Due settimane fa, se foste stati nel nostro campo, avreste visto un'allegra combriccola piuttosto variegata e disomogenea avviarsi verso la terra arata di fresco, per tentare di spostare i pali della mini-serra dei pomodori, residuo della scorsa estate.Una combriccola strana, rumorosa:la mia bellissima famiglia.
Ci siamo ritrovati lì nel nostro campo prima di cena, pronti ognuno a reggere il suo palo e a spostare la serra pezzo a pezzo cercando di fare del nostro meglio.
C'era mio fratello Andrea, Awa che viene da Abidjan, mia zia Carla, ed i miei genitori.
Dietro le quinte, io e il fido Charlie.
Atrefici di tutto questo trambusto contadino:i miei genitori, di nuovo ad insegnarmi gesti e segni che mi plasmano, mi fanno bene.
Quella mezzora nel campo diceva tanto di noi e a noi: l'essere un misto di persone diverse, il contatto con la terra nella sua semplicità e concretezza, la collaborazione tra ogni membro della famiglia, ognuno a suo modo.
Ogni giorno, mi rendo conto con gratitudine profonda di quanto la mia famiglia, questa, sia fondamentale per me: é origine di equilibrio, di sentimenti buoni.
Questa famiglia mi ha insegnato a non avere paura delle differenze, a non notarle nemmeno: reggevamo i pali io, come Awa con tutte le sue problematiche, come zia Carla nel suo tacito operare, come papà.
Fin da piccola, questa mia famiglia mi ha formato così: una mente e un cuore aperto, le mani che lavorano.
Non é stato per niente facile andare via di casa e cambiare città, con Simone, e lasciare questa famiglia.Tuttora non é facile ogni giorno tornare nella mia nuova casa.
La mia famiglia é ancora il centro delle buone idee, il centro dello scambio profondo con me stessa.
In fondo, va bene così, é ciò che é giusto per me ora: rielaborare questo rapporto così profondo ed importante con i miei genitori, con la mia famiglia e le sue abitudini.
Attingerne e cercare di ricrearlo nella mia nuova famiglia, che é ancora piccola e fragile.
POi, ci sono le casualità della vita (che poi caso non sono), come il fatto di avre quest'anno un orario molto scomodo al lavoro, ma di essere in una scuola vicino a casa di mamma e papà.Fin da inizio anno, avevo pensato che questo potesse essere un bene, e così é stato: questo orario spezzato e scomodo mi ha permesso di vivere per almeno 3 giorni a settimana a "casa" e di passarci ancora tanto tempo.
Questo passaggio graduale é stato una benedizione per tutti ed ha reso più facile questi mesi: sapere di poter essere facilmente a "casa", di poter ancora vivere le mie abitudini fondanti, come questi momenti al nostro campo.
Negli anni passati, ci sono stati momenti in cui volevo solo andare via da casa, e sognavo di trasferirmi all'estero.Ci sono state incomprensioni, e momenti in cui la vita semplice dei miei genitori e le loro scelte di condivisione e di accoglienza mi sembravano pesanti, o inutili, o troppo sobrie.
Poi, andare a Torino in università mi ha fatto capire quanto mi mancasse questo mio mondo e non vedevo l'ora di tornare a casa.
Ora, so che i miei genitori avevano ragione su tutto, e li ringrazio una volta di più per avermi insegnato a vivere bene e con cura, ad essere sempre disponibile, ad essere attenta ai piccoli vicino a me.
In questi ultimi mesi, non vivendo più con loro, mi accorgo quotidianamente di quanto il loro agire ed il loro pensare sia un esempio impagabile, di quanto la loro vita sia ricca di servizio gratuito agli altri, sia ricca di opere semplici fatte con amore.
Mi rendo conto di quanto assomiglio a loro e so che non potrei fare a meno dei loro insegnamenti, per i quali sarò sempre in debito.
Questi ultimi mesi hanno chiuso il cerchio e mi hanno mostrato in modo definitivo dove sono le mie radici e quanto sia essenziale per me ora innaffiarle bene e dar loro riconoscimento ed importanza.
Non vivere più con la mia famiglia mi ha aperto gli occhi ancora di più su quanto ci sia di bello e prezioso in loro, cosa che sapevo già da sempre, da anni, ma solo ora mi é lampante e chiaro.
Spero di saper creare una famiglia ricca di significato profondo come quella dove sono cresciuta.
E' un post bellissimo, che ho dovuto leggere in due tempi perché mi è venuto da piangere.
RispondiEliminaAnche io ho scoperto che sono terribilmente attaccata alla mia famiglia ed è stato bellissimo scoprirlo.
Grazie Speranza :-)
Eliminami sono commossa anche io mentre scrivevo!!
