mercoledì 7 luglio 2010

La scommessa educativa

Di ritorno dalla colonia estiva ho un po' di pensieri e considerazioni che mi frullano in testa riguardo al tema educativo, il centro vero e proprio di questa esperienza.
Vi vorrei presentare alcuni ostacoli/diversità di vedute che ho provato in quest'esperienza.Innanzitutto il numero di bambini:per ogni gruppo erano circa 55, seguiti a turno da 3 educatori, ma a volte capitava che ci trovassimo in 2 per momenti più o meno lunghi, metre l'altro educatore portava un bambino in infermeria, ritirava la merenda o i teli da spiaggia etc.Nelle camerate e nelle docce (maschi divisi da femmine) eravamo sempre uno per parte, quindi un educatore per 26/27 ragazzi.
I momenti nelle camerate erano tra quelli più confusionari, quando si dovevano ritirare le divise sporche e rifornire i ragazzi di quelle pulite, mentre nelle docce bisognava ritirare loro l'intimo ed i costumi da bagno e fornire ad ognuno l'asciugamano asciutto e pulito.
In quei momenti essere da soli era un limite, anche se i ragazzini del nostro gruppo erano già piuttosto grandi (11-12 anni) e quindi si vestivano e cambiavano da soli, inevitabilmente bisognava starci un po' dietro.
Dal numero dei bambini derivava anche la difficoltà di tenere il gruppo:ogni comportamente "deviante" doveva essere bloccato e ripreso per permettere lo svolgimento delle varie attività o routines (orario della doccia,orario dei pasti,orario delle piscina etc dovevano essere rispettati con assoluta precisione).Questo era frustrante sia per noi educatori che eravamo perennemente con l'acqua alla gola per paura di far tardi, sia per loro che pur essendo in vacanza erano sottoposti ad orari rigorosi.
Mi si dirà che per far funzionare una colonia con 500 bambini la puntualità é necessaria, che non si poteva fare in altro modo per non creare intoppi e disagi agli altri gruppi o alal gestione stessa della struttura (docce,mensa etc..).Ma io trovavo veramente duro il costringere i ragazzi ad uniformarsi.Intendo dire che preferisco avere a che fare con bambini magari meno ordinati e precisi ma più creativi e "irresponsabili" che con piccoli soldatini.
Di solito cerco di incoraggiare gli atteggiamenti più "provocatori" dei bambini:preferisco e voglio che un bambino si sporchi quando gioca piuttosto che non giochi e rimanga lindo e pulito.
Ad esempio ieri sera mio cuginetto Pietro di 3 anni si é completamente immerso nel fango e nell'acqua mentre irrigavamo il campo di mia nonna:aveva gli stivaletti completamente pieni d'acqua, ma si divertiva un mondo e faceva molto caldo.Ho riso con lui e abbiamo saltato nell'acqua senza problemi.Dopotutto mica stava giocando nell'acqua con un vestito di Armani!
Questo in colonia non avrei potuto farlo:se era prevista un'attività, bisgognava fare quella etc, se si diceva di non saltare sulle panche il ragazzino doveva essere sgridato, anche se stava facendo parkour , una sua passione.Io gli avrei chiesto di spiegarmi come faceva e me lo sarei fatto insegnare, e non lo avrei rimproverato non perchè sono una pappamolla ma perchè stava sì disubbidendo alla regola, ma lo faceva in modo intelligente.Insomma, dover essere una Kapò per mantenere l'ordine non é proprio una delle cose che faccio più volentieri, e mi é pesato il dover conformare i ragazzi ad un modo di comportarsi che trovo pesante anche io (orari,divise etc..).
Poi due attività che abbiamo fatto durante il soggiorno mi sono parse altamente diseducative e non le ho approvate:la serata discoteca e lo shopping.
La serata discoteca era organizzata per i bambini, con musiche a tutto volume di Lady Gaga e musica techno.Non credo proprio che dei bambini di 8-9-10 anni abbiano bisogno di musica sparata a tutto volume per divertirsi, e soprattutto di riceversi come modelli cantanti che non sanno offrire molto altro che stupidi ritornelli orecchiabili, scollature e baci saffici.
