martedì 29 gennaio 2013

Riflessioni sui puntini collegati all'indietro


Non so voi, ma se per me é facile vivere e raccontare della mia filosofia di vita, trovo semplice parlarne soprattutto qui sul web.
Nella vita "reale", a parte alcune lodevoli eccezioni e l'esempio della mia famiglia, questa filosofia risulta difficile da spiegare.
I commenti sono svariati, ma spesso negativi: é comune essere considerati fannulloni, perditempo, ingenui.
Oppure egoisti, poco propensi al sacrificio e al lavoro.
Non so, forse come molti mi dicono io vivo nel mio mondo ovattato, cioè questo della rete, dove i blog e gli articoli che leggo seguono e accompagnano le mie idee, ma mi viene detto che la vita vera é molto diversa.
Anche a voi capita di fare fatica a spiegare a colleghi, vicini, cognati, la vostra idea riguardo alla decrescita, alla lentezza?
Mi sembra ridicolo riuscire a spiegare così bene quello che provo, che penso e vivo ad una comunità virtuale che non conosco di persona, quando nella vita di tutti i giorni fatico a far capire anche solo un terzo delle mie opinioni riguardo al lavoro, al tempo libero!
In realtà io sono molto molto felice delle mie scelte, e guardo al futuro senza paura.
Ieri sera poco prima di dormire riflettevo proprio su questo tema, quando ho avuto una chiara visione: una casa nel bosco sopra al paese in cui ho sempre abitato, i miei figli che corrono tra gli alberi, la stufa accesa, il pane che cuore e i cani che abbaiano in cortile.
Il prato sopra la casa ricoperto di viole e primule, un terrazzo di legno, le montagne davanti.
In casa, una grande stanza per ospitare corsi, convegni, artisti, sui letti dei copriletti di stoffa colorata.
Una visione così chiara come se fosse tangibile, di come sogno il mio futuro, di come lo voglio.
Ho pensato che forse alla fin fine tutto questo girare mi porterà semplicemente da dove sono partita: nel paesino dove sono sempre cresciuta a fare la stessa vita dei miei genitori.
Però io sono felice del giro che ho fatto per arrivare!
Anche se la strada poteva essere più diretta, sono felice lo stesso, perché nelle circonvoluzioni del sentiero ho scoperto tanto, imparato tanto, anche dalle scelte che agli occhi esterni paiono improduttive e inefficaci.
Io sono convinta che il senso di tutto sia imparare dalla strada: ogni esperienza che vivo, che viviamo, é capace di essere edificante per noi e per la nostra vita, questo é l'importante.
Non mi interessa quanti giri strani fa la strada per arrivare alla meta, se nel frattempo quei giri sono utili a me per impare e utili a chi mi é vicino.
Guardando indietro, anche se solo dai miei 28 anni, vedo già tanti puntini che si collegano tra loro sulla strada, vedo in una luce chiara molto di quello che é successo negli ultimi anni.
Se avessi scelto subito Scienze della Formazione come università invece di laurearmi prima in Relazioni Internazionali, non sarei dovuta andare a Torino e non avrei sofferto così tanto nell'abitare lì.
Però non avrei neanche provato l'impulso così forte di tornare a casa, e non avrei avuto il desiderio di (ri)allacciare dei rapporti così stretti con la mia famiglia, cosa che invece é fondante per me ora.
Non avrei viaggiato così tanto e imparato tanto dal mondo che mi circonda.
Ho lavorato due anni come educatrice assistente con bambini disabili per poi cambiare lavoro: anche questo sembra un passaggio totalmente sconclusionato e inutile.
Eppure mi ha insegnato a relazionarmi con l'handicap, a tutti i livelli, mi ha reso una persona civilmente migliore perché molto più attenta e sensibile ai bisogni dei "bambini speciali", mi ha soprattutto insegnato a stare vicino a chi soffre con pazienza e dedizione, sono certa che questa lezione mi servirà ancora più avanti nella vita.
Lo scorso anno ho lavorato vicino a casa dei miei genitori, un'altra scelta improduttiva: spendevo di più in carburante di quello che guadagnavo.
Eppure é stato importantissimo, sebbene non avessi scelto io in che scuola lavorare.
Poter passare quei tre o quattro mattini o pomeriggi a settimana "a casa" mi ha aiutato moltissimo nella transizione del matrimonio, ed é stato utilissimo lo stesso per i miei genitori, anche se dal punto di vista lavorativo era una perdita totale.
Il primo alloggio dove siamo stati io e Simone da sposati costava molto caro come canone di locazione, ma aveva il pregio di essere a breve distanza da casa dei miei nonni e dei miei cugini: abbiamo speso molto e si poteva evitare, ma sono andata spessissimo dai nonni e ho passato molto tempo con loro.
Magari tra qualche anno mio nonno non ci sarà più, ma aver raccolto mele con lui questo scorso autunno mi resterà per sempre come ricordo, poco importa che facendo un altro lavoro a settembre avrei guadagnato molto di più.
Insomma, io sono felice di guardare queste scelte improduttive economicamente e di vedere quanto invece mi hanno regalato e insegnato, e potrei citarne altre.
Sono assolutamente certa che alla fine di tutto, quando sarò arrivata, sarò più felice di aver passato quel tempo con i miei genitori o con miei nonni o di aver passeggiato lungo il fiume che non di avere quel tot di euro in più.
Lo stesso penso sarà in futuro: anche quest'anno guadagnerò poco, ma avrò tempo per prendermi cura dei miei cari e del mio corpo e forse alla fine tutto questo sarà molto più importante.Avrò fatto un lavoro che non credevo di riuscire a fare e avrò domato tre classi di adolescenti irrequieti. E sarò molto più serena.
Io guardo al futuro con fiducia perché so che posso cavarmela e imparare da ogni situazione, anche da quelle che sembrano inutili o inefficaci.
Certo sicuramente posso e voglio fare di più nel mio tempo libero: però voglio fare più fotografie, abbracci e volontariato, scrivere più racconti e organizzare più merende, non fare più ore di un lavoro qualsiasi tanto per guadagnare un po' di più.
Se mi é facile capirlo e spiegarlo qui, però risulta impossibile spiegarlo a molti che mi circondano nella vita reale.
Voi cosa ne pensate?
Se ragionate al mio stesso modo, come fate a spiegare quello che pensate e a farvi capire in modo profondo?
Vi capita di sentirvi quasi in colpa perché avete tempo libero / perchè siete felici con poco?
Grazie di cuore!!


