giovedì 1 settembre 2011

Madagascar: il viaggio in treno da Fianarantsoa a Manakara

Se ripenso al viaggio in Madagascar dello scorso giungo, una delle esperienze più entusiasmanti, se non la più bella, é stata il viaggio in treno da Fianarantsoa a Manakara, sulla costa orientale dell'isola, affacciata sull'Oceano Indiano.Dopo aver passato un po' di tempo presso l'associazione Koinonia, ci siamo infatti diretti verso l'oceano per trascorrervi alcuni giorni prima di cambiare di nuovo rotta e tornare verso l'interno nella foresta pluviale di Ranomafana.




Una mattina ci siamo quindi diretti verso le 6 e mezza alla stazione di Fianar, per prendere il famoso treno, che mi intrigava da anni, da quando avevo leto un racconto di viaggio su Turisti per Caso, di due ragazze che avevano viaggiato su questo famoso treno, molto vecchio e malandato e tremendamente affascinante. La tratta percorsa copre circa 120 km con 18 stazioni, ed é l'unico pezzo rimasto attivo della linea ferroviaria nazionale malgascia, per il resto inutilizzata dopo l'indipendenza.Si tratta di un treno merci, utilizzato dai numerosi abitanti dei villaggi della foresta per rifornirsi di merci da Fianar e per vendere fino a Manakara i prodotti locali:soprattutto legno di palissandro e frutta, tra cui spicca una vasta produzione di banane caicate sul treno e vendute sull'oceano.I vilalggi sono infatti isolati e non collegati da alte strade se non dal treno, che passa circa 2 volte a settimana, spesso in modo discontinuo.L'arrivo dei vagoni é quindi una festa per tutti gli abitanti dei piccoli villaggi, essendo la loro fragile economia basata proprio sul commercio di questi beni della foresta, come il legno o la frutta, che non riuscirebbero a trasportare in nessun altro modo.Si tratta inoltre di un modo per vedere qaulche vazaaha (straniero) che viaggio nel vagone passeggeri attaccato in fondo al treno merci.








Lungo il percorso si passa letteralmente in mezzo alla giungla, si toccano i rami, si é immersi tra il verde delle foglie, il treno passa in un corridoio strettissimo che attraversa la foresta primaria, in un paesagio lussureggiante e rigoglioso.








E oltre alla bellezza mozzafiato del paesaggio, che varia continuamente durante le 12 e più ore di viaggio, l'emozine di questo viaggio risiede nelle persone inconttrate ad ogni fermata, nei sorrisi ricevuti, nelle poche parolee scambiate in malgascio, nei visi che si cristallizzano nei ricordi più belli, come quello di questa bambina da cui ho comprato una collanina fatta a mano da lei con semi della foresta e filo violetto, in un villaggio nel mezzo dell giungla lontano ore di viaggio dalla città più vicina.




Infatti in ognuna delle 18 stazioni lungo il percorso, il treno si ferma e sosta dai 10 minuti a mezz'ora abbondante, per scaricae nel villaggio le merci portate dalla città e caricare sul treno banane o prodotti locali.Come ricordato, queso treno é vitae sia per l'economia che per la sussistenza stessa dei vilalggi, che vedono nell'arrivo dai vagoni e dei passeggeri l'occasione per racimolare qualche soldino e fare degli incontri interessanti con gente venuta da altri posti, il treno ha quindi propriamente una valenza di scambio, sia economico che culturale, in villaggi altrimenti isolati da tutto.




Ad ogni fermata quindi si scende, si cammina lungo i binari, si esplorano un po' i dintorni, e si é circondati da tutto il vilalggio:donne,bambini e anziani tutti lì a salutare, parlare, vendere del cibo, della frutta, della verdura, o qualsiasi cosa si possa produrre e vendere nel loro minuscolo vilalggio.








Lo scambio avviene attraverso i finestrini del treno, che vedono mani e visi affacciarsi, contrattare, brontolare, e infine comprare insalata, nespole, mandarini, frittelline di farina di riso piuttossto che cosce di pollo arrosto, da consumare sul treno durante il lungo viaggio fino all'oceano.
















Tutto il villaggio é in festa, le donne sorridono, cercano di vendere, camminano, chiacchierano, salutano,scherzano, si portano appresso nugoli di bambini di tutte le età.








E per i viaggiatori, é un enorme pic-nic a cielo aperto, diverso in ogni stazione a seconda dei prodotti venduti, un banchetto emraviglioso dove si mischiano gusti e sapori nuovi e genuini, dove le merci ed i piatti, comel la gente, hanno colori vividi e accesi.
























