sabato 17 dicembre 2011

Risvegliare il cuore bambino:una recensione

Se ad inizio anno ero piuttosto perplessa (per usare un'eufemismo!) sul mio lavoro di educatrice scolastica, sono ora in momento di grande serenità su lavoro, pur con tutte le difficoltà e precarietà della mia occupazione.
Essere educatrice é bello, perché permette un vero contatto con i bambini, che spesso, nella mia esperienza, gli insegnanti non hanno.
Non per cattiveria, ma semplicemente perché io come educatrice non devo tener conto di programmi scolastici, rendimenti, verifiche, di tabelle.
Molto spesso gli insegnanti con cui lavoro sono invece sottoposte a scadenze, controlli (colloqui con i genitori, quindi ogni bambino deve aver fatto un tot di schede ed essere stato valutato etc).Invece come educatrice, io sono libera di osservare e di fermarmi, anche perché i bimbi con handicap che seguo hanno programmi didattici diversi o comunque molto più snelli, quindi durante le lezioni possiamo anche fermarci, chiacchierare, giocare.Ed essere nella classe mi dona un punto di osservazione particolare per cogliere i bambini e le loro attitudini, e di essere presente laddove l'insegnante di classe non può/non riesce ad arrivare:c'é sempre un bambino più lento degli altri,o quello che non ha capito,o quello che vuole la mamma, o quello che ha mal di pancia.La maestra spesso non riesce a far fronte a tutti i bisogni della classe (non nello stesso momento, almeno), anche perché si tratta di solito di classi numerose.Essere educatrice mi permette di cogliere ed intervenire quei momenti di bisogno dei bambini che se no passerebbero in secondo piano.
Come il ragazzino che durante l'ora di ginnastica trema di paura facendo il quadro svedese,e ha bisogno di più conforto che non quello che gli può offrire il professore che in quel momento sta seguendo gli altri alunni appesi all'attrezzo ginnico.
O il bimbo che stamattina piangeva durante l'intervallo perché aveva ancora fame e voleva le patatine del suo compagno, pur avendo già mangiato la merenda.
O nella scuola superiore, il ragazzo che mi racconta della rottura con la sua fidanzata, dei suoi dubbi, delle sue speranze, spontaneamente.Quello con cui discutiamo delle sue aspirazioni, e che dopo un paio di ore mi dice "Prof, sa che quello che mi ha detto sul mio carattere mi sta facendo veramente riflettere?"
I bambini, i ragazzini, hanno bisogno di attenzione, di affetto individuale, ed é bello poter essere lì per loro e NON essere l'insegnante, ma un'altra figura:quella che per conformazione ha tempo per fermarsi con loro, abbracciarli, perché non deve seguire il resto della classe o un determinato programma scolastico,in quel momento non deve spiegare o correggere o scrivere alla lavagna, ma solo essere lì e basta.Infatti non voglio dire che sia "colpa" degli insegnati curriculari (anche se alcune potrebbero decisamente dedicare più entusiasmo al loro lavoro), si tratta proprio di due figure lavorative diverse con caratteristiche diverse.
Amo di più il mio lavoro ora, anche perché ho più ore di assistenza fisica (a bimbi disabili), e sto riusciendo la maggior parte delle volte ad instaurare dei buoni rapporti di comunicazione ed empatia con loro:mi diverto, giochiamo, ci vogliamo bene,ridiamo e stiamo costruendo delle relazioni di fiducia e di affetto profondo.
A questo proposito ho letto il libro "Risvegliare il cuore bambino", che consiglio vivamente per chiunque abbia a che fare con i bambini, sia come genitore che come insegnante o educatore.
Il libro ha alcuni spunti molto originali, ad esempio collega la dislessia ad una problematica di sistema vestibolare anziché di vista.
Si dovrebbe quindi lavorare sullo sviluppo fisico del bambino per influenzare la crescita corretta e positiva del sistema vestibolare (con oscillare, rotolare, girare su se stesso, fare esercizi di equilibrio e movimenti lenti con incrocio laterale).
In seguito bisognerebbe lavorare sull'udito del bambino, con canzoni, lavorando magari in un coro per poter apprendere e riconoscere tutta la gamma di suoni captabile dall'orecchio umano, dalla quale discende lo sviluppo dei meccanismi del linguaggio.
La lettura sarebbe quindi la fase ultima e finale del lavoro "riabilitativo" con un bambino dislessico.
Molti spunti mi sono utili nel mio lavoro con bambini disabili e anche con tutte le classi in cui lavoro, ad esempio i riferimenti sulla coerenza e incoerenza, che ho notato spesso:
"Vedo accadere questo nelle classi in cui vi sono bambini che provengono da un ambiente di vita incoerente e sempre teso alla sopravvienza [bambini con famiglie divise, o che provengono da ambienti violenti o degradati...]:questa bambini non sanno muoversi nella coerenza [armonia, calma, gentilezza...]
Un bambino incoerente [che non é sintonia con se stesso, con il proprio corpo, con le proprie emozioni,con la propria vita familiare] in una classe può arrecare disturbo a tutti.
Potrebbe incontrare un insegnante particolarmente coerente [in sintonia]:allora il bambino lo provocherà fino a fargli perdere la pazienza, rendendolo quindi incoerente.
In questo modo il bambino si sentirà più a suo agio.
Sono questi i bimbi che tendiamo ad etichettare come iperattivi, afflitti da un deficit emotivo o di attenzione."
Questo mi aiuta a capire meglio il comportamento paradossale di alcuni bimbi, che spesso reagiscono ad un ambiente di calma, gentilezza, ascolto, con aggressività, violenza fisica e verbale:non sono abituati ad agire in un contesto diverso.
Il libro approfondisce le varie fasi dello sviluppo psico-fisico del bambino, l'importanza del movimento, del ritmo, del suono per un equilibrio di crescita.
Ad esempio, come educatrice, molto spesso intervengo quando vedo che i bambini si spingono/rincorrono/lottano, anche se lo fanno per gioco:invece questa simulazione di lotta/guerra é loro utile per conoscere meglio i confini del loro corpo, quelli del corpo degli altri bambini, l'equilibrio, il tatto.
L'autrice ricollega poi queste fasi anche alla vita adulta: la necessità del gioco anche per gli adulti, l'importanza del movimento e di forti stimolazioni sensoriali e fisiche, per fronteggiare lo stress e la competizione professionale della vita moderna.
Certo alcuni argomenti trattati dall'autrice li conoscevo già, come l'importanza della meditazione (es.canto dei mantra, yoga..), del contatto con la natura,dell'arte, che io so essere fondamentali per me, ma é stato bello leggerli in un libro e sentirmi profondamente in sintonia.
Buona lettura!

