domenica 26 febbraio 2012

Che meraviglia



Che meraviglia queste montagne e questo sole primaverile!


Oggi siamo andati a camminare con le ciastre sulla neve, che in alto é ancora abbondante, anche se giù a valle si sta sciogliendo velocemente con il calore degli ultimi giorni.


Abbiamo camminato tra gli alberi, principalmente faggi e abeti, fino ad arrivare ad un colle che si affaccia su di un'altra valle.


Gli alberi sono ancora spogli, grigi contro lo sfondo del cielo, le cime sono tutte bianche, ma oggi il cielo era di un blu profondo e terso (queste fotografie non gli rendono minimamente giustizia).


Nell'aria, ma anche dalla terra, dalle radici, dai rami nudi, era come se salisse un fremito, che era tangibile, per il nuovo calore portato dal sole, per la primavera che lentamente sta arrivando.







Il bosco era come una casa frusciante attorno a noi, a tratti buio e ombroso, con i rami che si richiudevano sopra le nostre teste come un tetto, e sotto gli abeti non c'é neve ma terreno ricoperto di aghi arancioni: il bosco sembrava un rifugio accogliente, come entrare in un posto silenzioso ma vivo, in attesa.





Abbiamo camminato fino all'apertura del colle di fronte ai nostri occhi, il paesaggio delle creste montuose tutto attorno, uno spazio questa volta largo, libero da ostacoli.


Giù sotto ai nostri piedi abbiamo visto con il binocolo 5 caprioli che camminavano nel bosco.


E il cielo blu, blu ed il sole così caldo che si poteva stare comodamente senza giacca anche se seduti sulla neve a mangiare, ed ora abbiamo i visi tutti rossi e domani saranno abbronzati.






In questi giorni, si stringono i denti, ci si fa forza in ogni modo, e si avanti a testa china, un'ora sola alla volta, un giorno alla volta.


E si ricomincia da capo, giorno dopo giorno, ogni volta da zero.


Sembra di fare 2 passi avanti e tre indietro.


Forse, semplicemente, l'equilibrio, con se stessi e con gli altri, non é stabile, duraturo, ma va rinegoziato mattina per mattina.A volte riesce, a volte no.


A volte riusciamo,a volte siamo a terra.


E il giorno dopo si stringono di nuovo i denti e si va avanti e un po' indietro e si spera di avanzare meglio via via.


Ma oggi, il mio equilibrio é stato sentire il respiro nuovo del bosco che aspetta la primavera, vedere i due cani Charlie e Jack giocare insieme e lottare e mordicchiarsi nella neve, assorbire il sole con ogni poro della pelle, fermare a volte i piedi nelle ciastre per sentire il silenzio,meravigliarmi delle montagne, che conosco, ma che stupiscono sempre.


Essere con mio marito, mio papà e mio fratello:gli uomini della mia vita.


E molto altro.


Che meraviglia queste montagne, camminare, anche se vuol dire alzarsi molto presto tutto i giorni della settimana e non dormire nemmeno di domenica.


Che belel queste cime, e l'aria della primavera, frizzante, viva.

(Intanto continua il progetto di una foto al giorno su Flickr, qui)

sabato 18 febbraio 2012

Intrecci

Ho finito di leggere qualche giorno fa un libro di bio-antropologia ambientale, e sto ora leggendo un reportages di viaggio attraverso vari continenti.
A questo ho aggiunto da venerdì scorso la frequenza ad un ciclo di conferenze per insegnanti, sull'Africa Nera e Mediterranea.
Un felice intreccio di temi, di diverse visioni sugli stessi argomenti.
Ad esempio, sto leggendo il libro 3 ans de voyage, "un récit en histoires et images" di un viaggio attraverso 25 paesi in tre anni, compiuto dagli autori Claire e Reno Marca.
Di loro ho già il libro "3 mesi di viaggio nell'isola rossa" (ve ne avevo parlato qui), quest'altro é come il primo denso di illustrazioni e schizzi ad acquerello, di fotografie, di impressioni di viaggio di questa giovane coppia francese.


Il loro viaggio si snoda da Parigi all'Africa, poi in Medio Oriente, Asia Centrale, Estremo Oriente, Australia e Nuova Zelanda, Russia, spostandosi solo con mezzi locali ed evitando l'aereo.

Impressioni di viaggio informali, di chi vede un paese per la prima volta e vi si muove con occhi aperti e sgranati attraverso i vari paesaggi, le varie usanze.

Sto leggendo ora le tappe africane del loro vagabondaggio.

Non può non venirmi in mente il Madagascar, e anche il Ghana, dove siamo stati:

le persone che abbiamo incontrato laggiù, le realtà rurali così diverse dalle nostre, i paesaggi di terra rossa, i sapori di cibi nuovi.

[Madagascar, Antsirabe]



Sto seguendo un corso di formazione sull'Africa organizzato dall'Associazione Italiana Insegnanti di Geografia con cui avevo già seguito il corso di formazione sullo spazio post-sovietico.

La prima conferenza é stata molto interessante, sull'origine e lo sviluppo del colonialismo, con molti riferimenti anche alla tratta degli schiavi dal Ghana, proprio dai fortini sulla costa che abbiamo visitato nell'estate 2008.

