giovedì 5 maggio 2011

Tenere i piedi in due staffe

Sto leggendo un libro comprato tempo fa su internet, che racconta del viaggio attorno al mondo di questa famiglia francese con 5 figli, che nell'estate 2004 decide di iniare un lungo viaggio per incontrare gli eroi di oggi, quelli che nel mondo lavorano per migliorare le condizioni di vita di altri, che si battono per cambiarne le situazioni di disagio.

Come spesso mi accade con libri di questo genere, che raccontano di vicende fuori dall'ordinario, come quelli di cui vi ho già parlato qui, questo libro mi suggestiona ma anche mi interroga profondamente.

Quando leggo di avventure e viaggi così, mi chiedo come stia procedendo la mia vita, dove stia andando.

La mia riflessione parte anche da questi due post diversissimi, uno di Estrellazul e quest'altro di Lanterna.

Penso che la grande sfida della mia vita, ma forse più in generale di tutti noi, sia di riuscire a mantenere i piedi in due staffe.

Se non riuscissi a trovare qualcosa di bello, anche minimo, per cui gioire ogni giorno, spesso la vita sarebbe senza senso.

Sempre di più riesco a farlo, non ogni giorno magari, perché la stanchezza, la fatica del lavoro e di molti altri impegni mi impediscono a volte di essere abbastanza lucida nel cogliere le sfumature di bellezza quotidiane.

Questo blog é uno dei mezzi che uso per osservare, notare, guardare, assimilare e registrare le piccole cose belle di tutti i giorni.

Cose davvero piccole, come gli oggetti che dispongo sul mio davanzale e che mi ricordano di gite in montagna, viaggi passati,amici.

Per quante possano essere queste piccole cose belle, sento però che non sono abbastanza.

Non posso nè voglio ridurre la mia vita al semplice tran-tran di casa-lavoro-famiglia quotidiano.

Non posso nè voglio chiudermi nella mia piccola insignificante vita, nel mio piccolo cortile, nella mia piccola pozza.

Sento che ci devono essere grandi cose, grandi sogni, perché la vita non é abbastanza se vissuta solo nella semplice quotidianità.



Tuttavia, e qui é il dilemma da cui sono partita, questo meccanismo può portare a due atteggiamenti errati.

Da una parte,a focalizzarmi (focalizzarsi) solo sulle piccole cose, sui paletti saldi della nostra vita, il nostro piccolo orticello, la nostra piccola famiglia, solo sulle piccole cose belle, per paura, o perché le cose grandi ci sembrano lontane, difficili, faticose, irraggiungibili.

Questo é il primo sbaglio secondo me:focalizzarsi sul proprio piccolo e dimenticare tutto il resto attorno.

Questa é anche una delle mie più grandi paure:

di chiudermi nella mia piccola famiglia, nel mio piccolo lavoro, come hanno fatto molte persone a me vicine, rinunciando ai sogni,rinunciando alle uscite dai propri confini, preferendo una vita sobria, modesta, chiusa.

Il secondo errore può essere invece di vivere solo in funzione dei grandi eventi, senza cogliere la bellezza magari lieve e nascosta che ci cela in ogni singolo giorno, troppo accecati da sogni di successo, sempre in attesa del famigerato futuro e dei suoi grandi doni, senza accorgersi della quotidianità da apprezzare.

Per questo penso che la grande sfida sia riuscire a mantenere i piedi in due staffe diverse e complementari:

saper notare le minuscole cose belle che ci circondano ogni giorno, ma senza accontentarsi solo di esse, bensì facendo maturare nel frattempo i nostri grandi sogni, senza struggersi continuamente perché non sono subito raggiungibili, ma nutrendosi della loro forza ideale e cercando di realizzarli.

Il problema per me é riuscire a tenermi in equilibrio tra questi due estremi, essendo stata fin troppo martellata dalla parabola dei talenti che bisogna far fruttare,a volte guardo a vicende come quelle della famiglia in giro per il mondo di cui sto leggendo e mi sento inadeguata, sprecata, sapendo che potrei fare molto di più, non per soldi o successo mio.