lunedì 28 gennaio 2013

Ho scritto alla voce gratitudine

Questa settimana ho scritto nel diario alla voce "gratitudine" su esempio di Taryn, Lanterna e PianoB, tante cose, alcune sono queste (non le scrivo tutte perché riempirei due pagine!) :

Alzarsi al mattino e scoprire che sta nevicando andando a scuola a piedi
Cadere rovinosamente sul ghiaccio ma non farmi troppo male (a parte due ginocchia completamente viola!)
Comprare i tulipani al mercato
Vedere nonno Lorenzo che insegna al vitellino appena nato a ciucciare il latte nel modo giusto, a stare in piedi e a riconoscere la madre tra le mucche
Una lezione serale con gli studenti milanesi che é andata bene
Coccolare Melira dopo l'operazione di sterelizzazione
Cucinare due perfette tarte-tatin
Ricevere una lettera da Taryn
Vedere 6 caprioli correre nel bosco innevato, eleganti e bellissimi, durante una passeggiata con i miei genitori
Raccogliere nel bosco moltissimi nodi dagli alberi di castagno e farmi insegnare come pulirli e levigarli
Aiutare mio cugino Mario nei compiti
Organizzare una merenda per sole donne con due mie amiche qui a casa nostra
Mia mamma che mi prepara gli spinaci già cotti in un piccolo recipiente
Preparare la minestra con le zucchine raccolte e surgelate la scorsa estate
Sapere che una famiglia di amici andrà in Israele in viaggio grazie ai nostri suggerimenti e ai nostri racconti
Ricevere ammirazione da una lettrice che ha comprato due copie del mio libro fotografico sull'inverno
Trovare al mercatino dell'usato un uccellino di latta degli anni '60
I nuovi the speziati prezi in erboristeria
La polenta quando fuori nevica e la polenta fritta del giorno dopo
Chiudere un vecchio capitolo lavorativo ricevendo indietro la quota sociale dalla cooperativa
Avere dietro la macchina fotografica al giusto momento con la giusta luce
Ritrovare i compiti in classe di V che credevo di avere perso
La gravidanza di un'amica che procede bene
Comprare una nuova maglia di lana con inserti di pizzo e una piccola ghianda di feltro con cui ho creato un ciondolo
Parlare con gli alunni del loro fututo, di cosa vorrebbero fare, dei loro problemi
La festa di compleanno di Simo con i suoi parenti a casa nostra che é andata bene nonostante la mia agitazione
Mia zia Piera che mi impresta i suoi libri

Questa settimana che mi attende sarà molto stressante e faticosa (consigli di classe, scrutini, lezioni al serale con i privatisti...) ma scrivo le gratitudini, rifletto, e ne trovo sempre molte di più di quello che pensavo.
Che gratitudine scrivete oggi?

domenica 27 gennaio 2013

4/52



Simone (the husband): opening his present on his birthday morning
Daniela (me) : cuddling a new calf in the grandparents' stable
Melira (our cat): looking at the big snow storm out of the window

This is an idea from Jody: 52 portraits, one per week for a year.

