mercoledì 26 giugno 2013

Multipotenzialità

Se qualcuno leggesse il mio curriculum , potrebbe pensare si tratti della biografia di uno schizofrenico pazzo: ho fatto talmente tante cose, così diverse se non opposte tra loro, nello studio, nel lavoro, che sembra un'accozzaglia di esperienze.
La mia vita è frammentaria, vita di tentativi e prove, una dopo l'altra.
A volte vorrei essere una di quelle persone monolitiche, che vivono sempre nello stesso posto, che si dedicano completamente ad un'unica cosa, che studiano e lavorano nello stesso settore da anni se non tutta la vita, che hanno da anni lo stesso giro di amici.
Forse non ne sono capace, forse non è nella mia indole.
Io passo da una cosa all'altra, con passione infinita: mi affeziono a tutti, do il 100 % di me stessa e poi, volente o no, cambio e ricomincio da zero da un'altra parte.
Certo, non corro il rischio che la mia vita sia noiosa, routinaria, sempre uguale. Anzi, è un caos.
Mi sento molto come quell'ebreo errante, che si sente a casa in ogni luogo, ma ha sempre nostalgia di un altro posto.
Forse significa soltanto che sono un cercatore, un viandante che non ha ancora trovato l'Assoluto, che lo cerca a spizzichi e bocconi in tutto quello che fa e in tutto lo trova, ma mai pienamente. Come il buon Ungaretti, l'Armonia mi si dipana solo in frazioni di attimi nei quali colgo la bellezza assoluta e la gratitudine più piena. Forse, come Guccini, semplicemente "Io cerco ancora" e probabilmente cercherò sempre. Sono un vagabondo dell'anima.
E meno male, che il guaio peggiore forse sarebbe credersi arrivati, invece so sempre che posso migliorare e cambiare ancora e così la mia vita. Questa spinta a cercare io invece ce l'ho sempre e mi porta avanti con curiosità e forse non troverò mai il tutto, la quadratura del cerchio, perché in fondo il Tutto si può solo immaginare ma non contemplare totalmente in questa vita.
In mezzo a quel curriculum disomogeneo sono sempre io e mi ripeto ogni giorno che forse dopotutto non importa tanto cosa faccio, ma importa solo che io sappia dare in ogni momento e io questo lo faccio, in ogni cosa, in ogni giornata, anche se in posti sempre diversi e con persone sempre nuove.
Cercare di bloom where you are planted e allora nulla sarà sprecato, perché non sarà più solo un curriculum di un inquieto cercatore, ma di uno che raccoglie le briciole con gioia lì dove si trova e che cerca di essere luce in ogni situazione.
Ogni tanto essere così fuori da ogni scatola può essere molto frustante perché ci si sente sradicati, ma poi leggo un articolo come questo e mi ripeto di nuovo, che si, l'importante è saper essere con convinzione quelle braccia che aiutano, ogni giorno e non importa quanto sarà disomogeneo il curriculum, se sarà quello di una persona che molto ha dato.

lunedì 24 giugno 2013

La lista della settimana

Finita la scuola, come ogni anno devo inventare (con piacere!) nuovi ritmi, il mio calendario è sempre quello settembre-giugno e le giornate cambiano, non necessariamente sono più vuote, anzi, solo diverse, cadenzate su impegni differenti.
Ecco la lista di questa scorsa settimana e tutto ciò che ha contenuto di bello.
A volte mi fermo qualche istante a riflettere e la gratitudine mi sommerge, sono grata di tutto quello che vivo, nonostante i Dissennatori siano già in ansia per questi miei mesi estivi quasi liberi da impegni  tranne che per gli esami all'università.
La scorsa settimana ho amato:


 Passare qualche giorno al mare con una mia amica e la sua bimba di 8 mesi e nel particolare:
vedere il mare al di là della finestra, i cibi ottimi e bio che ha preparato ai pasti la mia amica, vedere con che gusto e piacere mangiava la bimba con l'autosvezzamento, le passeggiate sul lungo mare dopo cena, con il cielo rosa e violetto e l'aria fresca, il gelato gusto mascarpone e fichi caramellati, la pizza sardenaira, leggere in spiaggia prendendo il sole, nuotare fino ad aver male alle gambe, galleggiare con gli occhi chiusi e farsi portare dalla corrente, il viaggio in treno andata e ritorno nella Val Roja verdeggiante.
A casa ho invece amato:


 il pic-nic al fiume per festeggiare il solstizio d'estate, io e Simone al "cimitero dei sassi abbandonati", una collinetta di sassi lungo il fiume che avevano colori magnifici al tramonto.
Camminare tra l'erba alta e bruciata dal sole, in silenzio e respirando piano; mangiare cibi freschi e buoni; leggere fianco a fianco di fronte all'acqua che scorre; vedere tantissime more selvatiche fiorite e immaginare le prossime scorpacciate; la torta fatta in casa con lavanda, albicocche, fragole e ciliegie; il colore dell'erba illuminata dal sole retrostante che la rendeva fiammante e dorata; vedere la luce cambiare e virare la buio; intonare qualche OM e praticare qualche minuto di yoga di fronte al sole.
Sabato e domenica sono stati due giorni di camminate, il primo giorno lungo il parco fluviale ( circa 17 km a piedi), è stato bello raccogliere fragoline di bosco ai bordi della strada, camminare sotto il sole, chiacchierare con Simone, passare in mezzo ai campi e scambiare due parole con un signore di 84 anni che stava raccogliendo sementi attorno al suo campo.


 Di sera, è stato bello andare alla rievocazione storica di Flamulasca,; salire su una collinetta mai vista; condividere una cena "antica" in mezzo ad una tavolata di sconosciuti e ridere con due vecchietti seduti davanti a noi; assaggiare sidro, idormele e pastis; vedere la scrofa del villaggio con 9 piccoletti; il concerto di musica irlandese e scozzese in mezzo al bosco con la grande luna alla spalle; incontrare i nostri amici per andare in un bar molto carino (dove c'era un altro concerto).

Domenica, a piedi fino al Santuario di Sant'Anna di Vinadio, una bella scarpinata (16 km) in un paesaggio dove mi piace sempre tornare. E in particolare: alzarmi prestissimo dopo poche ore di sonno ma con voglia di andare; riuscire a fare tutta la camminata senza fatica (e senza il terribile mal di testa che il dislivello mi aveva dato l'ultima volta); chiacchierare di pasticceria con una ragazza rumena amica di mio fratello; il verde straordinario dei pascoli e dei boschi; il pic-nic con i miei cuginetti scambiandoci cibi a vicenda; commentare con mio papà gli ex-voto tragici appesi nel Santuario (che mi diverto a guardare fin da piccola); il riflesso delle vette nei laghetti.


E poi tutti i momenti più piccoli della settimana, come leggere questo libro, lo smoothie con banana, fragola, albicocca e menta preparato dopo la camminata la parco fluviale, raccogliere con mio papà le patate nuove che il cinghiale ha divelto, sapere che il ragazzino che aiuto nei compiti da 5 anni ha finalmente finito la qualifica professionale di terza superiore con successo, ricevere l'ultimo numero di Taproot, il the verde macha dopo la gita al santuario, chiacchierare su Fb con i miei studenti, finire velocemente tutte le pratiche per rinnovare la patente, questo articolo molto interessante, fare la spesa al mercato e cucinare bene, ricevere i nuovi biglietti che ho fatto stampare con le mie fotografie per il prossimo mercatino...
Sono giorni ricchi, a volte anche molto faticosi, perché niente di tutto questo è perfetto e soprattutto non lo siamo noi, ma come sempre fisso qui solo il positivo e lascio che della stanchezza e degli altri impegni si perda la memoria, scelgo queste fotografie, questi momenti e li salvo dallo scorrere del tempo. Grazie a tutti voi che passate a leggere!