Intendo di più per il mondo, potrei mettere maggiormente a frutti i miei talenti, i miei studi, potrei fare davvero molto di più per essere attrice del cambiamento nella società tutta, mettendomi di più in gioco, uscendo di più dai miei comodi spazi, dalle mie sicurezze.

Allora cerco giorno per giorno di fare bene il mio piccolo lavoro, di curare le mie relazioni,la mia casa, e intanto cerco di sognare cose grandi, per me e per Simone, per non arrenderci solo alla bellezza piccola del quotidiano.

Per questo sarà davvero importante il viaggio che progettiamo per quest'estate, per rimetterci in rotta e ricordarci che c'é bisogno di volare più alto, più lontano dalle contingenze giornaliere del lavoro, della routine.

E intanto per condividere un po' di minuscole cose belle quotidiane, andrò qui e nel ricco blogroll di The Habit of Being.

Voi cosa ne pensate?

Avvertite anche voi il problema di manternervi in equilibrio con il piede in due staffe?

8 commenti:

  1. Cara daniela,
    questa era una sensazione che avevo anche io un po' di anni fa...indecisa tra le piccole cose del quotidiano così rassoicuranti e tranquille, e l'esigenza di volare più in alto, scoprire nuovi mondi, nuove cose....ora ho una famiglia, una piccola, grande cosa e ho trovato il mio equilibrio tra il quotidiano con il lavoro, tommaso, le faccende, i miei hobby e la mia creatività che mi salva e mi porta un pochino a sognare ogni giorno e poi il pensiero e i progetti per il futuro...
    ti abbraccio!

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  2. Daniela, io penso che tu sia nella giusta direzione. Hai fatto delle considerazioni giustissime. Qualcosa del genere, anche se con sfumature molto diverse, l'ho formulata anche io oggi in un mio post.
    Sono sicura che troverai la tua "giusta" dimensione. Quella che ti permetterà di volare in alto ma di riuscire comunque a cogliere i dettagli del paesaggio sottostante, anche quelli più piccoli... Hai una vista ben allenata! :-)
    Per questa tua ricerca... in bocca al lupo!

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  3. Proprio oggi scrivevo di aver di radici, ma anche di sentieri da calpestare. Io amo le piccole cose, ma le amo adesso, dopo anni dedicati a progetti più grandi; anni velocissimi, esuberanti. Amo costruire la nostra casa ogni giorno, la quale è soprattutto casa interiore; amo pensare alla nostra vita quando si amplierà per accogliere un figlio. Allo stesso tempo, mi piace pensare che i miei attuali, nuovi studi mi permetteranno di fare ancora dell'altro, incontrare nuove persone, intraprendere strade. Mi piace pensare ai bambini che incontrerò, ma allo stesso tempo sono contenta d'imparare a suonare il piano, cioè fare una cosa "solo per me".
    E' tenere il piede in due staffe, questo? Forse, ma non conosco almeno per ora altro modo di vivere. Non distinguo nemmeno fra grande piccolo, dentro o fuori, perché in fondo ci sono progetti personali, intimi, famigliari destinati a dar vita a qualcosa di grande... o sogni pensati in grande destinati a cambiare la vita di una manciata di persone, o addirittura di una sola.
    Quando stavo per sposarmi, avevo molta paura di fare come altre coppie che conoscevo, cioè di "accontentarmi" di due cuori e una capanna. Ora penso semplicemente che ciascun sia comunque destinato a dare i frutti del proprio seme, che non ci siano un "tempo" o una scadenza, un percorso già segnato, un copione da interpretare senza fantasia. Per il resto... lo scoprirò strada facendo :-)

