giovedì 29 agosto 2013

India:Varanasi





 
Un mese fa (di già?!) a quest'ora eravamo a Varanasi.
Di tutto il viaggio, più ancora della magnificenza del Taj Mahal, a me è piaciuta Varanasi, città sacra sulle rive del Gange, o meglio della Madre Ganga.
Mi è piaciuta perché, semplicemente, è l'India come io l'avevo sempre immaginata, corrispondente in tutto alla mia visione mentale.
Un'India calda, tropicale e acquatica.
Un'India sacra, con i sadhu vestiti di arancione lungo le strade.
Un'India spirituale, con i tempietti del lingam di Shiva ogni pochi passi, la puja sul grande fiume, i templi più grandi dove i pellegrini si riuniscono a versare agli dei acqua del Gange, latte, petali di fiori profumatissimi, incenso...
Varanasi era l'India come io la pensavo, colorata e caotica nei vicoli stretti e tortuosi, con le donne in sari variopinti, con le mucche  e le scimmie che contendono ai cani randagi le stradine e gli alberi di pipal e banyan che svettano tra le case.
E poi il fiume, immensa presenza melmosa, di acque turbinanti e profonde color caffelatte, una portata d'acqua gigantesca, la riva opposta alla nostra lontanissima.
Il profumo dell'incenso che arriva da chissà dove, come quello delle collane di petali di rosa intrecciate: arriva con un refolo di brezza in mezzo allo smog dei motorini e all'odore delle mucche e cambia d'un colpo la percezione della realtà.
 



 
Quando siamo stati a Varanasi, in pieno inizio del monsone, l'acqua era alta e non si poteva accedere ai ghat, le scalinate che portano al fiume, perché erano sommerse.
Siamo rimasti lì tre giorni, girovagando semplicemente attorno all'ostello, imparando via via la direzione di un vicolo dopo l'altro, per arrivare fino al fiume, o fino al tempio di Shiva.
Tre giorni bellissimi, in cui ad ogni svincolo scoprivi un tempietto nuovo, o un nuovo minuscolo ghat, un negozietto, in un vortice di colori, odori, immagini, di canti dei pellegrini giunti fin lì per la grande festa di Shiva, di mucche, di bancarelle di the tchai.
Varanasi è ovviamente un gran caos, come quasi ogni luogo visitato in India.
Ma un caos bello, vitale.
Sentivi la vita vibrare ovunque, la forza del fiume che scorreva attorno e sotto alle case le caricava di energia, di spirito, e non si poteva rimanerne indifferenti.
Questa è la forza dei grandi fiumi sacri dell'umanità, che permane nei secoli, come il fuoco sacro di Shiva che si dice acceso perennemente da 3.000 anni e da cui si accendono tutte le pire per le cremazioni.
Se dovessi tornare in India, tornerei a Varanasi.








lunedì 26 agosto 2013

Lista delle cose belle

- il profumo delle rose del bellissimo giardino dei miei genitori (e mia mamma che è orgogliosa di mostrarmi i suoi fiori!)
- passare del tempo con mio papà, semplicemente a raccogliere fagiolini e lamponi insieme nell'orto
- la pizza e il pane che prepara Simone e i suoi tentativi di far "rinascere" la pasta madre
- pettinarmi i capelli in tante trecce per renderli poi mossi una volta sciolte
- un'amica che mi regala un pacchettino di biscotti in cambio di un favore
- mio cugino di 14 anni che mi scrive email e sms mentre è in viaggio a Londra con la famiglia
- anche se senza preavviso, ospitare mia zia Anna a cena da noi, anche se con un pasto molto frugale (avevo preparato solo una vellutata di zucchine!)
- leggere Primo Levi: l'ho sempre studiato, ma mai letto. Per l'esame di storia della letteratura sto preparando questo e mi sta piacendo molto
- andare in bicicletta da casa nostra a casa dei miei genitori (circa un'oretta di bici), cosa che volevo fare da tutta l'estate e non avevo ancora realizzato. Sogno spesso (di notte, è un sogno ricorrente da molti anni) di dover percorrere questa strada, in un senso o nell'altro, a piedi e in strane condizioni atmosferiche (neve, pioggia...)...chissà cosa significa!



