domenica 6 febbraio 2011

Due libri: inno alla vita

Questa settimana ho avuto tra le mani due libri molto belli, intensi, un vero inno alla vita.
Il primo é questo libro di fotografie di Lynn Johnson, fotografa statunitense che ha curato molti reportages di inchiesta per il National Geographic, soprattutto sull'africa e su alcune gravi malattie ("Sulle tracce dei virus killer" 2005, "natura e medicina" 2000,"Deadly contact:zoonosis" 2007....) Nel libro, alcune fotografie mi hanno parlato più di altre, mi hanno toccato direttamente, mi hanno chiamata perché le guardassi con più attenzione.
Come questa di una donna nel Kenya settentrionale, in equilibrio in un "pozzo del canto", il viso contratto dallo sforzo nel sollevare il secchio colmo d'acqua.
Per trovare la forza di scendere in pozzi come questo, scrive Lynn,
le donne cantano per sostenersi nello sforzo e nella paura.
Nel pozzo raffigurato in questa foto muore qualcuno quasi ogni giorno.
Questa foto sono io, quasi 26 anni fa:
un bambino prematuro, piccolissimo, tenuto in vita da fili e tubicini.
In questa fotografia un bambino indiano con paralisi cerebrale infantile, come A. con cui lavoro ogni giorno, é immerso in un secchio di sabbia per migliorare le sue capacità motorie.
Questa foto é forse quella che mi ha trasmesso di più:
la neurobiologa Constance Scharff si rilassa in acqua.
Non so spiegare bene perché mi abbia colpita:
forse il viso sereno e nello stesso tempo concentrato della donna, il suo abbandono all'acqua.
L'ho immaginata dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro, di ricerca scientifica sperimentale, finalmente tornare a casa ed immergersi nell'acqua per lasciar andare i pensieri, le tensioni, la stanchezza, per purificarsi dal lavoro e vivere finalmente la vita vera.
Forse questa fotografia mi ha colpita perché ero molto stanca per il lavoro quando l'ho vista, e mi ha trasmesso fiducia, come se mi fossi immersa anche io in quell'acqua limpida e fresca dopo la lunga giornata e mi stessi ricaricando in silenzio.
E mi ha ricordato che la vita vera é anche altrove, non solo nel lavoro, che posso e devo trovare anche tempo per me, per rilassarmi, per lasciarmi andare, per fare ogni giorno qualcosa di bello nonostante la stanchezza.