domenica 23 giugno 2013

25/52


 
I nostri ritratti per il progetto 1/52 di questa settimana:
Simone al fiume durante il nostro pic-nic per festeggiare il solstizio d'estate, io sempre al fiume lungo la stradina che ho percorso molte volte negli scorsi mesi, ora finalmente asciutta e assolata.
 Melira invece adora (purtroppo) farsi le unghie so ogni mobile della casa, qui stava assaltando il ripiano della cucina. Questo gatto è un flagello!

lunedì 17 giugno 2013

Tra montagna e voglia di Africa


La scorsa settimana è stata molto dura, sia emotivamente che per le lunghe giornate passate a scuola a interrogare, rivedere i registri e scrutinare. Il fine settimana però, ce lo siamo proprio goduti.
Da venerdì sera a domenica sera la piazza principale di Cuneo si è animata per il grande festival di Isola di Mondo, una manifestazione organizzata da tutte le minoranze etniche presenti in città, che allestiscono banchetti dove si possono consumare i loro piatti e bevande tipici.
Cuneo sembra all'improvviso un'altra città, colma di colori, rumori, profumi diversi dal solito. Nella grande baraonda di gente proliferano musiche, spettacoli, cibi insoliti che per noi è un piacere gustare. Una delle cose più belle è la comparsa di quell'odore misto di olio bruciato, plastica, carne arrostita, polvere, che è quello caratteristico della "nostra africa", mi basta annusarlo un attimo per esclamare "senti Simo, è l'odore dell'africa!" e sorridere per questa commistione per cui nella piazza della mia città mi sembra di essere di nuovo in mezzo allo smog di Antananarivo o di Accra.
Sia sabato che domenica io e Simone abbiamo girato tra i banchetti e assaggiato a man bassa ogni cibo, spostandoci dalle bancarelle sudamericane a quelle asiatiche.
Abbiamo assaporato sambos somali con salsa piccante, plantains grigliate con arachidi (Ghana), mojito cubano, tortillas di mais con fagioli, patate al chorizo e guacamole (Messico), falafel e the alla menta (Palestina), involtini fritti con tonno e cipolle (Burkina Faso), degè ovvero latte con miglio cotto al vapore (Guinea), riso speziato e frittelline di lenticchie (India), spiedini di gamberi e maiale marinati e grigliati (Cina), involtini di foglie di vite ripieni di riso e carne e melanzane al forno con aglio e pomodoro (Albania)....una festa per il palato!Noi adoriamo il cibo etnico, speziato e diverso dal solito, per una volta all'anno siamo accontentati e abbiamo solo l'imbarazzo della scelta tra banchetti di tutto il mondo.
Ci siamo divertiti ed è stato bello vedere visi diversi mescolarsi insieme, bambini italiani e indiani rincorrere lo stesso aquilone, nonnine dai capelli bianchi che si facevano fare le treccine dalle ragazze africane, i sikh girare con i loro turbanti perfetti attorno al palco dove i tangueros argentini eseguivano i loro passi. Magari ci fosse Isola di Mondo tutte le domeniche!




Sabato invece siamo andati in montagna, per una camminata piuttosto lunga (più di cinque ore in tutto) al laghetto del Marguareis.
Sentirsi di nuovo minuscoli, piccolissimi, di fronte alle guglie svettanti del massiccio del Marguareis è emozionante, la forza della montagna è prorompente. L'abbiamo sperimentata nel temporale che ci ha colto durante la discesa, nella nebbia che saliva dalla valle come fumarole, nei canaloni ancora innevati e nella limpidezza del laghetto a 2.000 m di altitudine, abitato da buffe rane subacquee.
Al lago non c'erano molte persone, tranne noi e due ragazzi belgi che stavano compiendo un trekking dalla Liguria: il silenzio era magnifico e il sole così caldo che ci saremmo volentieri accampati tra gli anemoni, sotto il cotone roccioso.
Poter passare un'intera giornata all'aperto, faticando e camminando, invece che seduta al chiuso di un'aula è stato un trattamento ben accolto e lodato da tutto il mio essere.
E voi cosa avete fatto questo fine settimana?