- andare finalmente a trovare una coppia di amici che da mesi progettavamo di vedere (ma abbiamo orari diversissimi e non riuscivamo mai)
- fermarmi mezz'oretta sul divano un pomeriggio, ascoltando il mio corpo (e la pressione bassa!)
- con Simone, dare una mano a una persona in difficoltà, portandole una coperta, cioccolato e biscotti anche se era già tarda sera
- passare qualche momento in silenzio nel parco dei miei nonni sotto alle fronde di un grande castagno

- mettere insieme le informazioni di questo post e condividerle a chi vorrà partire in viaggio
- raccogliere i pomodorini nell'orto, con il sole che scalda la schiena
- andare a studiare al parchetto all'aperto
- lavorare qualche ora come baby sitter
- comprare delle raviole fresche in un negozio di alimentari dove di solito non andiamo mai (è piuttosto caro)
- rinnovare l'arredamento sul mobile della sala e cambiare le cartoline appese
- passare un po' di tempo al fiume con Simone di sabato: prendere il sole, scavare e costruire una diga nell'acqua per creare una pozza/piscinetta un pochino più profonda
- immergermi nell'acqua fresca della piscinetta di roccia una volta riempita dalla corrente


- il pic-nic al fiume, con insalata tiepida di miglio, curcuma e peperoni; melanzane grigliate in agrodolce con limone, sesamo, miele e peperoncino; pancakes con fragole e sciroppo d'acero
- lavare il terrazzo, che tra le piante aromatiche moribonde e il gatto era in uno stato terribile
- scoprire sul terrazzo che la strana pianta che sta crescendo accidentalmente in un vaso è una pianta di pomodori, che ora sta mettendo fiori e frutti, è spuntata per caso!
- svegliarmi prima dell'alba domenica mattina e andare in montagna a recuperare Simone e un amico che nella notte hanno camminato 13 ore per arrivare a piedi fino al Santuario di Sant'Anna
- passare buona parte del resto della domenica in bicicletta su e giù macinando chilometri tra i campi, la musica a tutto volume nelle orecchie, che stupenda sensazione di libertà                                           - il pranzo di domenica con i miei genitori e cugini
- le fusa di Melira al mattino presto
- le fotografie rasserenanti e colme di pace di due amici che sono andati a piedi a Santiago de Compostela
- cedere all'impulso di uscire di casa e comprare qualche maki e nigiri con tonno e salmone per cena, al ristorante giapponese qui vicino
- l'entusiasmo di Simone per aver vinto il suo primo torneo di Magic

domenica 25 agosto 2013

34/52

 
 Noi questa scorsa settimana, per il progetto di Jody:
Melira- adora dormire e fare le fusa su questa coperta rossa di pile, rimarrebbe lì tutto il giorno
Simone - ha vinto un torneo di Magic!
Io - nel parco dei nonni, qualche minuto di calma e silenzio nel verde

giovedì 22 agosto 2013

India del Nord fai da te: qualche consiglio di viaggio

(Questi sono alcuni suggerimenti ed impressioni molto personali, non possiamo dire di aver conosciuto l'India , quindi prendete questi "consigli" come semplici annotazioni!)

Innanzitutto: è possibilissimo viaggiare da soli, senza problemi!
Lo scorso anno ho raccontato di come sia facile e bellissimo viaggiare da soli in Israele, quest'anno invece parlerò un poco della nostra esperienza indiana.
Il nostro viaggio è stato molto corto per la grandezza e le tempistiche indiane, solo 2 settimane, quindi non abbiamo potuto girare molto né approfondire bene le realtà visitate, abbiamo incontrato tutti viaggiatori che si fermavano almeno 3 settimane/1 mese.
Abbiamo incontrato moltissimi viaggiatori autonomi, soprattutto europei, anche molte ragazze che viaggiavano da sole e famiglie con bambini piccoli che viaggiavano zaino in spalla...si può fare!
Abbiamo prenotato il volo Italia-India circa 2 mesi prima della partenza, invece durante il viaggio abbiamo usufruito di due voli interni, il primo prenotato una settimana prima dall'Italia e l'altro direttamente in India
Questo il nostro itinerario in India del Nord:
Delhi-Varanasi-Agra-Jodhpur-Jaisalmer-Jodhpur-Delhi
Da Delhi a Varansi volo interno e lo stesso al ritorno da Jodhpur a Delhi.
Da Varanasi a Agra treno notturno, lo stesso da Agra a Jodhpur.
Da Jodhpur a Jaisalmer (e viceversa) pullman locali.
Abbiamo delineato l'itinerario grazie soprattutto ai consigli di amici che sono stati da poco in India, cercando informazioni su internet e con la guida della Lonely Planet.