3 commenti:

  1. Interessante questo libro!
    Io confesso che pur amando moltissimo il mio lavoro, più che a gestire i bimbi e ragazzi fatico a gestire le lamentele e le richieste dei genitori...Mi sembra davvero di fare del mio meglio ma a volte sembra non bastare mai.
    C'e sempre chi si lamenta di una scelta piuttosto che di un'altra, chi pensa che il doposcuola debba essere gestito così e non cosà, chi ritiene di volere più attività strutturate e chi non le vuole, chi vuole che i compiti siano fatti e chi invece no...E' così difficile a volte lavorare con serenità quando i problemi che vengon fuori sono così tanti e comunque la prendi qualcuno non è mai contento. Viviamo in un mondo troppo complesso, troppe esigenze e troppo poca umiltà. Però dai, stringo i denti...tra poco almeno ci sono un pò di giorni di vacanza.:-)

    RispondiElimina
  2. Che la dislessia venisse da alcuni associata alla vista non lo sapevo. Nei libri che ho letto, è più associata al funzionamento del cervello, a link neurali che possono essere più o meno deboli. Tant'è vero che i consigli per combattere questa predisposizione mirano a rafforzare alcune prassi di lettura e scrittura, soprattutto quando si sta imparando a leggere e scrivere.
    Interessante questo approccio "vestibolare", tentar non nuoce. Ma nella mia esperienza non vedo una connessione: mio marito, che è leggermente dislessico, non presenta nessun altro sintomo di problemi al vestibolo o all'udito (io invece ho sempre avuto problemi d'udito, fino ai 12 anni, e leggo più velocemente della media).
    Buone feste!

    RispondiElimina
  3. Ciao, ti ho scovata da Edera e sto leggendo a ritroso il tuo blog! Mi ha molto colpita questo tuo post perchè rappresenta proprio quello che sto provando in questi giorni in cui ho visto interrompersi la mia attività di coordinatrice di attività educative..stare dall'altra parte della staccionata, quella tua di educatrice, senza burocrazia, politiche e brutture può riempire gli occhi di grande bellezza e rendere questo lavoro davvero speciale! Complimenti per la tua passione, è la fortuna dei bimbi/ragazzi che incroci!

    RispondiElimina

Grazie per ogni tuo commento :-)