martedì 3 marzo 2015

Una piccola scuola con una stufa e un tavolino

Quasi un anno fa, durante una lunga camminata nella neve con le ciastre, io e Simone siamo capitati in una minuscola borgata sperduta nei boschi in Valle Grana, giusto una manciata di case tra la neve e gli alberi, lontane da tutto.
Le case erano abbandonate e diroccate, gocciolanti, porte e finestre sfondate.
All'interno l'usura del tempo: foglie, rami, neve e terriccio, oltre ai rimasugli dei vecchi mobili: qualche tavola di legno, pezzi di sedie, pagliericci strappati e divelti...non restava più nulla di valore, tutto già trafugato o portato via. Tra le balle di fieno e i calcinacci abbiamo però intravisto qualcosa che ha molto valore per noi, tralasciato e calpestato dai ladri: libri, quaderni, documenti...li abbiamo raccolti e portati a valle, ce n'erano molti altri ma irrimediabilmente compromessi dalla muffa, abbiamo salvato quelli in migliori condizioni.
Un tesoro da un altro tempo.
Questi quaderni di scuola sono una miniera di informazioni preziose sulla vita di un tempo e un commovente lascito di vite bambine ora cresciute e finite chissà dove.
Mi emoziona molto avere tra le mani ricordi come questo, come con il piccolo album di fotografie degli anni Venti trovato a Praga in un negozietto.
Uno di questi quaderni apparteneva a Grenni Chantal, un quaderno di scienze, con disegni bellissimi di animali, annotazioni precise sul loro habitat e sulle loro abitudini, appunti da studiare in francese in una grafia minuta. Sono disegni ancora vivaci e nitidi nonostante il tempo.
Mi ha colpito molto trovare anche una pagina di erbario, con lo scotch completamente ingiallito e frammenti di fiori e foglie incollati.
Ho immaginato le mani che hanno raccolto le foglie per catalogarle, le hanno incollate...sono giunte fino ad ora, attraversando decenni.



I quaderni che mi sono piaciuti di più, che mi hanno toccato profondamente, sono però quelli di un'altra bambina, Golè Maddalena, che nel 1951 frequentava la seconda elementare.
Alcuni di questi quaderni sono completamente ingialliti e quasi sbriciolati, su altri si riesce ancora a leggere bene. Ciò che emerge è il racconto di un tempo che pare lontanissimo, innocente e puro, una realtà che ora non esiste più e che nello stesso tempo è vicina a noi per tempo e spazio.
Una realtà in cui "Oggi non sono andata a scuola perchè il mio babbo ha detto che nevicava e ce n'era caduta un [...] E non mi ha lasciato andare perchè mi bagnavo i piedi e ho guardato il mio fratellino che piangeva [...] Poi non piangeva più  e io ho aiutato la mia mamma. Ho portato da bere alle mucche e alla capra e all'asino."




Questa capretta sembra essere l'argomento preferito della bambina, ogni volta in cui la maestra chiede di scrivere dei pensierini, questi sono sempre dedicati alla capra: 
"La mia capra è bianca e mangia dell'erba e del fieno e ha i corni e rumina anche e beve.
 Io nell'aprile la porto al pascolo e mangia volentieri l'erba. E quando viene a casa gli do ancora d'erba a mangiare. E poi gli do da bere e poi rumina e io gli do anche del pane e delle carote e delle mele. E mi vuole bene e mi viene dietro e tra qualche mese fa i capretti e ha le orecchie lunghe e ha anche i baffi. Sotto la gola sono lunghi e le gambe lunghe."

Niente male per una bambina di seconda elementare vero?
E che tenerezza per questa descrizione, per la capretta che le vuole bene, al confronto con ciò che potrebbe scrivere un bambino di seconda elementare di oggi, che una capretta non l'ha magari nemmeno mai vista! Sono racconti brevi, visti con sguardo bambino, di una vita dura, di montagna e inverno, ma che ricchezza di sensazioni, di esperienza, di vita concreta.
Nei pensierini di questa bimba, il gatto miagola, mangia il burro, il latte e i topi... 
la mamma fa la calza, fa cena, stira, lava e cuce...
il babbo lavora, va all'acqua, e semina e porta letame e pianta delle patate...
il sole è caldo, fa sciogliere la neve. Il sole è bello, sta nel cielo. Il sole fa spuntare i fiorellini le viole le primule le margheritine le mammole...


I dettati in classe sono poetici, sanno di un'epoca antica, pulita e intima:
"come le pecorelle attorno al pastore stan raccolte le casette bianche accanto alla chiesa. 
All'Ave Maria della sera la campanella chiama i fedeli"

oppure "Re invenro aveva regnato lunghi mesi sul nostro paese, vestito di un pesante mantello di ermellino, ornato di una corona di diamanti [...] E subito i campi si erano coperti di un alto strato di neve e gli alberi nudi si erano ornati di grosse [...]"

