domenica 3 luglio 2011

Madagascar: viaggiare in taxi-brusse

Nel nostro viaggio in Madagascar, ci siamo appoggiati all'agenzia solidale Viaggi e Miraggi, che propone viaggi di turismo etico e responsabile, affinchè il viaggiare non sia un mordi e fuggi turistico e soprattutto non porti ad un ulteriore sfruttamento di tanti paesi e popolazioni già in difficoltà politico-economiche o ambientali.
Anche l'anno scorso in Armenia ci eravamo appoggiati ad un'agenzia di turismo solidale (Viaggi Solidali), anche quest'anno il nostro viaggio ha così potuto offrire un supporto concreto ad una associazione locale a cui é andata una quota del viaggio.
Purtroppo (e lo dico con vergogna) molti nostri connazionali scelgono come meta malgascia Nosy Be, isolotto nel nord del Madagascar, sede di resort e villaggi turistici che sono costosissimi ma NON di proprietà malgascia, anzi di proprietà di ricche multinazionali occidentali, quindi una vacanza lì NON porta alcun benessere o accrescimento alla popolazione locale, ma genera invece sfruttamento ambientale ed economico oltre che un orribile turismo sessuale.
L'isola é infatti un pezzo di Europa trapiantato in Africa, con tutte le sue brutture: eco-mostri architettonici, inquinamento, sfruttamento della manodopera locale, lavoro e prostituzione minorile, spaccio.
Quindi vi preghiamo:NON ANDATE a Nosy Be, non alimentate questi traffici di sfruttamento Nord-Sud!!
Nel nostro viaggio abbiamo seguito le tappe Antanananarivo (capitale)-Ambositra-Fianarantsoa-Manakara-Ranomafana-Fianarantsoa-Antsirabe-Anatananarivo (potete vedere una cartina del Madagascar qui).
Per sportarci abbiamo utilizzato i mezzi locali, per le tappe più lunghe cioè i collegamenti tra le varie città ci siamo serviti dei taxi-brusse:pulmini Mazda o Peugeot riadattati per contenere circa 20 persone (a volte anche di più) disposte su 5 file di 3 sedili ciascuna.
La distanza tra i sedili é minima, una volta seduti non ci si può alzare fino alla fermata del mezzo perchè non c'é corridoio, si é seduti in 4 per fila (su 3 sedili).

Sul tettino si caricano alla bellemeglio valigie, borse, sacchi di riso, paglia o carbone, scatoloni contenenti ogni tipo di merce, ceste con polli e/o pulcini vivi e pigolanti, ceste ripiene di frutta tropicale, stuoie.

Una vera caverna di Ali Babà viaggiante su 4 ruote cigolanti.


Il viaggio in taxi-brusse é spesso una faticosa tirata, con zero spazio per muovere le gambe, sovraffollamento e sballonzolii.

Ma é anche uno dei tratti più caratteristici dell'africa, in Ghana si chiamavano tro-tro, oltre che l'unico mezzo di trasporto per spostarsi tra le grandi città senza avere un autista privato.

Il costo di un viaggio in taxi-brusse si aggira sui 10.000 aryay a persona per le singole tratte che abbiamo percorso (cioè circa 4 euro a persona per un tragitto di 4/7 ore).

I taxi-brusse si ritrovano nella stazione cittadina, hanno indicata su una targhetta la destinazione, e partono solo quando sono pieni, cioè quando ogni posto é stato occupato e pagato sul mezzo.

La partenza quindi può slittare (slitta sempre) di un paio d'ore finchè non si é raggiunto il numero di passeggeri previsto.

Il tragitto stesso é poi indicativo,può richiedere 7 ore oppure 4 e mezzo, molte sono le dinamiche:la condizione della strada, la presenza o meno di carburante nelle stazioni di benzina, il numero di passeggeri, le condizioni atmosferiche, l'autista ed altre mille variabili che rendono il viaggio una continua scoperta (ad esempio la lunghezza della pausa pranzo, il tempo necessario a legare/slegare i bagagli dal tettino).




