domenica 11 aprile 2010

Una questione spinosa

Io e Simone dibattiamo spesso su questo punto.
Anzi, più che dibattere, diciamo che battagliamo proprio!
La questione riguarda come gestire le nostre amicizie.

Io non ho mai avuto un vero e proprio gruppo di amici, ma piuttosto diversi gruppetti e mi é sempre piaciuto uscire un sabato con un gruppo, un sabato con un altro, ho sempre fatto così.

Non mi sono mai piaciuti i gruppi grandi, il dover vedere tante persone insieme, forse perchè nei gruppi grandi si finisce inevitabilmente di chiacchierare del più e del meno, mentre io preferisco una serata molto più intima (e "seria" nel senso di approfondita) con 1 o 2 amiche alla volta, in modo da poter parlare con calma, confrontarsi, confidarsi.Nei gruppi più grandi mi perdo un po' e mi annoio, forse perchè non sono minimanete ferrata nel "fare conversazioni" su vestiti, meteo etc insomma le cose con cui si finisce a parlare con persone che si conoscono poco e con cui non si va molto d'accorso (o non si hanno punti di conversazione in comune).Poi mi annoio nei gruppi grandi, la conversazione non é stimolante, odio dover decidere insieme dove andare (mettere d'accordo 10 persone con 10 idee diverse etc..) e mi piace l'idea di uscire sempre con gente diversa.Io ho sempre adorato i miei gruppetti, ognuno diverso dall'altro, con gente eterogenea tra loro, e la libertà di poter decidere se e quando uscire con loro, senza vicoli o spiegazioni.Quando mi andava uscivo con un gruppetto, quando mi andava con un altro, e magari nel mezzo ci sentivamo poco ma le amicizie che ho creato con questi incontri molto approfonditi sono molto belle e ricche.Vedo le mie amiche almeno 1 o 2 volte durante la settimana, ci prendiamo se possibile un pomeriggio o una serata per noi, per me é molto bello poter dedicare loro del tempo di qualità.

Simone invece é abituato in modo diverso:un solo grande gruppo di amici, lo stesso dalle medie, con il quale é sempre uscito tassativamente ogni sabato ( e solo il sabato).
La questione é questa, magari sarà banale per molti di voi, ma per me é una gran fatica seguire questa sua "tradizione".Soprattutto non mi piace il doversi scusare/preoccupare se per un sabato non ci siamo, ed il doversi necessariamente vedere e sentire solo il sabato.Con alcune persone del gruppo non mi trovo molto bene, sono molto diversi da me e pur sforzandomi non riesco veramente ad andare d'accordo con il loro modo di fare!Per me non é un problema se Simone li vede ed esce con loro, anzi, ma trovo pesante il doverli frequentare per forza anche io.Non sono persone cattive, per carità, ma così diverse da me e dalla mia "storia" che non riesco a parlarci molto e tantomeno a confidarmi con loro.Per dire, quando Simone é stato in Ghana per 2 mesi nell'agosto del 2008, io non ho sentito i suoi amici di questo gruppo, nè li ho visti per 2 mesi.Insomma, sono persone che se dovessi scegliere io, non frequenterei.

Il problema é che questo gruppo come detto si trova solo al sabato...quindi Simo che ci tiene a vederli può incontrarli solo al sabato (questa é la loro abitudine e a quanto pare non é possibile vederli altrimenti), ed io devo andare con loro se voglio vederlo.Visto che già alcuni sabati al mese Simone lavora perché é di turno in ospedale, mi dispiacerebbe se io e lui non ci vedessimo al sabato, così vado anche io.Ma trovo difficile il seguire questo "rito"!Per me andrebbe benissimo se lui li vedesse in settimana, o una qualsiasi sera, ma non riescono mai ad organizzare.E allora ogni sabato la stessa lotta, tra io che vorrei uscire solo noi 2 e Simo che mi ripete che se non li vede al sabato non li vede mai e che sta perdendo l'amicizia con loro.
A me dispiace..sopratutto perché spesso lighiamo su questo, e io continuo a ripetergli che se si organizzassero potrebbero benissimo vedersi solo loro in altri momenti, non necessariamente anche con me!

Cosa consigliate?Come affrontate/avete affrontato questo problema o la gestione delle amicizie nella vostra vita/vita di coppia/famiglia?
un abbraccio
grazie!!!

