lunedì 6 settembre 2010

Vette di semplicità


Ancora una volta mi sono alzata alle 6 di mattina e scarponi ai piedi sono salita in montagna.
L'aria era gelida, già autunnale, e la nebbia avvolgeva i contorni della valle, regalando chiaroscuri spettacolari, svelando e celando quella cima o quell'altra.

La semplicità di una giornata in montagna non ha uguali per me:quando torno giù, i pantaloni incrostati di fango, i piedi stanchi, le ginocchia doloranti, il viso cotto dal sole, mi sento bene, mi sento viva, attraversata dalla vita e dalla fatica.
Sento ogni muscolo stanco eppure attivo, smanioso di riposare ma carico di adrenalina e di vitalità.
Tornare a casa stanca dà il senso alla giornata, mi indica che l'ho vissuta pienamente e totalmente:che mi sono alzata quando avrei potuto dormire ancora varie ore, che ho preferito sporcarmi che vestirmi bene, che ho assaporato un panino vorace come una tigre, seduta insieme alla mia famiglia, che mi sono fermata a fotografare un piccolo fiore o una lumaca, che ho alzato gli occhi verso l'azzurro invece che rimanere chiusa in casa.
Che ho vissuto la giornata e tutte le sue ore pienamente, senza sprecarle in inutili pigrizie, le ho vissute una ad una sulla mia pelle e sullo sforzo dei miei polpacci nella salita, ieri per 6 ore di camminata.
Siamo anche saliti su una cima 3000 m, cima tre vescovi, una salita ardua ed esposta ma ne é valsa la pena!


[arrampicata alla vetta]
Il paesaggio da lassù spaziava a 360 gradi e ci si sentiva così piccoli ed impauriti di fronte agli strapiombi da ogni lato.
Spesso ultimamente seguendo un po' le vicende di conoscenti e vecchi compagni di università, confrontandole con la mia vita attuale mi sento un po' stranita:io laureata con 110 e lode, che raccolgo pesche e lamponi, loro che seguono master negli USA, seminari di economia internazionale, stages in banche prestigiose.
In certi momenti mi sento un po' deficiente rispetto a loro (nel senso di mancante, mancante di ambizione).
In altri, sento che però sono contenta così e che non avrei barattato un'estate ben retribuita a Milano con la mia parca estate in campagna, perché sarei impazzita.
In certi momenti lo ammetto, vorrei avere la loro forte ambizione.
Sono molto altalenante in queste sensazioni.

Poi ho letto per caso questo pezzo e mi sono sentita così in sintonia con quello che scrive l'autore:
"Se vuoi rubare il fuoco agli dei, se vuoi partire dalla Grecia e conquistare la Persia e poi l'India, se vuoi sconfiggere il drago e salvare la principessa, se vuoi inventare una macchina per volare, se vuoi avventurarti dove ci sono frontiere inesplorate, se vuoi cavalcare l'onda più alta, se vuoi mettere a punto la mappa del genoma umano, se vuoi vincere la partita decisiva all'ultimo tiro, se vuoi fare come Steve Jobs, come Gengis Khan, come Michael Jordan, allora si può stare tranquilli:non sei immune da un certo senso dell'impresa.
Naturalmente l'impresa non é per forza un gesto memorabile, ma innanzitutto un'attitudine complessiva che si compie in tutte le nostre scelte vitali.
Crescere un bambino forte e allegro e responsabile, questa é una grande impresa.
Creare una relazione sentimentale capace di reinventarsi e rilanciarsi, questa é una grande impresa, così come diventare gli autori di se stessi al di là di tutti i modelli esterni.
In questa nostra epoca stiamo ridefinendo ciò che é umano, valorizzandone ed espandendone le potenzialità, e ditemi voi se questa non é la più appassionante impresa antropologica."
Franco BolelliLe mie imprese non saranno memorabili come quelle dei miei illustri colleghi:non vincerò premi Nobel, né diventerò premier o un rinomato scienziato politico, non si conoscerà il mio nome.
Ma essere semplice mi rende felice più di queste grandi imprese, se abdico alla carriera (come se potessi averne una!) é per coltivare queste altre imprese cosiddette minori, come godersi la vita, fare passeggiate in montagna, innamorarsi, giocare e leggere, cucinare una torta, coltivare tempo.
Le grandi cose che voglio fare, sono piccole cose, ma non per questo hanno meno valore.
E poi que serà, serà.Magari un Nobel lo vinco lo stesso :-)
Per ora so di essere sulla strada giusta e di voler continuare in semplicità e fantasia.

