domenica 28 aprile 2013

17/52

Questa settimana:
oggi, noi alla rievocazione della battaglia napoleonica a Cherasco (seguendo il progetto di Jody di un ritratto a settimana per tutto l'anno)

giovedì 25 aprile 2013

Storia di una farfalla che impara a volare

 Ieri pomeriggio stavo facendo una passeggiata tra i filari di mele nel frutteto, quando ho visto una farfalla ferma su una foglia tra i fiori in bocciolo.Mi sono avvicinata, ma lei non é volata via, anzi é rimasta immobile per lunghi minuti.Sembrava spaventata e forse si fingeva morta per paura.Mi é sembrato che non sapesse bene come muoversi, come volare, come se fosse nata da poco.
Così ho avuto l'occasione di rimirarla, di parlarle: lei immobile e bellissima, io in ammirazione per il maculato iridescente delle sue ali chiuse.
Volevo aiutarla a volare, ma senza toccare le sue ali, allora le ho offerto un bastoncino al quale si é aggrappata, tornando subito fermissima sulle zampette.
 L'ho posata di nuovo sui fiori, con delicatezza:lei si muoveva impercettibilmente, piano, piano, titubante.
 Le sue ali sempre chiuse, illuminate dal sole retrostante, erano pozze d'argento fuso, brillanti e levigate come un gioiello.L'azzurro del cielo vi si specchiava e le rendeva splendide.
 Dopo lunghi minuti, la farfalla ha timidamente aperto le ali, che si sono rivelate arancioni a puntini neri.
Il suo corpo era fragile, ricoperto di una peluria leggerissima spolverata d'oro.
 Osservata da sotto, sempre appollaiata sul bocciolo di melo, la farfalla era un tripudio di colori: nero, arancio, marrone, azzurro e grigio.Immersa tra il verde delle foglie e il rosso dei fiori chiusi era uno spettacolo a osservare in silenzio.
Poco dopo aver scattato questa fotografia, la farfalla é volata via, sicura e veloce, verso gli alberi.
Le auguro di aver trovato il coraggio di volare, e lo auguro anche a me.
Buon fine settimana!

lunedì 22 aprile 2013

La settimana



Questa scorsa settimana ho amato:
- comprare le erbe aromatiche nuove per il terrazzo (salvia, basilico, timo ed erba cipollina) e scoprire che la menta dello scorso anno é sopravvissuta e sta mettendo nuove foglie
- il pic-nic al fiume dopo il lavoro e la passeggiata con mia zia Carla
- ascoltare ed imparare nuove canzoni
- studiare etologia e psicologia dello sviluppo
- andare a trovare un'amica per il the e chiacchierare del suo recente viaggio in Israele e di buone idee di ospitalità condivisa
- il mio lavoro
- Melira quando si fa fare le coccole e fa le fusa per lunghi minuti
- finire un libro intenso ed emotivo, molto ben scritto
- invitare a casa gli amici per un dolce con panna montata
- giocare un po' con il nostro nipotino
- una passeggiata con la mia amica Chiara per raccogliere erbe di campo e un'altra domenica pomeriggio con Charlie per louvertin
- cucinare i bagels e i muffin speziati
-il profumo della prima melanzana grigliata dell'anno (aspettando con impaziena quei prossimi mesi  in cui saremo sommersi da zucchine e melanzane dell'orto)
- i fiori che sono ovunque e la vista delle colline che si colorano di rosa, bianco e verdino
- immaginare un possibile viaggio per quest'estate
- pranzare con i miei genitori
- la passeggiata del venerdì sera e la serata-tortillas di sabato con Simone
- un nuovo paio di pantaloni e di t-shirt della Think Pink
- iniziare a vestire in modo più leggero
- il sole caldo e accogliente dei primi giorni della settimana




domenica 21 aprile 2013

16/52



Noi questa settimana (16/52) seguendo le idee di Jody.

