martedì 31 marzo 2015

Un piccolo miracolo dorme accanto a me


Il nostro piccolo miracolo è arrivato mercoledì scorso 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, poco dopo le 13, in casa, di fronte al divano azzurro sul quale adesso sta dormendo.
Maddalena, piccola indomita guerriera, dal carattere deciso, determinata e forte, meravigliosa bambina con lo sguardo vigile e profondo, gli occhi scuri, una voce acuta che grida quando ha fame e che abbiamo già soprannominato "Leh" perchè questa è la sillaba che dice a pieni polmoni quando vuole essere vicino a noi.
Siamo felici, stanchi, molto emozionati, fieri e a volte impauriti, stiamo prendendo via via le misure e cercando un nuovo ritmo con questa piccola creatura che richiede tutte le nostre attenzioni, che è bellissima ma che ci catapulta in un immenso viaggio, al di là di ogni nostro limite.
Benvenuta Maddalena, figlia, grazie per averci scelti, grazie per essere venuta nella nostra famiglia, grazie per rinnovarci dal profondo, metterci alla prova, farci crescere e scoprire nuove inedite dimensioni. Ci hai portati con la fatica del tuo intenso parto e ci stai portando in questi giorni in territori inesplorati, speriamo di poterti accompagnare sempre con l'attenzione, la tenerezza, la forza di cui hai bisogno.
Ti auguriamo di poter essere felice, libera, portatrice di amore e pace a tutti quelli che incontrerai, dispensatrice di bene e di luce e che tu possa sempre ricevere sulla tua strada ascolto, sorrisi, mani tese pronte a sorreggerti e accoglierti.
Bentornata piccola Maddalena, primavera nostra.







venerdì 20 marzo 2015

Questo sarà per voi l'inizio dei mesi


Ogni anno scatto le stesse fotografie, dall'inquadratura molto simile, agli identici alberi.
Eppure, ogni anno, ogni primavera, l'emozione è grande, nello scoprire sui rami i primi fiori, è lì che inizia la nuova stagione, anche se ho già visto gli albicocchi fiorire trenta volte, piantati nello stesso punto accanto al cortile dei miei nonni, ogni volta rimango avvolta dallo stupore, dalla semplice perfezione di quei petali delicati, e non posso fare altro che fermarmi, respirare la loro meraviglia, fotografare per cercare di fissare in qualche modo quel momento molto particolare, in cui nonostante ci sia ancora la neve tutt'attorno e si esca ancora con giacca e sciarpa, nell'aria si avverte chiaro e ineluttabile che un momento nuovo è in arrivo.



Buona primavera, che arriva oggi, addirittura festeggiata dall'eclissi di sole di stamattina e dalla luna nuova in pesci di stasera. Adoro questo momento dell'anno, in cui di colpo, nel giro di pochi giorni, è tutto un fiorire e non farei altro che scattare fotografie ai fiori su ogni ramo, su ogni muretto. Si sente davvero un'energia nuova, fresca e pulita, un rinnovarsi leggero del tutto, che non può far altro che donarci speranza e levità.

I primi fiori nei prati, mandala naturali che si irradiano dal loro centro verso il verde appena abbozzato dell'erba che li circonda. Ho raccolto un mazzolino di fiori gialli, piegati a terra dalla neve caduta i giorni precedenti, molli d'acqua ma lo stesso belli nel loro colore così inusuale in mezzo agli alberi ancora grigi e spogli di foglie. Inondavano d'allegria solo a guardarli.

Mi sono imbattuta varie volte, negli scorsi giorni, "per caso" nella figura di Mosè e nella storia dell'Esodo. Se mi sia evidente la corrispondenza dell'Esodo come passaggio tra due realtà, tra due condizioni di vita, che è il significato della Pasqua, e lo veda sciuramente strettamente allacciato a ciò che sto per vivere, ho cercato di scoprire qualcosa di più su questo viaggio di liberazione, su questo cambiamento.Ho trovato alcune parole che mi hanno emozionata molto e che ricollego facilmente, per ciascuno di noi, all'arrivo di questa primavera, alla nuova stagione che via via si fa strada:

"Nel libro dell'Esodo, al capitolo 12, leggiamo: “il Signore disse a Mosé (la Legge) e ad Aronne (colui che media, che traduce, che spiega, che avvicina con autorità) nel paese d'Egitto: “questo mese sarà per  voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno...”
Questo è il primo dei 613 comandamenti che Dio dà ai figli d'Israele, ed è dato nel momento in cui il popolo esce dall'Egitto. Si tratta del primo mese della primavera (il risveglio per eccellenza),  come riaffermato nel Deteronomio (16,1).
A tale mese corrisponde sia la lettera HEY (He) sia il segno dell'Ariete (simbolo sacrificale per eccellenza).
Per inciso ricordiamo che la lettera HEY, nella sua costituzione, rappresenta le tre direzioni dello spazio fisico: lunghezza, larghezza, profondità; rappresenta anche la nascita di un'idea nel mondo fisico, la sua entrata nel campo tridimensionale.
Su di un piano più elevato, queste tre dimensioni sono i “rivestimenti” che l'anima deve indossare prima di potersi rivelare ed interagire con la realtà inferiore. Essi sono: pensiero, parola ed azione; tre fasi successive del cammino: dal segreto al manifesto.La lettera HEY, più di ogni altra, è la lettera dell'auto-espressione, della volontà di rivelare un processo nascosto, di creare, di far nascere.
E' la lettera dei miracoli; rappresenta la “conversione” dell'elemento femminile, il suo “ritorno” (teshuvà) nell'ambito che le spetta, la fine del suo compromesso con le forze dell'oscurità.In realtà la HEY rappresenta la “Shekinà” o presenza di Dio.
E' una lettera importantissima in quanto compare ben due volte nello stesso Nome Ineffabile di Dio.
Metaforicamente il mese di HEY, Nisan, è quello adatto a risollevare quella parte di noi che era rimasta intrappolata nelle oscurità paludose del male, del peccato, della sofferenza, dell'asservimento a forze estranee alla nostra individualità più pura; rappresenta il tempo della nascita in un mondo migliore. Ricordiamo anche che, per gli Ebrei, il conto dei mesi incomincia dall'equinozio di primavera, quello degli anni incomincia d'autunno.
Ma torniamo all'Esodo: “...sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno.”...Come si può ben vedere è l'inizio di ogni cosa; il cambiamento totale, lo stravolgimento della consuetudine.
E siccome l'UNO attiene al Divino, tale cambiamento proviene dalla stessa Divinità. E', in ultima analisi, una “manifestazione” (Epifania) che partendo dalla severità della Legge (di Dio) perviene all'Uomo attraverso la mediazione della Grazia dopo che se ne è accettata e/o incarnata la Giustezza."


Cosa vi dicono queste parole? Cosa risuona in voi?
La primavera ha sicuramente il profumo dell'inizio, della novità, del rinnovamento...come a ricordarci i buoni propositi che abbiamo preso con noi stessi alla fine dello scorso anno o all'inizio di questo 2015.
Allora ecco che mi auguro e auguro a ognuno di noi, che questa primavera sia di vero inizio, che possiamo come i fiori sui rami che ho fotografato, sbocciare con tutta la nostra più profonda essenza, metterci in gioco, proseguire sulla strada, non importa se come Israele durante l'Esodo cammineremo a zig zag per 42 tappe, quasi girando intorno, spesso con dubbio e fatica, ciò che importa è avere chiaro dove vogliamo andare, chi e come vogliamo essere per portare frutto, per compiere pienamente il nostro ruolo.




lunedì 16 marzo 2015

Le mani che meditano

Quando si aspetta, si medita.                                                                                                                     Oggi le mie mani hanno meditato così, con grande gioia.
Il cuore è contento di questi giorni lenti, di lettura e silenzio, ieri è persino nevicato, per ovattare meglio tutt'intorno. Le mie mani hanno meditato costruendo un mandala con i petali ormai sfioriti e secchi ma ancora colorati del mazzo di fiori comprato due settimane fa al mercato.                                                           L'armonia di arancio, bianco, violetto sul legno del tavolo era quanto di più semplice potesse esistere, ma il mandala era vibrante di energia e bello nella caducità di quei fiori, ancora utili a originare arte, poesia.




Le mie mani poi hanno meditato con gli acquerelli, come ho fatto spesso e con grande piacere in questa gravidanza. Non ho pensato a niente, ho preso una matita in mano e ho disegnato ciò che mi veniva in mente, lo stesso ho fatto con i colori, senza progettare, cerchio dopo cerchio, ascoltando una conferenza di Erri de Luca. Negli ultimi giorni, per caso ( che caso non è ovviamente), sto incontrando  a più riprese la storia dell'Esodo, perciò come mantra ho scritto proprio ciò che queste letture e questi ascolti mi suggeriscono: "Ti condurrò nel deserto e ti libererò".