Gli spostamenti in taxi-brusse impongono ad una grande dose di pazienza, già prima della pazienza, nell'attendere il sempre ritardato inizio del viaggio nelle affollate e caotiche stazioni dei taxi-brusse.

Invitano poi alla pazienza anche durante il tragitto, pressati tra i sedili, con la musica malgascia al massimo volume ascoltata dall'autista ininterrottamente, con buche e crepe e curve della strada da attraversare lentamente ballonzolando gli uni contro gli altri come amichevoli sardine.


Viaggi faticosi, in cui per far passare il tempo si dormicchia, si pensa, si riflette, si guarda per ore il paesaggio malgascio sfilare davanti agli occhi con la sua terra color rosso vivo e la vegetazione che cambia a seconda della regione.

Viaggi in compagnia di vecchi,bambini neonati che piangono o mangiano, donne.


Viaggi in cui se va bene si riesce anche un po' a leggere qualche pagina di un libro o a mangiucchiare qualcosa se non ci sono troppi scossoni.

Viaggi in cui non siamo più solo i soliti vazha (bianchi) ma in cui siamo sullo stesso mezzo in mezzo ai malgasci, come loro stanchi e sporchi e stufi del viaggio e delle curve.

Uno dei sensi del nostro viaggio é forse questo:

oltre al vedere e al fare, il senso può essere quello di semplicemente rimanere, di essere per qualche ora come malgasci tra i malgasci, senza facilitazioni, senza comodità turistiche, ugualmente pressati e stretti come loro, insieme a loro.

Qui vi lascio un piccolo video filmato in un estenuante viaggio in taxi-brusse tra Ambositra e Fianarantsoa, il più faticoso del viaggio, con una partenza rimandata di ore per via della pioggia e della penuria di carburante in città, e con un tragitto pieno di curve che ci ha messo il doppio del tempo previsto, con un autista che per tutto il tempo ha ascoltato musica assordante al massimo volume.

Una volta arrivati eravamo esausti, io sull'orlo delle lacrime per la fatica e per l'enorme confusione della stazione dei taxi-brusse di Fianarantsoa, con una massa di gente che ci circondava, chiamava, toccava.

Ma ora se ci penso capisco che effettivamente il nostro viaggio é stato questo:

rinunciare alle bianche spiagge sabbiose, ai resort e ai villaggi turistici, e immergerci per tre settimane in un mondo completamente diverso dal nostro.

4 commenti:

  1. Che bello Daniela. Anche a me piace viaggiare magari in un modo un po' scalcagnato, ma con la gente del posto. Si tratta di un viaggio nel viaggio. Non solo per quello che c'è fuori dal finestrino ma anche per quello che vedi vicino a te, nel sedile accanto. E ci si mette alla prova, ci si deve gioco forza staccare dai ritmi e dalle abitudini nostre, efficienza e velocità passano in secondo piano. Ma che fatica! Si legge però una soddisfazione e un'attenzione all'altro nelle tue parole che mi piace tantissimo. Continua col racconto che non vedo l'ora di leggere!

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  2. Ciao Daniela! Che belle emozioni che mi hai ricordato, sono stata in Madagascar nel 2009 con la Planet Viaggi, sempre turismo responsabile. Lo porterò sempre nel cuore....E quando nei taxi-brusse mettono delle tavolette di legno per unire due sedili e aggiungere così un altro posto???Con Viaggi e Miraggi sono stata in Venezuela lo scorso anno, mi piacerebbe proprio avervi come compagni di viaggio!!!Ops...piacere, mi chiamo Paola!

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  3. Condivido appieno con te lo spirito del viaggio...il madagascar è una meta che mi affascina da molto tempo...magari un giorno ti chiederò qualche dritta!
    Un abbraccio
    fra

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  4. Finalmente, non vedevo l'ora di leggere del vostro viaggio. bella l'idea dei viaggi solidali, peccato che se ne parli poco, meno male che ci sei tu ad aprirci la finestra su questo mondo.

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