lunedì 14 maggio 2012

Un bosco per amico


 Un paio di mesi fa il National Trust Britannico ha lanciato una nuova campagna per promuovere un sano rapporto dei bambini con la natura, stilando una lista di 50 cose da fare prima di avere 11 anni e 3/4.
Nell'elenco, attività come lanciarsi palle di neve,guardare l'alba, nuotare ma non in piscina, fare una torta di fango, stare in equilibrio su un albero caduto: molti bambini britannici soffrono invece di "nature deficit desorder"  e meno del 10% gioca in luoghi non urbanizzati.
Di questo elenco mi manca l'organizzare una corsa di lumache, fare una discesa in corda doppia, giocare a conker e geocaching ma le altre ci sono: da bambina ero un maschiaccio peggio dei miei cugini ed anche ora non é che sia proprio una tranquilla fanciullina.
Per fortuna, da piccoli non avevamo bisogno di liste come queste!
Abbiamo costruito rifugi in ogni dove su alberi e in cortili e siepi; allevato un pipistrellino e un riccio; vissuto con un coniglietto in casa (Minu-Minu); ci siamo arrampicati su ogni albero sasso e muretto del circondario; abbiamo fatto a gara a scalare le tettoie e arrampicarci sui tetti; abbiamo fatto a gare a strisciare nei tubi sotterranei che collegano tra loro i ruscelli dei campi dei nonni; ci siamo lanciati palle di neve, di fango e di terra; abbiamo buttato sassi per per ore nei laghi e nel fiume; abbiamo mangiato mele fragole lamponi mirtilli pomodori more e ogni cosa commestibile che trovavamo su qualsiasi albero; abbiamo catturato lucertole e insetti e allevato girini nei barattoli di vetro...
Ieri, sono andata con gli uomini della famiglia in un bosco di cui ho vividi ricordi: ci siamo andati per anni a raccogliere il muschio per fare il presepio, mi ricordo bene di esserci andata a sciare in un inverno e di essere scesa molte volte con il bob in mezzo agli alberi e di esserci andata a raccogliere le castagne.
Ricordo anche una sbarra di metallo che serve a chiudere l'accesso alla strada: mi mettevano lì sopra ed io non volevo provare a stare in equilibrio perchè avevo paura di cadere.
Ricordo una fotografia di papà con in mano delle salamandre vicino alla sbarra di accesso.
Lo stesso bosco dove ero già andata in autunno.


Ieri c'erano narcisi in fiore, margheritine, le fragoline di bosco in mezzo all'erba.
Il tempo era brutto: molto umido, nebbia, pioggia incombente.
E infatti ci siamo presi la pioggia: un bel temporale, lungo, ma abbiamo lo stesso camminato nel bosco, continuando ad avanzare.
Ci siamo lavati dalla testa ai piedi ma é stato bello, liberatorio, non cercare riparo, ma accettare la pioggia e accoglierla, senza correre giù a valle.
Questa pietra qui sotto delimita una parte del nostro bosco : esso era degli antenati di papà ed ora é suo, nostro, dalla pietra in su, tutto il terreno tra i due ruscelli, e ancora 60 metri sotto la pietra (sorrido a questa delimitazione così poco precisa ma vera e onesta).
I due alberi della fotografia più sottostante sono invece quelli tra cui nonna Rita, mamma di papà, veniva sempre a raccogliere i porcini e li trovava sempre solo lì.
Ieri vagando lì sotto la pioggia, ho pensato che tutti dovrebbero avere diritto ad un bosco: non ad averne necessariamente la proprietà, ma avere un bosco dove poter andare.
Un bosco incolto e selvaggio come quello di ieri, dove esercitare l'equilibrio tra rovi e sassi, dove scivolare nel fango e riempirsi scarpe e pantaloni di terra come noi ieri, un bosco dove esplorare senza meta, bagnarsi sotto la pioggia, dove scavalcare alberi caduti e ruscelli.
Un bosco dove non si sente nessun altro rumore se non quello del fiumiciattolo vicino e degli uccelli sui rami.
Un bosco umido, scuro, un bosco vero, dove ci si sente piccoli e lontano da tutto e perciò ci si sente a casa.
Ieri ho sentito di nuovo e chiaramente di appartenere al bosco, a questi boschi: di averci vissuto e di conservarne in me un'eco profondissima e lontana.
 
 Siamo arrivati fino alla casa di "Dunà del vipere": un uomo che viveva qui durante la guerra,  catturava sulla Bisalta (la nostra montagna) le vipere, che poi allevava attorno alla casa e portava infine a vendere giù in farmacia a Cuneo dove estraevano il veleno e lo usavano a scopi clinici.
In questa casa orami disabitata in mezzo al bosco siamo andati molte volte da poiccoli, mi ricordo bene un 11 ottobre in cui eravamo lì ed aveva nevicato (la prima nevicata dell'anno), c'erano le impronte degli uccellini nella neve tutt'attorno e allora per scherzo ci eravamo messi a crearne di finte con le dita e poi ci chiamavamo l'un l'altro (io, Andrea, mamma e papà) per dire che avevamo trovato nuove impronte.