                                  
Le mani hanno meditato prima e dopo, durante la giornata, in cucina.Hanno impastato il pane e le brioches a partire dalla pasta madre e li hanno visti lievitare e cuocere. Hanno cotto cipolle, cavolfiore e un buon riso thai allo zenzero con piselli, uova, gomasio, salsa di soia e alghe kombu.
Le mie mani hanno messo a germogliare semi di alfa alfa.
Ho meditato così oggi, come posso fare sempre, come cercherò di ricordarmi poi, nei mesi che verranno: per meditare non serve granchè, anzi. Basta essere nel qui ed ora, presenti nel momento.Null'altro. In questi giorni ho molto tempo, per fare con calma quello che mi piace, ma per meditare basta anche solo tenere tra le mani una tazza di tè, prima di berla, sorseggiarla lentamente, respirando con lentezza. Un paio di minuti, ma sono già mediatazione. Fermarsi a guardare fuori dalla finestra la sera che avanza, anche se è proprio il momento più caotico e stancante della giornata: inspirare, espirare, riempiendo l'addome di aria, rilassando le spalle...cinque, sei, respiri profondi, è già mediatazione, che rassicura.
Se poi c'è tempo per una meditazione più lunga, si può praticare yoga, ispirati dall'allegria e dai colori hawayani di Kauailife.
Per immergersi in una riflessione profonda e coinvolgente vi consiglio la visione di questo spettacolo di teatro, Ecce Homo, bellissimo, che abbiamo guardato ieri sera. Ad ogni battuta mi ha appassionato sempre di più, perchè tocca tutti i temi che amo: l'importanza delle storie, il ruolo educativo, le fiabe, esegesi biblica, antropologia, parla della grotta Chauvet che abbiamo visitato quest'estate, parla di parto, parla di lingue antiche, di alberi...uno spettacolo meravigioso, merita farsi il regalo di guardarlo, un'attrice molto brava ed espressiva di cui vedrò anche gli altri spettacoli.

Queste di seguito le ultime parole dello spettacolo Ecce Homo:
" [...] la mitezza è saper far vuoto per accogliere e liberare, quello che fa Dio al momento della Creazione, quello che fa una madre col suo corpo per il figlio, quello che fa per noi l'Ecce Homo, mite da praus, prai, quella radice antica che vuol dire amare, nutrire, portare avanti...mitezza, la beatitudine più politica, felicità e crescita per ereditare la Terra, questa la strada dell'Homo Sapiens! Felici i miti, perchè loro sarà la Terra!E allora non perdiamo tempo, non esitiamo un istante, impariamo insieme, insieme, io e te, figlia mia. Ma tu vai, vai, vai, vai, vai, che hai la forza di migliaia di anni nelle gambe!
Beati i poveri nello spirito perchè loro è il regno dei cieli, vai! Vai, cerca il castello di Amleto, scala la Torre di babele, la grande muraglia, la biblioteca infinita, vai a Bombay, vai a New York, vai a Samarcanda e non ti perdere casa tua che pure è molto bella;
beati i sofferenti perchè saranno consolati, tu va in alto, scala, arrampicati e poi tuffati anche se l'acqua è fredda;
beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati, tu hai mani intelligenti, prendi, tocca, spacca e cura, sì cura, cura,se puoi cura, cura, lenisci le ferite che nulla è immondo ma tutto può diventare sacro; beati i misericordiosi perchè troveranno misericordia, sii profonda, sii decisa, sii delicata, ruggisci, fremi di piacere, incanta, spargi la tua anima;
beati i puri di cuore perchè vedranno Dio, mordi, ridi, bacia, respira, grida, urla e parla, io ti prego parla, parla, parla, anche tu raccontami una storia;
beati coloro che compiono la pace, perchè saranno chiamati figli di Dio, la felicità è un istante, sarà tua, se sarai all'altezza di ogni istante, la gloria di Dio è l'uomo quando è pienamente vivo, e tu sei l'uomo...quel che conta per te è non mancare la tua vita e allora vai, vai, vai, amore mio"


giovedì 12 marzo 2015

Come il cavaliere




Essere donna è essere canale di nascita per tutto ciò che scorre attraverso me :
sentimenti, poesie, bambini, risate,
amore, progetti, dolori,
visioni attraverso il mio utero-cuore
misteriosa e piena, aperta e libera.
Essere donna è essere spirale, cerchio, curva, luna dentro il mio sacro corpo che ha goduto, sanguinato, partorito ed ora rinasce con nuova energia per onorare questa nuova stagione.
Essere donna è sensualità, forza e gioia di abitare un corpo in tutte le sue forme, con le sue profonde curve che ama essere percorso e amorevolmente fecondato.
Essere donna è il mio modo di amare e di creare, prendendo e rilasciando, come nel respirare.
Essere donna è un'unione inalterabile con la vita, una gratitudine permanente verso l'esistenza,una gestazione condivisa con uomini e donne per creare nuove realtà più sane e più felici per tutti.
Essere donna è non stancarsi mai di immergersi nell'anima, nella verità e nell'amore.
Essere donna è essere cerchio che abbraccia amici, sorelle e amanti.
Essere donna è essere corolla che si apre ai sacri misteri.