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  4. Per quanto mi riguarda, senza l'impegno sociale-politico, insomma un po' di "rivoluzione", mi mancherebbe uno degli elementi di espressione del mio Essere-me-stessa piú importanti. Se é vero che amo le cose piccole e belle, é anche vero che ho bisogno di sentirmi parte di qualcosa di piú grande, di importante, di partecipare con le mie capacitá e conoscenze a costruire qualcosa per la societá.
    Un mio amico filosofo diceva che per stare bene bisogna attivarsi su tre livelli:
    - quello personale, della famiglia e delle amicizie, degli interessi e hobbies ecc.
    - quello della piccola comunitá dove si vive: il paese, la vita nelle associazioni o gruppi
    - quello del "resto del mondo" perché siamo sempre anche cittadini del mondo... nel lavoro, nelle scelte, nello stile di vita, nei viaggi, negli incontri, nella spiritualitá ...
    Ovviamente in certi periodi della vita non é possibile trovare un equilibrio fra i tre livelli, ad esempio come mamma di bimbi piccoli per un bel po' si ha giá abbastanza da fare nel primo livello ;)
    Certe cose possono anche includere piú "livelli": insomma per esempio la "strana" scelte dell'homeschooling, grazie ai contatti e gli scambi di opinioni o proposte in tutto il mondo, puó avere anche degli effetti fuori dal contesto "privato" diciamo... Stessa cosa vale per altre scelte o esperienze che si decidono di voler fare...
    E poi... secondo me il mio amico c'ha azzeccato quando diceva che la natura dell'essere umano ha bisogno di questi tre livelli per "essere", sentirsi realizzati... boh non so se sono riuscita a spiegarmi...
    Io non ho mai voluto una vita "tipica" famiglia-lavoro-casa e fino ad oggi ci sono riuscita ;) credo che sia importante sapere anche quello che si vuole, avere un minimo di "visione"...

    un caro abbraccio e auguri per il tuo percorso, ed é sempre un piacere ricevere attraverso il tuo blog qualche "cartoline" dei tuoi "viaggi"!

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  5. Io non credo che le due cose siano in contraddizione: per fortuna siamo esseri complessi e riusciamo a far coesistere tante cose nella stessa anima.
    Se dovessi banalizzare, direi che è come amare sia il concertone da stadio sia la schitarrata tra amici: nella vita ci vogliono entrambi.
    Io la penso un po' come Topicco di "Come addestrare un drago": non è necessario essere tutti Eroi Vikinghi, si può essere anche gente modesta e banale. Ciò non toglie che anche vivere in modo modesto e banale dia la possibilità di migliorare il mondo e di fare cose tutto sommato eroiche.

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  6. A me piacciono le grandi cose, bisogna solo capirsi su cosa significa grande.
    Una famiglia è una cosa enorme.
    Insegnare, come fai, tu, pure.
    Anche curare le persone, come fa Simone, e farlo con umanità e professionalità, è una cosa grande.
    Diventare ricchi, importanti, famosi, per me è solo un abbaglio, l'illusione di essere o fare cose importanti.
    A volte le cose grandi richiedono radici profondissime, lunghi tempi di crescita e apparente immobilità, come una quercia, a volte sono cicloni che trascinano tutto con sé.
    Nella mia vita ho vissuto entrambi i tipi di eventi e, personalmente, ritengo più impegnativi e fondamentali i primi, anche se a volte un po' di vento tra le fronde ci vuole proprio!

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  7. Io sento forte il problema di trovare il senso, anche se piccolo, ogni giorno...Soffrò la quotidianità e credo di esser stata una nomade in un altra vita...Amo il viaggio per il puro gusto di perdersi mentre non amo la routine..Sbaglio anch'io!
    Dovrei accettare la mia vita senza soccombere alle negatività...

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  8. Ciao Daniela, ti ringrazio per la riflessione...
    NOi in quanto esseri umani, siamo esseri complessi, e per svilupparci appieno non basta colmare i nostri bisogni basilari, abbiamo bisogno anche di qualcosa che ci 'solletichi' lo spirito, poichè abbiamo la capacità di goderne. Ad un livello ancora superiore c'è la consapevolezza di fare parte anche di qualcosa di più, che sia il gruppo umano o la Natura stessa, e quindi come abbiamo il naturale bisogno di prenderci cura di noi stessi, alimentarci, ecc, così ci viene spontaneo estenderlo all'ambiente circostante. Non è tenere il piede in due staffe, sono bisogni complementari e necessari...:)

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