Ci sto riflettendo da un po' e oggi leggo che anche PianoB ha più o meno i miei stessi pensieri.La questione downshifting, lavoro o vita, guadagnare o vivere semplicemente.
Per quel che mi riguarda, ieri ho vissuto una situazione strana.
Per ora.Poi magari cambierò idea, tra un po' lo farò, o troverò un altro lavoro a Torino e lo farò lo stesso,scendendo a patti con me stessa, cosa molto probabile.
Ma stamattina sono uscita a fare un giro qui nel mio paesino di montagna, ho incontrato un paio di persone, che mi chiamano per nome, sanno tutto di me.La mamma di una mia amica,la mia vicina di casa, la mia vecchia maestra delle elementari.E ho pensato che sarò arretrata e "chiusa" come tutti i piemontesi e la gente di montagna, ma io a Torino mi sento spaesata e questo piccolo mondo qui invece non voglio perderlo,questa vita nel verde, questi saluti mattutini di chi mi ha visto crescere.Sarà una scelta di comodo, ma é quello che voglio fare adesso,in questo preciso momento, (poi si vedrà) ,a costo di guadagnare di meno, ma con mille anni di serenità in più.
Per quel che mi riguarda, ieri ho vissuto una situazione strana.
Mi hanno chiamata al mattino per andare ad un colloquio a Torino.
Il lavoro proposto sarebbe teoricamente bellissimo:un museo per bambini, in cui fare laboratori creativi, visite guidate etc.Si avvicina molto a quello che potrebbe essere il lavoro dei miei sogni.Se fosse a Cuneo ci andrei a lavorare immediatamente.
Ma questo museo invece é a Torino, quindi le soluzione potrebbero essere due:o trasferirmi a Torino, o fare la pendolare ogni giorno.Fare la pendolare vuol dire 3 ore di treno giornaliere tra andata e ritorno, circa un'ora di tram in torino tra andata a ritorno (dalla stazione ferroviaria el museo), almeno mezz'ora di macchina da casa mia alla stazione ferroviaria di Cuneo,ogni giorno.
Il lavoro proposto sarebbe teoricamente bellissimo:un museo per bambini, in cui fare laboratori creativi, visite guidate etc.Si avvicina molto a quello che potrebbe essere il lavoro dei miei sogni.Se fosse a Cuneo ci andrei a lavorare immediatamente.
Ma questo museo invece é a Torino, quindi le soluzione potrebbero essere due:o trasferirmi a Torino, o fare la pendolare ogni giorno.Fare la pendolare vuol dire 3 ore di treno giornaliere tra andata e ritorno, circa un'ora di tram in torino tra andata a ritorno (dalla stazione ferroviaria el museo), almeno mezz'ora di macchina da casa mia alla stazione ferroviaria di Cuneo,ogni giorno.
Risultato:un orario infernale.
Oppure trasferirmi a Torino, il che per me sarebbe una vera tortura.Principalmente per dover rimanere lontano da Simone, ma anche se lui non ci fosse io a vivere nella periferia di Torino ci starei male, male fisicamente.Sarò un'ingenua cittadina di provincia, ma a me Torino non piace.
Ci vado volentieri ogni tanto per fare un giro, andare nelle librerie grandi e mangiare qualcosa di etnico, ma il viverci non mi piace.Quando ci vivevo per studiare all'università lo trovavo una tortura:tutto grigio, tutto cemento, traffico,tutti di fretta.
Ieri mentre ero al colloquio mi é preso un panico di dover vivere a Torino che mi sentivo completamente abbandonata a me stessa,anche se sarebbe per un lavoro di poche ore.
E oscillavo tra due sensazioni, senza riuscire a sceglierne una:da una parte mi dicevo che devo mettermi in gioco, fare sacrifici, mettermi alla prova se voglio davvero avere un lavoro e crescere,smettendo di lamentarmi perchè non lavoro, che molti miei amici vivono o lavorano a Torino e si trovano bene, che non sarà poi niente di così tremendo.
Oppure trasferirmi a Torino, il che per me sarebbe una vera tortura.Principalmente per dover rimanere lontano da Simone, ma anche se lui non ci fosse io a vivere nella periferia di Torino ci starei male, male fisicamente.Sarò un'ingenua cittadina di provincia, ma a me Torino non piace.
Ci vado volentieri ogni tanto per fare un giro, andare nelle librerie grandi e mangiare qualcosa di etnico, ma il viverci non mi piace.Quando ci vivevo per studiare all'università lo trovavo una tortura:tutto grigio, tutto cemento, traffico,tutti di fretta.
Ieri mentre ero al colloquio mi é preso un panico di dover vivere a Torino che mi sentivo completamente abbandonata a me stessa,anche se sarebbe per un lavoro di poche ore.