Ecco un po' delle prelibatezze assaggiate lungo il viggio:banane fritte e caramellate




un delizioso, buonissimo involtino cottoal vapore avvolto in foglie di banano e contenente:farina di riso, zucchero di canna, arachidi tostate macinate, banane schiacciate, mangiato ancora tiepido dalle mani della donna che l'ha appena preparato é un'esperienza bellissima.








frittelline di farina di riso,viste ovunqe durante tutto il viaggio, con il caffè compongono la tipica colazione malgascia.




Gamberi di fiume, bolliti,color rosso vivo, una carne tenerissima.




Mini banane




Frutto tropicale (flacourtia indica)




frittelline di verdure




pasta al curry




sambosa, mangiati in tutte le salse e con tutti i ripieni (non solo sul treno, ma per tutto il viaggio in Madagascar)








Un'esperienza culinaria decisamente soddisfacente, soprattuto se fatta in mezzo a questo paesaggio, che inizia con le risaie per trasformarsi via via in colline rigogliose ricoperte di alberi e vegetazione, senza ombra di case o città, solo giungla a pedita d'occhio.












































Nei villaggi, su stuoie stese in terra seccano i peperoncini piri-piri ed il riso












E si ammucchiao le banane, ancora verdi, appena raccolte, per essere caricate sul treno e mandate fino all'oceano per poi arrivare (chissà) fino alle nostre tavole europee.
























Un viaggio nel viaggio questo treno, in un'africa povera e scalza che si arrabatta per sopravviere, che non smette di sorridere,un'africa lontana anni luce da noi e che ora mi manca terribilmente.
Un'africa dove i bambini vanno in giro per la foresta da soli, e si spartiscono una sola nespola in tre senza litigare.




Un'africa dove i colori ed i tessuti sono sgargianti e dove galline e bambini coabitano in allegria.








Africa di villaggio dove i piedi scalzi sono polverosi tutto l'anno.
Africa dove i bambini aspettano il treno e ti vengono incontro con ceste ripiene di banane e vaniglia e basta un solo sguardo per farti innamorare di loro e della loro allegria contagiosa.








Africa dove i bambini sono sempre in spalle, di madri o di sorelline, avvolti sulla schiena, che dormono placidamente in mezzo al frastuono con i loro lineamenti dolci.
















Un viaggio avventuroso su questo treno, che non ha porte a chiuderlo dalla giungla ma in ogni vagone si sale direttamente e si può stare seduti con le gambe pensoloni nel vuoto e gli alberi della foresta che sfiorano braccia e viso.








Pr ore e ore non far altro che viaggiare, puramente essere nel momento, qaulcosa che mi é così difficile, ma lì sul treno in mezzo alla giungla, senza nient'altro da fare che guardare il verde scorrere davanti agli occhi, ho sperimentato di nuovo cosa significhi viaggiare, vivere un'altra realtà completamente, esplorare posti mai visti.




Il piacere dell'avventura, dello sconosciuto, mi dà i brividi e mi cattura sempre.




durante il viaggio ci sono ritardi, soste impreviste, un pezzo di treno da riparare che obbliga ad una sosta prolungata, ma tutto va bene, arriveremo all'oceano, sia che ci vogliano 9 ore che 13 di viaggio, mora mora cioè piano piano in malgascio.




Lentezza, calma, il tempo perde quasi la sua dimensione.Il piacere di viaggiare non con un aereo supersonico, ma piano piano, con la gente, come la gente del posto,anche tra sudore polvere e umidità e ritardi di ore.












Incontrare donne, ragazze, della mia età, che ci guardano stupite che aspettano l'arrivo del treno circondate dai loro bambini, e intanto grattano manioca o cuociono la loro cena lugo i binari, nel mezzo della foresta.




Ogni tanto leggere qualche pagina di un libro ma poi farsi di nuovo rapire dal paesaggio incontaminato che scorre per ore attorno a noi.












Scendere ad ogni stazione, ad esplorare, vedere che prelibatezze offre la cucina del luogo, mescolarsi con la gente che impaziente attende l'arrivo del treno nei suoi vestiti semplici e colorati.












Comprare tutti i samosa preparati e venduti da questa bimba, e dirle in malgascio che sono buoni, e vederla ridere felice perché in pochi minuti ha venduto tutto il suo piatto e racimolato centesimi che per noi sono irrisori (qui due sambosa costano 5 euro..li ne avremo comprati una trentina per meno di un euro) ma che per lei, per la sua famiglia, fanno sicuramente la ddifferenza.Ed erano assolutamente deliziosi, ancora caldi.