Germana Martin


Sto passando questi giorni cucinando, impastando e cuocendo.
Crostate, zucca al forno, crocchette di quinoa.
Muffins di carote, cipolle novelle all'aceto.
Mi piace scegliere gli ingredienti, vederli trasformarsi in qualcosa di nuovo e di buono, poi assaporarli insieme a Simone.
L'energia creatrice in eccesso deve fluire, allora cammino, riordino.Sto mettendo a posto scatoloni di cose accumulate da anni, catalogando fotografie di viaggi lontani, che rimandavo da mesi e mesi, eliminando tutto ciò che non uso più e liberando spazio, stanza dopo stanza.
Sto scrivendo moltissimo, con grande sveltezza, soprattutto per la certificazione del corso come doula.           Ogni tanto prendo in mano gli acquerelli e dipingo, come ieri sera, quando ho messo su carta le dieci lune della gravidanza, fluttanti nel cosmo.
Avrei voglia di mettermi a correre, a saltare. Sono stanca, ma mi sveglio al mattino con l'impulso di alzarmi subito, di leggere e progettare.
Tutto mi sembra da fare, come se la vita fosse ovunque in inarrestabile fermento.
Sono giorni belli, come quando si prepara la valigia per un viaggio e si studiano sulla cartina gli itinerari, leggendo nomi di valli e città sconosciute, percorrendo con il dito i sentieri sulla carta ingiallita.
Come quando si sceglie il vestito per una festa, si provano le scarpe nuove.
L'emozione scorre sotto la pelle, fa spalancare gli occhi nel mezzo della notte e rimanere svegli, immaginando il mistero che sarà. Il compito sconosciuto, come il cavaliere che la notte prima dell'investitura percorre a lunghi passi gli stanzoni di pietra, meditando sulle incognite, una candelabro in mano.
Come chi prima della gara, ripassa le mosse che ha imparato e sa che il percorso sarà impegnativo, ma che la meta è vicina.


martedì 10 marzo 2015

In collina

Ormai la stagione galoppa veloce verso la primavera.
Ho voglia di vestiti leggeri, tuniche e maglie di cotone.
Stamattina ho tolto dall'armadio i maglioni più pesanti, li ho lavati e messi ad asciugare al sole, per poi ritirarli nelle scatole.Farà ancora freddo, ma ho avvertito il bisogno forte di toglierli dalla vista, di dare spazio ai tessuti più leggeri.
Al fiume i salici hanno messo le gemme, gialle e spugnose, anche se la strada è ancora innevata.
Ne ho raccolto qualche rametto e li ho messi in un bicchiere in cucina.
Sono salita in collina vicino a casa dei miei genitori la scorsa settimana, a passeggiare.Come ogni anno, è stato confortante trovare i primi occhi di Maria tra l'erba, notare che le fragoline selavtiche fioriscono sempre nello stesso punto della scarpata, sentire nell'aria il fumo delle sterpi bruciate e notare gli alberi potati, pronti a nuove gemmature.
Ho visto i primissimi rami fioriti e le prime api al lavoro, ogni anno cerco e aspetto questo momento, é l'inizio, nonostante la montagna ancora bianca: quando le api escono a cercare bottino, si può star certi che la primavera è vicina. La loro vista mi colma sempre di una indescrivibile gioia bambina, una gioia semplice, quella di sapere che tutto va bene e che la ruota delle stagioni avanza.
Tra poco ci saranno i luvertin, l'aglio orsino e le ortiche da raccogliere e mangiare.
Poi gli albicocchi, i ciliegi, i peschi e i meli in fiore.
I petali ricopriranno le strade facendone tappeti colorati e impalpabili.
Ho una grandissima voglia di fare, rinnovare.




In cima, dalla chiesetta, mi sono seduta a leggere al sole, ho tolto le scarpe, trattenuto il fiato di fronte alla magnifica vista della mia montagna tutta azzurra.
Il bosco era silenzioso, confortante.
I raggi del sole caldi e accoglienti.
Sarei rimasta lì tutto il giorno, semplicemente ad osservare il cielo, la montagna corrugata, il lontano scintillio della neve.

"I don't know exactly what a prayer is.
I do know how to pay attention, how to fall down
into the grass, how to kneel down in the grass,
how to be idle and blessed, how to stroll through the fields,
which is what I have been doing all day.
Tell me, what else should I have done?"
Mary Oliver "The summer day"





" In the north country now it is spring and there is a certain celebration.
The thrush has come home.
He is shy and likes the evening best, also the hour just before morning;
in that blue and gritty light he climbs to his branch, or smoothly sails there.
It is okay to know only one song if it is this one...
you listen and know you could live a better life than you do, be softer, kinder.
And maybe this year you will be able to do it
Hear how his voice rises and falls.
There is no way to be sufficiently grateful for the gifts we are given.
Mary Oliver




Buona continuazione di settimana, buona poesia del quotidiano.
Oggi approfitto di un altro bel pomeriggio di sole per una passeggiata al fiume e magari per preparare questa torta, più tardi, ascoltando della musica rilassante.