Un appunto particolare che mi é rimasto impresso:dopo la tratta degli schiavi, che portò via dal continente circa 15 milioni di persone, l'Africa ha di sè una percezione di vuoto, di spazio disabitato.

Questo é l'opposto dell'impressione che abbiamo noi europei arrivandoci:l'Africa ci sembra iper-affollata da un'enorme massa di persone accalcate, e se questo é vero per tutte le metropoli africane, rimangono ampissimi spazi disabitati, a bassa densità di popolazione.

L'Africa ha di sè proprio un'immagine di vuoto da riempire, per questo ogni misura di riduzione delle nascite é mal accetta, ma vista.

Interessante come punto di vista.




Ho finito da poco il libro Armi, Acciaio e Malattie, che con un ampio excursus storico evidenzia le cause delle differenze di sviluppo tra Nord e Sud del mondo, e cosa abbia permesso una superiorità tecnico-militare a favore degli europei, che li ha portati all'espansione coloniale verso i popoli "neri".

L'autore individua queste cause remote in differenze ambientali e geografiche:in alcune zone del mondo c'erano maggiori piante ed animali domesticabili, il che favorì la sedentarizzazione e la nascita autonoma dell'agricoltura, con un anticipo di millenni su altre zone più svantaggiate a livello ambientale.

Dall'agricoltura discende poi un surplus alimentare, che permise in queste zone già avvantaggiate (es.Mezzaluna Fertile) che alcune caste di individui non dovessere lavorare la terra per mangiare, ma potessero invece dedicarsi alla scrittura, alla religione, alla "politica".

Queste caste, diventando via via più forti, diedero origine a sistemi di potere centralizzati, che a loro volta seppero promuovere innovazioni tecnologiche.

Le stesse caratteristiche ambientali favorevoli in partenza, permisero la trasmissione di queste tecnologie, scambi commerciali di nuove piante ed animali, in un circolo virtuoso.

Quindi i paesi in cui si sviluppò per prima l'agricoltura sono ancora ora i paesi più "avanzati", non per particolari superiorità o meriti della popolazione che vi risiede, ma per via di queste grandi differenze bio-ambientali di base (clima, durata delle stagioni, conformazione del suolo etc..)


[Ghana]


Coinvolgente leggere questo libro ed aver visto in Madagascar, Ghana o Brasile dove sono stata gli effetti di questi macro-sviluppi geopolitici, poterli approfondire per quel che riguarda l'Africa e rivederli con altri occhi ed altri immagini con Claire e Reno Marca.

Ecco che si sviluppano intrecci avvincenti di storie, viaggi, persone, che mi affascinano, anzi mi entusiasmano, ho studiato questi temi e potrei stare parlarne e sentirne raccontare per ore e ore.

Quanto ancora c'é da imparare e conoscere del mondo, quanto da sapere e trasmettere, quanti posti da visitare!


[Brasile, favela Novos Alagados di Salvador de Bahia]

Giveaway:la vincitrice

Carissimi, innanzitutto grazie per aver partecipato al mio giveaway di fotografie invernali, e per aver condiviso in rete il mio libro sull'inverno.
L'estrazione a sorte ha decretato come vincitrice Claudia, del commento n. 7:
"Ciao!
Neppure io ho un blog.
Perciò ti lascio la mia mail: prattico@inwind.it
Dell'inverno amo il calore familiare mentre
fuori piove.
Rattristandomi, tuttavia, per chi una casa non ce l'ha :( "

Ti invierò nei prossimi giorni le fotografie!
Vi lascio qualche immagina scattata nei giorni scorsi, i giorni del gelo, ai ghiaccioli formatisi a decine sulla siepe di casa dei nonni:una sinfonia di scintillii.
Buon fine settimana!

martedì 14 febbraio 2012

Appesi ai fili

In queste settimane, appesa ai fili per il bucato fuori da casa dei miei genitori, é comparsa una miriade di ghiaccioli, di tutte le dimensioni e lunghezze.
Scintillanti come diamanti nel sole, tutti in fila come soldatini congelati, i ghiaccioli sono comparsi in questi giorni lungo tutti i tetti delle case, sotto le automobili, sui rami degli alberi, e lì rimangono perché stamattina era ancora -14 gradi ed il freddo si fa sentire sempre molto decisamente.



















In casa nostra invece, ho tolto le cartoline di Natale e le ho sostituite con altre della mia collezione, cartoline che vengono da vari paesi dove sono stata: quelle di Peterson e Findus le ho prese a Berlino, le fotografie di animali al Natural History Museum di Londra, quelle invece con i disegni di animali in Provenza, quella di Winni The-Pooh a Cambridge,una é di Sybille, una di Sarah Jane, altre di Sieger Koder.


Mi piace cambiare posto alle mie cartoline, rinnovare la pareti, a turno metterne fuori ora alcune ora altre, cambiare l'estetica della parete.
































Buona continuazione di settimana e vi ricordo il give-away delle mie fotografie per festeggiare la pubblicazione del mio libro!