17 commenti:

  1. sai, io spesso mi sono sentita come te, per por sentirmi dire dopo anni: avevi ragione tu.... quando già non mi interessava, perchè stavo seguendo quello che io sentivo di poter dare alla Vita. Se devo mettere sulla bilancia quello che ho e che non ho, butto via la bilancia perchè con quello che ho, metterei sopra masse così potenti da romperne i bracci e con quello che non ho, non metterei sopra nulla perchè mi sembra di avere tutto.

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  2. @ estrellazul:grazie per le tue parole!! :-)

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  3. ...anch'io mi sento spesso come te...mi guardo attorno e mi sembra di stare ferma mentre tutti corrono, corrono, corrono...ma per andare dove?!
    le tue parole capitano proprio al momento giusto! grazie per avermi alleggerito un pò i pensieri!

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  4. Ma sei sicura di non averlo vinto già un premio 'nobel' in quanto a 'nobiltà d'animo'?!? Eccezionale i pensieri che hai trascritto in questo post...mi sa che l'aria di montagna e le alte vette fanno veramente molto bene all'intelletto e alle intuizioni a cui esso puo' attingere. Ciao Daniela e buona settimana :-)

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  5. Visto che faccio spesso pensieri simili ai tuoi, riguardo a perdute carriere milanesi, a eleganti tailleur ormai smessi, al mio nome stampato su inviti a convegni dimenticati, ti ringrazio per queste parole.

    Un abbraccio!

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  6. Quello che hai detto e riportato è straordinario! è bello vivere una vita in semplicità ed esserne orgogliosi invece che inseguire sempre delle fantomatiche carriere e dei lavori ben retribuiti..io sono felice di avere un semplice lavoro e di essere una semplice mamma..sono felice nonostante anch'io abbia in un cassetto una laurea che avrei potuto far fruttare...per anni mi sono sentita delusa e scoraggiata ma ora ho cominciato a vedere la vita sotto un altro aspetto..
    un abbraccio!

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  7. Mi ha emozionato, questo post, le tue parole... e quelle che riporti e che sento anche profondamente mie... Ho scelto anch'io una strada, quella dell'insegnamento, che pochi hanno capito e condiviso... ma che mi ha reso felice, unita alle altre vette di semplicità che scalo ogni giorno... "coltivare tempo" è un'espressione bellissima... credo che davvero tu abbia colto l'essenziale... ma continua anche a credere nei sogni per cui hai studiato, mi raccomando :-)!

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  8. Scrivi bellissime cose su cui mi sto interrogando anch'io ultimamente: il rimpianto per non essermi impegnata nella carriera tradizionale, e la consapevolezza che dopotutto non me ne importa una beata fava (per dirla in francese), preferendo seguire la mia strada al di lá di regole preconfezionate e noiose, e stili di vita che non sento miei.
    la causa scatenante per me é stato l'arrivo di mio figlio.