Inoltre per la serata i bambini (perchè ricordiamo che non sono appunto 25enni ma bambini!!) potevano vestirsi con i vestiti portati da casa.
Questo ha provocato una sfilza di bambine di 9 anni con minigonne microscopiche,tops scolalti,truccate come trentenni, con i capelli piastrati, rossetti e mascara.
Io ero sconvolta.
Certo se una bambina di 10 anni viene in campeggio portandosi una trusse di trucchi stile hollywood e la piastra per lisciarsi i capelli, mi chiedo che tipo di educazione riceva a casa.Ma esasperare ed enfatizzare questo atteggiamento basato solo sul puro apparire, organizzando una serata discoteca per dei bambini mi sembra un'ipotesi che definisco euforisticamente azzardata.
Che modello passiamo a queste bambine che tra qualche anno saranno adolescenti e donne?
Che l'importante é vestirsi bene, conquistare più maschi possibile e mostare più cm di pelle?
La seconda attività che mi ha indignata é stato il pomeriggio shopping in cui abbiamo portato i bambini del nostro gruppo in un negozio squallido chiamato "99 centesimi":sono stati messi in fila e ad ognuno di loro il coordinatore ha dato 10 euro da spendere liberamente nel negozio.
Già non credo che insegnare a dei bambini a spendere liberamente sia educativo, ma ancora di più penso sia dannoso il farlo in un negozio come quello, che vende oggetti che in piemontese si definiscono frubi:cianfrusaglie inutili di plastica e materiali scadenti, che si sarebbero e si sono rotti dopo pochi minuti, e oggetti non per bambini (non era un negozio di giocattoli, ma un negozio in cui si vendevano cartoline con donne nude, solo per dire).
Oggetti tutti made in China, che per essere venduti a quel prezzo ridicolo oltretutto hanno causato uno sfruttamento di lavoratori (magari altri bambini) o chissà forse pure di detenuti in un laogai, non si spiega il loro prezzo irrisorio se non con il fatto che chi li ha prodotti non é stato pagato.
Oltretutto non sono oggetti nemmeno belli esteticamente, ma volgari, mal fatti e mal colorati ed assemblati, pura spazzatura.Non solo con questa attività si sono spesi (anzi buttati via) più di 55o euro regalati al vento, ma si é insegnato ai bambini a spendere e comprare in modo compulsivo (avevano pochi minuti a testa) oggetti brutti e senza valore.
Ovviamente non ero d'accordo nè con la discoteca nè con lo shoppign forsennato, ma erano attività stabilite che non si potevano cambiare (erano già prenotate e non a scelta).
Ho cercato di trasmettere qualcosa in queste due occasioni:per la discoteca non ci sono andata perchè none ro di turno al lavoro, ma sono uscita a fare un giro in pantaloncini e maglietta.Le bambine mi hanno chiesto perché non mi cambiavo:non avevo tacchi e trucchi e minigonne in campeggio, e non li ho neanche a casa.Ho spiegato loro un po' di questo, dicendo che non mi piacciono come cose e che mi sento più a mio agio ad uscire vestita in modo "normale", senza aver bisogno di andare in giro per Cesenatico conciata come una velina.
Al negozio ho cercato di indirizzare i loro acquisti verso cose più utili (agendine, articoli di cancelleria etc..) e ho fatto posare gli oggetti più brutti e volgari (ad esempio un bambino voleva comprare una di quelle bocce di vetro con la neve che cade con dentro una statuina di un giamaicano che fumava una canna!! e gli ho detto di posarla perchè era brutta).
Voi cosa ne pensate?Avete esperienza di lavoro come educatori in colonie per bambini?Il numero dei bambini, gli orari e l'obbligo di conformarsi sono stati un ostacolo per voi?
Grazie per il confronto anche sul tema shopping/discoteca se vi va di partecipare!