Poi man mao che scende la sera, verso le 5 di pomeriggio, sentirsi infiammare dal sole arancio che illumina magistralmente tutta la foresta ( e che non sono riuscita a fotografare decentemente) e vedere la notte scendere tra gli alberi e fare cielo e nuvole di mille sfumature.Sentirsi piccolissimi di fronte all'immensità della foresta pluviale che ci circonda, a perdita d'occhio, sperduti sul treno senza segnaledi rete sul cellulare, isolati da tutto, e sentirsi in una pace totale e completa con la natura, con noi stessi.












Poi si fa tutto buio ed il viaggio prosegue nell'oscurità totale per altre 3 o 4 ore, attorno solo la foresta, nera, ma viva, e gli sbuffi del treno, il ciuf-ciuf del suo percorso nella notte silenziosa,a volte fioche luci di falò indicano le stazioni dove ci fermiamo, buie ma palpitanti di bambini e gente che anche qui aspettano, vendono, parlano, ridono, nel buio più totale e assoluto.




E nella notte, l'arrivo sull'oceano, l'aria umida e salmastra che ci accoglie, ma di questo vi parlerò in seguito, del nostro primo incontro con l'oceano indiano, vi lascio invece un breve filmato girato sul treno durante un arrivo in stazione gremito di gente, ed il nostro acquisto dal finestrino di frutti tropicali asprigni e dolci in un cestinetto fatto a mano con foglie di banano intrecciate.




Un treno che sognavo di vedere da anni, ora so che vale da solo tutot il viaggio in Madagascar.

12 commenti:

  1. ciao !! io i treni locali qui non li ho ancora mai presi, ora che leggo la tua esperienza chissà....

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  2. Esperienza magnifica!
    Risveglia il mio desiderio di percorrere la transiberiana (anzi, a essere più precisi la transmongoliana)... e prima o poi lo realizzerò, l'ho promesso a me stessa!

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  3. Wow! Credo sia un esperienza al limite della realtà, dove i sogni incontrano le percezioni umane...

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  4. Bellissime queste immagini...sembra quasi di riuscire a sentire il calore del sole e i profumi che ti stanno intorno...

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  5. brividi, mi hai dato i brividi.
    punto.
    c'è così tanta vita in questo post che lo si potrebbe rileggere per un anno intero.

    grazie.

    PS. manca poco eh? ti abbraccio tanto, sarai una sposa splendida!

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  6. Ehi dani!
    Ho letto questo post godendomi ogni singolo scatto.. e ammetto che a volte ho pure chiuso gli occhi, pensando a come poteva essere, ricordando per qualche secondo le tue parole.

    Inutile dire che mi hai fatto venire una gran voglia di partire!! Eh già!! Di percorrere QUELLA la strada, con QUEL treno, per vivere in prima persona queste sensazioni... A me piacciono i viaggi lunghi, lenti, che ti fanno perdere il senso del tempo, e che ti fanno mettere via l'orologio!

    Sei stata fortunata!

    Un abbraccio

    PS. come va i preparativi? Quanto manca?!

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  7. @ Tutte: grazie, sono contenta di essere riuscita a trasmettere un po' di quanto vissuto in Madagascar e specialmente sul treno, é sicuramente un'esperienza che ricorderò per tutta la vita!
    I preparativi vanno bene, ormai il grosso é fatto (bhe direi..manca meno di una settimana!!) e si sabato prossimo sarà il gran giorno :-)

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  8. Manca pochissimo Daniela :) in bocca al lupo ^-^
    Bellissimo questo reportage :)

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  9. Per un attimo guardando la foto dall'interno del treno con l'esterno in movimento, ho avuto un capogiro....si le tue foto fanno immergere nella realtà
    In bocca al lupo per la Rivoluzione! :)

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  10. Veramente un'esperienza che ti segna la vita! Sarebbe uno dei miei sogni fare un viaggio del genere! Bellissimo reportage 😊 Complimenti

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  11. Ciao!!!A distanza di anni dal tuo,a breve anche io e mia moglie prenderemo 'quel treno per Manakara'. Già mi immagino il chuf-chuf mentre attraverso la foresta.Be now. Ciao!

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  12. Grazie per questo racconto pieno di emozione e allo stesso tempo così semplice nella sua bellezza....salirò su quel treno il 14 settembre prossimo con il mio compagno ( che allora sarà mio marito )nel corso di un viaggio ( di nozze ) un po' fuori dagli schemi. Poi ti racconterò. Maria e Walter

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Grazie per ogni tuo commento :-)