 

sabato 26 gennaio 2013

E quelli che più non sono ora vivono qui

 Ogni anno si fa (giustamente) un gran parlare della Giornata della Memoria, della sua tragicità.
Io quest'anno voglio invece ricordarla con queste fotografie stupende di Flash90, della grande nevicata che é stata a Gerusalemme circa due settimane fa, nevicata rarissima e abbondante, che ha cambiato il volto della città.
Queste immagini mi commuovono, non solo perché amo Gerusalemme, ma perché mi sembrano la trasposizione di queste fotografie: stessi occhi neri e ardenti, stessi cappotti di spessa lana nera, stessi cappelli e colbacchi e tallit e peyotes degli ebrei fotografati da Roman Vishniac poco prima della Shoah, quelli che vivevano in Polonia, Germania, Russia, Ucraina, Repubbliche Baltiche e così si vestivano nei freddi inverni europei.
Ora i soggetti delle fotografie di Vishniac non esistono più, sono stati eliminati nei lager, però ci sono questi, discendenti che nel sole estivo gerosolimitano mi fanno sempre ridere intabarrati nei pesanti cappotti neri: in queste fotografie per la prima volta nella loro vita sono invece vestiti nel modo giusto per il clima che li circonda.
Allora guardo queste fotografie e mi commuovo, perché mi sembrano i volti di Vishniac che rivivono con i cappotti e la neve, ma attorno a loro non ci sono Vienna o Varsavia, bensì le mura della città vecchia di Gerusalemme, e  a me questo sembra un miracolo e la più bella, vibrante risposta alla Shoah.
Potete vedere molte più fotografie qui all'articolo originale.





Vi lascio anche questa canzone di Eshter Bejarano, grandissima donna, che abbiamo ascoltato dal vivo in concerto mercoledì sera qui a Cuneo:Eshter, deportata ad Auschwitz, sopravvisse perché fu messa a suonare nell'orchestra femminile del lager.
Ora a 88 anni gira l'Europa con la sua band per cantare e suonare, trasmettere il ricordo di quello che furono i suoi 4 anni di lager coatto, per denunciare il pericolo dell'antisemitismo di oggi e invitare a maggiore tolleranza tra i popoli.
Potete leggere la sua incredibile storia in questo libro "La ragazza con la fisarmonica" che contiene anche un dvd documentario sulla vita di Eshter: quanta energia in questa nonnina, quanta voglia di vivere, trasmettere, di impegnarsi civilmente.

giovedì 24 gennaio 2013

Viva la conquista del tempo libero

 Ieri c'é stata un'altra abbondante nevicata e allora oggi tutte le scuole sono rimaste chiuse per ordinanza del sindaco.
Questo vuol dire un giorno di vacanza per me, e per i miei cugini, con cui ho passato la giornata.
Sono due persone veramente speciali, con così tanti interessi, capacità, energia da ricaricarmi sempre positivamente.
Abbiamo guardato insieme la loro collezione di piume e penne di volatili, ho imparato che le penne dell'allocco sono ricoperte di minuscoli peli, il che le rende molto silenziose nei movimenti, essendo l'allocco un uccello notturno.
Abbiamo confrontato tra loro le varie piume di picchio, io ho ammirato quelle di ghiandaia che adoro per le striature azzurre.
Abbiamo sfogliato insieme i libri di birdwatching e i miei cugini mi hanno stupita per la profondissima conoscenza che hanno degli animali:io da loro ho solo da imparare!
 Abbiamo giocato insieme a ping-pong sul tavolo della cucina e guardato due video divertenti , abbiamo riso, scherzato e raccontato barzellette improbabili.
Poi ci siamo dedicati al disegno e anche qui io ho solo da imparare!
Infatti mi sono dedicata ad un disegno astratto di textures perché i miei cugini sono troppo bravi nel disegno e nell'inventiva, io non posso proprio competere.
Mi piacerebbe tornare a disegnare molto, in fondo sono capace ma manco di esercizio.

 Ad esempio ecco cosa ha disegnato mio cugino Sam: un mio ritratto e un nuovo animale mitologico che é una specie di tigre a due zampe, non é bravissimo?

Un'altra cosa che mi piace molto del tempo trascorso con i miei cugini sono tutti i mille piccoli tesori della loro casa, che loro come me amano collezionare:
 mi piace tantissimo questo alambicco che con il calore della mano fa risalire nella spirale il liquido verde, potrei giocarci per ore.
Poi ci sono gli insetti collezionati come un insetto stecco, una mantide, ora conservati in una scatolina.
Ci sono una grossa pietra rotonda chiamata "Uovo" e acchiappasogni realizzati a mano da loro.



