza e per il ritorno

Prima di partire per il nostro viaggio ero piuttosto agitata: è qualcosa che mi succede sempre, prima di un viaggio o di un evento importante, per quanto sognato e desiderato. All'ultimo non ho mai voglia di partire, rimanderei tutto, anche se so benissimo che poi mi divertirò e che non vorrò più tornare. Il giorno prima di partire, per cercare di arginare quella spiacevole sensazione di incertezza, ho scritto su un foglio tutte le paure che mi venivano in mente, tutti gli ostacoli che immaginavo avremmo potuto incontrare. Di fianco ad ogni paura ho poi scritto una o più risorse che avrei potuto utilizzare e alla fine le ho riassunte in un piccolo disegno ad acquerelli. Ho portato entrambi i fogli con me durante il viaggio e, sebbene una volta in Croazia non li abbia più guardati, questo esercizio mi è stato utilissimo per prepararmi, per mettere a fuoco le mie emozioni e le soluzioni che avrei avuto a disposizione per affrontare i momenti critici.


Ho trovato prima di partire le mie risorse, i miei mantra, la parole chiave che potevo ripetermi mentalmente o che potevo sussurrare nel bisogno. 
Creatività, per saper improvvisare soluzioni nuove, come quando in ostello a Trieste abbiamo dormito in una camera con i letti a castello e io e Maddalena (che normalmente dorme in mezzo a noi nel lettone) abbiamo passato la notte su un materasso in terra. O quando abbiamo trovato un posto bellissimo dove fare il bagno nel fiume a Rastoke ma non avevamo con noi i costumi.
Respiro, per affrontare i pianti della piccolina quando non riusciva ad addormentarsi.  
Seguire Maddalena.
Cercare il bello, per concentrarmi su ciò che stavamo vivendo e immagazzinarlo nello sguardo e nell'anima.  
Attraversare, per i momenti in cui non si può fare nient'altro che essere lì, senza scorciatoie, come in un paio di lunghe code in autostrada, non evitabili, sotto il sole.  
Onestà: per ricordare che posso e devo sempre connettermi onestamente con me e con le mie emozioni profonde ed agire di conseguenza, ad esempio scegliendo di visitare di meno e di andare a dormire prima.
10 minuti: il tempo minimo di cui ho bisogno per ricaricarmi ma che spesso rimando e dimentico nelle mie giornate. I 10 minuti in cui ho messo i piedi nell'acqua fredda di un lago di Plitivice e poi camminato scalza sul sentiero, tra gli alberi, respirando piano, per allontanare la tensione dopo un addormentamento particolarmente agitato di Maddalena.
Una volta tornata a casa, ho ripetuto lo stesso esercizio, cercando di scovare delle parole, delle espressioni che nella loro brevità ed efficacia mi aiutassero a ritrovare equilibrio e centratura nel quotidiano, parole che ho messo in vista nella libreria e che spesso incrocio in vari momenti della giornata.
Le ho scritte in inglese, perchè leggo molto in inglese e molte espressioni mi rimangono in mente così, nella lingua in cui le ho lette. La maggior parte dei mantra del ritorno hanno al centro la tematica del rallentare e della gestione del tempo, due aspetti sui quali fatico molto e che affollano i miei pensieri. Ho scritto che mi ripropongo lentezza, che mi ripropongo di fare una cosa per volta invece di affannarmi a volerne fare tante insieme, che mi ripropongo di vivere la calma dello yoga non solo in quelle (rare) volte in cui riesco effettivamente a praticare sul tappetino, ma in tutte le incombenze quotidiane. 

Una delle espressioni centrali viene da questa citazione di Sri Ravi Shankar:
“Activity and rest are two vital aspects of life. To find a balance in them is a skill in itself. 
Wisdom is knowing when to have rest, when to have activity, and how much of each to have. 
Finding them in each other - activity in rest and rest in activity - is the ultimate freedom"  
(Azione e riposo sono due aspetti vitali della vita. Trovare equilibrio tra esse è esso stesso una abilità. La saggezza è conoscere quando riposare, quando essere in azione, e quanto avere di ognuna. Trovare una nell'altra - l'azione del riposo e il riposo nell'azione - è l'ultimo grado di libertà)

 Mi piace molto come citazione e cerco di averla sempre ben presente in mente, io che quando sono in azione mi affanno facilmente e mi sento sopraffatta (che sia studiare per un esame che ho a breve, mettere in ordine la casa, occuparmi di faccende burocratiche...) dimenticando spesso il bello e il respiro possibili anche nell'agire più faticoso e caotico. Oppure ostinandomi a fare anche quando potrei delegare, o quantomeno rallentare il ritmo, senza la pretesa di avere sempre tutto sotto controllo, dimenticando che anche il riposo ha valore, tanto quanto l'azione.
Riposo nell'azione. Azione nel riposo.
Questi i miei mantra del ritorno, per rendere più serene e luminose le mie giornate.
(Le fotografie di questo articolo sono del magnifico parco naturale di Plitivice che abbiamo visitato in Croazia).