"é mezzodi. Anna apprecchia. Stende la tovaglia candida come un giglio [...] Toglie dalla madia un pane profumato e lo taglia in fette uguali. Ma manca qualcosa, in un bicchiere un mazzolino di verdi foglie."

O ancora "La storia del mio banco. Il mio banco era un albero grosso.Gli uccellini facevano il nido sui rami.Il contadino preso la sega lo tagliò, lo portò al paese, lo fece tagliare [...]"

Bellissimo ora, in un marzo di 64 anni dopo, leggere la descrizione di quel marzo e trovarvi la stessa emozione alla soglia della primavera: 
"Marzo è il mese dei fiori. Spuntano le viole, le primule, le mammole, le margherite.
L'aria è profumata, il sole è tiepido riscalda la terra."

"Siamo nel mese di marzo, le giornate si sono già allungate, la neve scioglie le strade sono piene di acqua il sole incomincia a riscaldare e presto giungerà la primavera."







Oltre ai quaderni abbiamo trovato un libro di lettura, alcune lettere e cartoline.
Anche queste erano ricoperte di polvere e muffa, ma delicatamente pulite con un panno umido hanno rivelato disegni e frasi, che sanno di emigrazione. Il libro è in francese e la maggior parte delle lettere sono indirizzate alla mamma, alla zia o alla sorella rimaste a casa, da parte di giovani emigrati in Francia principalmente a lavorare come braccianti nelle vigne provenzali. Sono lettere semplici, in un italiano stentato, che raccontano di lunghe ore di lavoro ma anche della soddisfazione per la paga guadagnata.
Ecco uno dei motivi principali di quella borgata abbandonata, solo una fra tante delle nostre montagne, ma la storia è uguale in tutte: lo spopolamento, verso la vicina Francia dove ognuna delle nostre famiglie ha dei parenti emigrati o verso Torino, alla Fiat che di colpo desertificò la vita dei boschi e delle montagne con un esodo di massa.
Chissà chi é Golè Maddalena ora, chissà dove è finita lei, o suo fratello Pietro.
Chissà che fine ha fatto la piccola scuola con due finestre, sei banchi, una stufa e un tavolino...
Come futura maestra sono ancora più incuriosita da queste testimonianze della scuola di un tempo, che mi interrogano, così lontane da quanto studiamo ora all'università: una scuola molto più semplice, senza tanto studio di didattica, progettazione e indicazioni ministeriali, ma attenta alle stagioni, alla vita quotidiana dei bambini, alla poesia dei piccoli gesti.
Mi ricorderò di questi pensierini quando sarà il tempo di insegnare e spero con forza che anche i miei figli e i miei alunni possano ancora narrare con naturalezza di un gatto goloso, di animali domestici, di una tavola apparecchiata con cura, delle mammole che spuntano tra l'erba.





21 commenti:

  1. Che emozione. Ricordo un tempo in cui, ragazzina, andai a curiosare nella soffitta della casa di mia nonna e trovai, in un vecchio baule, quaderni e libri di scuola, consunti, usurati, scritti con calligrafia larga e precisa, quasi artistica e poi cartoline, del tutto simili a quelle che ci mostri nell'ultima foto.
    Sui quaderni i nomi di mia mamma (che è del '36 e quindi andava alle elementari durante la seconda guerra mondiale o poco dopo) e di mio zio.
    Oggi ho scritto un post che in un certo senso un po' richiama quello che scrivi qui: Io parlo di una casa abbandonata e dell'impermanenza. Tutto passa, tutto scorre e tutto è destinato ad essere dimenticato. Tu, con questo gesto del salvare dall'usura questi libri e quaderni, hai per un po' fermato il tempo e ridato vita, anche se solo per un istante, a quelle bambine di un tempo!
    Ti abbraccio con tutto il cuore
    Francesca

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    1. Io sento sempre molto l'urgenza di ricordare e salvare dall'usura e dal passato, come se dovessi custodirlo...interessante il tuo scritto sull'impermanenza, è un po' il rovescio della medaglia ma è un discorso che si completa a vicenda...un abbraccio!

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  2. Quanta delicatezza e tenerezza in queste parole.....mi ricordo quando scrivevo i miei temi e i miei pensierini e mio nonno mi raccontava di quello che scriveva lui e del suo tema "La mia mucca", cosa che non potevo scrivere io e nemmeno un bambino di oggi.....

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    1. Bello il racconto di tuo nonno e della sua mucca, sono ricordi preziosi!

