mercoledì 13 novembre 2013

Trattato di botanica in una mano

Oggi ci siamo ritagliati un attimo di tempo io e Simone, per fare due passi insieme in montagna.Abbiamo scelto l'unica giornata nuvolosa degli ultimi giorni, ma non importa. Sto passando molto tempo all'università, con tanti laboratori da seguire e preparare, anche Simone è molto occupato dal lavoro ultimamente. Avevamo bisogno di una mezza giornata di pausa ed ecco che abbiamo visitato uno dei "nostri" boschi.
Rispetto alle ultime camminate, i colori accesi e fulgidi di rosso e giallo sono già scemati: i faggi hanno già perso tutte le foglie e lasciano larghi versanti di montagna spogli e irti. Rimangono ancora le chiazze di colore delle betulle, degli abeti, dei larici, il resto del bosco sta cambiando colore e vestendosi con tonalità brune e marroni. In c'è terra uno spesso strato di foglie secche, di faggio e castagno.


Abbiamo trovato il bosco silenzioso e spoglio, ma colmo di luce visto il diradarsi delle foglie sui rami che in estate schermano il sole. Abbiamo trovato il bosco in attesa, non più nel mezzo del mutamento tra una stagione e l'altra ma ormai decisamente in autunno, tranquillo, pronto.
L'abbiamo trovato in silenzio, attento ai nostri passi, concentrato.
Tra pochi giorni arriverà la neve, forse già questo prossimo sabato.
In alto il cielo era bianco e luminoso e l'aria frizzante, l'aria sa già di neve e il bosco l'ha capito, è tutto pronto, la neve può arrivare senza far danni, il bosco già la aspetta, sospeso nel suo silenzio bruno, i sensi all'erta.

In cima abbiamo trovato le montagne spoglie, accarezzate dalla nebbia, imponenti e bellissime.
Nessun altro spettacolo della natura mi commuove come le mie montagne, nessuna opera dell'uomo mi emoziona come queste cattedrali di roccia costruite solo dai ghiacciai e dai venti secolo dopo secolo. Potrei stare a guardare le montagne per ore, ferma e adorante.
Sono la mia casa vera, il mio respiro più profondo.

Abbiamo pranzato e mezza costa, partiti troppo tardi per salire in cima alla Bisalta, ci siamo fermati al gias a condividere il pane cotto ieri sera e impastato con la pasta madre, delle mele, un poco di cioccolata, del tè caldo.
 
Poi siamo tornati a valle, raccogliendo come sempre ciò che abbiamo trovato per strada: piume, un ciuffetto di peli di animale che non siamo riusciti ad identificare...
Qui sotto tengo il bosco in una mano: castagno, betulla, faggio, acero, sorbo. Un trattato di botanica in un palmo!
E poiché ho trovato solo dopo una piccola pigna di larice da aggiungere alla raccolta, un'immagine è solo per lei, con un ringraziamento ai larici che con il loro colore tra il senape e il verde acido hanno rallegrato i nostri occhi in mezzo al marrone, mentre salivamo.


 

4 commenti:

  1. Ad ottobre avevo scritto un post, lo avevo intitolato "riempirsi le mani d'autunno" e il preludio era una foto che si avvicina molto al tuo meraviglioso "trattato"... un'ulteriore prova della nostra affinità di "spirito" ;) Capisco anche molto bene la tua sensazione dinnanzi alle montagne, credo che quello che provo davanti a simili spettacoli lo abbia definito Kant nel suo concetto di "sublime"... qualcosa di talmente bello che fa paura :) Dentro il panino ci sono dei broccoletti??? Nell'ultima foto s'intravede la tua nuova acconciatura... è vero stai bene!!! Buonissima giornata!

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  2. Io vorrei una casetta in cima a quelle montagne!
    Stupendo post... tanto per cambiare ; )

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  3. come ti capisco, quando parli delle montagne, delle tue montagne. Anche io, qui, quando esploro il bosco, o arrivo in cima ai monti vicini, sento che lì davvero è la casa della mia anima. ti abbraccio.

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  4. Meravigliosi i tuoi luoghi,so di avertelo detto già altre volte :) Fai bene a condividere questi momenti intensi,semplici e profondi.Sono piccole illuminazioni quotidiane.Un abbraccio.

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