sabato 22 agosto 2015

Con istinto e con gioia

 C'é un segreto dietro alla riuscita del nostro viaggio in Croazia: l'aver imparato a seguire Maddalena. A seguire i suoi bisogni, i suoi tempi, le sue esigenze, così come lei vuole e soprattutto come lei sa. Ho compreso, non solo con la mente, ma profondamente, con il cuore, come ascoltare la nostra bambina e le sue necessità, invece di sforzarmi ad ogni costo a mettere su una tabella di marcia, che puntualmente mi lascia frustrata e stanca, quando voglio essere io a decidere. "Ma così la bambina fa cosa vuole"! Esatto. Lei sa meglio di chiuque altro cosa è meglio per lei, quando è tempo di giocare, quando ha fame, quando deve dormire. E io so cosa è meglio per lei se la ascolto e la seguo, mettendomi al servizio, tendendo l'orecchio e la vista non solo ai suoi segnali ma ai suoi bisogni profondi, cercando di lasciare io per prima le redini. Adesso so che a volte, se non sempre, al pomeriggio Maddalena ha bisogno di giocare molto, anche se io vorrei che dormisse. So che spesso ha molta fame, soprattutto di sera, anche se ha appena mangiato e non mi sembrerebbe razionalmente possibile. Che spesso vuole stare molto in braccio e che ne ha bisogno, ma che poi sa regalare grandi sorrisi e piena fiducia a chi incontra. Se so rimanere in contatto con il mio istinto, con la mia parte più profonda, in contatto con Maddalena, allora mi è naturale sapere cosa è giusto e non mi resta altro che seguire quella voce, quella verità. Quando lascio perdere tutte le mie idee, le mie costruzioni e il mio ordine e seguo Maddalena, tutto è più facile, leggero. La spontaneità e l'ascolto mi permettono di essere lì per lei, ricettiva, presente. Non ho ancora imparato ad esserlo sempre, certo, ma sto imparando giorno dopo giorno e infatti giorno dopo giorno il nostro rapporto fiorisce, si fa scambio, intesa. Probabilmente sarebbe successo lo stesso, Maddalena sta crescendo, ha quasi cinque mesi, la stanchezza a volte si attenua ed è inevitabile che ora ci conosciamo di più e meglio. Ma ho anche la certezza che il cambiamento maggiore stia avvenendo, sia avvenuto, nella mia testa, che sta imparando a sentire e accogliere cambiando prospettiva. Per me, che sono sempre così razionale e tendo ad iper-pensare su ogni cosa, è veramente nuovo e rivoluzionario affidarmi all'istinto, al sentire. E per questo a volte è piuttosto complicato.

Mi colpisce sempre molto il pensare a come ci arrabbiamo con un bambino per cose che non oseremmo mai rimproverare ad un adulto. Non ci verrebbe mai in mente di alzare la voce con il nostro compagno/a se non riuscisse a prendere sonno la sera. Non oseremmo mai fare una scenata ad un amico in visita a casa nostra che accidentalmente fa cadere a terra e rompe un oggetto. Non ci arrabbieremmo se un nostro collega non finisse di pranzare ma poi si mangiasse un gelato mezzo'ora dopo. Non sbufferemmo irritati se un amico ci mandasse decine di messaggi su Whatsup mentre stiamo cucinando. Eppure spesso ci arrabbiamo con un bambino che non vuole dormire di sera, che fa cadere un bicchiere, che vuole ciucciare mezz'ora dopo aver mangiato, che ci richiama con i suoi gorgheggi o con il suo pianto mentre stiamo facendo qualche faccenda in casa. Sicuramente, se a compiere queste azioni fosse un adulto, non useremmo con lui ricatti o minacce o parole ostili. Eppure lo facciamo spesso con un bambino o addirittura con un neonato. Non gli permettiamo di sentire ed esprimere le sue emozioni, le sue necessità più profonde, e di agire di conseguenza.
Un articolo molto interessante, che mi sta aiutando molto ad accogliere e seguire con amore le richieste e i bisogni di Maddalena è questo, sull'amore incondizionato:
"l’incondizionalità è uno stato mentale nel quale si desidera far spazio a un’esperienza di benessere…accada quel che accada. Questa definizione implica che l’esperienza di benessere sia sempre possibile – che sia sufficiente lasciarle spazio perché il  benessere aumenti. Ci sono molte persone a questo mondo, e forse ne conoscete qualcuna, le cui vite sembrano dimostrare questa affermazione. Hanno un alto livello di benessere nonostante la povertà, le disabilità, un’infanzia abusata, o altre circostanze in relazione alle quali la maggior parte della gente si sentirebbe piuttosto sconfortata. Non che il benessere sia per loro più accessibile, è solo che sono più abili nel raggiungere lo stato di incondizionalità che permette al benessere di subentrare. L’incondizionalità è egoista nel senso migliore della parola perché il proprio benessere diventa una priorità assoluta. Si dà al bambino solo ciò che gli si può offrire con gioia, e che mette in moto un modello del dare capace di accresce sempre più il benessere anziché farci sentire esauriti."
Si, è possibile vivere momenti di assoluto benessere con un neonato, sia in viaggio che nelle incombenze della vita quotidiana, solo se sappiamo rimanere in ascolto del suo e del nostro istinto e se impariamo a fidarci del bambino, lasciandoci guidare. Un bambino è competente, sa in modo innato di cosa ha bisogno e ce lo esprime con chiarezza. Sta a me ricordarmi che questo tempo è per rendere sacro ogni momento con Maddalena, mettendomi a sua disposizione con amore e ottenendo in cambio un rapporto bellissimo di incontro reciproco.