Spostamenti:
mi spaventavano molto gli spostamenti interni con treni e autobus, invece non abbiamo avuto nessuna difficoltà a trovare o comprare i biglietti, anzi in ogni città ci sono tantissime piccole agenzie di viaggio/internet cafè che ti prenotano agilmente biglietti di ogni genere.
In India è impossibile perdersi, ci sarà sempre qualcuno che si offre di accompagnarti all'ostello/stazione/autobus (in cambio ovviamente di una mancia, di un passaggio al negozio "di suo fratello" etc..), anche quando non avete assolutamente bisogno di aiuto.
Abbiamo viaggiato sui treni notturni senza grossi problemi, ma è meglio prenotarli in anticipo:noi invece abbiamo prenotato lì sul posto da un giorno per quello successivo, così la prima volta abbiamo trovato posto solo in prima calsse (1AC) pagando piuttosto caro e la seconda volta solo in terza classe senza aria condizionata (Sleeper).La prima classe è formata da scompartimenti chiusi con due cuccette,con lenzuola e coperte, ventilatore.Ci si può chiudere dentro e sono abbastanza spaziose.
In terza classe invece ci sono tre cuccette per lato e scompartimenti aperti senza tendine, lenzuola, né aria condizionata.
I treni sono spesso in ritardo, però, il primo treno è arrivato e partito con 5 ore di ritardo, in piena notte invece che alle 8 di sera, è stato piuttosto faticoso aspettare in stazione perché era affollatissima, c'era molta confusione e non capivamo niente degli annunci, per fortuna abbiamo incontrato una ragazza del Wisconsin che viaggiava con un amico indiano e che ci ha aiutato a capire gli annunci e quindi a capire quando e dove sarebbe arrivato il treno!
Con i pullman si viaggia bene, sono spaziosi, si prenotano facilmente. Noi abbiamo viaggiato di giorno (la tratta durava circa 6 ore) ma ci sono anche quelli notturni.

Ostelli:
abbiamo prenotato il primo ostello dall' Italia e il resto via via direttamente in India città per città.
Si trovano ostelli di tutti i livelli, noi di solito siamo stati in ostelli che costavano sui 750/800 rupie a notte (circa 10 euro a stanza a notte), con aria condizionata e bagno in camera.
In due ostelli abbiamo pagato 1200 a stanza a notte ma erano di categoria già più elavata (senza essere lussuosi).
Non è difficile trovare ostelli, anzi, anche qui ci saranno decine di persone che non vedono l'ora di accompagnarti alla loro guest house.Se avete tempo e voglia, girate e guardte le camere, poi scegliete.
Consigliamo sicuramente Ganpati Guest House a Varanasi, l'ostello più bello dove siamo stati in tutto il viaggio, con camere pulite e spaziose, vista sul Gange, spazi comuni rilassanti e un ristorante fantastico.Anche il Yogi Guest House merita per la tranquillità e la vista sul Mehrangarh Fort a Jodhpur (invece il ristorante lascia un po' a desiderare).

 Acqua e cibo:
bere sempre e solo acqua in bottiglia!Si trova ovunque e costa dalle 15 alle 30 rupie per un litro.
Non abbiamo avuto nessun problema legato al cibo, una buona scelta è prendere il thali che nella versione più semplice è composto da riso basmati, dal (lenticchie), verdure miste al curry e chapati, nelle versioni più complesse è invece composto da decine di assaggini di tutti i gusti, dal piccantissimo al dolce.

Escursioni:abbiamo fatto una sola escursione organizzata (per il resto giravamo appunto da soli), con la  Adventure Camels di Jaisalmer per un camel safari di due giorni nel deserto del Thar, ci siamo trovati bene, l'organizzazione era seria, eravamo un gruppo piccolo di sole 5 persone e siamo andati in una zona isolata. Una buona esperienza perché semplice e per niente "turistica".
Cosa è stato utile portare in viaggio:
- una federa e un lenzuolo: gli ostelli dove siamo stati erano moderatamenti puliti, ma in alcuni (es. l'ultimo in cui siamo stati a Delhi), è stato sicuramente meglio avere una federa e un lezuolo da mettere sul letto...
- un asciugamano di microfibra grande: serve come asciugamano (ovviamente) visto che negli ostelli di solito non vi vengono dati asciugamani, ma anche come lenzuolo/cuscino d'emergenza (es.nei viaggi notturni in treno, in aereoporto etc)
-salviette e carta igienica (da comprare anche là): negli ostelli non vengono dati e di solito nei bagni in giro non c'è carta, conviene comprarne là e portarsela sempre dietro anche in treno, sul pullman etc.
- Un foulard ampio o pashmina: per proteggersi dall'aria condizionata freddissima, o dallo smog in città, per comprirsi gli occhi se si vuole dormire in treno, come cuscino di emergenza etc...
- ciabattine da piscina per fare la doccia:anche negli ostelli migliori meglio non camminare scalzi in bagno!
- libri: in India si aspetta, ovunque, quindi meglio avere qualcosa da leggere!
In stazione, nelle lunghe tratte in treno o autobus, al ristorante etc..
- Una chiavetta usb che legge le memorie fotografiche: si trovano internet cafè ovunque e con la chiavetta ho potuto agilmente mandare fotografie e email a casa quasi ogni giorno, a prezzi irrisori e molto comodamente
- Un quadernino: per scrivere appunti, impressioni di viaggio, raccogliere ricordi trovati in giro
- una borsa piccola (che io invece non avevo!): girando anche solo con lo zaino piccolo si suda ancora  di più (già si suda sempre, e in modo terribile), meglio avere una borsa piccola monospalla per portare macchina fotografica e bottiglia d'acqua.
- Poco bagaglio: noi avevamo due zaini da montagna, il mio all'andata pesava solo 9 kg...