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  3. Sai cosa mi ha colpito, di questi quaderni meravigliosi?
    La calligrafia. La cura e l'attenzione per ogni letterina scritta. I disegni, così curati.
    Ecco. Mi ha colpito l'amore che c'era sicuramente dietro all'andare a scuola. Il capire, da parte di bimbi piccoli, quanto fosse importante farlo. Perchè era crescita, perchè era conoscenza, perchè era scoprire cose nuove, perchè era l'acquisire gli strumenti necessari a raccontare il mondo, il loro mondo, la capretta, le pecore, la mucca. E poi scoprire un mondo più grande.
    Sono sicura che sei e sarai una meravigliosa insegnante. saprai aprire i tuoi bambini al mondo. Emanuela

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    1. Anche a me piace molto questa calligrafia curata "di una volta", la stessa che i miei nonni hanno ora, ha proprio il sapore delle cose di una volta!

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  4. Un vero viaggio nel tempo!
    Adoro quei disegnini fatti dai bambini sotto i testi...
    Chissá tra altri 64 anni come sará cambiata ancora l'istruzione...

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    1. Interessante vero osservare come cambia la scuola nel tempo?Un tema che mi sta molto a cuore e che vorrei approfondire...

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  5. Avete trovato un tesoro di valore inestimabile! Grazie per averlo condiviso con noi. Mia nonna mi racconta sempre di quando andava a scuola proprio come queste bambine. Alcuni suoi quaderni ci sono ancora,insieme al portamatite di legno,nella sua cartella. Anni fa me li mostrò e in questi pensierini ritrovo in tutto e per tutto i suoi, e a tratti,nei dettati, quelli che facevo io che avevo maestre anziane ancora attaccate all'epoca in cui si diaegnavano le cornicette con i fiori in fondo allo scritto. La nonna mi racconta che andava a scuola a piedi, da sola, passando per gli sterrati nel bosco per fare prima,sole o pioggia.
    Oggi sembra una fiaba,sorrido di tenerezza a immaginarla bambina con la sua cartella, ma quanta fatica per arrivare a fare la quinta elementare! Le è rimasta una curiosità incolmabile,e una calligrafia bellissima, antica ed elegante. Credo che lè racconterò di questo post!
    Grazie ancora,un abbraccio

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    1. Un abbraccio a te e alla tua nonna, me la immagino che va a scuola passando nel bosco, anche a me fa tenerezza!

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  6. E' capitato anche a me di scovare simili tesori... specie libri, cartoline e molte foto ( a cui dedicai anch'io dei post anni fa)... in paesi abbandonati o discariche di fortuna... e li ho sempre voluti salvare perché "la memoria" non merita mai di finire impolverata :D il vostro però è un tesoro veramente prezioso ed interessante :D

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    1. Salvare la memoria, condivido questo pensiero, mi dispiace molto infatti quando vedo buttare via oggetti come vecchie lettere e quaderni, io esagero all'opposto, tendo a tenere tutto invece...!

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  7. Questo è proprio un vero, straordinario, meraviglioso tesoro!
    Grazie per averlo condiviso.
    Mi è venuta curiosità di sapere chi è Gole Maddalena :-)
    Buonanotte
    Lena

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    1. Si chissà chi è quella bambina, chi è ora, che vita ha avuto dopo la scuola...stuzzica la mia curiosità!

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  8. Ciao Dani,
    che tenerezza e che combinazione.....pensa che nelle elementari andavo a scuola con una bambina che si chiamava proprio Golè Maddalena. Ora che siamo grandi portiamo tutti i giorni le nostre bambine, che fanno la quarta, nella scuola di corso Soleri dove siamo andate noi! Questo mi fa pensare alla ciclicità della vita, mi sento immersa in un flusso infinito e mi abbandono ad un attimo di gioia grande. Grazie un bacio a tutti e tre! Forza Creatura! Raffaella

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    1. Che combinazione!!Bellissima storia, grazie per avermela raccontata :-) un bacio grande e a presto!

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  9. Che tesoro meraviglioso, Daniela! Ho le lacrime agli occhi e ti ringrazio per aver condiviso queste fotografie e queste parole, è un mondo prezioso e non sarà mai del tutto passato finché qualcuno saprà apprezzarne il valore. Anche io cerco sempre quaderni e libri di una volta nei mercatini ma un ritrovamento del genere è ancora più emozionante!

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    1. Ho pensato a te mentre scrivevo, sapevo che avresti apprezzato! :-)

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  10. Ciao Daniela,
    siete stati davvero ammirevoli per aver salvato dal disfacimento questi reperti storici! Ho riletto anche il post sull'album di fotografie in bianco e nero comprato a Praga.. ne condivido lo spirito e sono anch'io affascinata dalle vecchie foto.
    Sembra quasi di essere i custodi di un passato misterioso e che apparteneva a qualcuno che in qualche modo rivive attraverso questi oggetti...
    :)

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    1. Dici bene, mi sento proprio la custode di questo passato e mi piace molto questo ruolo :-)

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  11. es un hallazgo maravilloso, gracias por compartirlo, me gustó mucho
    es emocionante encontrar un tesoro así :)
    miles de abrazos

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Grazie per ogni tuo commento :-)