venerdì 21 agosto 2015

Saltare nel vuoto

  Ritorno a scrivere qui dopo molte settimane, che ci hanno visti assaporare l'estate e viaggiare in Croazia insieme alla nostra piccolina. Si abbiamo vissuto un viaggio meraviglioso! Mi è sempre piaciuto molto viaggiare e i viaggi sono anche una delle basi importanti della nostra coppia. Il nostro primo viaggio fu dopo un paio di mesi che eravamo insieme, a Zagabria. Per caso ( o forse no) anche il nostro primo viaggio in tre  è stato in Croazia (se non contiamo i viaggi della scorsa estate in cui Maddi era a nuotare tranquilla nel mio grembo). Poter viaggiare tutti insieme è stata una grande conquista e come tutti i grandi sogni ha richiesto che facessimo un salto nel vuoto, che ci mettessimo alla prova e affrontassimo le nostre paure. Avevamo molta voglia e molto bisogno di questa prova, di passare del tempo insieme solo noi tre, senza altre distrazioni e interferenze, di conoscere un altro paese e di provare cosa significa sapere essere pazienti, flessibili e creativi con un bambino piccolo. Siamo stati ripagati da paesaggi bellissimi, lunghe coccole, nuotate rigeneranti, lunghe camminate, un bel trekking in montagna e parchi naturali spettacolari. Non eravamo ben sicuri, prima di partire, che si potesse viaggiare così facilmente con un neonato, ma ora lo possiamo dire: non solo è possibile, ma è persino più facile del previsto e decisamente divertente. Questo era un mio grande timore, nelle prime settimane dopo il parto, quello di non poter più viaggiare come prima. Per me, per noi, i viaggi sono necessari, per cambiare sguardo, arricchirci di bellezza e spunti nuovi, rallentare, provare l'ebrezza dell'avventura uscendo dall'ordinario e dal consueto. Certo abbiamo scelto una meta "facile" ma non sono mancati i rimproveri e le preoccupazioni di chi credeva fosse un viaggio azzardato. Ne siamo tornati molto più sicuri di noi, più in armonia con Maddalena, felici di quanto abbiamo visto e vissuto. Il viaggio ha compiuto la sua magia anche questa volta, ci ha permesso di scrollarci di dosso la polvere, di costruire pensieri nuovi, di imparare. Sono molto molto contenta di avercela fatta, di aver osato, di aver saputo ricordare a me stessa, e a Maddalena, che quando vogliamo con cuore sincero possiamo davvero ottenere ciò che sogniamo, che fa bene uscire dal seminato e accettare una sfida, che si può affrontare ogni cosa, un respiro alla volta, lasciandoci rapire e ammaliare dal bene e dal bello che incontriamo. In Croazia i nostri occhi hanno fatto il pieno di meraviglia, di sole e di natura. Gli ultimi anni mi capitava di avere molta voglia di tornare a casa, dopo un viaggio, di esserne impaziente. Quest'anno no, con la mia piccola valigia e la mia famiglia avevo con me tutto ciò che mi serviva, non mi mancava nulla. Quest'anno non avevo fretta di tornare: là dove siamo noi tre e la nostra voglia di esplorare sono a casa, sempre.