13 commenti:

  1. Be si, è effettivamente una questione piuttosto spinosa.
    Non ho capito bene: tu e Simone potete uscire insieme solo il sabato?
    Se è così effettivamente la questione è difficile. Non puoi certo chiedergli di rinunciare al suo gruppo di amici ma non puoi nemmeno rinunciare a stare da sola con lui oppure uscire con tutto il gruppone perchè questo sarebbe un sacrificio per te...
    Mmmm.... difficile!!!
    In questo caso forse può risolvere il compromesso...
    Alternate: una volta uscite voi due da soli e una volta esce lui con i suoi amici (mentre tu te ne vai da qualche parte con le persone che senti più affini a te oppure vai con lui se vuoi).
    Non credo che diluendo le uscite con il suo gruppo perderà l'amicizia con loro. Se è vera amicizia non finirà certo per così poco!!!
    Poi sai, io non vivo questa situazione quindi non conosco tutti i particolari e da fuori è difficile dare consigli! Mi sento di dirti questo.
    Sono certa che una soluzione la troverete senz'altro!!!
    Se invece voi due potete vedervi anche le altre sere ti direi tranquillamente di lasciare che esca con il suo gruppo... Per un uomo l'amicizia fra uomini è importantissima, forse più di quanto lo sia per noi e non riusciremo mai a capire.
    Sono daccordo con te sul fatto che è meglio uscire in piccoli gruppi. Nei grandi gruppi io mi sono sempre sentita un po' sola, soprattutto quando frequentavo persone che si conoscevano tra loro da tanto tempo e io ero una "nuova" (un po' come può essere nella compagnia di Simone). E questa solitudine si trasformava in tristezza quando mi rendevo conto che tutta la serata girava intorno a ricordi e racconti in cui io non c'ero...
    Un abbraccio a te e uno a Simone. Sono certa che trovere una soluzione. Vi volete bene e questo è un ottimo punto di partenza.
    Francesca

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  2. Ehm... la faccenda non sembra per niente semplice!
    Anche io non sto sempre bene con tutti gli amici di Giacomo.. e naturalmente questo vale anche per lui con i miei! In genere quindi non ci forziamo, almeno che non sia strettamente necessario.. quindi se possibile li vediamo separatamente..
    Fortunatamente le amicizie solide, quelle "più mie" e quelle "più sue" sono diventate nel tempo "nostre"...
    Ti capisco Daniela... insomma.. io vivo con Giacomo già da diversi anni.. e non so perchè.. ma d'abitudine passiamo almeno il sabato e la domenica sempre insieme.. durante la settimana invece frequentiamo personalmente chi più vogliamo..
    Ecco.. penso che anche io mi scoccerei a dover "per forza" cedere il mio amore ai suoi amici "tutti" i sabato solo perchè non sono in grado di organizzarsi per vedersi quando più vogliono.. A me le regole strette non piacciono..però questo vale per me...
    Insomma.. non so che consigli darti.. ogni rapporto di coppia viaggia su dinamiche proprie.. E non sarebbe giusto dirti che tu dovresti arrenderti o che Simo dovrebbe rinunciare a vedere i suoi amici d'infanzia.. insomma.. le cose giuste sono sempre nel mezzo.. nell'equilibrio.. tra amore ed amicizia..
    Ma sono sicura che prima o poi troverete la giusta "soluzione".. :-)
    un abbraccio...

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  3. Perdonami, sono un po' di fretta.
    E' importante condividere... e creare nuovi spazi... Fai bene a seguirlo secondo me, ma non rinunciare ad essere te stessa: cerca qualche interlocutore, nel grande gruppo (non devono piacerti necessariamente tutti), con cui intrecciare una relazione più autentica... Poi valuta: lui come si comporta? O meglio, come sono le vostre serate con il gruppo? Ti senti isolata o si sforza di renderti partecipe? Si dimentica di te o ti sta accanto ed è attento ai tuoi stati d'animo? E' importante guardare senza veli per capire le sue priorità... l'amore non è cieco, ha cento occhi...
    A parte il sabato voi avete altri momenti/serate solo vostre? Perchè è comprensibile che in tanti non si riesca a organizzarsi diversamente, forse è meglio inaugurare un vostro rito (un corso di ballo?), che magari vi permetta di conoscere altra gente, piuttosto che incaponirsi a rivaleggiare con gli amici sul sabato sera... che alla fine è solo convenzione (anch'io ho un marito - prima fidanzato ;-)- che fa i turni e lavora in ospedale)...