domenica 16 giugno 2013

24/52

I nostri ritratti per questa settimana, la 24 su 52 del 2013.
Melira: ha la capacità di salire e arrampicarsi su qualsiasi mobile e di addormentarsi all'istante
Simone ed io: tornando a valle dall'escursione al laghetto del Marguareis, osservando la nebbia che sale (e il temporale che dopo poco ci colpirà, ma faceva caldissimo quindi anche la pioggia non é stata così sgradevole!)

venerdì 14 giugno 2013

Ho imparato da voi

 Da poche ore sono ufficialmente in vacanza, sono finiti anche gli ultimi scrutini.
Queste ultime settimane, soprattutto l'ultima, sono state estenuanti: infinite riunioni, fogli da firmare, registri da controllare, oltre ad una cinquantina di persone da interrogare  e scrutinare delle mie due materie (diritto ed economia) tra ieri e oggi.
Tanta stanchezza, tanta tensione, un'emozione forte giorno dopo giorno in questo conto alla rovescia: salutare quelli di quinta, poi quelli di quarta, poi quelli di terza, in un valzer infinito di pensieri. Ho pianto molto, moltissimo. Ho riso, ho pensato ai miei "pulcini" per ore, in un carosello emotivo di alti e bassi affastellati. Sono molto triste che quest'anno sia finito, ho sempre amato la scuola anche da studentessa ma forse mai ero stata così abbattuta per l'arrivo delle vacanze estive.
Stamattina, durante gli esami di idoneità, è stato bellissimo aiutare alcuni dei miei alunni a ripassare storia e italiano, chiacchierare con loro e vederli poi tornare a salutarmi prima di andare via. Due baci sulle guance, l'augurio di una buona estate, ma avrei voluto abbracciarli forte a lungo, ripetere loro di nuovo, anche se gliel' ho già scritto nelle lettere che gli ho consegnato la scorsa settimana, che sono delle persone fantastiche, che sono fiera di averli conosciuta, che ho imparato tantissimo da loro. Che gli voglio bene, che li penserò sempre, che hanno lasciato un segno fortissimo nel mio cuore.
In questi giorni l'istinto di protezione e l'affetto per questi "pulcini" di vent'anni, alti il doppio di me, è stato grande.
Li ricorderò a lungo: P. che è tutto muscoli ma ha una sensibilità grande e bella che nasconde (gliel' ho scritto nella lettera, e si è messo a piangere).
A. che ha un sorriso meraviglioso e nonostante l'atteggiamento supponente da calciatore è un ragazzo veramente in gamba
S. contro cui ho urlato per ore durante le lezioni di diritto e che stamattina mi ha detto che la mia lettera era molto bella
L. che si comporta da ruffiano chiamando per nome me e la prof di arte ma che interrogato delle mie materie da un altro docete ha preso 9 (anche se nelle lezioni giocava sempre a Candy Crush Saga)
M. a cui è stato un piacere spiegare economia politica e parlare di multinazionali e globalizzazione al serale
D. che mi scrive su Fb per ringraziarmi di quest'anno passato insieme
A. che vuole girare il mondo e poi aprire un negozio si strumenti musicali
S. che vuole entrare nell'esercito e cambia colore di capelli almeno due volte al mese...
Ho incontrato tante storie quest'anno, sono cresciuta e ho fatto un lavoro che non avrei mai pensato di riuscire a reggere. Ho fatto un lungo salto nel vuoto e provato un'avventura completamente nuova e sconosciuta.
Sono fiera di esserci riuscita e sono profondamente felice di quanto ho potuto dare ai miei alunni, delle relazioni di attenzione e cura stabilitesi con loro mese dopo mese, anche se all'inizio mi sembravano impossibili. Sono commossa per quanto ho imparato da loro.
Ho imparato a ridere, a scherzare, a ribellarmi contro l'autorità , a divertirmi ad ogni costo, a non prendermi troppo sul serio.
Ho amato questo lavoro ogni giorno, partendo in bici alle otto meno un quarto ogni mattina, in ogni stagione, per andare a scuola da loro. Ho amato così tanto questo lavoro che sarei disposta a pagare io per poterlo rifare il prossimo anno, lavorerei gratis pur di poter entrare di nuovo in classe e salutarli uno per uno, i miei pulcini grandi che sono persone straordinarie e che da oggi affido a Qualcun altro, sperando che scelgano sempre la via buona, che si ricordino di cercare i loro sogni.
Loro hanno permesso a me di realizzare un sogno grande che avevo da anni nel cassetto e per questo non li ringrazierò mai abbastanza.