19 commenti:

  1. Carissima Daniela!
    Quasi mi viene da ridere un po': lo sai che mi aspettavo, giuro, un tuo commento a questa esperienza in questo stile, in questo tono? :)
    Personalmente non ho esperienze di questo tipo (la mia esperienza di insegnante in scuola montessoriana con "solo" 11 bambini e noi adulti eravamo in tre, non si puó paragonare), ma ho sentito parecchi racconti che piú o meno confermano quello che hai raccontato tu qui.
    Forse suona un po' in maniera dura se dico che: ecco, queste "vacanze" non sono fatte per i bambini, a misura di bambino. È assurdo pensare che in queste condizioni sia fattibile una cosa preparata "davvero" per i bambini, per i loro ritmi e bisogni, individuali e non (sigh!). È un "sorvegliare e tenere occupati con attivitá" un gruppo, troppo grande, innaturalmente grande, di bambini - meglio se non iniziano a usare troppo la propria testa per inventarsi qualcosa da fare, o, peggio ancora, annoiarsi (perché la noia dopo un po' scatena la creativitá, aiuto!). Ma chi pensa e organizza le cose in questa maniera, non credo possa avere in mente davvero il bene del bambino, il voler sprigionare la sua voglia individuale di creare, di cercare i propri percorsi, di sperimentare la sensazione di libertá nel gestirsi; come hai spiegato tu, con questi numeri e queste condizioni, molto diversamente non si poteva fare (anche per motivi di sicurezza e organizzazione), insomma un po' "da caserma", no? :(
    A me il tuo racconto fa tanta tristezza, e ti ringrazio per la tua testimonianza sincera. Sono triste che la nostra societá abbia cosí poco a cuore le nostre risorse piú importanti, piú preziosi: i bambini. Beh, lo sappiamo da un po'. È qui che bisognerebbe, urgentemente, investire, altrocché tunnel del Brennero o ponte di Messina...
    Per tornare alla tua domanda sul numero di bambini ecc.: Appunto, noi con 11 bambini dell'etá fra 5 e 14 anni eravamo sempre in 3 adulti. Solo cosí era possibile che i bambini potevano scegliere l'attivitá (dentro o fuori e in diverse aule) che preferivano, senza programma o orario, e potevano anche essere certi di avere qualcuno che li seguiva, se avessero avuto bisogno (a chiedere come funzionava un materiale didattico, per chiedere un parere, per scambiarsi opinioni, per avere un aiuto a cucinare ecc.). E anche noi insegnanti sapevamo che potevamo, in queste condizioni, permettercelo di rimanere con uno o due bambini soli in una stanza per un'attivitá che magari in quel momento interessava solo a loro due. Ma avevano il diritto - e la possibilitá - di fare quello, e tutto il tempo a disposizione di cui avevano bisogno. Ups, e pensa che sto parlando di una scuola, e non di "vacanze"... ;)

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  2. Ciao Dani! posso congratularti per questo post? perche` hai scritto tante ma tante cose a cui accennavo mentre leggevo. Non ho esperience di educatrice, su quello non vorrei partecipare perche` direi cose forse 'ignoranti' (cioe` senza conoscenza), pero` sullo shopping posso dirti che anch'io vedo comportamenti uguali anche qui in Inghilterra da dove vivo da molti anni. Premetto che sono un gruppo di persone, non voglio fare delle generalizzazioni. Qui c'e` un negozio che si chiama Primark, vende da vestiti a cose della casa, scarpe, borse ecc. Tutte cose anche molto carine sai, ma tipo una gonna costa circa 5 sterline, tu non sai quanta gente io veda spendere centinaia di sterline in questo negozio (e` una catena), dove anche se le cose saranno pure carine dopo il secondo lavaggio si buttano via. Io mi chiedo ma come e` possibile che queste persone non si fermino e si chiedano, come e` possibile che questa gonna costi £5? Da dove viene, chi l'ha fatto, quanto e` stata pagata la persona che l'ha cucita?

    In questa crisi economica dove ci lamentiamo tutti della perdita di lavoro, del taglio di stipendio ecc si e` diventati ancora piu` ottusi e reclusi culturalmente al senso del valore, mentre invece poteva essere stato un momento, nonostante tosto, positivo nel capire che se ci lamentiamo noi dove comunque c'abbiamo l'assistenza medica, un tetto sopra la testa ecc immaginiamoci come possano vivere le persone del, per esempio, made in China...

    A volte mi prende una grande depressione per questa societa` moderna, poi per fortuna a volte invece si incontrano delle persone fantastiche e che inspirano a fare il nostro meglio e penso 'no vabbe` c'e` speranza' :D

    (un commento un po' lungo, scusa)

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  3. Ho avuto esperienze come animatrice diversi anni fa, ma non si trattava di colonie, bensì di piccoli ritiri organizzati da gruppi francescani. Quindi non mi sono trovata in situazioni del tipo che descrivi... ma penso di poter dire che mi sarei comportata allo stesso modo! Il tuo è stato davvero un lavoro educativo... hai cercato di trasmettere qualcosa che avesse veramente a che fare con la coltivazione del proprio sé interiore.