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  9. Mi è piaciuto tantissimo questo tuo post, perchè mi ci ritrovo davvero in pieno! :-) Post come questi mi fanno sentire un pò meno sola...:-)
    Io anche a volte penso di mancare un pò di ambizione, ma la mia vita in fondo è bella così...In questa grigia mattina d settembre le tue parole mi hanno donato un pò di calore...:-)

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  10. Io invece vorrei che le due cose non fossero in alternanza: vorrei che si potesse fare grandi cose pubbliche E dedicarsi al proprio privato. Vorrei che una donna potesse avere una carriera (nel senso di poter progredire nel proprio lavoro) anche avendo una famiglia. Vorrei che nessuno dei due ambiti fosse totalizzante, perché non è necessariamente così: con la prospettiva di vita che abbiamo, non è proprio necessario correre per arrivare al vertice in 10 anni e passare i restanti 30 a ringhiare per mantenere la posizione.
    Io dopo la laurea sono stata come i tuoi compagni: si corre trascinati dall'entusiasmo, magari noi donne corriamo anche perché speriamo di raggiungere la posizione più alta possibile prima di essere "intralciate" dalla famiglia. Il problema con questa impostazione è che ci vuole niente per ritornare al via: un'azienda che chiude, una maternità, un infortunio anche non grave. E scopri che magari, invece di scalare a mani nude le rocce, facevi meglio a intagliarti una bella scala nella pietra...

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  11. Noi ti vogliamo così! Non cambiare mai!! un bacioneeeee

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  12. @ lanterna:sono sostanzialmente d'accordo con te, ma empiricamente mi rendo anche conto che non posso avere tutto (non qui in italia in questo momento) e che mi tocca scegliere:se voglio rimanere a vivere qui e crearmi qui una famiglia, non posso partire per andare a fare un master all'estero e spendere ulteriormente..vorrei non dover scegliere ma purtroppo non vedo come conciliare le due cose meglio di così.O l'una o l'altra, purtroppo, anche se non vorrei essere in questa situazione!
    @ piccola lory:i sogni li coltivo e sto cercando di concretizzarli..vi parlerò nei prossimi giorni di alcuni corsi che voglio seguire, se tutto andrà in porto in modo favorevole!speriamo! :-)

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  13. Anch'io la penso come Lanterna al primo paragrafo. E poi penso che in questo momento piú che mai c'é l'opportunitá (o la necessitá) di trovare percorsi nuovi dove non ci sono impronte di chi ci é passato prima, proprio perché nessuno ci é passato prima! Sempre meno di una volta si puó scegliere di andare in una direzione che poi ti porta al 99 % ad una certa meta dove si puó stare "al sicuro". Credo che bisogna reinventarsi noi stesse giorno per giorno. Puó essere difficile ma puó essere anche una cosa molto positiva.
    In bocca al lupo!

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  14. Ciao Daniela, non immagini quanto ti capisco...
    Anche io preferirei una vita semplice nella mia città...invece mi ritrovo a fare una vita da pendolare per poter fare il lavoro per cui ho studiato e che purtroppo non mi sta dando nessun tipo di gratificazione nè economica nè morale...ma al momento non posso far altro che andare avanti...

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  15. Che bello questo post! E come ti capisco! Come vorrei anch'io la possibilità di "Coltivare il tempo"! Anch'io come te sono laureata, ho trovato un buon lavoro, un lavoro che mi piace e mi da soddisfazioni, sebbene con zero possibilità di carriera, un lavoro semplice e umile, che tuttavia dista a un'ora e mezza dalla mia casina, a Milano, tre ore di viaggio tutti i santi giorni... e quando dichiaro che qualora ce lo potremmo permettere, lavoro del mio compagno permettendo,a me comunque piacerebbe davvero tanto mollare tutto e fare la mamma (quando avremo dei bimbi, speriamo!) e la "casalinga" a tempo pieno, dedicarmi alle persone che amo, alla mia casina, al mio giardino, ai miei hobby, la gente mi guarda come se avessi appena dichiarato che voglio entrare a far parte di una comunità Hamish...
    E' che spesso sento dire "ferie io? se non devo viaggiare, cosa le prendo a fare, dopo un po' a casa mi annoio..." ecco, per me questo concetto è inconcepibile... io a casa, nel mio paesino, non mi sono mai annoiata, anzi, vorrei avere più tempo per fare tutte quelle piccole e semplici cose che amo fare: andare per fieri e mercati, cucinare, fare il pane, occuparmi del mio giardino, ricamare, imparare a dipingere...

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