giovedì 19 novembre 2009

Libano

Qualceh giorno fa ho finito di leggere l'ultimo romanzo di David Grossman, che come probabilmente sapete é il mio scrittore preferito.Da lui viene il titolo del mio blog, dal suo stupendo libro "Che tu sia per me il coltello", che non mi stanco di rileggere.Quest'ultimo romanzo, invece, l' avevo da un po' ma non l'avevo ancora letto.Mi inquietava sapere la storia di questo libro, lo sentivo pervaso di una forza enorme, e così é stato il legegrlo, effettivamente.

Questo libro racconta di una madre israeliana il cui figlio é soldato, che decide di partire per un viaggio-trekking in Galilea e di raccontare del figlio (ofer) ad un vecchio amico, per proteggerlo dai pericoli durante le manovre militari.Pensa che parlando di lui lo salverà, e decide di fare questo viaggio in solitaria, senza mai avere notizie della guerra, facendo uno strano patto con il destino nel tentativo di salvare il figlio.Già così il libro é straordinario, essendo tutto centrato sul punto di vista della madde,con una profondità "di scavo" psicologico che qualsiasi donna faricherebbe ad avere su se stessa.Grossman ha l'immenso talento di riuscire ad assumere questo punto di vista così intimo, profono, delicato, il punto di vista di una donna e di una madre, anche se lui é un uomo.Mi chiedo veramente come faccia.Sarebbe un lavoro di introspezione difficile e faticoso, estremamente faticoso, anche per una donna.

L'altro aspetto sconvolgente del libro é che Grossman stesso lo stava scrivendo per protegegre Uri, suo figlio, soldato durante la guerra dell'estate 2006/2007 tra Hezbollah ed israEle, con un analogo patto con il destino come la madre fittizzia del suo romanzo. Ma Uri é morto veramente in LIbano, poche ore prima della fine della guerra, il 12 agosto 2006, a 21 anni,mentre suo padre stava scrivendo questo libro. Il libro é diventato realtà...questo é tremendo, mi chiedevo come Grossman avesse fatto a finire di scriverlo dopo questo lutto, a pezzi per la morte del figlio...ne viene fuori un libro intimo,vero, così vero da togliere il fiato al lettore in molti punti.In fondo al libro Grossman dice che Uri sapeva del romanzo e dei personaggi, sapeva del personaggio suo alterego Ofer...cosa avrà pensato nel vedere e sentire che il libro di suo padre diveniva realtà sulla sua pelle?L'incubo ed il sogno di ogni scrittore:trasformare in realtà le parole scritte.

Il libro é bellissimo.Non occorre aggiungre altro.Si legge dietro ogni parola la profezia di quello che accadrà in realtà, si legge passione, amore, il dramma reale e fittizzio insieme di questa nazione che adoro.Quando Uri morì ero in Brasile ed ogni giorno cercavo disperatamente di avere notizie dall'Italia, dai mei amici in Israele che sapevo arruolati.Leggere questo libro così profondo e vero, così stillante la verità dell'autore, il suo io più profondo, é stato vermante bello, anche se emotivamente difficile in alcuni punti.


Ieri sera invece io e Simone siamo stati a vedere Lebanon, ambientato nella guerra del 1982.Un film estremamente crudo, ambientato tutto in un carroarmato israeliano, con unico punto di vista il mirino del carro che guarda l'esterno.Un film di guerra duro, claustrofobico, angosciante tanto che mi veniva da gridare per la tensione.Ma un film estremamente vero, con una profonda analisi psicologica ed emotiva dei soldati israeliani, un film crudo e violento che però mi é piaciuto tantissimo.E durante tutto il film,continuavo a pensare ad Ofer-Uri entrambi carristi, uno personaggio ed uno reale, che avrebbero potuto essere i protagonisti del film.Ho faticato a guardare il film in modo oggettivo, perché ho amici israeliani e che vivono in Israele, in cui sono stata varie volte, l'ultima quest'estate, é un paese a cui sono molto legata. Ma vi consiglio di vedere questo film, pone molte domande, ma anche molto risposte, é un film pacifista, é un film fatto molto bene.

Se volete leggere qualcosa sul Libano,Laura ne parla qui e qui.

Avete letto il libro o visto il film?Che ne pensate?Sono curiosa di sapere altri commenti..

5 commenti:

  1. Ciao Dany,
    generalmente non amo leggere dei sunti di libri ma....questo tuo breve racconto mi ha colpito molto. Credo che lo leggerò.
    Grazie per avermelo fatto conoscere
    Ale

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  2. Ciao Daniela.
    Anche a me piace Grossman, anche se non tutti i suoi libri mi hanno appassionata. Ho amato molto Che tu sia per me il coltello e Qualcuno con cui correre. Non ho letto quello di cui parli. Lo leggerò, quando sarò "pronta". I libri che parlano di guerra richiedono una particolare stabilità emotiva.. Lo stesso dicasi per i film: volevo vedere Lebanon, ma anche solo all'idea che sia ambientato interamente in un carrarmato mi vengono attacchi di claustrofobia. Vedremo se riuscirò a superare le mie paturnie..
    Grazie comunque per le recensioni di questo post.
    E grazie per avermi citata!!

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  3. dani, scusa ma non ho letto il post.sono febbricitante e ho mal di testa(suina?).
    credo di averti visto oggi a torino, anzi ne sono sicura :D volevosalutarti ma mi stavo dirigendo a passi svelti verso la stazione, per tornare a casina, perche' sentivo gia' la febbre attanagliarmi( che poetessa!). ho perso l'attimo , e subito dopo mi sono detta: non sia mai che la contagi.
    beh, per un incontromancato forse ce ne sara' uno andato a buon fine. se guarisco dalla suina, ronf!
    sara

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  4. @ a sara:davvero??può essere perchè ero a torino ieri!la prossima volta organizziamo x incontrarci veramente allora!guarisci eh :)

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  5. Io ho la mamma che è metà israeliana...

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