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  4. Altro che spinosa, questa faccenda è un vero e proprio rovo.
    Personalmente ho diviso in due gruppi gli "amici", quelli della settimana e quelli dei viaggi/vacanze.
    Non esco mai durante la settimana con chi vado in ferie (ad esempio), e non vado in ferie con chi frequento abitualmente durante l'anno.
    Sembra strano, ma quelle 2/3 occasioni di viaggio che abbiamo (vacanze, ultimo dell'anno, settimana bianca, ponti lunghi, ecc.) fatte con persone che vedi non più di 4/5 volte l'anno sono estremamanete rilassanti: desiderio reciproco di vedersi, tante cose da raccontarsi, ecc.
    Il "gruppo" annuale invece è a sua volta suddiviso in almeno 3 "sottogruppi" ... difficilmente esco due fine settimana di seguito con lo stesso gruppo, mi piace alternare.
    Per fortuna mia moglie la pensa come me ....
    Solo per un certo periodo tutto questa "impalcatura" ha subito una profonda variazione, l'arrivo dei figli (ma per te è presto !), per diversi anni, abbimao dovuto agire in conseguenza loro: i nostri amici erano necessariamente le famiglie dei compagni di scuola loro, volere o volare.
    Poi son creciuti e ci siamo dovuti riorganizzare; come ha suggerito Piccolalory, "corso di ballo" (anche troppo perchè adesso insegnamo noi agli altri...) e così oltre alle due serate di corso, almeno una alla settimana usciamo a ballare, con il "gruppo" della scuola, che però non frequenttiamo mai ne di sabato, ne per i viaggi ....
    Confermo, un rovo spinoso!

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  5. Grazie per i suggerimenti! :-)
    in effetti é una questione complicata e sarà per quello che non abbiamo ancora trovato una soluzione soddisfacente per tutti e due!

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  6. Purtroppo non ho esperienza in questo campo: Luca non ha amici che io non voglia vedere, anzi, fa sempre molto piacere anche a me incontrarli.
    Mi sembra strano, se ho capito bene, che tu e Simone vi vediate solo di sabato. Altrimenti la questione sarebbe facile: voi vi vedete in altri momenti e lui esce con i suoi amici di sabato (e tu con i tuoi gruppetti).
    Gruppone o gruppetto, penso che non sia questione di dimensioni: credo che tu non ti trovi bene perché i suoi amici sono così e basta.
    Per dirti: capita abbastanza di frequente di vederci con le altre blogger in gruppi da 8-10 persone, ma poi ci facciamo certe chiacchierate su temi importanti, tipo il lavoro, l'alimentazione, la scuola... Insomma, penso che, se c'è sintonia, il numero sia un dettaglio.

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  7. @ lanterna:io e Simone ci vediamo quasi tutti i giorni, il problema é proprio il weekend in cui emergono questi contrasti, negli altri giorni della settimana ci vediamo solo noi 2 e va benissimo.Quello che trovo faticoso é il dover necessariam uscire con il gruppo OGNI sabato se no si scatena un finimondo!

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  8. Io ho vissuto la stessa situazione. Immenso gruppo di amici, molto eterogeneo. Sabati sera (e per noi anche tanti altri momenti) assieme.
    Da morosi ci ritagliavamo un po' di tempo per noi prima o dopo le uscite di gruppo, alle quali non abbiamo mai rinunciato. Pian piano si sono formate le coppie all'interno (e non solo), il gruppo si è sfoltito e rinnovato ... naturalmente. Oggi, a distanza di più di 20 anni quel gruppo esiste ancora, ne fanno parte famiglie intere, i cui figli sono grandi amici tra loro.
    A volte è stata una fatica far parte di questo gruppo, a volte gli stimoli erano pochi, le persone e le discussioni non sempre interessanti ... ma oggi sono contenta di avere fatto e di continuare questa esperienza. I miei figli oggi la vivono orgogliosi e felici: il gruppo per loro è una famiglia allargata, perchè dopo tanti anni, tante esperienze e dicussioni condivise il legame è veramente forte e speciale.