E oscillavo tra due sensazioni, senza riuscire a sceglierne una:da una parte mi dicevo che devo mettermi in gioco, fare sacrifici, mettermi alla prova se voglio davvero avere un lavoro e crescere,smettendo di lamentarmi perchè non lavoro, che molti miei amici vivono o lavorano a Torino e si trovano bene, che non sarà poi niente di così tremendo.
Dall'altro lato mi dicevo che una vita così io non la voglio, che abitare in un posto che non mi piace e che so già mi farà star male non ha senso.Anche se magari é una scelta di comodo, una scelta codarda.Ecco, sarò codarda e paurosa, forse timida e troppo attaccata ai rapporti personali che ho nella e con la mia città, ma io ho scelto di non fare quel corso di formazione e quel lavoro.
Per ora.Poi magari cambierò idea, tra un po' lo farò, o troverò un altro lavoro a Torino e lo farò lo stesso,scendendo a patti con me stessa, cosa molto probabile.
Ma stamattina sono uscita a fare un giro qui nel mio paesino di montagna, ho incontrato un paio di persone, che mi chiamano per nome, sanno tutto di me.La mamma di una mia amica,la mia vicina di casa, la mia vecchia maestra delle elementari.E ho pensato che sarò arretrata e "chiusa" come tutti i piemontesi e la gente di montagna, ma io a Torino mi sento spaesata e questo piccolo mondo qui invece non voglio perderlo,questa vita nel verde, questi saluti mattutini di chi mi ha visto crescere.Sarà una scelta di comodo, ma é quello che voglio fare adesso,in questo preciso momento, (poi si vedrà) ,a costo di guadagnare di meno, ma con mille anni di serenità in più.
Ps: se vi sembro contraddittoria rispetto agli scorsi post sul tema lavoro, nessun problema, sono contraddittoria anche a me stessa, ma sono io, e sono così. :-)
Ti confesso che appena letto il tipo di lavoro che saresti andata a fare, ho pensato che rifiutarlo era una follia. Ma dopo aver letto le tue ragioni, ho capito il perchè, e penso che alla fine tu abbia fatto bene. Qualcosa di completamente adatto a te, alle tue esigenze e al tuo stile di vita arriverà, prima o poi. Ci sarà qualcosa di completamente adatto a te, alle tue esigenze e al tuo stile di vita..
RispondiEliminaSe tarda ad arrivare, poi agirai di conseguenza.
Per ora, penso che tu abbia fatto bene ad attendere.
Ciao,mi chiamo luca e sono incappato nel tuo blog per caso.Io sono nato e cresciuto in una grande città (milano),ho qualche anno più di te e sto cercando di uscire da questa gabbia di matti che chiamano metropoli.Hai fatto delle considerazioni giuste sul tuo futuro,e sappi che se la città ti dà qualcosa di più sotto il profilo economico in compenso di toglie tutto il resto.Dalla città poi è difficile uscirne perchè frenetica com'è, arrivi a sera senza più benzina, e non hai energie per fare altro, ti senti prosciugato. Io riuscirò ad uscirne, ma tu vai aventi per la tua strada e segui quello che senti dentro di te,non stai sbagliando. Un grosso augurio per il tuo futuro, stai bene, Ciao
RispondiEliminaNon mi sembra una scelta di comodo, ma anzi una scelta molto coraggiosa!
RispondiEliminaSarà che io da Torino sono scappata per gli stessi tuoi motivi, ma credo che tu debba fare ciò che ti piace, nel posto che ti piace.
Sicuramente succederà!
Ti capisco eccome Daniela. Hai descritto perfettamente il tuo vivere in montagna, fuori dalla città. Mi piace e credo che anche io fare di tutto per non perdere una tale serenità.
RispondiEliminain bocca al lupo L.
sono con te!!!! devo dirti una cosa in privato dove posso scriverti?
RispondiEliminaScegli con il cuore e non sbaglierai mai.Di qualunque cosa si tratti.F.
RispondiEliminaEh eh, ti capisco, ma una parte di me dice: ma sei matta? Un museo per bambini, in Italia, non lo troverai mai più!
RispondiEliminaCapisco benissimo le tue ragioni e mi ci rispecchio (avevo 28 anni quando ho rifiutato un buon lavoro per poter passare più tempo con Luca e con i bambini che avremmo avuto di lì a un anno).
Ma so anche che, nei momenti bui dell'anno scorso, mi sarei morsa a sangue le mani per non aver sacrificato un po' della mia vita familiare a vantaggio della mia soddisfazione professionale.
Insomma, pensaci bene. Torino non è un posto malvagio, se vai a vivere in una bella zona (tipo mio suocero che vive vicino alla Tesoriera e a piazza Rivoli). E conosco diversi torinesi che sono il contrario che frettolosi!
Ciao Daniela, non so se ho mai scritto un commento qui, comunque questo post m'ispira a farlo.