Anche questa fotografia mi é sembrata un inno alla vita, alla gioia.
Guardate queste anziane signore hawaiane, bene in carne, che ballano e cantano, si divertono, festeggiano:
non sono forse da prendere come esempio?
E questa fotografia?
La trovo assolutamente perfetta, bellissima, poesia pura che parla, queste mani rugose e indurite dal tempo, che si aprono delicatamente per mostrare un piccolo cavaliere di carta...
[il bianco e nero é mio, la fotografia originale di Lynn é a colori]
E la composizione di questa fotografia, in cui una nonna russa legge al nipotino Misha un libro di fiabe di Pushkin, non é poesia anche questa foto stessa?
Un altro libro che ho letto questa settimana é Piccolo Albero.
Questo libro racconta l'infanzia di un bambino cherochee sui monti Applachi negli anni della Grande Depressione.
Piccolo Albero vive con i nonni in una casetta nei boshi, in piena e completa armonia con la natura, gli alberi, i vari animali che popolano i monti, e con Mon-o-lah, la madre terra.
"Sul sentiero alto, dove il ghiaccio ancora scricchiolava sotto i mocassini, raccoglievamo aghi di sempreverdi.
Nonna li metteva nell'acqua calda e bevevamo anche quelli.
Fa meglio di ogni frutto, e ti fa sentire bene, come del resto le radici e i semi del simplocarpo.
[...] poi i gialli denti di leone sbucavano dappertutto in fondo alla valletta, e noi li coglievamo per mangiarli in insalata:
sono buonissimi mescolati con la lattuga selvatica, la fitolacca e l'ortica.
[...]La lattuga selvatica ha un grosso fiore rosso e un lungo stelo che si può spellare e mangiare crudo, oppure cucinarlo, e sa di asparago.
La senape cresce sul pendio del monte formando chiazze che sembrano coperte gialle.
Mette vivaci fiorellini giallo canarino e le foglie sono piccanti.
Nonna le mescolava con altre verdure e a volte macinava i semi riducendoli in pasta per farne senape da tavola.
Tutto quello che cresce selvatico é cento volte più intenso delle cose coltivate.
Estraevamo dal terreno le cipolle selvatiche, e una manciata bastava a dare più sapore di uno staio di cipolle coltivate.
A mano a mano che l'aria si riscald e vengono le piogge, i fiori di montagna colorano i pendii come se secchi di pittura vi fossero versati sopra.
I giacinti selvatici hanno lunghi fiori rossi e tubulari così accesi da sembrare di cera dipinta;
le campanule oscillano su steli sottili come viticci che sbucano tra rocce e crepacci.
I fiori di genziana presentano grandi petali color lavanda con centri gialli che stanno abbracciati al terreno, mentre le ipomee si tengono nascoste nel profondo delle valli, con lunghi steli oscillanti come salici con le punte frangiate di rosa."
Brani come questo mi han fatto venir una voglia matta di stare all'aperto, raccogliere la nostra frutta, smuovere la terra, cammiNAre scalzA, stare al sole, all'aria, camminare in montagna, osservare la nostra verdura che cresce, sognare una nuova casa, tutta mia, con orto e galline, mettere i piedi nell'acqua gelata del fiume, sentire il sole caldo sulla pelle, sentire il profumo di fieno che sale dai campi.
Primavera sbrigati ad arrivare! :-)
Buona settimana di vita vera a tutti voi che passate da qui!

6 commenti:

  1. Che maraviglia Daniela, Grazie, infinitamente grazie per tutte le volte che ci omaggi di queste emozioni, condividendole con noi.
    Che immagini reali, di vita vera!
    Buona settimana anche a te :)

    RispondiElimina
  2. Potrei scrivere un commento lungo lungo per ciascuna delle foto che hai postato...

    Ho letto Piccolo albero in biblioteca... è bellissimo. Sul "tempo per sé" sono d'accordissimo... e ho creato uno spazio nuovo proprio per ricordarmi di trovare ogni giorno almeno una piccola cosa bella.

    Buona settimana di vita vera anche a te!

    Simona

    RispondiElimina
  3. Buona settimana Dani...aspettando la primavera...

    RispondiElimina
  4. Bello sentire un altro parere sul libro di Lynn Johnson, anch'io l'ho preso e sono stata colpita da alcune immagini; dal filo conduttore della fatica delle donne nei paesi più poveri del mondo, ad esempio (la foto della donna anziana china a raccogliere germogli di riso parlava). Poi c'è la foto che hai mostrato tu, della nonna che legge al nipotino; ambiente e costumi così diversi dai nostri, per una rituale così simile... Lo scatto perfetto in copertina; un attimo fugace che racconta la Storia, con la esse maiuscola. In generale mi ha interessato comprendere meglio l'approccio nel fotografare le persone; persone che non conosci, persone che talvolta stanno soffrendo. Come si fa? Dalle didascalie traspare il conflitto interiore, ma anche l'impiego di alcune accortezze per essere il meno invasiva possibile... Quante riflessioni ;-)

    RispondiElimina
  5. Che bello Daniela! mi hai fatto venire voglia di fare una passeggiata x la mia campagna =) grazie per i tuoi post che mi donano sempre belle emozioni!
    E grazie x la buona settimana di vita vera...ricambio di cuore...a presto

    RispondiElimina

Grazie per ogni tuo commento :-)