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  9. Ciao Dani, sono Elena.
    Mi è dispiaciuto molto leggere questo tuo sfogo...non credevo fossi così a disagio con noi.Le sere in cui ci siamo visti sono pochissime, ricordo la cena di Natale a casa mia che mi pareva fosse andata bene, il compleanno di Marghe e poi la serata alla Luce a giocare a Tabù..insomma 3 sere in 4 mesi..per carità, hai ragione siamo molto diversi ma io ho sempre pensato che la diversità fosse arricchente e non limitante. E credevo lo pensassi anche tu.. Detto questo sono convinta che ogni pensiero sia legittimo, il tuo come il mio, ma credo anche che in questo caso sia una terza persona a portarne le conseguenze: Simo! Spero riuscirete a trovare un compromesso perchè noi teniamo molto all'amicizia con Simo e quindi ad avere un buon rapporto anche con te.
    Pensaci..e se ti va ci risentiamo!
    Ciao..
    Elena

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  10. Ciao amore,

    ed eccomi qui! Ho letto le tue righe e l’ultimo posto e tutti i commenti dei tuoi amici che ringrazio tanto. Da dove partire.faccio un breve excursus. Esco con lo stesso gruppo da circa 10 anni. Un gruppo che si è modificato con gente che veniva e gente che se ne andava, un gruppo che comprende il mio migliore amico, Luca, le persone con cui sono cresciuto dalle elementari e medie, Marco, o superiori, Ele, e i loro rispettivi amici, Paolo e Vale, Cikketto, Mino e ultima ma non meno importante Giulia. Questo è il mio gruppo, una sorta di piccola famiglia, un gruppo che nel corso degli anni mi ha dato davvero molto e con cui ho condiviso tanto. 3 anni e mezzo fa sei arrivata tu con il bagaglio di storie e conoscenze che ti porti dietro e che hai descritto prima. Se arrivata tu e mi hai messo di fronte ad alcune riflessioni: cosa ti lega a questo gruppo? Perché da 10 anni esci sempre con loro? Mi hai fatto riflettere tanto. Tu parli delle tue diversità rispetto a loro e fai bene, ma la cosa più strana è data dal fatto che si pone la grandezza della persona in un rapporto sulle differenze oltre alle comunanze. Tu, e spero di avertelo insegnato, anche se ne sono sicuro;))) devi metterti costantemente in gioco. Ogni attimo rispetto a chi vedi diverso. Io non dico di riuscire a farlo sempre, ma dico che cerco di arrivare a questo. Ti sei trovata di fronte a persone differenti da te e per il tuo carattere ti sei chiusa ermeticamente a riccio difendendoti. Hai iniziato a sentirti a disagio, in imbarazzo. Il mio gruppo ha iniziato a percepirti così e quindi ha reagito di conseguenza facendoti spesso sentire come un estranea. Errori da entrambe le parti diciamo.
    Quindi sono iniziate le discussioni. Io non metto nulla che non sia tu al centro della mia vita, questo lo sai. Sento però il bisogno di vedere i miei amici, amici con cui ho condiviso tanto, amici con cui vorrei continuare a condividere tanto. Ora la mia proposta è stata di duplice natura: da una parte ti ho invitato a cercare di legare se possibile con loro e dall’altra se questo non era possibile, perché non volevi, o non potevi farlo, organizzarci in modo che io vedessi i miei amici in occasioni in cui tu non fossi presente. Ti sei sentita nuovamente messa in secondo piano, ma non era questa la mia intenzione. Ho bisogno di vedere loro per poter avere un altro termine di confronto sia dei problemi che affronto con te che nella mia vita, lavorativa e non. Questa è una mia necessita tutto qui.