giovedì 18 aprile 2013

Il peso sulle spalle ma gli alberi in fiore

Mai come in questi giorni il mio lavoro é stato così totalizzante.
Essere un insegnante é relativamente facile, basta sapere bene una materia e spiegarla in modo chiaro e semplice.
Invece, quello che ci viene richiesto é di essere non solo insegnanti, ma soprattutto maestri, educatori, anche amici. Essere figure adulte di riferimento, alle quali chiedere consiglio o anche aiuto.Così mentre tutta la didattica passa in secondo piano, emergono altre priorità nelle classi dei miei ragazzi delle superiori: il bisogno di ascolto, di guida, di conforto.Se spiegare é facile, é molto complesso saper stare dietro a tutte le problematiche dei ragazzi.
Particolarmente in questa settimana, tante sono state le ore impiegate a consolare, rassicurare, a confidare.
Le situazioni familiari degli alunni sono complesse: chi ha un genitore lontano in un'altra città e con un'altra famiglia, chi ha la mamma gravemente malata in ospedale, un nonno che sta male, chi é rimasto assente e ha perso tante lezioni, chi é sempre nervoso e aggressivo...
Io che sono una spugna assorbo tutte queste preoccupazioni e non riesco a schermarle: la mia emotività si mescola a quella di queste classi smarrite, in modo molto intenso.Così le loro paure, i loro dolori, mi colpiscono e diventano miei, molto fortemente.
Mi sono affezionata in un modo tremendo a ciscuno dei miei alunni, cosa che non credevo possibile ad inizio anno.Invece sono completamente catturata da loro e dalle loro storie, da commuovermi, da pensare a loro tutto il giorno, da tenermeli nel cuore con tutte le loro fragilità e paure.
Alcuni di loro sono e rimarranno dei pessimi studenti, alcuni studiano così bene da essere veramente ammirevoli.Tutti sono delle persone straordinarie ed io sono profondamente grata per poter essere la loro insegnante: mi hanno insegnato moltissimo e anche se tra qualche anno magari non ricorderò tutti i nomi, mi ricorderò dei loro volti perchè sono scolpiti in me, i volti delle primi classi alle quali ho insegnato.
Passare queste ore con loro é stato un grande, bellissimo onore.
Torno a casa colma di tenerezze per questi adolescenti, ma a volte anche colma di preoccupazioni per il loro futuro, le loro ferite.Allora, quando in classe i loro pianti sono troppi, quando la loro emotività mi afferra e mi trascina, so che ho bisogno di riprendermi in qualche modo.
Lo faccio come so, sotto gli alberi, fermando un poco il tempo tra il verde.
Giro in biciletta lungo il fiume e lascio andare i pensieri, sbollire le preoccupazioni.
Preparo per pranzo un pic-nic calmo e silenzioso su un prato colmo di margherite e mi porto dietro un libro.
Poi vado dai miei cugini, a studiare e giocare insieme.
Vado dai nonni, cammino con zia Carla lungo i filari di alberi fioriti e fotografo miriadi di violette con mia cugina Marta.
Metto in infusione di mattino i primi sun-tea dell'anno e li bevo la sera.
Torno a scuola ad insegnare al serale e sorrido perché anche quando mi sento sulle spalle tutte tutto il dolore del mondo, so che una classe é il posto giusto per me, il posto perfetto dove stare ora e cercare di tamponare il mondo una goccia alla volta.









mercoledì 17 aprile 2013

Buon compleanno Israele

 In questi giorni Israele compie 65 anni di vita, lo festeggio a modo mio con queste fotografie della scorsa estate.
Le prime fotografie sono state scattate nel Kibbutz Gan Shmuel: sono immagini in bianco e nero dei primi pionieri che ri-bonificarono e coltivarono questa terra, delle loro attività agricole e dei primi insediamenti dei kibbutzim.Persone coraggiose e instancabili, che ri-crearono con tenacia un futuro nuovo in questa terra.


 Nel piccolo museo del Kibbitz si possono anche osservare degli oggetti dei primi anni del kibbutz, esposti come ricordo: sono utensili comuni, che fanno quasi tenerezza, eppure racchiudono in sè la memoria delle prime giornate di Gan Shmuel.