    Se avessi un bambino, mi piacerebbe che incontrasse un'educatrice come te!

    Un caro saluto!

    PS: Ci dobbiamo conoscere prima o poi ;-)

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  4. Ciao Daniela, io sono educatrice, e tutto quello che hai scritto lo condivido appieno!
    Attività veramente diseducative e direi davvero inutili. Non ho mai lavorato in colonie estive come quella a cui hai partecipato ma comunque ho a che fare con gruppi di bambini (scout e non solo).
    Al momento lavoro ad un campo solare dove anche noi siamo in 2 ragazze e circa 40 bambini....non ti dico la confusione!
    Purtroppo a volte si trascura la qualità del servizio (solo 2 educatrici) per puntare sulla quantità (ben 40 bambini che pagano il campo solare!) capisci bene che le attività che si riescono a fare sono molto limitate e come dici tu ogni tre per due ci sono interruzioni di "feriti di guerra" o bambini che magari si annoiano e non hanno voglia di giocare ecc.
    Il lavoro educativo è bello ma anche difficile, soprattutto se si hanno idee ben precise come le tue che condivido benissimo, ma magari non vengono condivise dai tuoi colleghi di lavoro....andare d'accordo tra colleghi anche è un'impresa!
    Io comunque non demordo e continuo per la mia strada di educatrice che mi piace e mi gratifica davvero tanto!

    Un abbraccio!
    Ps: passa per la liguria, abbiamo bisogno di un'educatrice! :)

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  5. Guarda, non mi stupisce per nulla, quando ho visto il simbolo agip sull'edificio della colonia, non a caso l'ho chiamato "eco mostro". Tu sai cosa combina agip-eni in giro per il mondo, vero?...cosa vuoi che gli importi dell'educazione dei bambini! L'importante è che da grandi andranno in discoteca con la macchina che consuma tanta bella benzina, e faranno shopping con prodotti provenienti dall'altra parte del mondo, e che per giungere nei nostri negozi consumano un sacco di carburante. Inoltre se sono concentrati sull'estetica non gli capiterà di farsi le domande che fai tu e magari approfondire..
    Che tristezza.
    Brava Daniela, cerca di essere sempre così come col tuo nipotino..

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  6. Cara daniela!
    innanzi tutto ben tornata!!
    guarda io da bambina sono stata per due anni consecutivi in una colonia ed è stato proprio come hai descritto tu: un correre dietro agli orari, alle regole..i bambini in questo modo appaiono sempre indisciplinati e sempre richiamati. E queste per loro non sono vacanze.
    Poi trovo molto diseducativo il fatto di mandare un gruppo di bambini a fare shopping dentro un negozio insulso come quello..un conto è accompagnare i bambini in giro per la città magari comprando cartoline o piccoli oggetti che riguardano il luogo..ma così..io come genitore mi arrabbierei se mio figlio vensse portato a sprecare i soldi che gli sono stati dati in un negozio così..
    per quanto riguarda la discoteca..guarda io sono una che ha sempre adorato ballare e ancora adesso quando posso ci vado..non amo la musica techno ma il rock'n'roll ma sempre di locali notturni si tratta..quando ero ragazzina mi piaceva prepararmi e agghindarmi prima di andare a ballare, mi ci accompagnavano i miei e poi venivano a prendere me e le mie amiche quindi ero molto sorvegliata però non mi hanno mai impedito di andare a divertirmi.
    io penso che andare a ballare non sia diseducativo certo che adesso forse i modelli che le ragazzine seguono sono altri (vedi veline ecc..)...

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  7. Mamma mia... Che incubo!!!
    Credo che non manderò mai i miei figli in una colonia estiva. Non hanno fatto niente di male per meritarselo!!!
    Discoteca a 8-9-10 anni??? Shopping nel negozio 99 cent? Ma stiamo dando i numeri???
    Non era meglio organizzare una bella serata sulla spiaggia a lume di falò oppure una gita al porto oppure a piccoli gruppi un'uscita con i pescatori? Sarebbe stato sicuramente più divertente e utile.
    Che brutta immagine e che triste: i bambini in fila con 10 euro da spendere in prodotti-spazzatura!!! E la chiamano educazione!!!
    Ben tornata Dani...
    Un bacio
    Francesca

