martedì 10 agosto 2010

A te che mi hai aperto la porta di casa

[Vera e suo marito, villaggio vicino al monastero di Makkenis]

L'aspetto principale del viaggio in Armenia appena concluso é stato l'essere ospitati in famiglie del posto invece che in alberghi (tranne che nei pochi giorni nella capitale).
Questo contatto così stretto e intimo con le famiglie armene ha permesso al nostro viaggio di essere davvero speciale, e sia a me che a Simone é piaciuto questo aspetto di grande semplicità nella nostra permanenza in Armenia.Il viaggio era infatti organizzato per dormire in tre famiglie diverse (nelle piccole cittadine di Vartenis,Chiva e Goris) ma prevedeva anche altri incontri (e innumerevoli tazzè di caffè) con altre famiglie del posto.
L'accoglienza che abbiamo ricevuto é stata calda, sincera, un po' intimidita inizialmente dalla difficoltà linguistica, ma infine ricca di scambio, di gesti gentili e veri.
Sicuramente il vedere un paese da dentro invece che dalla stanza di una grande catena alberghiera é molto più interessante e divertente, e cosa non secondaria, dà sicuramente un aiuto finanziario alla vera economia locale invece che a un albergo spesso gestito da una multinazionale straniera.
Tra i vari incontri in Armenia, é stato bellissimo quello spontaneo (non eravamo ospiti da loro) di una coppia di anziani, vicino al monastero di Makkenis.Vera e suo marito ci hanno invitati con grandi cenni, ci hanno fatti entrare nella loro piccola casa (una stanza con due letti e un focolare) e ci hanno offerto caffè, anguria, pane lavash e formaggio fatto da loro con il latte delle loro pecore.Una gentilezza infinita, da due persone povere ma dignitose, che ci hanno raccontato la loro storia e con le quali abbiamo condiviso un po' del nostro tempo.
Un incontro carico di tenerezza e genuinità.


[Io e Aurelie a Chambery]

Ho viaggiato molto spesso ospite di altre famiglie:anzi posso quasi dire di aver girato l'Europa ospite in varie case.Alle superiori ho studiato alle magistrali indirizzo linguistico:questo mi ha permesso ogni anno di poter viaggiare facendo scambi e soggiorni studio all'estero invece delle "gite normali".Il primo scambio fu di una settimana a Chambery a casa di Aurelie, che poi venne a sua volta a casa mia.Ricordo le cene buonissime che ci preparava sua madre (soprattutto un piatto di vongole e come dolce l'ile flottante), l'andare a scuola a piedi al mattino nella foschia di Chambery, le birre al circolo di biliardo con Aurelie ed i suoi amici, i suoi mille rossetti che mi imprestava.
[Il magnifico soggiorno a veranda della casa di Dublino; io e Fifi davanti al suo college]
[Io e Fifi a casa mia]

Poi é stata la volta dell'Irlanda, con uno scambio di due settimane a Dublino a casa di Fifi:una casa vittoriana stupenda, immersa nel verde, con grandi finestre, una famiglia numerosa e gentile che mi accolse con grande disponibilità.
Mi é sempre piaciuto viaggiare così, forse perchè sono una gran curiosa e sono elettrizzata all'idea di vedere come vive un'altra persona:come cucina, come si veste, come ha arredato al sua casa, che fotografie ha sul comodino, come ha organizzato gli armadi, che libri legge.
Forse é viaggiando così e incontrando tante case e stanze diverse si é creata neglia anni la mia passione per l'antropologia, per il conoscere altri posti, altre culture.
A molte mie compagne di classe non piacevano questi scambi, li trovavano troppo impegnativi.
Certo é questione di gusti, io mi sono sempre divertita tantissimo e mi diverto tuttora ad esplorare nuove case e nuovi paesi in questo modo.
Indubbiamente non é sempre facile vivere in casa di una persona straniera:abitudini diverse, organizzazione diversa.
Se lo sia fa in un paese più povero come l'Armenia il disagio può venire dal non avere l'acqua calda a disposizione, dal dover mangiare cibo strano.
Non sono elementi da sottovalutare:ho avuto un forte mal di pancia per un paio di giorni in Armenia, forse l'acqua dei villaggi che abbiamo bevuto non era potabile.Sono stata ko per un giorno..ma sono felicissima lo stesso di essere stata nelle famiglie.
Certo stare in un albergo 5 stelle magari sarebbe bello, ma non l'ho mai fatto e non credo lo farò mai.Sono questioni di gusti!
[La coloratissima cucina della seconda casa dublinese]
[Cambridge, settembre 2001]

A mia volta ho ospitato a casa mia Aurelie, Fifi ed anche Roddy, un ragazzo scozzese molto simpatico venuto da me per lo scambio europeo Comenius.
[Io e Roddy a casa mia]