RispondiEliminaIo sono scappata via da una metropoli, Roma, dove la vita mia e del mio compagno stava soffocando. Non solo per le ore passate nel traffico, per la fretta, per la lontananza dal centro, per il costo degli affitti e delle case... ma per la qualità della vita in generale. Arrivavi stanco ogni sera e non finiva una giornata che già ne cominciava una nuova. Invece da quando sono in una città più a misura umana sto molto meglio. I rapporti umani sono più sinceri, più profondi. Si cerca di fare comunità e ognuno lotta per il benessere dell'altro e non guarda solo nel suo orticello, solo per l'istinto di sopravvivenza!
Sono cose che non hanno prezzo!
Stando tra la tua gente e nella terra che ami troverai le tue soddisfazioni, vedrai!
Secondo me il tuo ragionamento è molto maturo.
RispondiEliminaE poi lo condivido!
ti capisco moltisssssimo...
RispondiEliminaCondivido appieno con la tua scelta...anche nel mio caso la città di Genova mi offrirebbe molte opportunità lavorative ma è a due ore di treno da casa mia (Albenga) e il mio desiderio di trovare lavoro però non vince sulla mia voglia di vivere serena e tranquilla nei pressi della mia piccola cittadina, il mio "nido" dove ci sono tutti i miei affetti più grandi, gli amici, i parenti e l'amore....vedrai che arriveranno le occasioni più vicine...anche io sono li che aspetto e aspetto...però non perdo le speranze prima o poi arriverà il lavoro giusto nel luogo giusto!
RispondiEliminaBaci Chiara!
Ciao Daniela,
RispondiEliminacome sai io vivo in una città molto piccola eppure, per quanto piccolina sia, non vedo l'ora di andarmene. Capisco quindi il tuo pensiero!!! Per nessuna ragione al mondo andrei mai a vivere in una città come Torino o Milano o Bologna o Roma!!!
Abbi fiducia e pazienza... vedrai che il lavoro giusto per te arriverà!!!
Un bacio
Francesca
Daniela io ti capisco benissimo! A tratti ritrovo un pò di me in quello che scrivi... e secondo me fai bene a seguire il tuo cuore e quello che senti. Io anche mi son trovata a dover decidere su questioni simili e alla fin ho sempre optato per un lavoro vicino a casa...per mesi son stata disoccupata ( e arrabbiata!) ma ora qualcosina si è mosso e sto lavorando in qualche scuola seguendo i ragazzi nelle attività di pre e dopo scuola. Ci vuole pazienza...tanta.Ma prima o poi arriverà il lavoro per te.
RispondiEliminaL'unico consiglio che mi sento di darti è di non farti mai venire sensi di colpa..non importa se altri intorno a a noi fanno altre scelte...tu fai sempre ciò che credi sia meglio per te!:-)
Un abbraccio!
A me sembra una scelta coraggiosissima la tua, altrochè codarda! Penso che si debba seguire il proprio cuore per prendere una decisione. Non perdere la fiducia, troverai l'opportunità che fa per te!
RispondiEliminatutte le scelte sono coraggiose, perche' implicano una rinuncia a qualcosa. Se tu avessi tenuto il lavoro avresti dovuto rinunciare a molto del resto e viceversa. Hai la fortuna di vivere in un Paese dove avete l'assistenza medica sia che lavoriate o meno: se tu fossi in America, come me, il tuo downshifting implicherebbe molti piu' rischi, senza assicurazione sanitaria, ecc. ecc.
RispondiEliminaqui le scelte devi sostenertele da solo.
grazie per essere passata da me! mi piace molto il tuo blog, complimenti!! ciao!!
RispondiEliminaCara, ti ringrazio per la segnalazione... dalla profusione di commenti scaturiti dai nostri post, si capisce che come minimo è un argomento parecchio "sentito". Tenere un blog mi piace proprio per queste discussioni costruttive con le persone... Comunque, sono dell'idea che nessuna scelta sia "giusta" o "sbagliata" a priori, ma che l'importante sia fermarsi a pensare e capire quale scelta è migliore per noi, quale ci permette di essere sereni (a breve e lungo termine) e stare bene con noi stessi e le persone che amiamo.
RispondiEliminaSono scelte che uno deve fare con il cuore, quando puo'. Buona fortuna!
RispondiEliminaButto lì: e trasferirsi entrambi in un paese a mezza strada tra Torino e Cuneo?
RispondiEliminaDani
Ne parlavo con un'amica: ultimamente m'imbatto sempre più spesso in persone che riflettono sul downshifting. Io fatto la pendolare per molti anni, viaggiando anche più di tre ore al giorno, quindi ti capisco benissimo. Adesso vivo una situazione differente, non so se lo rifarei, soprattutto in prospettiva di una famiglia.
RispondiEliminaNon conosco benissimo la tua zona, ma la trovo incantevole. Non faccio fatica ad immaginare quanto la devi amare!