Stamattina al fiume, nella neve caduta stanotte, c'erano le tracce di qualcuno passato lì presto, prima di me, con gli sci da fondo, immagino in silenzio, nelle prime luci del giorno.
Oggi Simone stava pulendo i terrari delle formiche che alleva, quando in un terraio ha trovato tutte le formiche morte, tranne una: se ne andava in giro con un uovo in bocca, cercando una strada, con tenacia, cercando la sopravvivenza.
L'altra sera, a teatro, abbiamo ascoltato suonare un piccolo flauto ed un clarinetto ritrovati nel ghetto di Terezin, rimessi a nuovo, custoditi con cura.Immagino chi ha scelto di portarseli dietro, in quella valigia preparata in dieci minuti senza preavviso, chi ha scelto tra i suoi oggetti più preziosi degli strumenti musicali, totalmente inutili e per questo indispensabili in quella deportazione.
Sul balcone, in un vaso dimenticato, sono spuntate delle primule gialle, nonostante il clima di febbraio: sono spuntate e basta, senza riflettere, donano il loro colore ad un cortile spoglio, semi nascoste dietro il secchio in cui raccogliamo la carta da riciclare.
La pasta madre con cui abbiamo ricominciato a fare il pane è solo farina e acqua, null'altro. Da sola riesce a smuovere e far lievitare una massa superiore al suo stesso peso.

Forse è tutto qui il senso ultimo, anzi ne sono sicura: solo la bellezza, l'arte, possono salvare il mondo e lo fanno, sempre. In questi giorni di luna piena in cui le notti sono insonni, in cui si avvicina a pasi da gigante il mio trentesimo (!) compleanno che sarà la prossima settimana, in cui cerco di immaginare la grande incognita che porteranno i prossimi mesi, penso a quale possa essere il mio scopo qui, in questa vita.
Ci penso spesso, a dire la verità, a quale sia il mio ruolo, quale sia il verso che sono stata mandata a scrivere. Semplicemente, penso che sia questo: sono qui per accorgermi della bellezza, per vivere con consapevolezza e curiosità ogni momento della vita, per goderne.
E sono qui per aumentarla questa bellezza, in ogni modo che conosco: scattando una fotografia che pubblico qui, scrivendo, giocando con un bambino, prendendomi cura dei sentieri mentre vado in montagna, come mi ha insegnato mio papà senza parlare ma solo con l'esempio, lui che si ferma sempre a far defluire l'acqua dai ruscelli ingorgati, scavando piano con la punta del bastone, perchè l'acqua del pendio non eroda tutta la strada.
Questo il mio scopo: gioire della bellezza e moltiplicarla, poco importa come.
Ecco che con questa semplice chiarezza svaniscono interrogativi di anni, su quale sia la mia strada, su quale sia il lavoro che devo fare, su quale sia la direzione giusta.
Non importa poi molto in fondo, posso moltiplicare la bellezza lavorando come maestra, oppure come doula, o aiutando un bambino nei compiti, o scrivendo un libro, o vendendo cartoline con le mie fotografie, o recitando a teatro...
Allora il mio curriculum così eterogeneo, che a prima occhiata pare totalmente sconclusionato e privo di senso logico, acquisisce un senso più grande. Ecco, pare che dica, il curriculum di una persona che cerca e che lascia dietro di sè più bellezza e più grazia di quanta ce n'era prima. Penso che dica questo il mio curriculum, voglio che continui a dirlo, sempre di più.Se riesco ad essere presente in ogni istante, ad essere gentile, ad essere disponibile a ciò che quel momento mi richiede, non importa cosa sto facendo, non importa se ciò che vivo non ha una chiara etichetta, non ha un nome preciso.
"The world did not have to be beautiful to work. But it is." - Mary Oliver-
Intanto fuori continua a nevicare, tra poco andrò a prendere a scuola un bambino che è appassionato dal Titanic e mi spiegherà di nuovo come è avvenuta tutta la famosa storia del transatlantico naufragato. Qualcuno avrà spalato la neve dal marciapiede, per rendere più agevole il camminare.
"Bimbi, questa mattina ci salutiamo in modo diverso: non con il solito buongiorno ma andando alla finestra e rimanendo cinque minuti in silenzio a guardare la neve.
Prendiamoci il tempo per questa bellezza.
Quando da grandi sarete tristi, perchè può capitare, ricordatevi di alzare gli occhi e cercare il bello.
Perchè il bello c'è, in questo mondo"
( bel racconto di un episodio accaduto in classe, riportato da un amico educatore stamattina)