Questo é il nodo del tronco di un albero, da loro levigato fino a rendelo liscissimo, che mi hanno regalato oggi.
 E questo è l'insetto foglia che si mimetizza nella sua teca di foglie vere.
 Dopo pranzo, un altro dei nostri sport preferiti: sistemare la reflex sugli scatti automatici e metterci a saltare, correre e gridare davanti all'obbiettivo, cercando di fare le facce più buffe.
Spesso quando ci vediamo io, Sam e Cek passiamo un bel po' di tempo a scattare fotografie come queste e di conseguenza a ridere ancora più del normale.

Per finire, una passeggiata nella neve con anche mia zia Piera, ammirando il cielo azzurrissimo di oggi e le montagne bianche sullo sfondo.
Sono contenta di poter passare giornate così, quelle che contano veramente, giornate fatte di relazioni, di contatto, di famiglia, di tempo libero.
Giornate colme di arte, di natura, di piccole cose belle realizzate a mano.

" Il paradosso è evidente, perciò mi sento di gridare: viva l’ozio!!
Viva la conquista di maggior tempo libero come atto di democrazia e libertà per ogni singolo individuo. Evviva la lentezza!
Che ci libera dalla schiavitù della fretta e dello scadere del tempo concesso.
Viva cinque ore di lavoro al giorno, viva le piccole distanze, viva le piccolezze, le banalità, viva l’ingenuità delle scoperte scontate.
Viva il pensiero astratto, la fantasia, viva lo star a fissare per ore lo stesso paesaggio.

Viva una vita a dimensione umana!!! "
da questo articolo molto bello.
Buon proseguimento di settimana!

lunedì 21 gennaio 2013

La neve e i biscotti

Finalmente é arrivata la neve anche qui in città, a Cuneo, dopo un inverno finora all'asciutto.
Da sabato pomeriggio invece i fiocchi hanno iniziato a turbinare leggeri e piccolissimi fino a trasformarsi in una nevicata fitta che ha imbiancato tutto.
Ieri mattina sono uscita per una passeggiata, dapprima intristita nell'osservare questa neve cittadina, la mia prima neve qui in questa casa, così diversa dalle altre nevicate della mia vita che avevano come sfondo e soggetto alberi su alberi, colline, montagne e non automobili e palazzi.
Sicuramente il fascino della neve é totalizzante e più intenso a "casa" ai piedi delle montagne, che non qui tra i palazzi, ma camminando sono arrivata in Cuneo vecchia fino al viale e lì allora ho trovato una neve più simile a quella che conosco e che amo, neve sui rami che riveste gli alberi e li copre, neve in strade strette e su palazzi antichi.
Ho camminato per una bella ora, incurante dei fiocchi che cadevano e si impigliavano nel mio cappello di lana, in ammirazione per questo spettacolo della natura che é ancora capace di emozionare ogni volta.
Quando nevica non c'é niente di meglio che tornare poi dentro al calduccio, assaporare cibi buoni: ieri per noi cioccolata modicana con manna come dolce, mentre fuori la neve continuava a cadere.
In questo fine settimana abbiamo anche festeggiato il compleanno di mio papà, e ieri pomeriggio oltre al suo quello di zio Pier e zia Carla e  San Mario e Santa Marta come aonomastici.
Abbiamo assaggiato le prime "bugie" di quest'anno, farcite con marmellata o cioccolato, oltre alle insuperabili acciughe sott'olio di mia mamma.
Visto che Simone é da tre giorni a letto con l'influenza e anche io non mi sentivo molto in forma, oggi abbiamo passato un pomeriggio tranquillo, riposato e cucinato dei biscotti speziati.
Sembra proprio che questo inizio anno sia all'insegna della lentezza e da un certo punto di vista non posso che rallegrarmene, anche se abbiamo molto da fare e per ora tutti questi progetti sono solo sulla carta...ma abbimao tempo, per ora meglio assaporare questi biscotti!
Ecco la ricetta:
un cucchiaino raso di cannella macinata
un cucchiaino di cardamomo macinato
un pizzico di zenzero grattugiato
un pizzico di sale
un cucchiaio di latte
un uovo
80 gr di zucchero di canna
80 gr di burro
farina quanto basta per impastare e creare una pasta liscia e morbida
un pizzico di lievito per dolci

Mescolare le spezie con il sale, l' uovo e il latte.
Aggiungere lo zucchero, il burro e la farina con lievito.
Impastare e lasciar riposare l'impasto in frigorigero per mezz'ora, quindi formare i biscotti nella forma preferita.
Cuociono 10 minuti in forno a 200 gradi.
Buona merenda o colazione!

domenica 20 gennaio 2013

3/52

A portrait of me, one of my husband, every week for a year.
This idea comes from Jody.

Simone: reading a magazine about farming at my parent's home
Daniela (me): drinking herbal infusion with the herbs I collected in the garden last summer
Melira (our cat): always playing hide and seek