Ne abbiamo sentito l'aria umida e pesante, appiccicosa di salsedine, già arrivando nella stazione ferroviaria in piena notte, e durante lo spostamento in tro-tro (mezzo di trasporto locale che é come un risciò indiano) dalla stazione alla nostra pensione, abbiamo sentito che lì la natura era diversa, l'aria era diversa, il suo profumo, la sua consistenza.Merito dell'Oceano e delle sue immense, gradissime e portentose onde, che abbiamo conosciuto il giorno dopo.
Spiagge lunghe, di sabbia, dove i nostri piedi hanno camminato scalzi e dove siamo rimasti muti di fronte al fragore e agli spruzzi potenti delle onde oceaniche.
Abbiamo immerso anche i piedi nell'acqua, ma non abbiamo potuto spingerci oltre per nuotare:a Manakara le correnti sono molto forti ed anche le onde, pericoloso é il loro risucchio verso il largo.Inoltre tutte le spiagge sono fady cioè "tabù", é proibito fare il bagno secondo credenze legate al culto degli antenati e alle religioni più antiche del luogo.
Nonostante questo, siamo rimasti un paio di giorni a Manakara, ed un giorno intero lo abbiamo passato da soli su una spiaggia.A Manakara non ci sono villaggi o strutture turistiche, solo l'oceano, allora ci siamo incamminati lungo la spiaggia andando verso sud, l'oceano alla nostra sinistra, ed abbiamo camminato per un po', finché abbiamo trovato delle piroghe abbandonate sulla riva e ci siamo fermati.
Dopo un po' sono arrivati anche i pescatori, che hanno imbracciato le loro piroghe scavate in grandi tronchi di albero, e con solo l'ausilio dei loro muscoli e di piccoli remi di legno, si sono buttati nell'oceano per andare al largo a pescare.Hanno superato le tre barriere di corallo dove si infrangono le onde e poi li abbiamo visti sparire nel blu, con le loro reti da pesca, scalzi, coraggiosi.
Sulla spiaggia abbiamo trovato semi di innumerevoli piante, scheletri di granchi (ce n'erano tantissimi, anche vivi), alghe e conchiglie.
Siamo rimasti lì tutto il giorno, a leggere, riposarci e a giocare saltando le onde sulla battigia.
Al ritorno in Italia, ho lavato e fatto seccare tutti i reperti trovati, e li ho messi in un barattolo di vetro, ora ogni volta che lo apro risento il profumo dell'oceano malgascio.
Se volete sentire anche voi il rumore assordante e la forza dell'oceano, potete guardare questo video che ho girato camminando sulla spiaggia di Manakara.
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Grazie a tutti i lettori e ai commentatori di questo blog, grazie per passare di qui e per partecipare con i vostri commenti!
Quanto mi rilassa questo suono...così forte, dirompente, autentico!
RispondiEliminaBellissimo Dani!
Madagascar: bellissimo :) vorrei andarci (prima o poi ci riuscirò ^-^ )
RispondiEliminaMi piacciono queste foto che raccontano il paese!
Ciao Daniela :)
p.s. carinissima l'idea del matrimonio dei bigliettini. Io in un futuro (non so quando) vorrei fare tipo un guestbook con i commenti. Ma anche la tua idea è super :)