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  8. Ho letto questo splendido post e mi è venuto spontaneo pensare alle educatrici di scuola dell'infanzia che nelle scuole a plesso unico devono confrontarsi quotidianamente con 28/29 bambini dai due anni e mezzo ai cinque/sei, spesso con collaboratori (!) scolastici latitanti e colleghe/i che non rispettano l'orario per cui la compresenza è pochissima, le esigenze dei bambini con fasce d'età così diverse è molto variegata e richiede competenze specifiche a più livelli. Come mamma provo un'ammirazione sconfinata per queste lavoratrici sminuite professionalmente, sottopagatee che quotidianamente compiono veri miracoli. U
    n grazie di cuore a tutte le persone che lavorano col cuore e col cervello con i nostri figli. Anna.

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  9. Ben tornata! Le mie esperienza di questo tipo, sono limitate al servizio che ho scelto di fare come educatrice di ragazzi, dagli 8 agli 11 anni. Un servizio che si svolge durante tutto l’anno e comprende anche la vacanza estiva … imminente.
    Condivido quello che detto tu. La fatica per gli adulti è tantissima. I ritmi "serrati" obbligatori per far funzionare il tutto sono pesanti ... ma qualche strappetto alle regole ci può stare, cercando di controllare al meglio la situazione. Penso che in una colonia dell’Agip un grosso progetto educativo non ce lo potevamo aspettare … già il numero degli educatori rispetto ai ragazzi mi fa pensare …
    Complimenti per la tua testimonianza: con il tuo atteggiamento son sicura che tu abbia lasciato qualcosa alle ragazzine … che vada oltre la truss e le mini-mini-gonne … e sia più chiaro di qualsiasi discorso si possa fare.

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  10. Cara Daniela
    ti leggo da un po' ma senza aver mai commentato e mi trovo a condividere molte delle cose che scrivi. In questo caso però mi permetto di dissentire su alcuni particolari: pur essendo infatti d'accordo con te in linea di massima sulla scarsa (o nulla) valenza educativa di queste due attività proposte, penso che la tua posizione sia troppo estremizzata.

    I bambini (già quasi ragazzi) di quell'età infatti sono assolutamente in grado di farsi delle opinioni proprie e rendersi conto se apprezzano o meno una attività.

    Credo non ci sia nulla di male nello scatenarsi ogni tanto in discoteca, ovviamente a certe condizioni: quello che non mi piace e trovo diseducativo sono gli annessi e connessi come il look e gli atteggiamenti forzatamente disinibiti -ma ti assicuro, anche questi possono essere relativizzati.
    Ricordo un campeggio al quale partecipai e nel quale fu proposta, una sera, l'attività della discoteca. Io ero ragazzina e ricordo perfettamente come gli animatori che non condividevano, come te, la proposta riuscirono comunque a trasformare la serata: truccati e vestiti in maniera vistosa e appariscente si scatenarono in folli danze in mezzo alla pista, riuscendo ad ironizzare e di conseguenza a relativizzare su quello che tu giustamente chiami l'atteggiamento del puro apparire. La serata fu piacevolissima e molto divertente anche per i ragazzini che come me non apprezzano la musica commerciale e il modello discotecaro -e ti assicuro, eravamo tanti e consapevoli.
    In quanto ai cantanti proposti come modello...
    ognuno si sceglie i modelli che vuole,
    un cantante di musica pop può divenire un idolo come rimanere un piacevole intermezzo, dipende da chi ascolta e con che atteggiamento lo fa. E ti dirò di più, la sessualità esibita è diseducativa SEMPRE, non credo proprio che quella etero sia un modello più positivo di quella omosessuale, e anzi, se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo, forse sta proprio in quest'ultima: abituare i ragazzi all'apertura mentale, a considerare che al mondo possa esistere anche qualcosa d'altro e che sia assolutamente normale. Se temi che ciò possa influire sull'orientamento sessuale dei ragazzi, dovresti sapere che a quell'età è già ben definito, anche se magari non ancora esplicitato, e che comunque non esiste forza al mondo capace di cambiare la natura di un uomo, figuriamoci il poter vedere un bacio saffico oppure uno etero.