Le fotografie che seguono, invece, le ho invece scattate nell'Armenian Tavern nel quartiere armeno della città vecchia di Gerusalemme: adoro questo locale non solo per l'ottima cucina, ma soprattutto per l'arredamento.In tutto il locale sono appese icone, lampade di ogni genere, vecchie cartine e fotografie, santini, oggetti in ceramica: il meglio di ciò che amo nella Città Vecchia e che mi fa innamorare ogni volta di questa città, perdutamente.
Come ho già scritto tante volte, vi consiglio vivamente di visitare Israele, é un paese con paesaggi mozzafiato, ricchissimo di storia e archeologia, di amici socievoli.
Un paese con molte contraddizioni, e per questo tremendamente affascinante:linea di frattura tra est e ovest, tra coltivazioni e deserto, tra stanziali e nomadi, tra politeismo e monoteismo.
Io sono sicuramente certa di aver vissuto lì in un'altra vita: il suono dell'ebraico é musica che mi parla ed ogni volta che arrivo a Gerusalemme ed entro nel suq mi sento immediatamente più leggera, come se tornassi a casa dopo un lunghissimo viaggio, finalmente ricongiunta.
Andateci a ne rimarrete catturati!




domenica 14 aprile 2013

15/52



Noi questa settimana, la quindicesima del 2013, seguendo il progetto di Jody: un ritratto a settimana per ogni settimana del 2013.
Simone e Melira in casa, io a raccogliere erbe a San Giorgio, noi due insieme oggi in montagna (al sentiero dei ciclamini in Val Maira, é stato un weekend tutto di montagna questo, con immenso piacere!)

sabato 13 aprile 2013

Andar per erbe spontanee

 Ieri pomeriggio sono salita in collina a cercare i luvertin, ormai é un rito che compio che ogni anno con grande trepidazione.La giornata era splendida, la prima veramente primaverile, con un cielo celeste e l'aria calda da poter stare senza giacca. Ai miei piedi, oltre a Charlie (il cane) che mi accompagnava correndo in giro, fiori di ogni tipo, spuntati nel giro di due giorni, come l'erba che cresce a vista d'occhio dove la settimana scorsa c'erano solo le sterpaglie grigiastre dell'inverno.
Camminare con il sole, lentamente, per adocchiare i germogli di luppolo, é stato tonificante.
E la vista poi, la più bella al mondo per me, sul paesino "che mi ha visto nascere e crescere e ardere di inconsapevolezza": la Bisalta sullo sfondo, ancora bianca di neve, come sempre imponente e magnifica.



 Ho trovato tantissimi luvertin, incredibilmente, perché all'inizio non ne trovavo nessuno: invece ne ho raccolti dei bei mazzetti, che ho trasformato in frittata.Setacciare il terreno e le staccionate cercando i luvertin é divertente come una caccia al tesoro e mi da quella sottile emozione un po' anarchica di raccogliere e mangiare senza spesa del cibo gustoso e particolare.
Oggi invece abbiamo fatto una lunga camminata in Val Po, siamo arrivati fino al rifugio Mulatero e abbiamo avuto di fronte questo splendido panorama del gruppo del Viso.
Si stava benissimo, abbiamo camminato nel bosco in maniche corte, le rocce così calde da sembrare piena estate.
 Al ritorno abbiamo visitato il complesso di Balma Boves, una grande roccia sotto la quale tre famiglie vivevano fino a pochi decenni fa, in case costruite sotto questa grande sporgenza rocciosa.Il sito é molto affascinante, perché le famiglie costruirono lì stalle, cantine, essicatoi, che sono ancora in buono stato di conservazione.Oltre a questa roccia, durante la nostra camminata abbiamo visto altri grossi pietroni, tipici di questa valle, alcuni con incisioni rupestri (soprattutto coppelle) e altri che fungono da appoggio e sostegno a baite e ricoveri di montagna.

 Per terra, abbiamo trovato tantissime piume di ghiandaia, che adoro per i loro colori sgargianti neri e azzurri, e poi abbiamo raccolto qualche manciata di punte di ortica, con cui ho preparato per cena un ottimo risotto seguendo la ricetta di Francesca.
Insomma sono giorni di raccolta di erbe spontanee, al mercato ho anche trovato gli "sgunfiot", che cucinati con burro e sale si sono rivelati deliziosi.Che erbe raccogliete o trovate la mercato in questi giorni?