Anche i capodanni di Taizé mi hanno permesso di entrare come ospite nelle case della gente e di conoscere persone disponibili, gentilissime, che mi hanno scaldato il cuore.Ricordo del capodanno ad Amburgo questi nonnini che ci offrirono un pranzo caldo il primo dell'anno:dopo giorni di panini e scatolette di tonno il loro pasto così accolgiete fu una benedizione.
Ricordo ancora tutte le portate:minestra con polpettine in brodo, carne di renna con mirtilli, salsa al curry e patate bollite, e poi gelato.Come tutte le altre ospitalità in Francia, Irlanda, anche la loro fu totalmente gratuita e spontanea.Bellissimo vero come gesto di fratellanza?
Mi dispiace di non avere trovato le foto della giovane coppia che ospitò me ed Ilenia durante il capodanno a Zagabria, e della loro bambina, così come della coppia di anziani che ci ospitò per il pranzo del primo dell'anno a Ginevra, ma li ricordo benissimo.
[I nonnini che mi offrirono il pranzo il primo dell'anno ad Amburgo]
[Il ciondolo d'oro regalatomi della mia "mamma" norvegese]

In Norvegia fui ospitata a casa di Siv-Hanne:una casa tutta di legno affacciata sul fiordo di Stavanger, uno dei posti più belli che io abbia mai visto.Un'altra famiglia, la sua, che mi ha accolto come una figlia, con cura e attenzione.Ricordo le colazioni alle 6 di mattino, nella casa tutta buia:uovo al padellino, pane tostato e granchio.Ricordo il suo fratellino di un anno che adorava mangiare barbabietole rosse!E la sua sorellina di 8 anni che mi faceva ascoltare gli Abba allo stereo e con cui giocavo a dama prima di dormire.
Avevo anche imparato a dire:kan eg for snup? (posso avere una caramella).
Prima di partire la mia "mamma" norvegese mi regalò questo ciondolo d'oro che a sua volta lei aveva ricevuto da sua mamma.Una gentilezza infinita..

[La mia famiglia ospitante in favela:io e la mia amica Simona avevamo preparato per loro la pizza l'ultima sera]

[I miei "genitori" brasiliani che mostrano i molluschi appena comprati al mercato e che ci avrebbero cucinato per il pranzo]

E come non ricordare la mia permanenza di un mese in questa famiglia di Salvador de Bahia, nella favela di Novos Alagados?Un'esperienza di condivisione come poche altre.
E la coppia di anziani che mi ospitò a Colonia per la GMG nel 2005?
Avevano la sauna in casa e ci divertimmo da matti a provarla!
[Stella che imbandisce la tavola per il pranzo del primo dell'anno]

Di Stella e di suo marito e della loro accolgienza calorosa a Bruxelles vi avevo già parlato qui
In Armenia ci ha ospitato per tre notti in casa sua Melanie:una signora molto dolce, maestra nella scuola del paese.
Molto sola perché tutta la sua famiglia (il marito, il figlio e la figlia) abita a Yerevan nella capitale dove gli stipendi sono più alti.Con Melanie é stato divertente parlare:lei ci parlava in russo e armeno, noi a lei in italiano, inglese e francese.
Lei ovviamente non conosceva le nostre lingue, noi in russo sapevamo dire una manciata di parole e lo stesso in armeno.Ma abbiamo parlato, a gesti e a parole.
E ora la sua gentilezza é qui con me, mentre ne scrivo.
[Melanie di fronte alla porta di casa]
[Io e Melanie che prepariamo i hrincali durante una breve lezione di cucina armena, foto di Simone]

Adoro viaggiare in questo modo:conoscere la gente, parlarci.Con lentezza.Con grande semplicità, in case magari dimesse e povere come quella di Melanie.Entrare veramente dentro un paese, nel vissuto dei suoi abitanti, nelle loro storie.Imparare la lingua, fare colazione insieme con lo stesso cibo e negli stessi piatti.Conoscere un pezzo di mondo in più, ogni volta che qualcuno mi apre la sua porta di casa con un sorriso.

Ps: mi ha fatto ridere e tenerezza nello stesso tempo osservare il mio abbigliamento negli anni..sempre sgarruppato!Sono tuttora così..e mi diverto!Mai una volta che io sia vestita un po' fine per dirla come mia madre!

15 commenti:

  1. Grazie. E' veramente un bel racconto. Una scuola di vita. Mi è piaciuto veramente molto.
    Spero mi resti sempre nella mente perché vorrei sempre dire "sì" quando le mie figlie mi chiederanno di fare queste esperienze.