    Per quanto mi riguarda mi disgusta molto molto di più l'attività dello shopping inutile e compulsivo, che sembrava proprio voler incoraggiare a spendere per spendere, senza trarne alcun beneficio.
    Quello che mi chiedo però è: perchè invece di dire al bambino che la palla di neve era “brutta” (anche i bambini hanno un senso estetico, e dobbiamo accettare che possa essere diverso dal nostro) non gli hai spiegato che cosa rappresentava in effetti la scenetta raffigurata al suo interno? Perché non gli hai spiegato quale fosse l'attività che svolgeva l'omino di plastica all'interno e perché ritenevi che non fosse il caso di comprare l'oggetto, lasciando poi a lui la scelta?

    Io credo che il compito ultimo di un educatore sia proprio questo, fornire ai bambini gli strumenti per scegliere in modo consapevole -ed eventualmente accettare che le loro scelte siano poi diverse dalle nostre.

    Elettra

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  11. ciao! sono passata subito da qui! visto?!
    avevo anche già scritto un commento lunghissimo, ma è saltata la connessione, non ti dico la rabbia... vabbhè...
    Ho letto con tanto piacere il tuo post, non ti nego un pochino di tristezza da mamma, ma mi ha fatto piacere anche poter riscontrare che ci sono poi persone come te tanto vicino al mio modo di pensare!
    Forse il numero elevato di ragazzini e anche avere una certa sicurezza porta a doverli gestire con regole da seguire (anche giuste...) però sono come te... adoro coltivare i picchi di creatività della mia piccolina e mi piacerebbe pensare che chi la prenderà "per mano" dopo di me possa riuscire a fare un pochino (un pochino) uguale a me... mah... vedremo! quest'anno iniziamo la materna... non ti dico tutti i miei infiniti pensieri!! ma sono ottimista e confido molto soprattutto in quello che è già la mia piccolina, nella sua forza e nella sua solarità... speriamo!! mi ha lasciata un pochino di stucco il fatto di queste ragazzine che si truccano e hanno la minigonna a 10 anni... è la normalità?! altrimenti io mi devo psicologicamente preparare a quel che sarà!! intanto ci godiamo i ns balloni di fieno, la natura e la spensieratezza finchè ci è possibile, poi si vedrà!!
    a presto!! un abbraccio

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  12. @ elettra:grazie per il tuo commento e per le tue puntualizzazioni.Non dico di aver regaito nel modo migliore non andando in discoteca (non ero di turno al lavoro quella sera e non avevo voglia di rimanerci) o aiutando nella scelta degli oggetti da comprare, ma ho cercato di fare del mio meglio.Riguardo al riferimento alla sessualità, non intendevo dire che la sessualità etero si meglio di quella lesbo:mi riferivo alla cantante in questione, che propone come molte altre un'immagine esasperata, volgare, esageratamente disinibita della sessualità, che trovo offensiva per degli adulti e figuriamoci per dei bambini più piccoli.No mi piace per niente il suo lato provocante, lo trovo diseducativo, per questo non ho approvato che i bambini ascoltassero le sue canzoni (che per altro purtroppo pullulano in quasi tutte le pubblicità più in voga del momneto ahem)e fossero attratti da questo lato provocatorio ed enfatizzato della sessualità.

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  13. Io le colonie, quel paio che ho fatto, le ho amate: per il gran numero di bambini con cui sei a contatto, per quel minimo di autonomia dai genitori, sono cose importanti e siccome durano poco l'irregimentazione non mi pesava.

    I miei hanno fatto 11 giorni di campo solare lo scorso anno, hanno imparato a mangiare di tutto e un paio di tabù italiani a tavola, si sono sconvolti per certe cose e si sono fatti gli amichetti e quest'anno mi hanno chiesto di tornarci.

    Non sono quindi uno di quei genitori perfezionisti e bacchettoni che pretende di tenere i figli sempre sotto controllo, la mia idea è che se dura poco, non ci sono abusi e violenze, e si sta in compagnia di altri bambini imparando regole diverse da casa e si è costretti ad arrangiarsi da sé, i bambini traggono enormi insegnamenti, magari non quelli che rpevede il piano organizzativo, ma li imparano loro.

    Su shopping e discoteca: come li descrivi tu sono veramente una schifezza, ma anche qui, se penso a me alle gite scolastiche, penso che il bello di queste imprese sia quello di travestirsi. Ci si traveste da grandi, le amiche grandi ti truccano, insomma, un carnevale alla rovescia travestendosi da grandi, proprio perché sai di essere piccola. Bisogna vedere se le tue bambine la vivevano così, perché in questo caso mi sembra appunto una carnevalata. Se poi mi dici che a casa le madri le mandano a spasso così a quell'età un dubbio mi viene. Vedi, se avessero avuto 11 anni avrei intuito l'agguato del velinismo, ma a 8-9 credo entrino altre modalità di gioco.