martedì 11 giugno 2013

Carnet de Voyage



 La vulgata vuole che a Cuneo "non ci sia mai niente da fare", ma invece non é così: seppure la città sia piccola, le iniziative belle e interessanti sono moltissime e frequenti.

Ci sono miriadi di associazioni, di corsi, di mostre, di eventi, il problema é che sono poco o male pubblicizzate: molto spesso si viene a sapere di una serata organizzata da un'associazione, di un concerto o di un convegno solo pochi giorni prima, o quando é già passato.
Sicuramente però, Cuneo non é una città ferma, anzi, tutta la società civile é sempre in fermento e tante sono le occasioni di incontro, scambio.

Ad esempio c'é stata la mostra "Carnet de Voyage", conclusasi la scorsa domenica, un evento davvero molto molto interessante e particolare. La mostra, organizzata tra l'altro nel padiglione della Fondazione Peano, immerso in un bellissimo giardino che ospita sculture e opere d'arte, ha raccolto diari di viaggio, disegni, stralci di album da tutta Italia, seguendo l'esempio delle giornate veneziane di Matite in Viaggio.
Sono andata a visitare la mostra per ben due volte e ne sono rimasta affascinata.
Adoro viaggiare, adoro i libri, quindi i carnet sono un connubio perfetto, mi piace molto tenere dei diari e mi sto pian piano riavvicinando all'uso degli acquerelli. Mi diverto a guardare e leggere i diari degli altri, sopratutto se contengono disegni, ritagli, fotografie, come cerco di fare nel mio journal .
Ad esempio, mi piacciono moltissimo i libri di Claire e Reno Marca, dove raccontano in disegni ad acquerelli i loro viaggi: molto bello é quello sul Madagascar e anche quello sul loro viaggio di tre anni in giro per il mondo.
Nella  mostra i carnet esposti erano molti, tutti diversi sia per tematica che per tecnica di realizzazione: mi é piaciuto molto questo qui sotto che racconta la vita nel parco fluviale di Cuneo attraverso disegni, citazioni scritte con una grafia antica su pezzi di carta da pacchi e elementi naturali (corteccia, un nido di vespe, insetti essicati...), ogni quadretto montato su un pezzo di yuta grossolanamente tagliata.
 Un altro diario molto carino era quello che raccontava un viaggio lungo il Cammino di Santiagio, in Spagna, con reportages della camminata, etichette, timbri e schizzi ad acquerello.
 Un altro diario invece, era formato da disegni in bianco e nero dal taglio fumettistico e brani di racconti.
 Questo qui sotto, realizzato a fisarmonica, ha vinto nella categoria dedicata a Cuneo e alle descrizioni della città viste da chi ci arriva come turista per la prima volta.
 Alcuni carnet sono stati realizzati in oasi naturalistiche o durante delle camminate, particolarmente efficace come tratto grafico era questo ritratto nell'oasi LIPU di Gaggio Nord, con disegni su carta di riso cuciti insieme in modo molto semplice, con carta da pacchi come copertina e un bastoncino di legno, bottoni e spago per unire tra loro le varie pagine.

Molto particolari anche le opere di Roser Vallmajor Lluch, veri e propri collages con scritte, citazioni, scontrini, piccoli disegni


Mi piacerebbe provare a realizzare qualcosa del genere, con acquerelli, magari pezzetti di fotografie e carta diversi, per il prosssimo mercatino che terrò a fine giugno e sopratutto andare a Clermont Ferrand a novembre per il prossimo Rendez Vous di Carnet de Voyage.
Non mi resta che mettermi al lavoro, con gli occhi colmi di meraviglia e di creatività dalle opere viste alla mostra!