    La proposta fatta è nuovamente ripetibile. Se pensi di poter trovare del buono in persone diverse da te, tentiamo nuovamente di legare un pochino. Legare non vuole dire creare un’amicizia profondissima ma solo un legame di affetto che passa attraverso me e il mio passato. Un aspetto che ho notato è che tu nel gruppo riesci a parlare molto ma molto più facilmente con i ragazzi del gruppo piuttosto che con le ragazze. Parli con Marco, Cika, Mino, Luca e ti imbarazzi a farlo con le altre. Non dico che non sia difficile, ma ogni passo in avanti verso di loro mette alla prova te e ti fa crescere. Secondo aspetto importante. Ti ho proposto più volte ti trovi in imbarazzo con questo gruppo? Vorresti persone più simili a te nel modo di fare e nella ricerca di esperienze? Benissimo amore! Va tanto bene! Ma costruiamo insieme un gruppo di amici attingendo dalle nostre ricchezze e dalle nostre personalità. Il fatto è che come hai detto tu a differenza di me non necessiti per stare bene di un gruppo di amici, io si invece. Siamo una coppia affiatata, una coppia che si vede da 3 anni e mezzo tutti i giorni o quasi. Questo è a mio parere la nostra grandezza, tuttavia su questo aspetto non ci troviamo d’accordo. Camminando per mano riusciremo, anche aiutati dai lettori a trovare una soluzione insieme. Io non devo decidere o te o il mio gruppo. Non voglio doverlo fare perché in modo differente reputo entrambi importanti.
    Nel gruppo sono cresciuto e sono diventato ciò che sono formando la mia personalità.
    Ti amo SIMO

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  11. Secondo me il punto da cambiare non sono tanto le abitudini di una o dell'altro, quanto il fatto che LITIGHIATE tra voi due per arrivare ad una soluzione. Ne vale la pena?
    Di lavoro io faccio terapia matrimoniale e famigliare, e posso dirti che uno dei piu' persistenti e deleteri miti che circondano l'idea di come funzioni (o debba funzionare) una coppia e' quello che si vada (o si arrivi) sempre in accordo su tutto. Questa e' un' illusione e come tale pericolosa per la salute a lungo termine della relazione.
    Bisogna imparare a discutere delle proprie posizioni senza che si sfoci in litigi, accuse, recriminazioni, e spesso anche ricatti, e accettare il fatto che ci sono cose sulle quali non si vedra' mai un accordo.
    Si puo' pero' arrivare ad un compromesso, e non e' detto che si debba essere sempre pari su tutto.
    Per esempio, se tu ti adegui a vedere queste persone magari il tuo ragazzo accettera' altre cose che magari a lui non vanno proprio a genio ma che sa che per te sono importanti.
    Ti sembra un buon inizio per una coppia fare si' che entrambi rinuncino a tutto quello che amavano prima? Se a Simone piacesse pescare, glielo proibiresti anche se magari a te il pesce fa senso? E viceversa ovviamente. A lungo andare si viene percepiti come la persona che ha "soffocato" e l'altro e iniziano i risentimenti.
    Litigare tutti i sabati a questo proposito ha funzionato finora? O ha solo esacerbato gli animi? Se una soluzione non funziona e si persiste nell'applicarla, la soluzione diventa parte del problema di partenza, complicandolo ulteriormente. Non ti pare?
    Costringere un apersona agli aut aut non e' mai una strategia vincente.
    Nonso quali progetti di vita abbiate a lungo termine, se ne avete, ma per stare insieme bisogna mettere le cose in prospettiva.
    Auguri

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  12. Ciao Dani

    scusami se sono tremendamente di corsa e non posso darti consigli (e vedo che comunque te ne hanno dati di ottimi gli altri lettori).
    Ti dico solo questo: in tutta questa faccenda hai una grande opportunità di crescita e da quel poco che ho percepito di te sono sicura che la sfrutterai appieno.
    E poi hai accanto una persona che ti vuole bene davvero, costruttiva e con una profonda sensibilità, proprio come te. Sono sicura che troverete una soluzione. Un abbraccio. Ale

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  13. Leggo ora questo tuo post: certo è una questione delicata questa.
    Sicuramente tu e Simone riuscirete a trovare un compromesso perchè mi sembrate due persone molto in gamba e mature...:-)
    Io un pò ti capisco...capisco che sia dura sforzarsi di stare con alcune persone con cui proprio non ci si trova. Sopratutto quando il gruppo è già ben collaudato...spesso in quel caso si fa una faticaccia ad entrare in sintonia con gli altri membri! Spero che la situazione si risolva in qualche modo, sicuramente Simone può fare molto per aiutarti ad entrare maggiormente in sintonia con i suoi amici...come già credo, stia facendo. Un abbraccio!:-)

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Grazie per ogni tuo commento :-)