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  2. Sono storie bellissime e pregne di umanità, io sono stata ospite di una famiglia francese durante la GMG del 1997, è stata la mia unica esperienza di questo tipo ma la porto ancora viva nel cuore!!
    Ciao
    MeryCri

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  3. quante esperienze incredibili hai fatto.. sono sbalordita... e questo racconto mi è piaciuto davvero molto.. per un attimo siamo entrati anche noi nella tua casa e abbiamo ascoltato le tue parole..
    Grazie!
    p.s. come dice Alchemilla... da tenere presente quando un giorno mio figlio mi chiederà di poter fare questo tipo di esperienze!
    Un abbraccio,
    Roberta

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  4. che bei racconti, quanto condivido il tuo stile di viaggio!!!!
    chissà se stasera sei libera per un gelato-conoscenza-chiacchierata?
    sono raffaella di cuneo (abito di fronte alla posta e ho tre bambine, ti ricordi?)
    stasera è la mia ultima sera da sola, domani tornano dal mare giovanni e le bambine, così sarebbe una bella occasione per un'uscita tra donne......
    per contattarmi trovi i numeri nella mail che ti avevo mandato oppure mandami una mail al lavoro...:
    riba_raffaella@provincia.cuneo.it
    un bacio
    raffaella

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  5. @ roberta e alchemilla: sono esperienze fantastiche di apertura al mondo, alla conoscenza,a gli altri..sicuramente i vostri bimbi da grandi le apprezzeranno!sono molto fortunata perchè i miei genitori mi han sempre aiutata durante le superiori (aiutandomi a pagare i biglietti aerei per queste gite), ma nello stesso tempo sono sempre stata sobria rispetto ai vestiti-trucchi-uscite e ho sempre preferito risparmiare su quste frivolezze ma piuttosto fare un bel viaggio..tuttora come si vede dalle foto (ehe he) mi vesto con i vestiti usati delle mie zie..ma un bel viaggio all'anno non me lo nega nessuno!!un bacione

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  6. Infatti...sei un mito!!!

    Ma, comunque, riguardo ai vestiti, non è che ti vesti poi così male, almeno per il mio gusto!

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  7. @ grazie!anche a me piace il mio strano mix di stili :-)

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  8. che bel racconto!! che meravigliosi viaggi devi avere fatto a contatto diretto con le persone dei luichi visitati... ma come trovi queste famiglie? io proprio non saprei come contattarli?! forse direttamente sul posto?! comunque... più ti leggo e più mi piaci!!

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  9. Ma che belle e uniche tutte queste esperienze da "straniera interna"!

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  10. Un bellissimo racconto, mi sono commossa!! :)

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  11. Siccome questo post mi è piaciuto molto l'ho messo in evidenza nel mio blog.

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  12. @ balubina: durante le superiori i nominativi delle famiglie ci erano dati dalla scuola..per i capodanni di Taizè invece quando arrivi nella città prescelta vai all'accoglienza e ti viene indicata una famiglia che si é candidata volontaria ad ospitarti per tutto il soggiorno o per il pranzo, gratuitamente.Lo stesso per la GMG a Colonia.La famiglia in Brasile faceva invece parte di un progetto dei missionari della Consolata nella favela, con cui sono andata a Salvador.
    @ alchemilla:grazie di cuore!!

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  13. Leggendo questo post mi è venuta la pelle d'oca!Che belo viaggiare così! Come ti capisco, anch'io provo lo stesso desiderio, la stessa curiosità! Anch'io ho fatto un paio di esperienze simili, sebbene solo qui in Europa (in Inghilterra e in Spagna)! otresti scrivere un piccolo testo, una piccola guida con tutti questi ricordi, dando preziose informazioni...
    Grazie per aver condiviso con noi questi ricordi!
    Pisi

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  14. Ecco qui all'appello un'altra del club "non spendo per i vestiti così risparmio per i viaggi"! ;) Alcuni mi guardano con un'espressione un po' così quando annuncio le mie mete o ultimamente quando dico che staremo via un mese per il viaggio di nozze, come a dire "ma come fate a permettervelo?". In realtà, non sanno a quante altre cose rinunciamo, quelle che magari loro danno per scontate o per le quali fanno spese piccole ma ripetute, che passano inosservate ma alla fine invece contano (per esempio, aperitivi tutte le sere, sigarette, parrucchiere, cose così). E' una questione di priorità, ognuno ha le sue e io scelgo di rinunciare, come te, ai vestiti alla moda o alla roba di marca, per poter risparmiare e viaggiare. Che poi conta parecchio anche come viaggio. Condivido infatti la tua filosofia e cerco il più possibile di andare dove qualche amico mi può ospitare o scegliere strutture anche spartane ma a basso budget e più caratteristiche e integrate nel luogo. Anche per il viaggio di nozze, per dire, metà del mese lo faremo ospiti qua e là, per poter anche rivedere le persone care che non potranno venire qui alle nozze.

    PS anch'io è una vita che mi sento dire "ma perché non ti vesti un po' più finetta?" o "perché non ti metti un po' di trucco/orecchini/tacchi?" :-D Ma preferisco riservare certe attenzioni alle occasioni speciali-speciali... altrimenti come si distinguono, se si è sempre in tiro? :-P

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  15. che interessante, è davvero un modo intelligente per viaggiare perchè si apprende molto di più a cominciare dalle lingue perchè credo che il primo passo per capire veramente un altro paese, sia capire la gente che ci vive, la maniera di pensare e di affrontare i problemi della vita. Continua così !!

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Grazie per ogni tuo commento :-)