Aspetti negativi:
ci sono, inutile negarlo.
Il viaggio è andato molto bene, ma ci sono alcuni fastidiosi inconvenienti (sempre parlando della mia/nostra esperienza personale, ad altri possono essere aspetti indifferenti: come sempre, prendere con le pinze!!)
- il caldo: è banale e anche stupido da dire, ma ovviamente in India fa caldo, sebbene fossimo in periodo monsonico. Un caldo però terribile perché umidissimo, eravamo costantemente bagnati fradici (gocciolanti, letteralmente), con i capelli bagnati etc...nulla di che, ma sicuramente questo disagio unito alla stanchezza generale del viaggio è stato piuttosto pesante, anche perché essendo caldo umido si fa fatica a respirare e soprattutto essendo sempre bagnati l'aria condizionata è poi un colpo tremendo (lì mi sono presa una gran brutta influenza con mal di gola, che mi trascino dietro ancora adesso...)
- l'assillo dei venditori: se non abbiamo trovato la folla di mendicanti e bambini che ci aspettavamo, quella dei venditori però era costante. Ovviamente è il loro lavoro, la loro vita, ma è brutto camminare, voler girare in pace ed essere continuamente apostrofati e "seguiti" da procacciatori di affari  che ti vogliono offrire la camera in ostello, il viaggio in taxi, un vestito, un souvenir etc...alcuni sono veramente molto molto insistenti (soprattutto a Jaisalmer), mai aggressivi ma sicuramente stressanti, senza sosta. Camminare ed essere visti come macchinette spillatrici di soldi è frustrante, perché anche se ti fermi a parlare o chiacchierare con qualcuno, alla fin fine vuole sempre venderti qualcosa, anche quando pensavi di aver stabilito un dialogo "vero", uno scambio tra persone, allora ti viene da rinunciare a qualsiasi dialogo/incontro ed è un vero peccato...
- gli sguardi: degli uomini, che sono molti rispetto al numero delle donne (questo è molto diverso dall'Africa, dove siamo stati, lì per le strade e nei mercati ci sono principalmente donne, in India invece ci sono principalmente uomini).
Pur facendo attenzione al modo di pormi e di vestirmi (vestiti lunghi, mai scollature o pantaloncini corti...), gli uomini mi fissavano sempre, ovunque. Anche qui nulla di aggressivo, ma battutine, risate, gruppetti di ragazzini che ti seguono, di uomini che ti indicano...aggiunge un notevole stress psicologico alla stanchezza del viaggio. (Per altro, c'erano turiste olandesi, americane che giravano in shorts e top senza problemi, quindi anche qui è soggettivo, a me dava moltissimo fastidio e mi metteva a disagio, ad altri può non importare minimante).

Meglio viaggiare da soli o con viaggio equo?
Sono due esperienze ovviamente molto diverse, nel viaggio equo hai il vantaggio di essere seguito da una guida (spesso locale) che dà sicuramente un aiuto per la lingua, gli spostamenti e il relazionarsi con la popolazione. Noi abbiamo viaggiato così in Armenia e Madagascar e avendo la giuda sempre con noi è stato bello poter parlare con una persona del posto a tu per tu, chiedere informazioni (cosa hanno seminato lì? Perchè quella donna è vestita così? Cosa significa quella preghiera?...) che da soli invece non si possono sapere, entrare in contatto in modo più semplice con la famiglie del posto e avere un chiaro sguardo della società che si visita "dal di dentro".
Lo svantaggio è quello di aver sempre qualcuno che appunto ti guida e di vivere quindi un'esperienza già comunque mediata. Viaggiando da solo conosci di meno (hai sicuramente meno informazioni su ciò che visiti/vedi) ma d'altro lato sei tu a doverti aggiustare a trovare mezzi di trasporto, ristoranti o quant'altro, quindi vivi un'esperienza più tua. Non hai tappe rigidamente prefissate e anche il costo del viaggio è sicuramente minore.
Non ho ancora stabilito bene quale sia la scelta migliore!