 Nella casa rimangono vecchi oggetti, molto é stato rubato e portato via, ma la struttura rimane intatta e sarebbe bellissimo poterla rimettere a posto e avere una casa così in mezzo al bosco, solo circondata dagli alberi e da una vasta prateria di mirtilli selvatici.
Spesso lì attorno ci sono i caprioli che camminano.
 
 Abbiamo aspettato che spiovesse (ma poi siamo ripartiti perchè non smetteva), attorno a noi il silenzio del bosco e lo scrosciare fortissimo della pioggia, il verde scintillante delle foglie e l'asciutto degli aghi arancioni sotto i grandi pini.
 Tornando a valle abbiamo trovato sul sentiero due salamandre fradicie quanto noi, ma come noi felici di avere un bosco, di poterci vagare e di poterlo esplorare in ogni stagione.


 Strano come io senta così forte questo attaccamento ai boschi, alla montagna, alla natura, proprio ora che abito in città: forse fino allo scorso settembre la facilità d'accesso a questi luoghi era così semplice ed immediata per meche non ne sentivo un forte bisogno, che invece ora é vitale, tantè che passo all'aperto ogni momento in cui non sono al lavoro.
Più sto all'aperto, nel verde, più ritorna in asse il mio spirito, si risolleva, si innalza:
abbiamo tutti necessità di questo contatto con la terra, di queste piccole avventure, di sentire che ci appartiene il paesaggio che ci circonda, come é stato da sempre.

12 commenti:

  1. bellissimo post, con tanto di te dentro.
    io dellla mia infanzia ricordo soprattutto le corse fra gli scogli alla ricerca dei granchi, le fughe scalze sulla spiaggia, le ore trascorse a giocare a campana o all'elastico, i tuffi solitari la sera. E la libertà che ti regala la natura.
    Ai boschi sono arrivata crescendo.
    ciao e grazie di condividere emozioni così profonde

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    1. Che voglia di mare mi hai fatto venire con questo tuo commento!
      Il mare lo conosco poco, anche se da qui non é poi lontanissima, ma quelle due orette verso la costa sembrano sempre lunghe e così non ci andiamo mai, ma é un altro ambiente naturale che amo molto.
      Grazie a te per i tuoi commenti!

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  2. Quanto è bello quello che scrivi Daniela e come lo scrivi, lo spirito, la consapevolezza, l'amore... vorrei poter offrire tutto questo alle mie bimbe, senza paure e senza risparmio, eppure è sempre più difficile trovare la natura vicina, rispettata, accessibile...

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    1. Cara, le tue bimbe ricorderanno tutti i momenti migliori spesi per loro e con loro, ne sono certa.Il mio mondo é questo, del bosco e della montagna, ma sicuramente in ogni luogo ci sono angoli a misura di bambino e soprattutto angoli anche imperfetti ma che loro ricorderanno sempre come splendidi :-)

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  3. Bellissimo il titolo e stupende le foto della salamandra!! (anche le altre comunque) Goditi questo paradiso!

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    1. Grazie Sybille.In quel bosco troviamo sempre salamandre, é umidissimo eloro ci si trovano bene perché ogni volta che ci vado le troviamo ed é sempre così da anni (anzi da decenni, ormai invecchio!!)
      :-)

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  4. Bello poter godere di tali meraviglie. Anche con la pioggia. Anzi....forse più suggestive.

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    1. Molto suggestiva la pioggia, già il bosco é sempre piuttosto deserto ma con il brutto tempo non abbiamo incontrato nessuno neppure sulla strada, i contorni erano cancellati dalla nebbia e sembrava di essere in un'altra epoca, in un altro posto, talmente il bosco era immerso nel silenzio assoluto.
      Un abbraccio!

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  5. Che bella quella casa in mezzo al bosco... sarebbe davvero un sogno poterla rimettere a posto e farla rivivere, prima che l'incuria e il bosco stesso la fagocitino definitivamente!
    Il bosco è un grande maestro e io ho la fortuna di averne uno che si estende per chilometri e chilometri, fino alla Slovenia, a pochi passi da casa...
    Un bacio
    Francesca

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    1. Quel bosco grande fino alla Slovenia deve essere molto suggestivo :-)
      Mi vien voglia di venire a visitarlo!!

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  6. Daniela sono commossa... io.. beh... ti adoro!

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Grazie per ogni tuo commento :-)