Che belle parole piene d'Amore, Daniela ♥
RispondiEliminaGrazie!
EliminaLeggo nel percorso di vita dei miei genitori (di cui ovviamente taccio le difficolà, anche molto grandi e dolorose), un percorso guidato dall'Amore, guidato dallo Spirito che illumina e che indirizza verso il bene, sempre e nonostante tutto.Questo me li rende ancora più preziosi e cari!
Io invece sono del parere che questo attaccamento morboso alla famiglia sia il risultato della nostra generazione... che siamo abituati a stare in casa fino oltre i 30 anni... e dopo non abbiamo più il coraggio di staccare la spina.
RispondiEliminaCiao Daniele!Sinceramente non so se questo possa essere considerato un atteggiamento morboso, visto che mi sono sposata a 26 anni.Non si tratta secondo me di staccare la spina o no, ma di sapere riconoscere le proprie radici (e quindi saper far pace con la propria storia), capire da dove veniamo e come la nostra percezione della vita sia influenzata in larga parte dalla nostra infanzia e dall'educazione che abbiamo ricevuto.Secondo me é invece bello saper mantenere questi legami, questa connessione tra le diverse generazioni,lo considero essenziale per l'equlibrio personale e familiare.
EliminaTu che ne pensi?
Non condivido assolutamente quando dici "Tuttora non é facile ogni giorno tornare nella mia nuova casa."
EliminaIl giorno che mi sono sposato mi è rimasto impresso le parole del Frate che ci ha sposati, il quale ci ha ricordato che d'ora in poi la mia nuova mamma sarà mia moglie... e quando nascerà un figlio/a... questo/a prenderà il posto della moglie.
Anche io ho una mamma stupenda ed un babbo che purtroppo è venuto a mancare 2 anni fa... una mamma che ho amato morbosamente ed un babbo che rimarrà per sempre il mio esempio di vita per i miei figli e me stesso... ma la cosa più bella è che sono riuscito da subito (e questo vale anche per mia moglie che amo e mi ama alla follia) a dare tutto l'amore che ho dentro e che mi hanno impartito i miei genitori alla persona che ho accanto a me ogni giorno.
Buon weekend.
Daniele.
ciao, scusate se mi intrometto, ma mi fa tanta tenerezza questo post e mi sembra davvero eccessivo dire che esprime un attaccamento morboso alla propria famiglia. Mi sembra invece che sia un atto di gratitudine verso l'educazione ricevuta, e la voglia di ricambiare. E quelle parole di Daniela mi sembra che vogliano dire che la sfida di formare una famiglia altrettanto ricca di valore, è grande, ma so anche che i rami di un albero forte, saranno forti un giorno anche loro, è soo questione di tempo. buonanotte
EliminaGrazie le tue parole fanno bene al cuore.Hai centrato proprio il punto che volevo esprimere! :-)
EliminaVabbè... che vi devo dire... avete ragione voi.
EliminaBellissimo/tenerissimo post!
Complimenti!
Molto bello questo post. Che noi vogliamo oppure no i nostri genitori, la nostra famiglia, piantano qualcosa dentro di noi. E crescendo capiamo che hanno fatto errori ma soprattutto ci hanno amato tanto e han cercato di farci diventare brave persone. Hai una famiglia bellissima! Senti ma l'ultima foto ha un significato? Per caso la famiglia si allarga? :-)
RispondiEliminaCiao!no no per ora nessuna novità in vista nella nostra mini-famiglia :-) Grazie per il tuo commento!
Elimina:-) ti leggo sempre, anche se commento pochissimo. Ciao e buona settimana!!!
EliminaUn post incantevole Dani, davvero :D
RispondiEliminaGrazie grazie!! :-)
EliminaSe sei una così dolce e positiva persona, il merito va sicuramente alla tua famiglia e soprattutto ai tuoi genitori. Hanno fatto proprio un bel lavoro e un bel regalo al mondo. Un abbraccio e buona domenica.
RispondiEliminaTroppi complimenti Ros, non sono sicura di meritarli.
Eliminagrazie!!
Ogni persona buona e altruista è un bel regalo per il mondo, non trovi? Da quello che ho letto di te...hai anche un fioccone sulla testa! ;-). Baci
RispondiEliminaSpero di essere capace di regalare a mio figlio anche solo un milionesimo della sensazione di appartenenza che la tua famiglia ha donato a te.
RispondiEliminaSei tanto fortunata (e meno male che lo sai!).
Un abbraccio grande.
Ciao Mamma F!Si sono fortunata e me ne sto rendendo conto sempre maggiormente.Sono sicura che il vostro Simone avrà un forte e bel ricordo dell'infanzai che sta vivendo!
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