In ogni caso, la soluzione più efficace è partire e andare a vedere, aprire occhi e mente all'esperienza, essere curiosi del mondo, della vita e delle diverse soluzioni che l'uomo trova alla sua quotidianità in luoghi diversi.
 Ci saranno sicuramente ostacoli, aspetti negativi, stanchezze e incertezza, ma l'esperienza del viaggio è sempre impagabile quanto a arricchimento personale.

martedì 20 agosto 2013

Lista della settimana

Questa settimana è stata strana, molto lenta e molto "disconnessa", dal computer ma anche fisicamente mentre lotto contro una brutta influenza e cerco di riprendere energia.
Intanto, ecco quanto di bello è successo:
* raccogliere frutta e verdura dall'orto, insieme ai miei genitori
* mettere da parte alcune verdure per l'inverno, soprattutto fagioli, che ho congelato


* due belle camminate nel verde, anche se brevi: una al lago con i miei cugini e l'altra nei boschi con  Simone e i nostri genitori
* passare qualche ora del pomeriggio di Ferragosto con i nonni, a chiacchierare di politica e, come dice nonno, "risolvere tutti i problemi del mondo"

* la piantagione di zucche dell'orto e papà che me la mostra orgoglioso
* ricevere e leggere il nuovo numero di 3191
* accendere la tv e trovare per caso uno dei nostri documentari preferiti (di un insegnante di musica inglese che insegna in quartieri/classi difficili)
* gli apprezzamenti ricevuti dagli amici per le fotografie scattate in India
* trovare questo blog per caso, o anzi per coincidenza buona e leggerci molti spunti in sintonia con i miei pensieri di questi giorni

 * dormire qualche ora di pomeriggio
* fare una passeggiata serale con dei nostri amici e il loro bimbo piccolo, osservarlo ridere e parlottare
* distribuire i regalini indiani ai miei cuginetti (sabbia del deserto del Thar, piume, braccialettini...)
* un ottimo gelato artigianale fragola e caramello passeggiando nel mio paesino
* un mazzo di girasoli e zinnie dall'orto

martedì 13 agosto 2013

Il ritorno



Siamo tornati dal nostro viaggio in India, c'é molto da raccontare ma ora per qualche giorno almeno c'é bisogno di lasciar sedimentare i ricordi, le immagini, le sensazioni.
Quando torno, trovo sempre impossibile raccontare, devo prima saper rielaborare quanto vissuto.
Questa volta poi, come sempre quando la realtà sperimentata è così diversa e travolgente, contraddittoria e forte, devo staccare un poco, riprendere il ritmo.
Ore di sonno devono essere recuperate, il fuso orario deve essere riaggiustato, i pensieri riordinati.
Intanto, sono molto, molto felice di essere qui a casa, come già riflettevo lo scorso anno, é bellissimo sapere che non ho più bisogno di girare il mondo per trovare quello che qui ho già a mani colme e riconoscenti, é qui che sono, che siamo.Qui che voglio e devo essere. 
Allora viaggiare é un di più per vedere altro, ma la bellezza di questa vita quotidiana rimane ed é più forte ancora.Sono contenta di avere un posto dove tornare sempre colma di gioia, un porto che é la mia Itaca, dove un gatto aspetta sulle coperte, dove posso andare in biciletta a mangiare manciate di mirtilli direttamente dalla pianta, dove ho una famiglia speciale che mi aspetta sempre e che è la mia più vasta ricchezza.
Parto sempre per andare a vedere cosa c'è fuori, ed è necessario farlo, per aprire occhi e mente.
Ma lo stesso è necessario avere un centro stabile che è la vita vera: sono riconoscente per averlo trovato e costruito qui.

venerdì 2 agosto 2013

Dalla citta' blu

Giusto qualche immagine al volo da Jodhpur, la citta' blu, in un Rajastan indiano caldissimo.
In strada ci sono mucche e motorini che vagano, a pranzo abbiamo mangiato un thali molto buono, il nostro ostello e' blu come molte altre case della citta', anzi indaco, e abbiamo visitato da poco una piccola boutique di donne che producono tessuti fatti a mano.
Tutto bene, nonostante la ovvie difficolta' di un viaggio on the road, come i tragitti notturni in treno, gli zaini pesanti, i bagni sudici...ma ci divertiamo e apriamo gli occhi su realta' nuove.A presto!