    Sullo shopping, io ho scritto tempo fa un post sul'importanza della paghetta da gestirsi autonomamente da dare ai bambini. E anche per me le uscite erano un modo per spendermi in cavolate i soldi che mi davano.

    Detto ciò, la cifra che dici e il negozio mi sembrano scelti male. O decidi che vai lì per permettere a tutti di fare l'esperienza, però gli dai due euro e il tempo [per annusare. Non di più.

    Se gli dai 10 euro devi permetergli un'alternativa e tu hai fatto benissimo con la cancelleria, io magari mi sarei comprata libri e giornalini e magari se avessi potuto farlo alle bancrelle dell'usato. L'idea è buona, andava applicata meglio a mio parere.

    Basta così? Ho rotto abbastanza le scatole?

    Per il resto con i miei figli io faccio più o meno quello che dici che avresti fatto tu, con i miei nipoti prima di aver figli facevo decisamente come te. ma ripeto, la scuola, il campo, la colonia sono mondi a sé il cui massimo valore aggiunto è quello dello stare senza mamma e papà e doversi arrangiare, e doversi arrangiare tenendo conto degli altri bambini. Vedila così e ti rendi conto che enorme esperienza educativa debba essere.

    Con buona pace delle madri che sono così attente a offrire ai propri figli solo la perfezione da esse stedde mediata, che rischiano di ritrovarsi degli imbranati o dei ribelli autolesionisti. E dei miei figli spero di poter dire tutto, tranne queste due cose.

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  14. sono senza parole!! appena riordino le idee ti scrivo qualcosa di meglio....

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  15. grazie per il post (lo dico da mamma di piccolina, sono un po' preoccupata) e grazie a mammamsterdam per il commento che condivido pienamente. Mi permetto di linkarti su facebook perchè l'argomento mi sembra interessante. Silvia

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  16. Non ho nessuna esperienza di colonie, ma le serate per la baby discoteca organizzate da alcuni comuni della liguria sono un gran successo (cioe' bimbi portati dai genitori), e persino nelle zone rurali e piu' depresse ci sono molti bambini che girano con parecchi soldi in tasca che spendono in porcherie varie (alimentari e non). L'educazione comincia da casa.

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  17. Ho appena scoperto che mio nipote lavorando due, tre giorni alla settimana ha guadagnato 300 euro in un mese e se li è tenuti tutti lui...
    Quindi non posso dire niente se non ripetere quello che dice Francesca "L'educazione comincia a casa."

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  18. Ho omesso l'età: 15 anni, appena bocciato perché non aveva voglia di studiare. Cambio di scuola con costo elevato per la famiglia che non naviga nell'oro...I 300 euro erano perfetti per comprare i libri della nuova scuola, non credete?

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  19. Ciao Dany! Io, che ho condiviso con te questa esperienza, condivido in gran parte anche le tue sensazioni. Questi giorni li ho vissuti con una certa sofferenza, e mi hanno lasciato addosso un po' di amarezza. Per quanto riguarda le attività di cui parli nell'articolo, devo dire che non le ho trovate tanto diseducative di per sè, quanto per il modo e lo spirito in cui sono state proposte. Cioè, per me ci può anche stare una serata di divertimento fine a se stesso, come può essere la discoteca, ma magari si potevano coinvolgere i ragazzi nell'allestimento, si poteva seguirli meglio nei preparativi, ad esempio proponendoli come attività (laboratorio di trucco e parrucco, perchè no? sarebbe stato divertente!). Questi sono solo alcuni semplici esempi che mi vengono in mente, ma che forse potevano aiutare a vivere la serata come gioco, non come tentativo d'imitazione di una realtà e di modelli stereotipati di comportamento. Ma la nostra sensibilità riguardo questi aspetti, o la capacità di porci certe domande sul lavoro che facciamo, non erano certo qualità valorizzate in quel contesto. Amen. Confido nell'insubordinazione dei bambini e spero di essere riuscita comunque a trasmettere loro qualcosa, tra una distribuzione di teli e magliette e l'altra. :)
    Ho scritto anche io qualche considerazione sul mio blog esperantista. Un abbraccio.

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